Igiene e cura dei neonati: dal bagnetto al cambio pannolino
Pubblicato il 3 Ottobre 2019 da Mamma Felice
I neonati hanno bisogno di contatto: amore, coccole, massaggi, pelle a pelle con i genitori. E hanno bisogno di cure: per sentirsi bene, per restare in salute, per crescere nella consapevolezza e nella fiducia dell’accudimento.
Come neogenitori, dunque, ci troviamo a far fronte alle loro esigenze primarie, oltre che emotive: dormire bene, essere allattati e nutriti e anche occuparci del loro benessere e della loro salute. Vediamo dunque tutto quello che riguarda l’igiene e la cura dei neonati, come il bagnetto, il cambio del pannolino, la cura della pelle, la pulizia dei dentini, delle orecchie e del naso.
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La prima forma di igiene: lavarsi le mani
C’è una prima fondamentale e basilare norma igienica che spesso sottovalutiamo, anche con effetti drammatici: lavarsi accuratamente le mani con il sapone in vari momenti della giornata, in particolare appena rientrati in casa, prima di mangiare, dopo essere stati in bagno, dopo aver curato gli animali domestici.
Secondo un rapporto Unicef ogni anno più di un milione e mezzo di bambini sotto i 5 anni muoiono a causa della diarrea, provocata anche da scarse nozioni di igiene e scarso uso del sapone per lavarsi le mani:
Studi clinici condotti nel 2006 in occasione dell’epidemia di SARS hanno rivelato che lavandosi le mani almeno 10 volte nell’arco della giornata il contagio del virus si riduceva del 55%.
Il lavaggio delle mani con sapone da parte delle levatrici tradizionali prima del parto assicura un incremento nei tassi di sopravvivenza perinatale fino al 44%.
La polmonite, prima causa globale di mortalità infantile, uccide ogni anno 1,8 milioni di bambini tra 0 e 5 anni.
Lavarsi le mani è la misura più efficace e meno costosa per prevenire queste malattie killer.
Questo problema è talmente importante che esiste persino una giornata mondiale dell’igiene delle mani, chiamata World Hand Hygiene Day, che l’organizzazione Mondiale della Sanità celebra il 5 Maggio. Il 5 non è un numero a caso: rappresenta le 5 dita della mano e i minimo 5 momenti in cui è importante lavarsi le mani durante la giornata.
Secondo la guida intitolata ‘Quando nasce un bambino‘, a cura del Ministero della Salute:
La trasmissione di microrganismi responsabili delle infezioni neonatali, successive ai primissimi giorni di vita, avviene per lo più attraverso le mani, il respiro e il contatto di corpi estranei con la pelle o le mucose del piccolo. In questo contesto, rivestono notevole importanza delle semplici regole d’igiene:
– un’accurata detersione delle mani che dovrà precedere qualsiasi accudimento diretto del bambino;
– l’eventuale uso da parte dell’adulto di mascherine sterili a protezione della bocca e delle narici è opportuno per evitare il passaggio attraverso il respiro di micro-organismi diretti sul neonato, in caso di infezioni delle vie respiratorie del genitore o di chi accudisce direttamente il neonato al momento della poppata, del cambio di pannolino, del coccolamento. La mascherina va rimossa non appena cessi il contatto diretto con il neonato;
– la protezione del tralcio del cordone ombelicale allo scopo di impedirne contaminazione e l’infezione che può far seguito.
Come ci si lava le mani? lo spiega Antonella Castagna, infettivologa, responsabile della divisione malattie infettive all’ospedale San Raffaele di milano.
Strofinando palmi e dorsi con abbondante sapone per 40-60 secondi si eliminano il 99% dei batteri
Inoltre, piccolo consiglio: tenete sempre le unghie corte e senza smalto, quando accudite un neonato (o anche un anziano). In questo modo potete tenerle più pulite e soprattutto non rischiate di graffiare la persona che state curando.
Come dobbiamo lavarci le mani:
- bagniamo innanzitutto le mani con acqua corrente fresca;
- applichiamo una quantità di sapone sufficiente a coprire la superficie delle mani;
- strofiniamo tra loro i palmi delle mani;
- strofiniamo il dorso delle mani intrecciando le dita tra di loro (quindi con il palmo destro sopra il dorso sinistro e al contrario);
- laviamo i palmi delle mani intrecciando le dita tra loro;
- laviamo il dorso delle dita tenendo le mani a pugno, sfregando i pungi l’uno contro l’altro;
- strofiniamo il pollice con una rotazione nella mano opposta;
- strofiniamo le dita sul palmo della mano opposta con la mano chiusa cucchiaio;
- risciacquiamo bene le mani con acqua corrente fresca;
- asciughiamo bene le mani.
Ricordiamoci che gli asciugamani bagnati sono un ricettacolo per colonie di microbi e batteri e dunque vanno cambiati il più spesso possibile. Facciamoli asciugare bene dopo averli utilizzati e cambiamoli molto spesso (Fonte: Focus).
Secondo un’intervista a Business Insider rilasciata dal microbiologo e patologo della New York University School of Medicine Philip Tierno, se gli asciugamani vengono fatti asciugare completamente dopo l’utilizzo, è bene cambiarli dopo tre utilizzi, altrimenti più spesso.
Quando un asciugamano emana odore, va invece cambiato e lavato immediatamente, perché vi stanno crescendo popolazioni di microbi.
Un asciugamano umido sta proliferando.
Philip Tierno, New York University School of Medicine
Questo non è pericoloso di per sé, ma chiaramente è una precauzione. Quindi abituiamoci, soprattutto con i bambini, a cambiare spesso gli asciugamani e a non scambiarceli.
Molto meglio utilizzare asciugamani personali per ogni membro della famiglia, in particolar modo i neonati e i bambini, che sono più sensibili alle infezioni batteriche.
Non c’è chiaramente da farne un’ossessione, perché il nostro organismo, se in salute, è perfettamente in grado di non ammalarsi con un semplice asciugamano, ma abituarsi ad utilizzare delle norme igieniche valide per tutti sin dall’inizio, chiaramente aumenterà ancora di più i benefici per il benessere di tutti noi.
Come cambiare il pannolino
La prima routine igienica dei neonati è sicuramente il cambio dei pannolini, che per un neonato in salute possono e anche essere 7-10 al giorno.
Il mio consiglio è decisamente, sempre nell’ottica di garantire il massimo comfort e benessere del bambino, di cambiare il pannolino il più spesso possibile.
Lasciare infatti che la pipì e la cacca possano macerare la cute così delicata dei bambini, può essere veramente pericoloso o quanto meno fastidioso, perché potrebbe creare problemi di eritemi, desquamazione o anche ferite difficili da curare proprio per la zona in cui si trovano.
Scegliete una marca di pannolini affidabili non solo in base al costo, per quanto possa chiaramente incidere nella scelta, ma soprattutto in base alla qualità e anche alla conformazione fisica del vostro bambino. Infatti non tutti i pannolini sono uguali anche strutturalmente: alcuni sono più alti in vita, altri più sgambati, altri più adatti a corporature slim, altri più elasticizzati…
Come ci si accorge se abbiamo scelto il pannolino giusto per il nostro bambino?
- Innanzitutto dal fatto che il bambino non prova fastidio;
- in secondo luogo dal fatto che non compaiono eritemi o irritazioni varie;
- dal fatto, non secondario, che non ci sono fuoriuscite di pipì o di cacca.
Per cambiare il pannolino la prima regola è quella di avere tutto a portata di mano.
Mai mai mai lasciare un neonato da solo sul fasciatoio, sul letto, o nella vasca da bagno senza lo strettissimo controllo di un adulto. Basta un attimo di disattenzione perché il bambino si possa fare seriamente male.
Per questo motivo è bene scegliere un fasciatoio comodo e pratico, che possa contenere anche tutto il necessario per il cambio del pannolino.
Per il cambio del pannolino ci servono:
- un asciugamano pulito su cui stendere il bambino;
- una salviettina di cotone umida e una asciutta, oppure delle salviettine umidificate adatte ai neonati;
- crema per il cambio del pannolino;
- mini cestino o sacchetto per gettare via il pannolino sporco;
- pannolini puliti;
- eventuale cambio di vestitini, se si sporcano anche il body o la tutina del bambino.
Quando possibile, è ideale lavare il sederino del bambino sotto acqua corrente tiepida, anche senza particolari detergenti.
Possiamo utilizzare i detergenti quando realmente necessari, per esempio dopo la cacca, e poi asciugare la pelle del bambino molto bene con un panno in cotone 100% per evitare che la pelle rimanga umida e quindi possa macerare.
In alternativa, possiamo utilizzare delle salviette ecologiche, sfruttando delle lavette in cotone 100% inumidite di semplice acqua.
Infine possiamo certamente utilizzare delle salviette monouso umidificate, utilissime soprattutto quando siamo fuori casa.
Scegliamole delicatissime, adatte alla pelle dei neonati e al momento del cambio. Possibilmente compostabili.
Ricordiamoci in ogni caso di non lasciare mai in giro pannolini e salviette quando siamo fuori casa: pensiamo seriamente all’ecologia portando via i nostri rifiuti e riciclando per quanto è possibile.
Come cambiare il pannolino mantenendo il comfort del bambino
Impariamo innanzitutto a spiegare ai bambini tutto quello che stiamo facendo. Mettiamoci in profonda empatia con loro: noi come ci sentiremmo se qualcuno iniziasse a spogliarci o toccarci senza spiegarci che cosa sta per fare al nostro corpo?
- stendiamo delicatamente il bambino sul fasciatoio, sopra un asciugamano morbido, parlandogli dolcemente e guardandolo negli occhi mentre gli sorridiamo;
- scopriamo il bambino solo per quanto è necessario, soprattutto in inverno. Spesso infatti i bambini si sentono infastiditi dal cambio del pannolino proprio perché provano freddo. In questo caso quindi cerchiamo di scoprirli il meno possibile, magari utilizzando un asciugamano caldo sottostante dopo averlo riscaldato sul termosifone, oppure copriamoli con una copertina o un asciugamano pulito;
- apriamo il body o la tutina dal basso, senza toglierla del tutto, a meno che non sia sporca e quindi vada sostituita. In questo caso copriamo subito il bambino con un asciugamano tiepido o una copertina calda, in modo che non si senta completamente esposto;
- ripieghiamo la parte anteriore del pannolino sotto il sederino del bambino, cercando di portare via lo sporco dal suo sederino senza però strofinare troppo energicamente;
- teniamo sollevato il bambino leggermente dalle caviglie, utilizzando molta delicatezza;
- puliamo il sederino del bambino con dei panni imbevuti oppure con le salviette;
- togliamo il pannolino sporco e mettiamo il bambino direttamente sull’asciugamano;
- asciughiamo bene la pelle del bambino e utilizziamo, quando necessario, la pasta per il cambio;
- sollevando nuovamente il bambino per le caviglie in modo molto delicato, facciamo passare la parte posteriore del pannolino sotto il sederino del bambino;
- facciamo nuovamente poggiare tutta la schiena del bambino sul fasciatoio, ripieghiamo la parte anteriore del pannolino sulla pancia del bambino e chiudiamo le parti adesive senza stringere eccessivamente;
- a questo punto rivestiamo il bambino e, sempre senza lasciarlo da solo, gettiamo via il pannolino e le salviette nel bidone apposito.
La pulizia delle parti intime del bambino, ma anche ovviamente degli adulti, deve avvenire sempre dall’alto verso il basso, in modo da non portare feci verso gli organi genitali.
Se il cambio del pannolino avviene in bagno possiamo fare così:
- mentre prepariamo il bambino e i materiali, iniziamo ad aprire l’acqua del lavandino su una temperatura tiepida;
- dopo aver tolto il pezzo di sotto al bambino e aver slacciato il body, mettiamo il bambino con il sederino sotto l’acqua corrente e sciacquiamolo con le mani ben pulite ed eventualmente un detergente delicato per bambini;
- avvolgiamo il bambino in un asciugamano morbido e caldo e trasportiamolo sul fasciatoio, dove completeremo tutte le fasi seguenti.
Come fare il bagnetto ai neonati e ai bambini
Anche per il bagnetto è molto importante ricordare sempre la regola fondamentale, ovvero: mai mai mai lasciare da solo il bambino in acqua, nemmeno per pochi secondi. Quindi, per fare bene il bagnetto al bambino in modo sicuro, dobbiamo abituarci a preparare tutto il necessario in anticipo, altrimenti dovremmo portare con noi il neonato, se ci dobbiamo allontanare dalla stanza.
Utilizziamo un termometro apposito per misurare la temperatura dell’acqua nella vasca da bagno o nella vaschetta.
La temperatura ideale per il bagnetto di un lattante o di un neonato è intorno ai 32-35 gradi (fonte: Ministero della Salute), con una temperatura ambientale all’interno della stanza compresa tra i 20 e i 23 gradi circa.
Questo è importante perché, soprattutto per i lattanti, bisogna evitare gli sbalzi termici, ovvero la differenza tra la temperatura dell’ambiente circostante e quella dell’acqua del bagnetto.
Riempiamo la vaschetta con massimo 5-7 cm di acqua: non stiamo infatti portando il bambino alle terme o in piscina, per cui basta una quantità minima di acqua, che è anche l’ideale per rassicurare il bambino evitando che si terrorizzi durante il bagnetto.
All’interno della vaschetta possiamo utilizzare l’amido di riso oppure quantità minime di detergente delicato, studiato appositamente per la pelle delicatissima dei bambini. Evitiamo i bagni straripanti di schiuma, ma soprattutto prodotti studiati per adulti, con alcool, profumazioni intense o troppo aggressivi, perché la pelle dei neonati è estremamente delicata.
Sfatiamo inoltre il mito del bagnetto serale.
Un bambino di pochi mesi fondamentalmente non si sporca, e quindi sono sufficienti uno o due bagni alla settimana.
Chiaramente provvederemo alla sua igiene intima invece ad ogni cambio del pannolino, ma anche a lavargli tutte le mattine il viso, le mani e i rotolini di ciccia, che possono creare ristagno di sudore e macerazione della pelle.
Se poi il bagnetto serale è invece parte della vostra routine familiare, ma soprattutto un rituale che vi aiuta a rinforzare il legame con il bambino, va tutto benissimo.
L’importante è che a questo punto non si esageri con il sapone, ma piuttosto si usi semplicemente acqua con aggiunta di amido di riso.
Come fare il bagnetto al neonato passo dopo passo:
- tenete a disposizione tutto quello che vi serve per il momento del bagnetto, quindi: asciugamani, vestiti puliti, pannolini, detergenti, termometro;
- riempite la vaschetta facendo bene attenzione alla temperatura dell’acqua;
- spogliate il bambino solo quando siete pronti a metterlo delicatamente in acqua, in modo da non fargli prendere freddo prima, ma soprattutto da non farlo sentire a disagio;
- immergete molto delicatamente il bambino in acqua sorreggendolo molto bene con l’avambraccio dietro la schiena e tenendo testa e collo con l’altra mano;
- sorridete e parlate al bambino, spiegategli sempre che cosa state facendo e che cosa gli farete, in modo che si senta rassicurato e non spaesato;
- se lavate la testa del bambino assicuratevi di non fargli cadere acqua sul viso; piuttosto utilizzate un bicchiere o un piccolo contenitore per portare l’acqua solo sulla testolina. Non usate direttamente il getto della doccia, perché potrebbe essere troppo prepotente, ma sciacquatelo delicatamente con un bicchiere alla volta;
- allo stesso modo, per non dare al bambino una sgradevole sensazione di soffocamento, non gettategli acqua in faccia per lavare il viso, ma usate piuttosto una lavetta di cotone inumidita per detergere delicatamente viso, occhio, collo e anche tutti gli spazi tra una ciccetta e l’altra;
- quando tirate fuori il bambino dalla vaschetta prestate molta attenzione ai movimenti che fate e assicuratevi di non poter scivolare su tappeti, asciugamani o con ciabatte non adatte;
- avvolgete subito il bambino in un asciugamano o in un accappatoio provvisto di cappuccio e provvedete quindi alla vestizione.
È invece sicuramente pericoloso l’uso del borotalco – in alcuni paesi è chiaramente indicata sulle confezioni la sua pericolosità evitare il borotalco… è pericoloso l’uso del borotalco in quanto può essere inalato dal bambino. NO! nella prima infanzia – in quanto può essere inalato dal bambino se cosparso in quantità cospicua sul torace e sugli arti superiori o, peggio, aspirato direttamente dal contenitore, se il piccolo lo utilizza per gioco.
Se usiamo la vaschetta, ricordiamoci di posizionarla su un piano stabile, in modo che non possa muoversi o scivolare.
Dopo il bagnetto, si possono tagliare le unghie del piccolo (che si saranno ammorbidite con l’acqua) utilizzando forbicine a punta arrotondata: il profilo delle unghie delle mani segue la curvatura del polpastrello delle dita, mentre quello dei piedi è più lineare, conservando l’angolatura alle estremità.
Come medicare il moncone del cordone ombelicale
Il tralcio del cordone ombelicale nei primi giorni di vita del bambino deve essere deterso accuratamente, ma anche protetto da possibili infezioni. La cosa più importante è favorirne il rapido essiccamento, in modo che cada spontaneamente in pochi giorni. Per questo, anche nel bagnetto, non va immerso in acqua.
Generalmente l’ospedale, al momento delle dimissioni dopo il parto, dà delle indicazioni per la medicazione del cordone ombelicale.
In generale, ecco come medicare il moncone ombelicale:
- teniamo sempre pulita la zona, evitando il contatto con la pipì, ma anche con l’eventuale acqua del bagnetto;
- se la stagione lo permette, lasciamo che il moncone possa essiccarsi più facilmente restando esposto all’aria, semplicemente protetto dalle garze sterili;
- medichiamo il tralcio ombelicale due o tre volte al giorno con soluzioni antisettiche specifiche, che ci saranno consigliate o dall’ospedale o dal pediatra (NO al fai da te!).
Nei maschietti ancora in attesa del distacco del cordone ombelicale il pene, all’interno del pannolino, dovrebbe essere rivolto verso il basso, per evitare che il cordone ombelicale si bagni con la pipì.
Le linee guida del Ministero della Salute ci dicono che:
il mancato distacco del tralcio del cordone ombelicale, talora anche dopo 15-20 giorni, o la presenza d’infezioni ombelicali o peri-ombelicali richiedono l’intervento e le cure di personale sanitario specializzato
Come pulire il naso e le orecchie a bambini
La pulizia dell’orecchio del neonato deve essere limitata al solo padiglione esterno e all’accesso del condotto uditivo. Non utilizziamo mai cotone idrofilo o cotton-fiocc o materiale estraneo all’interno delle orecchie dei bambini (e degli adulti).
Molto meglio pulire delicatamente l’orecchio esterno con una salviettina in cotone umida. Ricordiamoci infatti che il cerume è prodotto naturalmente dal nostro organismo proprio per proteggere l’orecchio stesso.
LEGGI ANCHE: Come pulire le orecchie ai bambini
Evitiamo di inserire corpi estranei anche nel naso del bambino (cotton-fiocc). Utilizziamo strumenti appositi, oppure acqua fisiologica o isotonica.
LEGGI ANCHE: Come pulire il naso a un bambino piccolo
Come trattare la crosta lattea nei bambini
La crosta lattea si manifesta sotto forma di squame giallastre sulla cute del neonato, in special modo sulla testa. Di solito entro i 5-6 mesi di vita si risolve spontaneamente, ma l’utilizzo di olii da massaggio o creme specifiche può aiutare a ridurne i fastidi.
Secondo quanto riportato dalle indicazioni dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, la crosta lattea – a dispetto del suo nome – non dipende dall’allattamento: è una forma di dermatite seborroica che non deriva dal consumo di latte nel bambino e non è contagiosa.
In pratica la cute produce troppo sebo in alcune aree del corpo.
È sconsigliato rimuovere in modo meccanico le squame dal cuoio capelluto e dal viso dei lattanti con dermatite seborroica. Bisogna inoltre mantenere condizioni igieniche adeguate per evitare il rischio di infezioni batteriche.
Ecco come attenuare la crosta lattea e i fastidi ad essa correlati:
- utilizzare shampoo per neonati a base oleosa;
- con un batuffolo di cotone e tanta pazienza, passare sulla cute l’olio di mandorle oppure un olio delicato da massaggio, per sciogliere il sebo e ammorbidire le squame;
- utilizzare una spazzola morbida, invece del pettinino, che graffiando la cute potrebbe irritarla.
LEGGI ANCHE: Guida alla cura della pelle, Chicco
Come e quando lavare i denti ai bambini
In genere i denti iniziano a spuntare tra il sesto e l’ottavo mese di vita. Ma non preoccupatevi se ritardano: come si dice sempre, ogni bambino ha i suoi tempi. Potrebbero spuntare anche intorno ai 17 mesi.
I primi denti sono chiamati denti da latte e sono destinati a cadere con il passare degli anni (tra i 6 e i 12 anni circa di età).
Questo però non significa che non ci si debba prendere cura assiduamente anche di questi dentini!
Quini NO tassativo a zucchero o miele, soprattutto se ne viene intinto direttamente il ciuccio: cosa che si faceva ai nostri tempi ed è sbagliatissima!
Infatti i denti da latte possono cariarsi esattamente come i denti definitivi: immaginate portare un bambino di 3 anni dal dentista a farsi curare una carie? Ecco, cerchiamo di prevenire, che è meglio.
All’inizio i dentini andranno puliti con uno spazzolino bagnato, senza dentifricio.
Il dentifricio si può iniziare ad usare quando il bambino è in grado di lavarsi i denti senza mangiarlo.
Riguardo il fluoro, il Ministero della Salute dice così:
In ultimo, e in accordo con il vostro pediatra, che valuterà la quantità di fluoro presente nelle acque della vostra zona, potrebbe essere utile somministrare del fluoro al vostro bambino.
Come misurare la febbre ai bambini
Scegliamo innanzitutto un buon termometro. Ne esistono di diversi tipi: di vetro, di tipo pediatrico; digitale a cristalli liquidi, a infrarossi (auricolare o cutaneo), con la striscia reattiva (sempre a cristalli liquidi).
Io non amo i termometri rettali, onestamente: sono terrorizzata persino dalle supposte, figuriamoci dal termometro rettale.
La febbre comunque, non è una malattia (Ministero della Salute):
L’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa.
Il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene reso più svantaggioso per gli organismi invasori.
La febbre non è un nemico da combattere a ogni costo. Non è necessario, quindi, somministrare medicine tutte le volte che la temperatura supera i valori normali. Abbassare la febbre non aiuta il bambino a guarire prima.
Se, però, il bambino mostra malessere, è irritabile o sofferente, è giusto dargli un po’ di sollievo abbassandogli la temperatura.
In linea generale:
- se il neonato ha meno di tre mesi, chiamate il pediatra per un parere;
- se ha più di tre mesi, teniamolo sotto osservazione e non basiamoci solo sulla temperatura per valutare il suo stato di salute generale.
Osserviamolo dunque per capire se è tranquillo o agitato, se è sofferente, se piange ininterrottamente, se respira in modo affannoso, se ha delle macchie o delle pustole sulla pelle, se vomita o ha diarrea.
Accorgimenti in caso di febbre:
- evitiamo di coprire troppo il bambino;
- facciamolo bere a piccoli sorsi durante la giornata, oppure allattiamolo al seno più spesso;
- evitiamo di sforzarlo a mangiare, se non ne ha voglia;
- lasciamolo tranquillo, non necessariamente nel letto;
- ma soprattutto NON somministriamo MAI antibiotici senza aver consultato il pediatra.
Il benessere di un neonato passa attraverso la nostra serenità
Ultimo consiglio: esercitate la vostra spontaneità come genitori.
Che detto così sembra stridere, perché esercitarsi a essere spontanei può sembrare una forzatura, e invece no.
Non abbiate paura.
Leggete tanto, informatevi, chiedete consigli alle persone che vi ispirano fiducia (e non ai ciarlatani e alle bufale pseudo-scientifiche!) e poi rilassatevi.
Essere genitori è bello. Divertitevi e godetevi i figli, dedicategli il vostro tempo, coccolateli e teneteli stretti.
Solo così può andare tutto bene.
Barbara carissima,grazie per questi preziosissimi consigli!
ma grazie! 🙂