Come insegnare la solidarietà ai bambini?
Pubblicato il 22 Aprile 2023 da Chiara Mainini • Ultima revisione: 22 Aprile 2023
La solidarietà è un valore che desideriamo ardentemente i nostri figli mostrino in età adulta, ma perché ciò accada è essenziale trasmettere loro empatia e attenzione al prossimo sin da bambini.
Gli adulti devono, naturalmente, saper essere d’esempio ma ciò che può davvero fare la differenza è l’attenzione costante ad un’educazione volta allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, vero pilastro fondante l’empatia e la solidarietà verso il prossimo.
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Insegnare la solidarietà coltivando l’empatia
Non è mai troppo presto per cominciare, teniamo sempre presente che nessun obiettivo educativo può essere raggiunto se non nell’ottica di un’educazione completamente progettata e dedicata al raggiungimento di quell’obiettivo.
Cosa significa? Che non possiamo aspettarci figli solidali ed empatici se non avremo messo in campo strategie volte a raggiungere questi risultati in ogni settore della loro educazione.
La crescita di un figlio non può avvenire a compartimenti stagni. Tutto il nostro progetto educativo deve essere fondato su valori precisi e selezionati, da perseguire in ogni momento.
Importante: non dimentichiamo mai che qualsiasi strategia va adattata all’età.
Fino ai 2 anni i bambini sono fisiologicamente concentrati su loro stessi e i loro bisogni, non si possono pretendere da loro – già a questa età – comportamenti orientati a cogliere e supportare i bisogni degli altri.
Si può, però, lavorare affinché si allenino a riconoscere quei bisogni, partendo – per esempio – dal riconoscimento delle emozioni.
Il ruolo di noi adulti è, quindi, quello di guide e maestri nell’insegnamento delle differenti emozioni, anche e soprattutto attraverso il gioco.
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Insegnare le emozioni: come si fa?
- diamo un nome alle emozioni quando si presentano: se nella vita quotidiana i bambini si arrabbiano o sono tristi, richiamiamo la loro attenzione su quel sentimento e diamogli il giusto nome. Questo li aiuta a diventare competenti sulle proprie emozioni, così che possano più facilmente riconoscerle negli altri
- convalidiamole: non esistono emozioni sbagliate. Tutti noi, adulti o bambini poco importa, proviamo quel che proviamo e che nasce dentro di noi per una somma di fattori diversi, non può essere sbagliato. È importante convalidare sempre le emozioni, sia per evitare a bambini e bambine la frustrazione di non sentirsi compresi, sia per facilitare l’immedesimazione nelle altre persone, evitando che con la crescita sminuiscano le emozioni altrui
- invitiamo spesso i bambini a mettersi nei panni degli altri: partendo da situazioni della vita quotidiana, domandiamo loro come si sentirebbero ad affrontare un preciso problema. Questo permette loro di analizzare quello che sentono e di razionalizzare che possa succedere anche agli altri in situazioni analoghe
- proponiamoci come (buon) esempio: vogliamo educare i nostri figli e le nostre figlie ad essere emotivamente competenti? Dobbiamo esserlo, o diventarlo, noi per prime. Tertium non datur. Non potremo mai insegnare qualcosa che noi stesse non sappiamo fare
Insegnare la solidarietà ai bambini: da dove si comincia?
Si comincia dalle opportunità, sempre.
Tenere i nostri figli e le nostre figlie lontane da realtà difficili da spiegare, o scomode per noi adulti, non li aiuterà a sviluppare davvero un’indole solidale e un atteggiamento di inclusione verso il prossimo in difficoltà.
Dobbiamo offrire loro la possibilità di entrare davvero in contatto con persone che abbiano bisogni diversi, fornendo occasioni di incontro e condivisione che li aiutino a sviluppare una coscienza civile piena e consapevole.
La solidarietà nasce dalla conoscenza.
Ciò che ignoriamo, invece, ci allontana dagli altri perché ci spaventa.
Permettere ai nostri bambini di frequentare abitualmente compagni con disabilità, per esempio, li formerà a mettersi in ascolto, a sintonizzarsi sulle esigenze dell’altro, e sarà un esercizio arricchente anche per le relazioni sociali in generale.
Ma dobbiamo impegnarci a far sì che questo accada: partecipare occasionalmente a feste di compleanno non basta. Dobbiamo fornire occasioni costanti di incontro e contatto, anche eventualmente accompagnandoli in attività di volontariato con associazioni benefiche.
L’amore per gli altri nasce nel contatto con gli altri, non si può imparare all’interno della propria cameretta.
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Giochi e attività per insegnare la solidarietà ai bambini
Ci sono, poi, tutta una serie di attività e giochi che si possono proporre a bambini e bambine, affinché familiarizzino con il concetto di solidarietà e lo interiorizzino prima possibile.
Sport di squadra
Lo sport di squadra promuove il concetto che il risultato del gruppo è più importante del risultato personale e sviluppa la capacità di collaborare per raggiungere l’obiettivo comune.
Con lo sport di squadra si impara la responsabilità di avere un ruolo in una comunità, all’interno della quale tutti hanno un compito da portare avanti per il benessere collettivo.
Si impara, inoltre, a riconoscere capacità e punti deboli dell’altro e supportarlo in caso di difficoltà, mettendo da parte gli interessi personali quando questo sia funzionale al bene di tutti.
Giochi di gruppo
Anche i giochi di gruppo possono rivelarsi molto utili per aiutare lo sviluppo del senso di empatia e solidarietà. Gli oratòri sono, in genere, maestri nel proporre questo genere di giochi ma anche noi possiamo suggerirvene qualcuno davvero molto carino.
Il leone e la gazzella, dai 3-4 anni
I bambini formano un ampio cerchio, al centro del quale stanno due bambini bendati: uno è il leone e l’altro è la gazzella. Il gruppo in cerchio deve decidere se aiutare il leone a mangiare o la gazzella a fuggire: ognuno griderà le sue indicazioni per aiutare l’uno o l’altro dei due.
L’isola deserta, dai 6-7 anni
Il gruppo dei bambini rappresenta i naufraghi arrivati sull’isola deserta. Ad ogni bambino viene associato un compagno, della cui sopravvivenza deve preoccuparsi.
I bambini devono proporre a turno almeno 10 cose che garantiscano la sopravvivenza del compagno, e questi – a sua volta – dovrà fare altrettanto, avendo cura di nominare soltanto cose diverse.
L’idea è di far riflettere i bambini sul consumo consapevole e sulle necessità degli altri, oltre che sulle proprie.
Libri per bambini che insegnano la solidarietà
Come sempre, la lettura condivisa ci facilita un sacco la vita quando si tratta di approfondire aspetti educativi specifici con i nostri figli e le nostre figlie.
Anche per insegnare ai bambini la solidarietà e l’empatia può esserci molto utile.
Libri sulla disabilità
Per approfondire i concetti di empatia e solidarietà nei confronti delle persone con disabilità può essere molto utile partire da letture che spieghino, innanzitutto, il concetto stesso di disabilità e la disabilità specifica della quale si intende parlare.
Trovate tutte le nostre indicazioni nel post Come spiegare la disabilità ai bambini, con diversi spunti di lettura suddivisi per età, anche per i genitori.
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Libri sulla sindrome di Down
Spiegare ai bambini la sindrome di Down nella maniera corretta può essere molto difficile. Per questo, consigliamo di avvalersi anche in questo caso di letture apposite: in primis, per evitare l’utilizzo di un linguaggio scorretto che potrebbe minare i buoni propositi alla radice; secondariamente, per fornire indicazioni il più possibile corrette ed esaustive da un punto di vista scientifico.
Trovate tutti i nostri consigli a riguardo nel post Come spiegare ai bambini la Sindrome di Down.
Un libro specifico sulla solidarietà: Luigi cambiacolore
libro di Eliana Cocca (autrice) e Giovanna Buonocore (illustratrice), casa editrice Le Pecore Nere.
Luigi è un camaleonte fifone che, a seconda delle circostanze, può diventare di qualsiasi colore pur di «non farsela addosso».
Subisce continue ingiustizie dagli altri e non riesce a farsi valere: così, si mimetizza ad arte per «starsene fuori da guai».
È successo quando ha visto gli orsi dire al panda Marco che era un diverso: gli orsi sono bianchi e lui invece ha quelle strane macchie nere.
È successo di nuovo mentre la formica Greta veniva derubata: lei piangeva disperata e chiedeva aiuto, ma Luigi ha preferito farsi gli affari suoi.
Poi, un giorno, un signore ha provato a estorcere un bacio alla gatta Lulù. E anche quella volta Luigi ha visto tutto, ma non ha fatto niente. Si è limitato a farsi del colore delle pareti.
Succede però che la vita è una ruota che gira e, un bel giorno, sarà proprio Luigi a trovarsi di fronte ai bulli , che lo prenderanno in giro per la sua lunga lingua da camaleonte.
E quando Panda Marco, Formica Greta e Gatta Lulù prenderanno le sue difese senza pensarci un secondo, Luigi imparerà che la solidarietà, l’empatia e il coraggio sono le qualità più importanti che possiamo aspirare ad avere.
Il libro è bellissimo e toccante, adatto dai 3 anni e molto utile nella prospettiva di una riflessione seria anche sul bullismo.
Alla fine del volume, le autrici Eliana Cocca e Giovanna Buonocore, hanno inserito un indirizzo di posta elettronica (luigicambiacolore@gmail.com), attraverso il quale le bambine e i bambini potranno scrivere a Luigi, per raccontare le proprie esperienze e ricevere una risposta dal loro nuovo amico: un camaleonte non più fifone.
Conclusioni
Fateci sapere se avete provato a mettere in campo qualcuno dei nostri consigli e come ve la siete cavata. E, soprattutto, fateci sapere se vi è piaciuto Luigi Cambiacolore!