La balbuzie a scuola
Pubblicato il 2 Marzo 2020 da Mamma Felice
La balbuzie (o disfluenza) è un disturbo del neurosviluppo: i bambini nascono con una predisposizione alla balbuzie, ma è la combinazione di più fattori che determina l’insorgere del disturbo, il suo sviluppo e anche la gravità.
Per questo si parla di “multifattorialità” della balbuzie. A causa della complessità di questo disturbo spesso gli adulti che circondano i bambini e i ragazzi con balbuzie si trovano in difficoltà.
Nel contesto scolastico in particolare gli insegnanti si interrogano sul come aiutare al meglio i bambini e i ragazzi che balbettano e su come “gestire” i momenti di disfluenza.
In generale ci sono alcuni accorgimenti che risultano sempre validi, come:
- lasciargli tutto il tempo necessario per poter formulare la frase, evitando di mettergli pressione temporale, incalzandolo con domande o completando la frase al posto suo;
- mettersi alla sua “altezza”, soprattutto con i bambini, abbassandosi fisicamente per poter mantenere il contatto oculare;
- mantenere un livello linguistico appropriato e adeguato all’età;
- concentrarsi sul contenuto e non sul modo in cui lo dice, quindi dimostrando di prestare attenzione a ciò che sta dicendo e non alla sua balbuzie;
- mantenere un clima rilassato e sereno, evitando di dimostrarsi in apprensione per gli episodi di disfluenza.
In particolare le difficoltà presentate del bambino o dal ragazzo possono assumere manifestazioni diverse in base al grado di scolarità.
Indice dell'articolo
Scuola d’infanzia e balbuzie: consigli per genitori e maestri
Gli episodi di disfluenza più evidenti alla scuola d’infanzia generalmente si manifestano nei momenti in cui si condividono attività con l’intero gruppo.
Per il bimbo balbuziente risulta difficile gestire una conversazione di gruppo, nel corso della quale spesso i turni conversazionali non vengono rispettati, i bambini tendono a parlare tutti insieme e a lasciare poco spazio a chi impiega più tempo.
Dunque, il bimbo che balbetta avverte la pressione temporale e la necessità di doversi affrettare quando si esprime.
Ciò determina un peggioramento degli episodi di disfluenza.
Inoltre anche la componente emotiva incide sulla performance linguistica: parlare ed esprimersi davanti ai compagni spesso è causa di ansia e agitazione. L’emozione in generale non agevola il controllo della fluenza verbale.
In questi casi è buona prassi impostare regole chiare e ben definite prima di iniziare una qualsiasi attività di gruppo, definendo chiaramente i momenti dedicati ad ogni bambino, insegnando agli altri ad attendere e a rispettare i tempi di tutti.
Un gioco divertente e sempre ben accolto dai piccoli è quello del “microfono” o del “cappello”: chi ha in mano il microfono o indossa il cappello può parlare e gli altri devono ascoltare. Terminato il turno il microfono o il cappello verrà ceduto ad un altro bambino e così via.
In generale, quando possibile, è consigliato formare gruppetti meno numerosi e quindi più facilmente gestibili dal punto di vista comunicativo da parte dei bimbi balbuzienti.
Un’altra difficoltà spesso riscontrata dai genitori o dalle insegnanti è il gestire i momenti di rabbia.
Tutti i bambini si arrabbiano o hanno giornate no, i bimbi che balbettano quando si arrabbiano tendono a balbettare ancora di più e la loro disfluenza sembra essere più grave, di conseguenza gli adulti spesso si preoccupano e tendono a prevenire tali momenti o a evitare di non sgridarli.
Come si diceva sopra, l’emotività sicuramente incide sulla disfluenza; ma i bambini che balbettano sono bambini come tutti gli altri e come gli altri devono imparare a gestire la rabbia come le altre emozioni e come gli altri devono essere educati.
Dunque è importante comportarsi normalmente con loro, tendendo in mente gli accorgimenti sopra indicati. Quindi lasciargli tempo per esprimere ciò che hanno da dire, mantenere il contatto oculare e non dimostrarsi preoccuparti per gli episodi di disfluenza che sono più numerosi in quei momenti, ma dimostrandogli di essere focalizzati sul loro sentire e su ciò che stanno esprimendo verbalmente.
Balbuzie nella scuola primaria e secondaria
Le difficoltà riscontrabili alla scuola primaria possono riguardare il processo di lettura, soprattutto nei primi anni.
Alla richiesta di leggere a voce alta alcuni bimbi con balbuzie possono sentirsi in difficoltà.
Ciò non significa che si debba loro precludere a priori questa possibilità, perché ci sono diversi bimbi che balbettano che apprezzano comunque tale attività, nonostante balbettino in queste occasioni, e altri che invece in tali occasioni non balbettano o balbettano poco.
Si consiglia di confrontarsi con il bambino, o il ragazzo nel caso si tratti di studenti della scuola secondaria, e di chiedergli che cosa preferisce fare e cosa lo farebbe stare meglio.
Un altro momento cruciale per lo studente che balbetta è sicuramente quello delle interrogazioni orali. Anche in questo caso il consiglio più utile è quello di confrontarsi direttamente con lo studente per chiarire le modalità che potrebbero agevolarlo.
In generale l’utilizzo di mappe concettuali come guida all’esposizione può essere un valido aiuto, così come la programmazione di verifiche scritte al posto di quelle orali.
Rimangono validi i principi sopra detti, quali:
- non incalzare con domande dirette, ma partire da un argomento generico, magari scelto da lui,
- non completare le frasi al suo posto,
- non mettere fretta nella risposta ma attendere,
- mantenere il contatto oculare,
- dimostrarsi sereni e concentrati sui contenuti.
Ogni studente è diverso perché ogni persona è diversa e la balbuzie ha manifestazioni differenti da soggetto a soggetto. I consigli indicati possono essere ritenuti una guida da seguire ma la regola d’oro e sempre valida è sicuramente quella di confrontarsi direttamente con lo studente, usando modalità appropriate in base all’età, e parlarne apertamente.
Già il fatto di poterne parlare in tutta serenità gli permetterà di sentirsi capito e accolto; ciò ridurrà l’ansia legata alla balbuzie e avrà un impatto positivo sulla sua fluenza.
Inoltre non di rado, purtroppo, accade che i bambini o i ragazzi balbuzienti si sentano diversi dagli altri e per questo motivo tenderanno ad essere emarginati o, in alcune occasioni, ad autoescludersi da certe esperienze e a rinunciare a partecipare ad alcuni eventi o attività scolastiche e extrascolastiche.
Affrontare in modo aperto e sereno con l’intera classe il tema delle diversità, intese anche e soprattutto come caratteristiche individuali e unicità, può essere di grande aiuto allo studente balbuziente e a tutti gli altri studenti.
Un’altra regola che rimane sempre valida è un attento confronto genitori e insegnanti, per capire come tali difficoltà si manifestano a casa e a scuola e quindi progettare una valutazione approfondita.
Rivolgersi ad un esperto potrà chiarire tali dubbi e prevenire l’insorgere e il consolidarsi di atteggiamenti e esperienze negative legate alla balbuzie.
Articolo a cura di: Maria Silvia Mazzocchi, Logopedista