Sindrome da rientro: cos’è, come si riconosce, come combatterla
Pubblicato il 28 Agosto 2024 da Chiara Mainini
La chiamiamo sindrome ma non si tratta di una malattia.
La sindrome da rientro è una normale risposta psico-fisica al ritorno alla routine quotidiana, dopo una pausa vacanziera.
Si tratta di un evento che colpisce grandi e piccoli, in misura differente e con un lieve sbilanciamento in danno degli adulti, che ne sono colpiti con maggiore frequenza.
Come si riconosce la sindrome da rientro? Si può combattere o siamo condannati ad aspettare che passi da sola?
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Indice dell'articolo
Sindrome da rientro: tutti i sintomi dai quali riconoscerla
Negli adulti la sindrome da rientro si presenta, generalmente, con uno o più dei seguenti sintomi:
- Difficoltà a concentrarsi
- Senso di affaticamento
- Sbalzi di umore e irascibilità
- Malinconia
- Maggior propensione alla tristezza
- Difficoltà a prendere sonno
- Ansia
I bambini, invece, tendono a presentare sintomi parzialmente differenti, come per esempio:
- Mancanza di appetito
- Iperattività
- Difficoltà a prendere sonno
- Tendenza alla sovraeccitazione
- Tristezza
- Pianti improvvisi e apparentemente immotivati
- Irritabilità dovuta al distacco dai genitori
Fortunatamente, si tratta di sintomi scarsamente preoccupanti, che tendono a risolversi spontaneamente nel giro di qualche giorno.
Tuttavia, sia per gli adulti che per i bambini, è possibile adottare alcune accortezze che minimizzano disagi dovuti al ritorno alla routine quotidiana, alleggerendo il “carico” e favorendo la “guarigione” dalla sindrome.
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Combattere la sindrome da rientro
È molto importante che il rientro dalle vacanze avvenga con gradualità, sia per gli adulti che per i bambini. Trattandosi di una risposta psico-fisica ad un evento percepito come disagevole, il corpo e la mente hanno bisogno del giusto tempo per riprendere contatto con la normalità.
Per questo, è sempre consigliabile programmare il rientro dalle ferie in modo che si abbia ancora qualche giorno di vacanza a disposizione prima di tornare al lavoro, per potersi riadattare progressivamente alle proprie abitudini.
Naturalmente, questo tempo sarà importantissimo anche per i bambini, perché potranno rientrare nel loro ambiente e riprendere contatto con la normale routine, passando gradualmente da un’atmosfera vacanziera ad una più regolare, senza essere catapultati nella vita di tutti i giorni in modo traumatico.
Affrontare la sindrome da rientro: consigli per gli adulti
Detto che la parola chiave resta “gradualità”, ci sono alcuni suggerimenti che possono tornare utili per minimizzare gli effetti della sindrome da rientro:
- ricavare (anche brevi) momenti per conservare le abitudini di cura personale tenute in vacanza: una passeggiata, il riposo, una sauna, piccole attenzioni per la cura di sé che garantiscono di continuare a fruire dei benefici delle ferie;
- quando possibile, organizzare i carichi di lavoro in modo da affrontare gli incarichi più pesanti in un momento successivo a quello del rientro
- limitare, almeno nei primissimi giorni dopo il rientro, le attività mondane e garantirsi un riposo regolare e sufficiente
- impostare da subito un regime alimentare equilibrato e corretto, eliminando gli abusi tipici del periodo feriale
E i bambini?
I bambini, grandi abitudinari per eccellenza, sono i maggiori beneficiari del ritorno alla routine quotidiana.
Questo, però, non significa che saranno anche contenti!
Malinconia, tristezza, crisi di pianto per motivi apparentemente banali sono frequenti soprattutto tra i più piccoli, perché il rientro dalle vacanze significa – inevitabilmente – anche riduzione del tempo trascorso insieme ai genitori.
La SIP – Società Italiana di Pediatria – ha messo a punto alcuni suggerimenti per fare in modo che il ritorno alla normalità sia il meno traumatico possibile:
- passare gradualmente dalle attività vacanziere a quelle di routine, sfruttando quei due/tre giorni di anticipo rispetto al rientro al lavoro, accennati in precedenza;
- ridurre progressivamente il tempo libero, inserendo attività di impegno e concentrazione: non necessariamente “compiti” in senso stretto, anche attività di gestione della casa e della famiglia possono essere d’aiuto;
- prevedere comunque attività da continuare a svolgere insieme: tempo al parco, passeggiate, giochi o lettura di libri
- riprendere i contatti con gli amici, organizzando anche attività da svolgere insieme
- riprendere le buone abitudini in fatto di corretta alimentazione e regolarità del sonno
Per tutti, in sintesi, la parola d’ordine è “tempo”: concedersi il tempo per riabituarsi ai soliti ritmi, alle abitudini e agli impegni di sempre, senza strafare.
Nell’attesa di potersi concedere nuovamente una bella vacanza in famiglia!