Il ruolo degli Omega 3 in seno alla fertilità
Pubblicato il 8 Febbraio 2024 da Chiara Mainini
Gli acidi grassi omega 3 possono contribuire al miglioramento delle possibilità di concepimento, promuovendo la fertilità maschile e femminile.
È quanto risulta dai più recenti studi scientifici che hanno indagato l’eventuale correlazione tra l’assunzione di acidi grassi omega 3 e le modificazioni delle condizioni di fertilità della coppia.
Lo studio pilota
Uno dei primi studi è stato condotto dagli scienziati della University of Colorado, utilizzando cavie in laboratorio.
Si è osservato che i topi allevati con alte dosi di questi acidi grassi avevano, rispetto al gruppo di controllo che non li assumeva, molti più “precursori delle cellule uovo” (le cellule germinali primordiali: ossia cellule germinali che sviluppandosi mutano in gameti).
Questi precursori, dopo lo sviluppo, mutavano in uova sane fecondabili.
Analizzando le uova si è osservato che la qualità delle stesse era maggiore in tutti i topi con elevati livelli omega 3, e che le uova di qualità elevata aumentavano la probabilità di essere fecondate e dare luogo alla nascita di un cucciolo.
Sulle base di queste osservazioni, gli autori dello studio hanno concluso che gli acidi grassi omega 3 potessero svolgere una qualche azione di protezione della funzionalità ovarica – per esempio abbassando i livelli di infiammazione che la influenzano negativamente.
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Gli studi successivi
Vista l’importanza della scoperta, numerosi studi sono successivamente stati condotti su persone, per verificare la correlazione e studiare in che modo gli acidi grassi omega 3 promuovano la fertilità maschile e femminile.
I risultati degli studi più recenti sono positivi ed estremamente incoraggianti.
Secondo lo studio “Omega-3 fatty acid supplementation and fecundability”, condotto dalla Divisione di Endocrinologia Riproduttiva e Infertilità dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, dal NIH/NICHD e in parte dal Programma di ricerca dell’Istituto Nazionale di Scienze della Salute Ambientale, e pubblicato il 3 maggio 2022, le donne che assumevano integratori di omega-3 avevano l’1,51 (IC 95% 1,12, 2,04) volte la probabilità di concepire in più rispetto alle donne che non assumevano omega-3”.
Nello stesso anno, ad agosto, il Massachusetts General Hospital ha pubblicato uno studio prospettico di coorte condotto tra il 2007 e il 2020, i cui esiti primari dovevano essere l’impianto, la gravidanza clinica e le probabilità di nascita viva del prodotto del concepimento.
Le osservazioni condotte sullo studio hanno confermato che il consumo di acidi grassi omega-3 e di alimenti ricchi di omega-3 da parte delle donne può migliorare la probabilità di concepimento diminuendo il rischio di aborto spontaneo. Inoltre, l’assunzione di acidi grassi omega-3 da parte degli uomini può influenzare positivamente la qualità dello sperma (fonte: Women’s and men’s intake of omega-3 fatty acids and their food sources and assisted reproductive technology outcomes, in PubMed).
Anche a febbraio del 2023 è stato pubblicato un importante studio su questa correlazione.
Si tratta di uno studio randomizzato in doppio cieco per 60 cicli di trattamento in 34 donne con oligo/anovulazione correlata alla PCOS (Sindrome dell’ovaio policistico), indirizzate alla clinica della fertilità presso il Bikur Cholim/Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme.
Diciassette donne di età media compresa tra i 33 e i 34 anni hanno ricevuto integratori di omega-3 (3 x 600 mg/giorno) e 17 hanno ricevuto capsule di placebo per un massimo di due cicli.
Ebbene, le conclusioni dello studio hanno mostrato gravidanze cliniche in 8 su 30 cicli di trattamento con omega 3, rispetto ai 4 su 30 delle donne trattate con placebo.
Se ne è dedotto che gli integratori di Omega-3 presentino effetti benefici sulla fertilità nelle donne con diagnosi di PCOS, con un aumento del tasso piuttosto significativo tra le partecipanti in sovrappeso o in condizioni di obesità.
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Omega 3 e infertilità maschile: la revisione della letteratura medica
Alla luce delle scoperte recenti, è’ stata condotta anche una revisione sistematica della letteratura medica in relazione al rapporto tra omega 3 e infertilità maschile, al fine di studiare se l’assunzione di acidi grassi omega-3 possa migliorare i marcatori di qualità del seme.
Una ricerca è stata condotta da PubMed, Embase e Cochrane, a partire dal primo anno di indicizzazione online disponibile fino a ottobre 2018.
Si è proceduto combinando le parole chiave correlate alla fertilità o infertilità maschile con parole che descrivono gli acidi grassi omega-3 e l’assunzione di pesce nella dieta, includendo gli studi randomizzati e gli studi di osservazione condotti su uomini sterili e fertili.
Quattordici degli studi inclusi hanno osservato un miglioramento o una correlazione tra l’assunzine di acidi grassi tra omega-3 e almeno un marcatore di qualità del liquido seminale.
Quello che possiamo dedurre dall’attuale stato dell’arte medica di ricerca, è che gli integratori di omega-3, e l’assunzione dietetica sistematica di omega-3 con la dieta, potrebbero favorire i parametri di qualità del seme in uomini e donne sterili.
Di conseguenza, ci sono tutte le premesse per ritenere che l’integrazione di Omega-3 può rappresentare un fattore modificabile fattibile ed economico per migliorare la fertilità, anche se occorrono ancora molti studi per determinare con certezza le modalità scientifiche di questa correlazione.
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Quali sono gli alimenti ricchi di Omega3?
Nel dubbio – e nell’attesa di maggiori conoscenze in campo medico – integrare naturalmente la propria dieta con cibi che contengano elevate quantità di acidi grassi omega 3 è possibile e privo di controindicazioni.
Li troviamo in:
- noci
- semi di lino e di chia
- pesce (come salmone, sgombro, aringhe, trota)
- molluschi
- verdure a foglia verde (come spinaci e lattuga)
- broccoli, cavolo verde
- soia
- ceci
- alghe