Balbuzie nei bambini: cosa possono fare i genitori
Pubblicato il 19 Agosto 2019 da Mamma Felice
Mio figlio ha iniziato a balbettare, cosa posso fare per aiutarlo?
La preoccupazione è sempre tanta ed è comprensibile. La cosa migliore da fare è sicuramente quella di contattare un Logopedista formato sull’argomento, in modo tale che possa affettivamente valutare che si tratti di balbuzie e inquadrare un percorso possibile.
Nel frattempo ecco alcuni esercizi da fare anche a casa e soprattutto alcuni comportamenti utili da tenere in famiglia.
Indice dell'articolo
Balbuzie: strategie per i genitori
Nell’attesa di fare questo, o se siete un po’ titubanti e non ve la sentite ancora di affrontare questo passo, vi consiglio alcuni comportamenti utili a favorire la fluenza del linguaggio e, di conseguenza, il benessere comunicativo del vostro bimbo.
Monitorare la fluenza nel tempo
È molto utile avere un’idea di come la fluenza del bambino cambi nel tempo. Per monitorare questo andamento ti consiglio di scaricare la tabella definita “scala di severità della balbuzie” e fa parte di un programma di trattamento chiamato “Lidcombe Program”.
Questo approccio è molto valido e viene praticato in tutto il mondo da Logopedisti formati. La compilazione della scala di severità rappresenta il primo step da cui partire per impostare il trattamento. I genitori devono compilarla giornalmente, assegnando ad ogni giornata un valore che oscilla dallo 0 al 9.
In che modo?
- si darà 0 se non vi è presenza di balbuzie e 9 se invece la balbuzie è estremamente severa ed evidente;
- si darà 1-2 se è piuttosto lieve;
- 3-4 se già più evidente anche da parte di esterni;
- 5-6 se anche persone esterne al nucleo famigliare rilevano il problema come molto evidente;
- 7-8 se inficia la quotidianità del bambino (ad esempio se lo vedete preoccupato, se evita certe situazioni comunicative).
Può essere utile segnarsi anche eventuali situazioni o momenti della giornata nei quali il bimbo risulta essere più disfluente. Generalmente l’andamento della balbuzie è fluttuante, ci sono giornate o periodi buoni e altri meno. Tutti questi dati saranno utili a voi per iniziare a ragionare con più obiettività sulla severità del disturbo e al terapista che lo prenderà in carico per impostare il trattamento.
Mantenere il contatto oculare
È di fondamentale importanza mantenere il contatto oculare mentre il bimbo balbetta. Dunque, quando capitano durante la conversazione degli episodi di disfluenza, continuate a guardarlo negli occhi: è il modo migliore per fargli capire che siete interessati a ciò che sta dicendo, indipendentemente da come lo dice.
Mettersi al livello del bambino
Quando state conversando e il bimbo diventa disfluente “abbassarsi” fisicamente al suo livello è un’altra strategia che potrebbe aiutarlo a migliorare la sua fluenza e renderà più semplice per voi mantenere il contatto oculare. Questo perché parlare al bambino guardandolo dall’alto in un momento in cui è difficile per lui esprimersi potrebbe metterlo in un’ulteriore condizione di difficoltà.
Rallentare il ritmo del parlato
Rallentare il ritmo del vostro eloquio aiuterà tantissimo il bambino poiché, indirettamente, inizierà a farlo anche lui e un eloquio più rallentato e scandito migliora la fluenza, aiutando il bambino ad organizzare meglio il suo discorso. Voi siete il suo modello di riferimento, se adotterete questo atteggiamento comunicativo lui non tarderà a seguirvi.
Favorire il rispetto del turno
Una delle situazioni che mettono più in difficoltà i bambini che balbettano sono quelle in gruppo in cui, generalmente, le persone parlano spesso non rispettando il turno comunicativo dell’interlocutore. Pensiamo ai momenti in cui ci si ritrova in famiglia all’ora dei pasti o ai momenti ricreativi di gioco. Per il bambino che balbetta inserirsi in una situazione comunicativa caotica diventa davvero difficile e spesso, in queste circostanze, la fluenza ne risente negativamente.
Per quanto è possibile, iniziando dal contesto famigliare, l’adulto deve essere modello e mediatore favorendo il rispetto del turno comunicativo e permettendo a tutti i componenti della famiglia di potersi esprimere.
Adeguare le richieste linguistiche al livello del bambino
Un linguaggio complesso dell’adulto, sia dal punto di vista grammaticale che lessicale, potrebbe non favorire la fluenza del bambino durante la conversazione. Utilizzare un linguaggio semplice e chiaro, adatto all’età del bambino, renderà più facile il suo ruolo di comunicatore.
Porre domande chiuse
Allo stesso modo, adeguare le domande e le richieste fatte al bambino al suo livello linguistico agevolerà la sua fluenza. In generale, quando l’adulto formula delle domande, si consiglia di suggerire la risposta già nella domanda stessa quando possibile. Ad esempio, invece di chiedere “che cosa vorresti da mangiare?” (domanda aperta) si consiglia “vorresti la pasta o il riso?” (domanda chiusa). In questo modo il bambino avrà già a disposizione una risposta possibile da dare e sarà agevolato nel formularla grazie al modello dato dall’adulto.
Prestare più attenzione ai contenuti e meno alla forma
In generale è importante far intendere al bambino che ciò che all’adulto interessa è quello che dice e non come lo dice. Questo rinforzerà positivamente la visione che il bambino ha di se stesso, percependosi un comunicatore efficace.
Tutti i bambini che balbettano sono consapevoli, chi più chi meno, di far fatica quando devono esprimersi. Dargli un rimando positivo e fargli capire che il loro messaggio verbale arriva all’interlocutore rinforzerà la loro autostima e li renderà più sicuri nella comunicazione.
Favorire giochi a basso carico linguistico
Nei momenti in cui il bimbo è particolarmente disfluente lo potete aiutare riducendo il carico linguistico e favorendo attività che gli permettano di esprimersi attraverso il canale non verbale. Dunque, in questi momenti potete aiutarlo evitando di porgli tante domande e favorendo giochi a basso contenuto linguistico, ad esempio giocando insieme alle costruzioni o leggendogli un libro.
Cosa NON chiedere e NON fare
Spesso l’adulto, nel tentativo più che comprensibile di aiutare il bambino, formula richieste e dà consigli che, in queste occasioni, non lo aiutano.
Ad esempio spesso i genitori chiedono di ripetere o di riformulare il discorso, di “prendere un respiro” o di “calmarsi”. Questi consigli non agevolano la fluenza del bambino poiché non gli forniscono un modello concreto di ciò che può fare per essere più fluente.
Allo stesso modo risulta poco utile completare le frasi al posto suo o dire per lui la parola che sta cercando di comunicarci. La strategia migliore in questo caso è attendere che il bambino formuli il discorso, guardandolo e sorridendogli; in questo modo capirà che ha la vostra completa attenzione e che voi siete lì per lui.
Tutte queste strategie sono la base per favorire la fluenza del linguaggio dei bambini in generale. Nei casi di balbuzie queste diventano fondamentali. Alcune sembrano delle banalità ma vi assicuro che, alle volte, può essere difficile attuarle. Infatti per l’adulto il dover modificare, seppur trattandosi di piccoli cambiamenti, un atteggiamento comunicativo consolidato da tempo spesso non risulta affatto semplice.
Vi consiglio di partire a piccoli passi, scegliendo una delle strategie sopra elencate (quella che sentite più semplice per voi da attuare) e di provare a metterla in pratica. Piccoli obiettivi diluiti nel tempo. Fatemi sapere come va!
Articolo a cura di: Maria Silvia Mazzocchi, Logopedista