Gli effetti dell’inquinamento sulla fertilità
Pubblicato il 17 Novembre 2023 da Chiara Mainini • Ultima revisione: 17 Novembre 2023
Nel 2006, il film “Children of the men”, basato sull’omonimo romanzo distopico di Phillis Dorothy James, sbancò al botteghino mostrandoci un futuro ambientato nel 2027, nel quale la razza umana sarebbe divenuta infertile.
La scienza, nonostante i ripetuti tentativi di studio, non era in grado di stabilire le cause di questa enorme piaga.
Il 2027 è ormai molto vicino e anche se, per fortuna, siamo molto lontani dallo scenario apocalittico descritto dal film, i dati scientifici in nostro possesso mostrano chiaramente che la fertilità di donne e uomini si è significativamente ridotta rispetto al passato: solo negli uomini, la concentrazione degli spermatozoi risulta calata del 52% negli ultimi 40 anni.
Effetti dell’inquinamento sulla fertilità femminile
Siamo abituati a pensare all’inquinamento come a un fattore incidente unicamente sul Climate Change e le condizioni del pianeta.
Invece, la sempre crescente esposizione a fattori inquinanti è elemento che può incidere negativamente anche sulla fertilità della coppia, con conseguente riduzione delle possibilità di instaurare una gravidanza.
Abbiamo già parlato della riserva ovarica e di quanto essa incida sulla fertilità femminile in fatto di possibile instaurazione e riuscita di una gravidanza fisiologica.
Ebbene… uno studio italiano, presentato nel giugno 2019 alla European Society of Human Reproduction and Embriology, ha concluso che la riserva ovarica femminile può essere influenzata negativamente dall’esposizione a determinanti agenti atmosferici inquinanti.
Lo studio
Lo studio è stato svolto nell’arco di 17 anni, tra il 2000 e il 2017, e ha preso in esame i campioni ematici forniti da oltre 1300 donne residenti nella provincia di Modena, misurando i livelli di ormone AMH.
La ricerca posta alla base dello studio ha analizzato le misurazioni relative alle donne partecipanti allo studio, concludendo che diverse sostanze inquinanti presenti nell’ambiente agiscono come interferenti endocrini, ovvero in grado di interferire con l’azione fisiologicamente svolta dagli ormoni della fertilità.
I fattori inquinanti presi in considerazione sono stati il particolato e il biossido di azoto contenuto nei gas di scarico delle automobili.
Secondo i risultati dello studio, i valori dell’ormone AMH risultano inversamente proporzionali alla presenza di inquinanti ambientali: ovvero, all’aumentare dei valori di inquinamento nell’aria, diminuiscono i valori di AmH nel sangue e ciò indipendentemente dall’età della donna.
La più bassa concentrazione di ormone AMH, indicativa di una significativa riduzione della riserva ovarica, è stata trovata in donne che sono state esposte a livelli di PM10, PM2,5 e NO2 al di sopra di 29,5 – 22 e 26 microgrammi per metro cubo d’aria.
Valori tutti mediamente più bassi della soglia legale di allarme prevista dalle normative europee, che si legge così: anche restando molto al di sotto del limite legale di emissioni previsto dalle normative in vigore, la fertilità femminile potrebbe essere significativamente compromessa.
Effetti dell’inquinamento sulla fertilità maschile
Il Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita dell’Istituto superiore di Sanità indica che tra le coppie che decidono di richiedere un intervento di PMA, gli uomini infertili sono il 29,3% del totale e che l’età non è l’unica causa di tale infertilità. Infatti, secondo uno studio italiano pubblicato nel 2018 sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology, l’inquinamento atmosferico incide negativamente anche sulla fertilità maschile, alterando qualità e struttura genetica del liquido seminale.
Lo studio
La ricerca ha preso in considerazione i dati relativi a uomini residenti in zone d’Italia gravemente inquinate come Taranto, nei pressi delle industrie metallurgiche, e la Terra dei fuochi, comparandoli con quelli relativi al liquido seminale fornito da uomini residenti in zone limitrofe, non esposti ai medesimi fattori di inquinamento ambientale. I risultati hanno evidenziato che i lavoratori delle acciaierie e i residenti nelle zone contaminate presentano una percentuale di danno al DNA del liquido seminale superiore al 30%, con preoccupanti effetti sulla vitalità e qualità del seme.
Danni alla fertilità dovuti all’inquinamento: possiamo prevenirli?
La scelta dell’ambiente di vita è chiaramente fondamentale nel quadro delle azioni di prevenzione per la tutela della salute riproduttiva.
Tuttavia, non è il solo fattore da tenere in considerazione.
Gli esperti, infatti, ritengono che per bilanciare gli effetti negativi dell’inquinamento sulla propria fertilità sia fondamentale mantenere abitudini e uno stile di vita corretto, il che comprende un’alimentazione sana e l’eliminazione di pessime abitudini, come il fumo e il consumo eccessivo di alcoolici.