Infertilità secondaria: in cosa consiste e perché si verifica
Pubblicato il 13 Novembre 2024 da Chiara Mainini
Si parla di infertilità secondaria quando una coppia che ha già avuto uno o più figli è incapace di concepire nuovamente, o portare a termine una nuova gravidanza, dopo almeno 12 mesi di tentativi mirati non andati a buon fine e/o aborti multipli.
Uno studio statunitense stima che sarebbero quasi 4 milioni le coppie che incontrano questo problema dopo la prima o la seconda gravidanza.
(fonte: L’infertilità secondaria, a cura di IVI Italia).
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Infertilità secondaria: le cause
Secondo il citato studio, il 50% delle cause che determinano infertilità secondaria sarebbe di natura femminile.
Seguirebbe, poi, un 40% legato a problemi di alterazione nella spermatogenesi e un residuale 10% di cause idiopatiche, ovvero prive di una causa ben individuabile.
Ma vediamo di approfondire nel dettaglio.
Infertilità secondaria maschile: alterazione quantitativa e qualitativa della spermatogenesi
Come premesso, alterazioni della quantità e qualità del liquido seminale determinerebbero infertilità secondaria nel 40% dei casi in cui si verifica questa evenienza.
Questi cambiamenti si verificano solitamente a causa di un deterioramento della salute generale, di assunzione di farmaci, o per uno stile di vita non salutare.
Malattie come diabete e ipertensione, abusi di sostanze dannose come alcol o stupefacenti possono compromettere la spermatogenesi e quindi influire negativamente sulla fertilità maschile.
L’aumento dell’età, nel caso degli uomini, parrebbe invece non essere un fattore di aumento del rischio.
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Infertilità secondaria femminile: età della donna, endometriosi, disfunzioni ovariche
L’età materna è uno dei motivi più frequenti di infertilità secondaria.
Come abbiamo già visto più volte nei nostri precedenti approfondimenti, il processo di invecchiamento biologico nella donna determina la riduzione della sua riserva ovarica e anche un peggioramento nella qualità degli ovociti, che possono presentare difetti genetici e non essere più fecondabili.
Oppure essere portatori di mutazioni genetiche incompatibili con la vita, che determinerebbero nel prosieguo aborti spontanei.
Per sua natura, questo meccanismo è assolutamente indipendente dal numero e dalla facilità delle gravidanze precedentemente portate a termine.
Pertanto, il rischio di incorrere in infertilità in una condizione di infertilità secondaria aumenta esponenzialmente dopo i 35 anni di età.
Anche l’endometriosi è una patologia, sempre più diffusa, che parrebbe causare infertilità secondaria nel 20% dei casi accertati.
Le disfunzioni ovariche ricoprono un’importante fetta nell’eziopatogenesi delle infertilità secondaria, con una presenza di circa il 30% dei casi accertati.
Tuttavia si ritiene che anche pregresse infezioni non curate possano determinare aderenze e occlusioni delle tube, rendendo praticamente impossibile una nuova gravidanza.
Così come possono verificarsi aderenze dell’utero che rendono più difficile l’impianto di un nuovo embrione.
Infine, cattive abitudini di vita, uno stato di salute generale non buono, un eccessivo aumento di peso e l’abuso di sostanze dannose come fumo alcol o droghe interferiscono certamente anche nella causazione di questo tipo di infertilità.
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Infertilità idiopatica
Circa il 10% delle diagnosi di infertilità secondaria rimane senza una causa ufficiale.
Sono i casi più difficili da accettare dal punto di vista psicologico, perché la coppia -che ha già ha avuto e concluso favorevolmente precedenti gravidanze – non solo non riesce a procreare nuovamente, ma neppure riesce ad arrivare all’identificazione di un concreto problema che che possa essere risolto.
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Infertilità secondaria: quali esami fare?
Qualora sia trascorso almeno un anno di rapporti sessuali non protetti e non si sia ottenuta una nuova gravidanza, ovvero si siano verificati ripetuti aborti, è opportuno sottoporsi agli accertamenti previsti per la diagnosi dell’infertilità secondaria.
Solitamente si parte dalle basi: un esame del sangue finalizzato ad eseguire i dosaggi ormonali della coppia.
Seguono eventualmente anche:
- Isterosalpingografia: per valutare la salute generale delle tube di Falloppio
- Laparoscopia: indaga la presenza di endometriosi o fibromi uterini
- Spermiogramma: per analizzare concentrazione, motilità e morfologia del liquido seminale
Quest’ultimo esame potrebbe rivelare:
- eventuale assenza di spermatozoi nell’eiaculato (azoospermia)
- riduzione della concentrazione di spermatozoi (oligospermia)
- alterazione morfologiche (terazoospermia)
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Come si risolve l’infertilità secondaria?
La notizia positiva e che l’infertilità secondaria sembrerebbe risolversi più facilmente rispetto alla primaria.
Nei casi più gravi o nei casi di infertilità di natura idiopatica si ricorre, invece, alla PMA.