Microchimerismo materno fetale: cos’è?
Pubblicato il 18 Settembre 2024 da Chiara Mainini
Avete mai avuto la sensazione di sapere qualcosa su vostro figlio, senza alcuna ragione apparente?
Quella certezza assoluta del perché piange, o cosa gli fa male, che non si spiega in nessun modo se non con il tanto vituperato istinto materno?
Forse c’è una spiegazione scientifica a questo fenomeno.
Non è solo romanticismo quello che spinge le mamme a dire di sentire i propri figli come parte di sé stesse.
Da un punto di vista biologico, infatti, è esattamente così.
Si chiama microchimerismo materno-fetale ed è un fenomeno biologico diffuso tra tutti i mammiferi euteri ed estremamente affascinante.
Il microchimerismo materno fetale comporta, durante la gravidanza, la migrazione di un piccolo numero di cellule del feto attraverso la placenta.
Successivamente, queste cellule attraversano la circolazione sanguigna e si annidano nei tessuti materni.
Il bambino, le sue cellule, entrano letteralmente a far parte del corpo della mamma.
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Che cosa sappiamo di questo affascinante fenomeno biologico?
Il microchimerismo è, in generale, un fenomeno già noto alla medicina da moltissimi anni.
È definito come la presenza all’interno del corpo di un individuo di un piccolo numero di cellule che originano da un altro individuo.
Già in passato, alcuni studi scientifici avevano messo in evidenza che durante la gravidanza il numero delle cellule chimeriche presenti all’interno del corpo femminile aumenta.
E che le cellule chimeriche avrebbero una diversa distribuzione fra gli organi.
Specificamente:
- con maggior frequenza nei polmoni
- con una frequenza progressivamente ridotta nella milza, nel fegato, nei reni e nel cuore delle donne incinte
La gravidanza è il palcoscenico ideale per questo tipo di fenomeno.
Nel corso delle settimane di gestazione, avviene uno scambio reciproco tra madre e bambino.
Le cellule fetali entrano nella circolazione materna dando luogo al micro chimerismo fetale.
Le cellule materne entrano nella circolazione fetale dando luogo al micro chimerismo materno.
Questo scambio di cellule fetali e materne è del tutto asimmetrico: il numero maggiore di cellule trasferite va dal feto alla madre.
Il sistema immunitario materno dopo il parto tende a ripulire il sangue da tutte le cellule considerate “estranee”.
Alcune, però, resistono a questa espulsione.
Ed è qui che inizia la meraviglia.
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Microchimerismo materno-fetale: lo studio
Uno studio scientifico di recente esecuzione, e la revisione più recente della letteratura medica sul tema, hanno rivelato spunti interessanti.
Le cellule fetali resterebbero distinguibili nel sangue materno fino a 27 anni dopo il parto.
E anche le cellule maschili, di presumibile origine fetale, possono differenziarsi ed essere incorporate nei tessuti materni in modo persistente alla gravidanza.
Microchimerismo fetale: che funzione ha?
Il ruolo esatto del micro chimerismo fetale nel corpo materno non è ancora ben chiaro.
Sono state avanzate tre differenti ipotesi a riguardo:
- che le cellule fetali siano deleterie e contribuiscano a una risposta infiammatoria, che può causare danni ai tessuti materni
- che abbiano un ruolo protettivo, poiché le cellule progenitrici fetali aiutano a riparare e mantenere i tessuti materni
- che il loro ruolo sia di mera osservazione, senza alcun effetto causale sulla salute della mamma
Gli studi sino ad oggi condotti hanno dato esiti piuttosto ambivalenti, con alcune conclusioni a favore dell’ipotesi di protezione ed altre a favore dell’ipotesi di danno.
Microchimerismo nel tessuto mammario
Le cellule fetali sono state trovate frequentemente nel tessuto mammario normale delle donne dopo il parto.
Nelle donne sane, il DNA maschile è stato rilevato nelle ghiandole mammarie di più della metà delle donne campionate.
Di conseguenza, alcuni studi hanno ipotizzato che le micro-chimere fetali possano svolgere una funzione attiva nell’allattamento.
Per esempio, segnalando al corpo della mamma quando e in quale misura produrre latte.
Microchimerismo fetale e cancro
Le cellule fetali sono state trovate meno frequentemente nel sangue e nei tessuti delle donne con cancro al seno rispetto ai soggetti di controllo sani.
Questo suggerirebbe che un numero maggiore di cellule fetali potrebbe effettivamente essere associato a una migliore salute della madre.
Ma per alcuni tipi di cancro è accaduto l’opposto.
Sono state trovate maggiori quantità di cellule fetali rispetto ai soggetti di controllo perfettamente sani, il che suggerirebbe un qualche ruolo nel procedimento di causazione di certi tipi di tumore.
Microchimerismo fetale nei tessuti cerebrali materni
Alcuni studi hanno scoperto che le cellule fetali nel cervello materno di topo sono in grado di integrarsi nei circuiti cerebrali materni,
Altri studi hanno rilevato DNA di cellule fetali in più regioni del cervello materno e, in almeno un caso, decenni dopo che la donna aveva dato alla luce un figlio.
Suggerendo che il microchimerismo fetale nel cervello materno umano potrebbe essere pervasivo e di lunga durata.
Partendo da questo dato, gli studiosi hanno ipotizzato che la natura totipotente delle cellule fetali – ossia la loro capacità di evolvere in qualunque tipo di cellula dell’organismo – determinerebbe la loro capacità di differenziarsi in cellule che potrebbero partecipare ai circuiti neurali della madre.
Per esempio, si è ipotizzato, per influenzare il meccanismo di attaccamento emotivo tra mamma e bambino.
Gli studi e gli approfondimenti futuri potranno dirci di più su questo straordinario e meraviglioso fenomeno di appartenenza reciproca.