Perché mio figlio preferisce i nonni?
Pubblicato il 27 Maggio 2023 da Chiara Mainini • Ultima revisione: 30 Maggio 2023
I nonni: vero patrimonio storico, culturale e sociale di questo paese.
Cosa potremmo fare noi, in questa generazione, se non avessimo loro?
Per quanto, rispetto al decennio precedente, il numero di coppie genitoriali “nonni assistite” sia indubbiamente calato, sono proprio loro che corrono in giro con i nostri bambini quando noi non possiamo assentarci dal lavoro, o che li assistono durante una malattia mentre noi – chevelodicoaffà – stiamo ancora lavorando.
Quando alle spalle di una famiglia ci sono i nonni – o anche solo uno dei quattro – è una grande fortuna.
Talvolta, però, può accadere che il rapporto dei nipoti con i nonni sia caratterizzato da un attaccamento e un’esclusività che può creare disagio, quando non addirittura frustrazione, alla coppia genitoriale.
I bambini mostrano di essere più attaccati ai nonni che alla mamma o al papà, di voler stare principalmente con loro ed essere più felici in loro compagnia.
Perché succede? È qualcosa che possiamo reputare normale o si tratta di un fenomeno sul quale dobbiamo intervenire? In sostanza: perché i nostri figli preferiscono stare con i nonni?
Indice dell'articolo
Affettività e livelli di attaccamento
Dobbiamo premettere che l’attaccamento affettivo nei confronti di persone diverse dai genitori, per ogni bambino, è assolutamente sano e normale. È fisiologico che un bambino sviluppi un legame con le persone che si prendono cura di lui, in misura minore o maggiore.
Sarebbe preoccupante il contrario.
Tuttavia, quando il bambino mostra un attaccamento eccessivo, che potremmo definire quasi “confuso” ad una o più persone del suo “entourage” familiare – come appunto i nonni – dobbiamo domandarci quale sia la causa di questo fenomeno, per eventualmente porvi rimedio riequilibrando la situazione.
Perché mio figlio preferisce i nonni a me?
Generalmente sono tre i motivi alla base di questo comportamento dei bambini nel rapporto nonno-genitore, e possono presentarsi singolarmente oppure in combinazione tra loro.
1. Sono i nonni a prendersi cura del bambino nel suo tempo libero
È l’altra faccia della medaglia, quando una coppia genitoriale ha la fortuna di essere nonni-assistita.
I bambini trascorrono con i nonni la maggior parte del proprio tempo libero, vengono presi a scuola, portati al parco o a fare sport, ai compleanni degli amichetti. Giocano a scacchi con la nonna o la aiutano a fare lavoretti di bricolage in casa. Cucinano con il nonno o vanno con lui a fare la spesa.
Quelle che si trovano a vivere insieme ai nonni, giorno dopo giorno, sono esperienze formative che cementano un legame affettivo molto profondo, che può essere vissuto con disagio e frustrazione dalla mamma o dal papà.
Attenzione, non è che il bambino preferisca i nonni ai genitori: semplicemente, è abituato a vivere con loro un legame più ricco di opportunità rispetto a quello che vive con una mamma o un papà che lavorano a tempo pieno.
2. I nonni vivono distanti dal nucleo familiare dei nipoti
Quando i nonni sono lontani, se non si ha la possibilità di frequentarli quotidianamente o almeno settimanalmente, è facile che i bambini sviluppino un legame affettivo condizionato dalla loro mancanza.
Succede esattamente l’opposto di quanto accade nelle famiglie nonni-assistite: i bambini e i nonni hanno poco tempo a disposizione per stare insieme, dunque questi ultimi diventano un desiderata assoluto e, in loro presenza, non esiste nessun altro.
Anche in questo caso è bene tenere presente che non esiste una reale svalutazione della figura genitoriale: i bambini sono soltanto sopraffatti dalla gioia di poter finalmente stare insieme ai loro nonni e, quanto più sono piccoli, tanto più questo fenomeno sarà evidente.
Perché i bambini piccoli non hanno ancora sviluppato un concreto concetto di tempo, pertanto non sanno “misurare” quando sarà la prossima volta che potranno rivedere i loro nonni.
LEGGI ANCHE: Insegnare ai bambini il concetto di tempo
3. I nonni si sostituiscono ai genitori assumendo un ruolo educativo contrastante
Questa, probabilmente, è l’unica opzione che richieda davvero un intervento attivo nel rapporto tra nonni e nipoti.
Talvolta, i nonni non condividono la linea educativa prescelta dalla coppia genitoriale.
Dunque, si pongono in aperto contrasto con essa criticando i genitori apertamente e, quindi, assumendo agli occhi dei nipoti una veste “salvifica”.
In questi casi, la mamma e il papà sembrano essere cattivi perché troppo rigidi nel dire “no” e questo determina, fisiologicamente, una preferenza dei bambini verso i nonni.
Perché i bambini non sono egoisti, come molti sostengono, ma edonisti sì: ricercano il piacere e ciò che li fa stare bene. Dunque tendono, spontaneamente, a schierarsi con chi li accontenta di più.
Cosa fare quando i figli preferiscono i nonni ai genitori?
Una volta compresa la causa possiamo intervenire sugli effetti, mettendo in campo strategie che possono migliorare il nostro rapporto con i nostri figli e ridurre, di conseguenza, la nostra frustrazione per il legame affettivo che condividono fuori di noi.
Aumentiamo il tempo di qualità che trascorriamo con loro
Se la causa del nostro disagio è che i nostri figli trascorrono tutto il loro tempo libero con i nonni, possiamo intervenire sul nostro tempo libero, dedicandolo a trascorrere tempo di qualità con i nostri bambini.
Sappiamo che, oltre al lavoro, esistono decine di altre cose di cui occuparsi, e sappiamo che generalmente finiamo con l’occuparci di esse proprio nel tempo libero dal lavoro.
Tuttavia occorre stilare una lista di priorità e, se viviamo male il rapporto che i nostri figli hanno instaurato con i nonni, occuparci di loro nel tempo libero sarà sicuramente in cima alla nostra lista.
L’importante è tenere ben a mente tre cose:
- i nostri figli ci amano comunque, non siamo in gara con i nonni per il loro affetto
- mai sentirci in colpa perché lavoriamo: stiamo facendo la cosa giusta e dando loro un insegnamento importante
- la casa (intesa come edificio da riordinare, pulire, organizzare, gestire, ecc.) può attendere
Se il tempo che abbiamo da passare insieme a loro è contato, facciamo in modo che sia memorabile.
Non necessariamente nel senso di fantasmagorico: ma memorabile per loro, che lo ricordino perché lo hanno sentito veramente concentrato sui loro interessi e i loro bisogni.
LEGGI ANCHE: Tempo di qualità con i bambini e come trascorrerlo
Se i nonni sono lontani, mollate il colpo
Se i nonni sono lontani, rilassatevi.
È davvero importante se, quelle rare volte che stanno insieme a loro, mostrano di dimenticarsi di voi?
Le circostanze della vita possono tenerci lontani dalle persone che amiamo, per i più svariati motivi. Ma non significa che sia giusto o che non procuri dolore, a noi come ai nostri figli e genitori.
Lasciate che si godano reciprocamente il tempo (contato) che hanno per stare insieme: che danno può fare?
Ricordate che i nostri figli ci amano per la sola ragione che siamo la loro mamma e il loro papà.
Non è mai una gara: l’amore non si vince.
E ricordate anche che i loro nonni sono i nostri genitori: e non resteranno qui per sempre.
Mollate il colpo e lasciate che siano felici.
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Mettiamo in chiaro le regole educative da seguire
La genitorialità è sempre un contrasto generazionale.
I nostri genitori pensano di saperne più di noi, perché ci hanno cresciuti e hanno più esperienza, e pensano che il loro metodo educativo sia stato perfetto, per la sola ragione che hanno cercato di fare del loro meglio.
Noi, dal canto nostro, pensiamo di saperne di più perché gli studi sono andati avanti, siamo più informati di quanto non fossero loro ai loro tempi, e anche perché pensiamo che il loro metodo educativo non sia stato così perfetto come credono.
Non c’è soluzione a questo problema.
Perché loro non riconoscerebbero mai di avere sbagliato a seguire schemi educativi ormai desueti, quando non esplicitamente dannosi, e noi non ammetteremmo – neppure sotto tortura – che talvolta quello che dicono funziona eccome.
Allora, forse è meglio sedersi e dialogare costruttivamente per il bene dei nostri bambini, dicendo con chiarezza che anche se sono loro a prendersi cura dei piccoli mentre noi lavoriamo, il metodo educativo deve combaciare con quello stabilito da mamma e papà.
Perché diversamente, ne va di mezzo il bene dei piccoli, che si sentirebbero confusi e non capirebbero più cosa sia giusto e cosa non lo sia.
Cercare dei punti in comune e accordarsi su quelli è il primo passo.
Riguardo ai punti di divergenza, invece, trovare un compromesso cedendo una volta a testa su qualcosa. E se proprio non fosse possibile, stabilire insieme ai nonni e in presenza dei bambini che in case diverse valgono regole diverse.
Per esempio:
- si stabilisce di comune accordo con i nonni che si mangia solo ai pasti e agli spuntini, e che non si mangia assolutamente nulla fuori orario (regola generalmente accettata anche dalle vecchie generazioni)
- si cerca un compromesso tra la nonna che non ha mai dato un orario di nanna e la mamma che li vuole a letto alle 20.30 (o viceversa)
- si stabilisce chiaramente con i bambini che, mentre a casa propria si può gironzolare a piedi scalzi, a casa della nonna è tassativamente vietato farlo e si devono indossare le ciabatte
Quando si diverge molto nei modi di pensare, scegliere bene le guerre da combattere è fondamentale per la sanità mentale di tutti, bambini compresi.
In questo modo sarà più facile che i nonni diventino degli alleati e non degli antagonisti da combattere.
Ma soprattutto, vedere che siamo pronti a cedere di fronte a qualche intemperanza educativa, ci renderà meno rigidi agli occhi dei nostri figli e diminuirà quel senso di preferenza che mostrano di avere per chi – fondamentalmente – fa fare loro tutto quello che vogliono.
Letture consigliate
Un libro consigliato ai nonni
Genitori di genitori: diventare nonni affettuosi e rispettosi
di Giulia Bortolotti per Mondadori
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Educare insieme ai nonni
libro di Alessandro Ricci e Zbigniew Formella
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