Linee guida per il rientro a scuola: ecco quali sono quelle ufficiali
Pubblicato il 3 Settembre 2020 da Barbara Damiano • Ultima revisione: 3 Settembre 2020
Senza pretesa alcuna di inserirmi nel dibattito sulla scuola, fin troppo acceso, ho pensato di raccogliere in un post i link utili a informarsi dalle fonti ufficiali della scuola.
Molti giornali italiani, infatti, non fanno che creare titoli e articoli allarmistici di ogni genere, solo per fare click sulla nostra disperazione: dicono che gli insegnanti si assenteranno in massa e non è vero; dicono che gli insegnanti non vogliono sottoporsi al sierologico e non è vero (il dato del 30% era estrapolato da un campione di pochissimi individui all’interno di una scuola locale); alimentano il clima di insofferenza delle famiglie contro la Ministra Azzolina, godendo di insulti feroci a lei rivolti (anche quelli fanno engagement). E io non li sopporto più.
Per non parlare dei siti che divulgano fake news come se fossero satira e meme divertenti: dal complotto del vaccino obbligatorio in cui vogliono iniettarci un microchip per controllarci; alla catena di sant’Antonio sul fatto che le ASL preleveranno i nostri figli al primo sintomo di Covid; al falso messaggio vocale che dice che utilizzare le mascherine fa aumentare le complicanze dovute all’uso prolungato e ripetuto e che respirare tutto il giorno la propria anidride carbonica rende il sangue impuro. Io ne ho piene le scatole.
Eppure è così semplice riconoscere una falsa notizia: basta copiare un pezzo del messaggio e incollarlo su Google, scrivendo di fianco ‘bufala’. E tutto viene magicamente fuori: le smentite, le precisazioni, tutto. Dobbiamo veramente educarci a verificare ogni informazione, prima di diffonderla!
Comunque scriverò a breve, se vi interessa, un articolo con le fonti di informazione affidabili in Italia, o per lo meno quelle che preferisco.
Intanto vi suggerisco i primi due link utili:
- Come tenersi aggiornati con le ultime news e linee guida sulla scuola: Portale MIUR ‘Rientriamo a scuola’
- Domande e risposte che spiegano il piano scuola per la ripartenza: FAQ MIUR
Indice dell'articolo
Linee guida discrezionali per il rientro a scuola: quali sono
Iniziamo subito con il precisare che le linee guida nazionali sono vincolanti su alcuni punti, ma aperte a varie possibilità su altri fronti.
Questo perché la situazione delle scuole italiane non è la stessa da regione a regione e quindi molte decisioni sono demandate ai singoli Dirigenti di Istituto. Questo significa che le linee guida nazionali lasciano alcuni margini di discrezionalità ai Presidi, per cui – se confrontiamo il regolamento Covid di ognuna delle nostre scuole – potrebbe variare in alcuni punti.
Obiettivo: riuscire a mantenere il distanziamento nella didattica in presenza (DIP).
Ho voluto lasciare da parte l’argomento BES e disabilità, perché questi bambini sono i veri esclusi della situazione e le vere vittime, e vorrei scrivere un articolo a parte, intervistando anche alcune famiglie.
Richiesta dei banchi singoli
Il Commissario straordinario per l’Emergenza Covid, Domenico Arcuri, su richiesta della Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, ha indetto una Gara pubblica europea per l’acquisto di un massimo tre milioni di banchi per garantire la riapertura dell’anno scolastico in sicurezza: in particolare, fino a 1,5 milioni di banchi monoposto tradizionali e fino a 1,5 milioni di sedute attrezzate di tipo innovativo.
Fonte: MIUR
Vi invito a leggere attentamente le parole: per un massimo di 3 milioni di banchi monoposto, che possono essere sia tradizionali, sia moderni.
Tutta la polemica sui banchi con le rotelle è stata – di nuovo – una strumentalizzazione dei giornali e anche politica, assolutamente pretestuosa.
Innanzitutto non è detto che i Presidi abbiano fatto richiesta dei banchi: in alcune scuole (torniamo alla discrezionalità dei plessi) non era necessario.
Per esempio alcune scuole avevano già i banchi singoli, o avevano sufficienti spazi per distanziare i vecchi banchi, ecc…
La polemica sui banchi con le rotelle, è stata assolutamente pretestuosa: come dicevo, non solo non sono stati richiesti da tutte le scuole, ma sono anche fenomenali per alcuni tipi di didattica, altro che inutili!
Sono ad esempio perfetti per le scuole senza zaino, per le scuole che privilegiano didattica interattiva, lavori di gruppo, ecc…
Con questi banchi, si possono modificare gli ambienti dell’aula per vari momenti di lezione: lavoro singolo, lavoro di gruppo, ascolto, lettura, video, lezione frontale, ecc…
Certo, non sono inclusivi: per questo la discrezionalità restava ai dirigenti, che potevano scegliere se adottarli, se preferire banchi monoposto tradizionali, o se cambiare i banchi vecchi e rotti già presenti nelle classi, o anche non comprare nemmeno un banco nuovo.
Edilizia scolastica e creazione di nuove classi
Allo stesso modo, la polemica che è andata per la maggiore è stata: in 6 mesi potevate costruire nuove scuole.
E io sono Babbo Natale.
Chiariamoci, io credo a Babbo Natale e credo anche che rinnovare l’edilizia scolastica non sia solo importante, ma necessario. Credo anche che siamo indietro anni luce, rispetto alle scuole moderne dei Paesi del nord Europa.
Quindi, se mi chiedete se sono contenta del patrimonio edilizio scolastico italiano, la mia risposta è NO.
Detto questo, mi piace anche essere realista: per costruire nuove scuole, rimodernare le scuole attuali e aumentare il numero di classi, docenti e personale ATA occorre un piano di investimenti a lungo termine. Se fossimo fortunati, potremmo pensare che da qui ai prossimi 10 anni, vedremmo i miglioramenti di questo piano di rinnovamento della scuola.
Detto questo, cosa si poteva fare nella realtà? Stanziare dei fondi per il rinnovamento delle scuole esistenti, piccoli lavori di ristrutturazione e ampliamento, nonché l’individuazione di altri luoghi extra scolastici dove tenere le lezioni.
Il MIUR ha stanziato:
- 330 milioni per l’edilizia scolastica leggera a favore degli Enti Locali;
- 510 milioni di euro destinati all’edilizia scolastica stanziati alle Regioni;
- 30 milioni di euro aggiuntivi con cui gli Enti locali possono effettuare interventi urgenti di edilizia scolastica, nonché adattare gli ambienti e le aule didattiche;
- 70 milioni di euro aggiuntivi agli Enti Locali per l’affitto di spazi e per l’acquisto, il noleggio o il leasing di strutture temporanee da utilizzare per le attività didattiche;
- 977 milioni per l’assunzione di 50mila nuove assunzioni fra docenti e ATA.
E sicuramente mi dimentico qualcosa, ma potete leggere tutti i comunicati ufficiali sul sito del MIUR.
I Presidi quindi hanno potuto: attingere direttamente ad alcuni fondi o partecipare ai bandi, chiedere soldi e strutture ai Comuni e infine ottenere aiuti a livello regionale.
I lavori da fare rientrano nella discrezionalità basata sui territori: in alcune scuole sono state costruite nuove classi, in altre effettuati lavori di manutenzione e riparazione, in altre sono state creati nuovi punti di ingresso, in altre si sono spesi i fondi per affittare cinema, teatri e sale alternative. Insomma: in ogni scuola sono stati spesi in modo diverso.
Orari, modalità e ripartizione delle lezioni
In base, dunque, al numero di studenti, al numero di insegnanti, al numero di ATA e alla dimensione delle classi, i Presidi hanno potuto elaborare l’orario delle lezioni e le modalità di svolgimento della didattica.
Posto il fatto che alle scuola materne, elementari e medie il MIUR ha deciso che la didattica sarà sempre in presenza, mentre alle superiori potrebbe essere un misto tra Didattica a Distanza (DAD) e Didattica Digitale Integrata (DDI), a settimane alternate.
Questo perché c’è un grossissimo punto critico irrisolto – e forse irrisolvibile: il problema dei trasporti pubblici, incapaci di contenere gli studenti con le dovute misure di distanziamento.
In caso di nuove situazioni di chiusura a causa di un eventuale peggioramento delle condizioni epidemiologiche e di DDI generalizzata, le lezioni saranno in modalità sincrona per tutto il gruppo classe e dovrà essere garantito un orario minimo: almeno 10 ore settimanali per le classi prime della primaria, almeno 15 per le scuole del primo ciclo (primarie, tranne le classi prime, e secondarie di primo grado), almeno 20 per il secondo grado.
Le scuole di primo grado e le secondarie di primo grado si stano dunque organizzando in molti modi:
- ingressi e uscite in orari differenziati
- creazione di nuovi cancelli e punti di accesso per evitare assembramenti in entrata e uscita
- demarcazione di spazi con segnaletica orizzontale, per individuare percorsi o zone di sosta, per evitare assembramenti in entrata e uscita
- procedure di igienizzazione delle mani
- procedure per aerazione ambienti.
Consiglio: non solo candidatevi come rappresentanti di classe, ma anche in Consiglio di Istituto. Io sono in Consiglio da ormai diversi anni e, oltre che essere un’esperienza formativa interessantissima, questo mi aiuta intanto a conoscere bene i meccanismi di funzionamento della scuola, e dall’altro anche a muovermi in prima persona per cambiare le cose e informarmi nel canali ufficiali.
Ulteriore consiglio: da questo momento in poi, consultate sempre il registro elettronico e il sito della scuola.
Verificate le Circolari che arriveranno dai Dirigenti, leggetele, fate domande: vi spiegheranno tutte le misure prese per il Covid.
Servizio mensa e servizio bus
Queste attività saranno sempre in capo ai singoli Comuni.
Molti Comuni si stanno organizzando per evitare la mensa classica e portare i pasti direttamente in classe, in modo che non ci sia spostamento di decine di bambini in contemporanea. Chiedete alla vostra scuola come hanno deciso di gestire questa importante parte sulla refezione scolastica.
Per i pulmini, siccome è anche questo un servizio comunale, sarà il Comune di residenza a dirvi come funzionerà il servizio. Fate riferimento all’Assessore all’Istruzione del vostro Comune.
Linee guida nazionali, per il contenimento sanitario del Covid-19
Le linee guida obbligatorie, uguali per tutte le scuole, riguardano invece gli aspetti sanitari del Covid: le procedure di disinfezione, le procedure in caso di sintomi, le indicazioni sulle mascherine, ecc…
Ve le riassumo per praticità, ma vi invito a leggerle per filo e per segno attraverso i link ufficiali che vi metto qui sotto.
Uso delle mascherine chirurgiche obbligatorie
Il CTS proprio ieri, in data 2 Settembre, si è espresso per chiarire che le mascherine da utilizzare a scuola sono esclusivamente quelle chirurgiche, e non quelle di stoffa (dette mascherine di comunità). Posso capire la decisione, presa per una maggior tutela di studenti e insegnanti, ma sono molto triste per l’impatto ambientale di milioni di mascherine usa e getta. Però ci dobbiamo adeguare.
In premessa, il Cts sottolinea che “l’apertura delle scuole è una esigenza primaria del Paese, ma lo è altrettanto la sicurezza e la continuità delle attività. Pertanto, accanto alle esigenze didattiche e formative, è necessario prendere in considerazione il principio di precauzione, la protezione dei lavoratori, la efficacia, la sostenibilità e la accettabilità delle misure proposte”.
Fonte: Covid-19, Cts, Raccomandazioni tecniche per l’apertura delle scuole in sicurezza
In caso di staticità le mascherine possono essere rimosse, se sono presenti le condizioni necessarie: significa che finché i ragazzi sono seduti al banco, se ci sono le condizioni sanitarie adeguate di almeno un metro di distanziamento, i bambini possono restare senza mascherina.
la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria.
Fonte: Covid-19, Cts, Raccomandazioni tecniche per l’apertura delle scuole in sicurezza
La mascherina chirurgica andrà invece indossata in ingresso e uscita, per andare al bagno, per muoversi, ecc…
Misure di prevenzione al fine limitare la circolazione del virus
Oltre all’uso delle mascherine chirurgiche, ci saranno altre misure da adottare per limitare la circolazione del Covid:
- sanificazione degli ambienti
- lavarsi le mani ogni ora: probabilmente le ore di lezione verranno accorciate di 10 minuti, per utilizzare quel tempo residuo per lavarsi le mani, igienizzarle e aprire le finestre
- effettuare un continuo ricambio di aria in classe: le finestre resteranno sempre aperte un filo, e poi andranno spalancate ogni ora
- corretto utilizzo della mascherina, comprese le modalità per riporla correttamente mentre non la si usa: probabilmente si chiederà alle famiglie di fornire una busta porta mascherina
Indicazioni operative per le scuole a cura del CTS, Comitato Tecnico Scientifico
Cosa succederà in caso di infezione? Quando bisognerà misurare la febbre ai bambini? Quali sono le tutele per insegnanti e ATA?
Tutte queste risposte sono contenute nel Rapporto ISS COVID-19, n. 58/2020 con le indicazioni operative per le scuole, del 21 Agosto 2020: Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia
Potrebbe essere ulteriormente aggiornato, per cui controllate sempre i nuovi documenti nel Portale MIUR ‘Rientriamo a scuola’
Interfaccia con il SSN: la creazione della figura del Referente scolastico per COVID19
In ogni scuola verrà nominato un Referente Covid-19, che avrà il compito di interfacciarsi con scuola, Preside e ASL di riferimento: molto probabilmente questo ruolo verrà ricoperto dai Dirigenti stessi e dai loro vice.
Tali referenti devono possedere conoscenze relative alle modalità di trasmissione del SARS-CoV-2, alle misure di prevenzione e controllo, agli elementi di base dell’organizzazione scolastica per contrastare il COVID-19, alle indagini epidemiologiche, alle circolari ministeriali in materia di contact tracing, quarantena/isolamento e devono interfacciarsi con gli altri operatori del Dipartimento.
Si suggerisce che vengano identificati referenti del DdP in numero adeguato (e comunque non meno di due) in base al territorio e alle attività da svolgere, in modo da garantire costantemente la presenza di un punto di contatto con le scuole del territorio.
Obiettivo quindi non è solo lo svolgimento di un ruolo di interfaccia, ma proprio di creazione di reti con altre figure analoghe del territorio.
Informare le famiglie
Le scuole si organizzeranno per via telematica per informare le famiglie su tutte le procedure:
Si suggerisce anche di organizzare incontri virtuali con le scuole attraverso sistemi di teleconferenza, che permettano la partecipazione di più scuole contemporaneamente, al fine di presentare le modalità di collaborazione e l’organizzazione scelta. Devono essere definiti e testati i canali comunicativi (es. email, messaggistica elettronica) che permettano una pronta risposta alle richieste scolastiche e viceversa.
Non ci saranno solo riunioni online, ma anche Circolari operative, nuovi regolamenti scolastici e un nuovo Patto di Corresponsabilità Scuola Famiglia in cui ciascuno si prenderà la responsabilità personale e sociale di fare la sua parte, non mandando a scuola bimbi malati.
Perché la febbre va misurata tassativamente a casa e non a scuola?
Perché un bambino malato non deve entrare in contatto con altri, durante il tragitto da casa a scuola.
Se la temperatura venisse misurata in classe, sarebbe entrato in contatto con il barista, la gente sul bus, i nonni, gli amichetti, i genitori dei compagni, i compagni di classe, i bidelli e l’insegnante.
Scenario: il bambino presenta sintomi compatibili con Covid o febbre superiore ai 37.5 A CASA
I genitori, se si accorgono che il bimbo non sta bene, devono obbligatoriamente seguire questa procedura:
- il bambino resta a casa da scuola
- i genitori informano telefonicamente il pediatra o medico di famiglia, per effettuare il triage telefonico
- il pediatra o medico, in caso di sospetto Covid, richiede il tampone al Dipartimento di Prevenzione (DpD), ovvero all’ASL di competenza
- il DpD effettua il tampone
- poi si procede come sotto
Scenario: cosa succederà se un bimbo presenterà sintomi compatibili con Covid o febbre superiore ai 37.5 IN CLASSE
Il CTS ha diramato le linee guida proprio per dare indicazioni puntuali sulle norme da seguire in caso di sospetta malattia del bambino – non per forza Covid.
- Il docente o il personale ATA avvisa il Referente scolastico Covid che un bambino in classe non si sente bene
- il Referente scolastico Covid avvisa subito i genitori al telefono
- il bambino viene allontanato dalla classe e portato in un’aula di ‘isolamento’, che non è altro che un’aula attrezzata per attendere i genitori in sicurezza
- il personale scolastico rileva la temperatura al bambino
- il bambino resta sempre in compagnia di un adulto, ed entrambi devono indossare mascherina chirurgica (sopra i 6 anni, e se tollerata)
Quando il bambino rientra a casa propria con i genitori:
- Il personale ATA disinfetta le superfici della classe e dell’aula di isolamento
- i genitori devono contattare telefonicamente il pediatra o medico di famiglia, per effettuare il triage telefonico
- il pediatra o medico, in caso di sospetto Covid, richiede il tampone al Dipartimento di Prevenzione (DdP), ovvero all’ASL di competenza
- il DdP effettua il tampone
Se il test è positivo al Covid:
Se il test è positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Per il rientro in comunità bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione
prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento.
I contatti verranno forniti al DpD dal Referente scolastico COVID-19:
I contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione con le consuete attività di contact tracing, saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato. Il DdP deciderà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni.
In caso di diagnosi diversa da COVID-19 (tampone negativo), il bambino rimarrà a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del pediatra o medico di famiglia, che alla fine rilascerà una attestazione che il bambino può rientrare scuola.
Quindi no: se il bambino prende una banale influenza, non ci sarà una quarantena per tutti, indiscriminatamente.
La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal DdP in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata.
La scuola NON chiuderà per un solo caso sospetto. Chiaramente il nostro compito è fare in modo che un bimbo malato non vada a scuola, in modo che non si possano estendere contagi di alcun tipo, non solo Covid. La responsabilità personale e sociale è solo nostra!
Ma allora al primo raffreddore finiremo tutti in quarantena?
No, perché innanzitutto i medici di famiglia e i pediatri hanno un modello di triage Covid che li aiuta a stabilire se si tratta di una normale influenza o di altro.
In secondo luogo, no perché le influenze stagionali ogni anno colpiscono intere classi solo perché c’è questo vizio malsano di mandare i bambini malati a scuola. Tenendoli a casa ai primi sintomi, le influenze batteriche e virali NON si diffonderanno a tappeto.
Basta vedere ciò che è successo nel lock down con morbillo, varicella e altre malattie infettive: perché non si sono verificate?
Mica perché sono sparite, ma proprio perché non essendoci contatto tra bambini, non si sono diffuse.
Le linee guida sono chiare e il margine di discrezionalità serve essenzialmente a una cosa: a essere flessibili.
Il Covid ci ha insegnato che non possiamo fare piani a lunga scadenza e dobbiamo imparare ad affrontare la vita giorno per giorno, adottando tutte le procedure necessarie per proteggere la nostra salute. Senza ossessionarci, ma senza nemmeno fare i negazionisti del virus.
Abbiamo detto, in quarantena, che ce l’avremo fatta: io ne sono sempre più convinta.
Se collaboriamo e ci comportiamo in modo responsabile, supereremo anche questa.
Grazie! A me era sfuggita l’informazione sull’uso delle mascherine chirurgiche. Lo avrei mandato a scuola con le mascherine di stoffa
Sì, fino all’ultimo si pensava così, ma proprio ieri sono uscite queste precisazioni… e amen, ci adeguiamo.
Nei fatti è un po’ più complicato ma ce la faremo.
Un bambino sta a casa anche se ha un fratellino che sta a casa ad esempio in attesa di tampone. E i tamponi i pediatri li prescrivono anche solo con raffreddore (situazione a Milano)
Ne usciremo fuori, sarà un lungo anno però