Come leggere le etichette dei cosmetici: INCI e ingredienti
Pubblicato il 15 Settembre 2021 da Barbara Damiano
La scelta di prodotti cosmetici è davvero tanto vasta. Tra creme che promettono di farci tornare adolescenti e bagnoschiuma per catapultarci in una spa, ci si mette anche l’eco-bio e la dilagante voglia di sostenibilità.
E ben venga!
Sarebbe ora di cambiare un po’ le nostre abitudini a favore di questo povero ambiente che dobbiamo lasciare alle generazioni future.
Anche perché, a differenza di quello che la maggior parte delle persone credono, i cosmetici rischiano di inquinare molto di più che i detersivi. Questo lo si può dedurre facilmente dalla normativa vigente.
Nel Regolamento Europeo n° 648/2004, relativo ai Detergenti, si indicano le “prove di biodegradabilità” e si stabiliscono dei limiti che devono essere rispettati affinché il prodotto possa essere immesso nel mercato.
Queste prove e questi limiti non sono invece presenti nel Regolamento Europeo Cosmetici n°1223/2009.
E se ci pensate di cosmetici se ne usano davvero tanti ogni giorno: bagnoschiuma, dentifricio, deodorante, crema, schiuma barba, makeup, ecc. e per quasi ogni componente della famiglia!
Ecco che la scelta di un prodotto cosmetico diventa molto importante, per chi ha cuore non solo la sua salute ma anche di inquinare meno.
Però non è facile, bisogna studiare bene, perché spesso dall’etichetta del cosmetico non si capisce molto.
È importante premettere che NESSUN cosmetico in commercio è pericoloso, perché tutti quelli in circolazione devono appunto rispettare il Regolamento EU, che definisce molto bene i limiti delle percentuali di sostanza consentite, in modo tale che non creino alcun problema alla salute.
Ma è altrettanto vero che ce ne sono ovviamente di qualità migliore, non solo per gli ingredienti che contengono, ma anche per il loro impatto ambientale.
E come si fa a capirlo? Bisogna leggere l’INCI, scritto piccolissimo nel retro dell’etichetta.
INCI significa “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” ed è la lista di tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto cosmetico.
Le sostanze sono scritte in ordine decrescente di percentuale, fino all’1%, poi si possono indicare a piacimento.
I nomi delle sostanze sono in latino se nomi botanici delle piante; e in inglese, se le molecole hanno subito processi chimici o sono prodotte in laboratorio (sono sintetiche).
Se vi armate di pazienza e curiosità vedrete un susseguirsi di nomi lunghi e spesso impronunciabili, che indicano i tensioattivi (le molecole che lavano) oppure gli emollienti, i conservanti, allergeni, ecc. ecc.
In una saponetta potreste per esempio trovare sodium cocoate o sodium tallowate se il sapone è stato fatto con olio vegetale o con grasso animale. Nel bagnoschiuma ci saranno i tensioattivi che lo compongono tipo cocamidopropyl betaina, sodium lauryl sulfate, sodium laureth sulfate.
Con la scritta parfum si intende la profumazione del cosmetico, che però ha una formula segreta e che non è indicata totalmente, ci saranno solo gli allergeni corrispondenti.
E tra i vari nomi presenti nell’INCI potrebbero esserci anche delle sorprese, non sempre piacevoli, che spesso contrastano con le scritte a caratteri cubitali nel fronte dell’etichetta (che magari inneggiano alla naturalità del prodotto, al suo essere “bio”, “green”, senza questo e senza quello).
Ma niente panico!
Per essere consapevoli di quello che effettivamente stiamo comprando, è davvero molto utile passare la lista degli ingredienti all’EcoBioDizionario e scoprire se la sostanza è davvero così amica dell’ambiente come scrivono, se non contiene troppi allergeni magari problematici per una persona allergica, che tipo di conservante usa e se funziona come promette!
L’EcoBioDizionario è uno strumento davvero prezioso e gratuito, creato dal chimico Fabrizio Zago, il massimo esperto di detergenza ecologica e consulente per Ecolabel. Si trova sul forum www.ecobiocontrol.bio e c’è anche l’applicazione gratuita per cellulare.
Sono catalogate circa 20.000 ingredienti cosmetici, in base alle loro caratteristiche chimiche, se sintetiche o naturali, se di derivazione petrolifera, vegetale o animale. Viene valutato l’impatto sull’ambiente sull’uomo e sugli organismi acquatici e la loro biodegradabilità. Ovviamente la valutazione è basata sui dati scientifici o le ricerche in corso.
È chiaro che NESSUNO vuole imporvi la scelta di uno o l’altro cosmetico!
Grazie alla classificazioni di ogni singolo ingrediente, avrete gli “strumenti” per valutare autonomamente se davvero quel cosmetico è così ecologico o dermocompatibile come lo decantano.
Ad ogni ingrediente è associato un pallino colorato: verde = ok; giallo = insomma; rosso = non va bene; nero = proibito per legge!
Ma come! Ho appena scritto che tutti i cosmetici sono a norma e invece potrebbero contenere alcuni ingredienti proibiti?
Ebbene sì… perché magari la sostanza è stata vietata nella produzione di un cosmetico (a seguito di problemi per la salute umana), ma non hanno ritirato dal mercato tutti i prodotti già in vendita (e questo è possibile che avvenga).
Alcuni ingredienti potrebbero essere “rossi”, anche se di derivazione totalmente vegetale, perché molto allergizzanti o inquinanti. Altri di derivazione sintetica possono avere invece pallino verde perché hanno dati di biodegradabilità molto buoni. Ogni classificazione è sempre ben spiegata e Fabrizio è sempre disponibile al confronto.
Nelle vostre creme potrete trovare ingredienti tipo paraffinum liquidum, petrolatum, vaselina.
Sono i petrolati, ovvero degli idrocarburi, derivanti dal petrolio, molto utilizzati come emollienti perché non irrancidiscono e non danno allergia, ma sono anche occlusivi e potrebbero essere facilmente sostituiti da sostanze vegetali.
È vero che il petrolio è naturale, ma nel 2021 devo ancora spalmarmelo addosso?
Considerate anche che costano pochissimo e si trovano invece in creme che a volte vengono fatte pagare parecchio!
Altri ingredienti problematici che potreste trovare nei cosmetici sono imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, DMDM hydantoin, sodium hydroxymethylglycinate, 2-Br-2 nitropropene-1,3 diol. Questi sono tutti conservanti chiamati anche “cessori di formaldeide”.
Il meccanismo con cui conservano il cosmetico è infatti quello di produrre nel tempo la formaldeide, un battericida molto efficace.
Peccato che la formaldeide è un cancerogeno accertato come l’amianto (CMR categoria 1).
Quindi, anche se certamente nel prodotto sarà nella quantità consentita per legge, possibile che con tutti i conservanti disponibili si debba usare proprio questo così brutto?
E chi mi garantisce che durante la giornata non supero il limite consentito per legge, se questo cessore di formaldeide lo trovo nella crema viso, crema corpo, nel bagnoschiuma e nello shampoo che ho usato tutti assieme nello stesso giorno?
Idem per i BHT e BHA, degli antiossidanti che rendono per esempio le creme bianchissime, ma sono sotto studio perché possibili disturbatori endocrini.
Se si usasse della buona vitamina E sarebbe molto meglio, perché rischiare con questi?
Certamente tra gli ingredienti di molti cosmetici non amici dell’ambiente ci sono i siliconi.
Non sono biodegradabili e li riconoscete in INCI con il nome di dimethicone, cyclopentasiloxane.
Sono molto usati nelle creme perché le rendono vellutate e maggiormente spalmabili.
Ma sono appunto siliconi (come quelli per sigillare le finestre). Non nutrono la pelle e potrebbero essere facilmente sostituibili da sostanze vegetali e dermocompatibili.
Insomma, le sostanze sono migliaia, ognuna con le sue caratteristiche che possono rendere il cosmetico davvero eco ed efficace, oppure di scarsa qualità (ma magari con pakaging e marketing accattivante).
Quindi leggere l’INCI vi aiuterà anche a non farvi fregare dalla pubblicità e spendere soldi per prodotti non validi.
Ribadendo il concetto che nessun cosmetico è fuori legge, se trovate qualche ingrediente che non vi piace tra i prodotti che avete in casa, non fatevi prendere dalla rabbia o panico e non buttate tutto!
Ormai usatelo, se lo buttate inquinereste e basta. Oppure riciclatelo: lo shampoo con brutto INCI per lavare la lana, una brutta crema per ravvivare le scarpe o borse in pelle.
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Articolo a cura di Sara, aka Mammachimica.
Un altro elemento importante per valutare la sostenibilità di un prodotto cosmetico è la presenza dell’etichettatura ambientale, che descrive le indicazioni di riciclo e smaltimento di ogni singola parte presente, del prodotto e del packaging, che nel settore cosmetico ricopre un ruolo importante. L’obbligo di etichettatura ambientale dei cosmetici è stato rinviato a gennaio 2023, ma è importante che le aziende lo introducano prima possibile ed i consumatori imparino a leggerlo bene.