Svezzamento: come preparare le prime pappe
Pubblicato il 4 Giugno 2019 da Mamma Felice
Molti neo genitori sono spaventati dalla buona riuscita dello svezzamento, perché i pediatri stessi sono combattuti tra due metodi: divezzamento tradizionale o l’autosvezzamento.
Attraverso le linee guida del Ministero della Salute, vediamo i passaggi fondamentali dall’allattamento all’alimentazione complementare, con l’obiettivo di tranquillizzare i neo genitori.
Come diceva la Montessori, il bambino è competente: ha una serie di riflessi innati (vedi meccanismo di estrusione) che lo proteggono, oltre a un grande istinto di sopravvivenza.
Vedremo come affrontare in completa serenità il momento della prima pappa, anche attraverso l’uso del seggiolone SIESTA Follow me di Peg Perego, che pone il bambino in una posizione di sicurezza durante la pappa, indispensabile per prevenire il soffocamento.
Il termine giusto per individuare il passaggio all’alimentazione ‘solida’ è il divezzamento, ovvero, come da linee guida del Ministero della Salute:
Con il termine divezzamento (più propriamente avvio dell’alimentazione complementare) si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea ad un’alimentazione semi-solida e poi solida, caratterizzata dalla progressiva introduzione dei cosiddetti “alimenti complementari”, cioè alimenti diversi dal latte.
Non occorre anticipare troppo lo svezzamento: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita:
(OMS, 2008) come pratica di salute pubblica per tutta la popolazione mondiale per raggiungere crescita e sviluppo ottimali e, conseguentemente, l’introduzione di alimenti diversi dal latte solo dopo i 6 mesi.
Svezzamento tradizionale o auto svezzamento?
Spesso non è semplice decidere il tipo di svezzamento da portare avanti con i propri figli.
Quello che vi posso consigliare è di personalizzare anche lo svezzamento in base al carattere dei vostri figli: l’educazione in genere non può certo essere standardizzata, perché ogni individuo è unico e raro. Molto meglio osservare le inclinazioni originali di ciascun figlio e assecondare il suo desiderio più o meno marcato di autonomia.
Nello svezzamento tradizionale di solito si segue uno schema settimanale suggerito dal pediatra: all’inizio potrebbe proporvi di utilizzare la carne liofilizzata solo a pranzo, poi gli omogeneizzati di carne bianca, i formaggi freschi, poi la carne rossa, infine il pesce e i legumi. Anche su frutta e verdura di solito si segue uno schema per cui viene introdotto un cibo alla volta, ‘per evitare allergie’.
Non esistono modalità e menù definiti per iniziare il divezzamento. Diversi modelli alimentari possono portare a soddisfare i fabbisogni nutrizionali del bambino tra 6 mesi e 3 anni. Va favorita l’interazione tra le preferenze della famiglia, le indicazioni del pediatra ed il contesto socio-culturale e tradizionale per aiutare il bambino a sviluppare il proprio gusto e le scelte alimentari personali nell’ottica di una alimentazione corretta. Ciò premesso, vari sono gli alimenti che possono essere offerti al bambino come primo cibo solido mettendo da parte il criterio della progressiva introduzione degli alimenti secondo il grado di allergenicità.
[Ministero della Salute]
Gli studi recenti, per l’appunto, smentiscono il pericolo di allergie nei neonati e, anzi: le linee guida più moderne dicono che è proprio introducendo subito tutti gli alimenti, che si previene in rischio di allergie da grandi:
le più recenti e autorevoli evidenze sperimentali non convalidano sul piano scientifico la tesi secondo cui i bambini a rischio di sviluppare celiachia o un’allergia alimentare dovrebbero seguire uno schema di divezzamento diverso dalla popolazione generale. Gli studi più recenti hanno infatti dimostrato che l’introduzione tardiva degli alimenti ritenuti “allergizzanti” non previene lo sviluppo di allergia alimentare e/o celiachia nei soggetti predisposti e che l’età del bambino alla prima esposizione verso l’alimento (purché avvenga dopo i quattro mesi di vita) non ne modifica il successivo rischio globale a 10 anni di età.
Lo svezzamento ‘tradizionale’ è un po’ più lento e più faticoso, ma può andare bene per bambini timidi verso il cibo, più lenti ad abituarsi alle novità e a interrompere l’allattamento al seno.
In questo caso possiamo preparare delle pappe fatte in casa: gli omogeneizzati vanno benissimo quando usciamo e quando abbiamo poco tempo, ma sarebbe sempre preferibile dare ai bambini cibi freschi, acquistati da una filiera sicura, cucinati in casa, senza sale aggiunto.
Come schema di svezzamento, se proprio volete adottarlo, possiamo prevedere una introduzione progressiva degli alimenti, badando soprattutto alle grammature:
In linea generale, nei primi mesi di svezzamento (dai 7 ai 10 mesi), le quantità di proteine sufficienti sono:
- Carne fresca: 40-50gr (pollo, tacchino, vitello, manzo, maiale, agnello, coniglio) oppure 1 omogeneizzato;
- Pesce: 70gr (orata, sogliola, platessa, nasello, trota);
- Legumi: 40-50gr (ceci, fagioli, lenticchie);
- Formaggi freschi: 30gr (robiola, stracchino, squacquerone, mozzarella, crescenza, ricotta…)
Chiaramente non mancherà il latte, materno o vaccino (dopo l’anno di età), ma:
Solo dopo l’anno di vita, ove non sia ancora in corso l’allattamento materno, può essere introdotto il latte vaccino intero come componente lattea della dieta, che comunque non dovrebbe essere assunto in quantità superiori ai 200-400 ml/die, per evitare un eccessiva assunzione di proteine.
L’apporto energetico complessivo, tra 1 e 3 anni, deve essere adeguatamente ripartito tra i diversi macro-nutrienti. Secondo le recenti indicazioni dei “Livelli di Assunzione di Riferimento ed Energia per la popolazione” (LARN) – IV revisione 2014, tale apporto dovrebbe derivare per il 50% dai carboidrati, per il 40% dai grassi e solo per circa il 10% dalle proteine.
Riguardo ai cibi che apportano carboidrati, è opportuno moderare il consumo di alimenti e bevande con zuccheri aggiunti. Per quanto riguarda i grassi, 2-3 porzioni di pesce grasso (pesce azzurro, trota, salmone) alla settimana consentono di raggiungere le assunzioni raccomandate (EFSA) di grassi n-3 a lunga catena (250 mg giornalieri, di cui almeno 100 di DHA).
L’autosvezzamento invece è un modo più moderno di proporre i cibi solidi ai bambini, basato sulle competenze che hanno acquisito, ovvero:
- la capacità di tenere dritta la testa;
- la capacità di stare seduti con la schiena dritta;
- la perdita progressiva del riflesso di estrusione: i neonati, non ancora pronti al cibo solido, tendono ad allontanare il cucchiaino e tirare fuori la lingua invece che accogliere il cibo;
- il rafforzamento della mandibola e la comparsa dei primi denti.
Come funziona l’autosvezzamento?
Al bambino vengono proposti gli stessi cibi della famiglia, ovviamente senza condimenti e senza sale, tagliati in piccoli pezzi.
Il bambino assaggerà con le manine prima, e con il cucchiaino poi, questi cibi, sperimentando la varietà e la piacevolezza del cibo, mangiando insieme alla famiglia e quindi sentendosi integrato nella routine dei pasti.
In questo modo il bambino apprezzerà un po’ tutto, assaggerà e sperimenterà in modo autonomo e imparerà a mangiare bene senza pappette.
Chiaramente all’inizio dell’autosvezzamento il bambino non mangerà ‘abbastanza’, ma possiamo integrare con una pappa a pezzettini oppure con l’allattamento al seno.
Pericoli reali e pericoli percepiti dello svezzamento
Due le preoccupazioni dei genitori quando si inizia lo svezzamento: che il bambino non mangi abbastanza e che possa soffocare.
Partiamo da un presupposto: è davvero raro che i bambini non mangino abbastanza, soprattutto in Italia. Per essere certi che comunque stiano assumendo tutti i macronutrienti, basta guardare le grammature che vi ho proposto (ho tratto le mie da quelle fornite dalla nostra ASL) e tranquillizzarci.
Certo non possiamo pretendere che un bambino di 7 mesi mangi un piatto di pasta come un bambino di 7 anni, oppure un adulto!
Spesso esageriamo nelle porzioni, soprattutto per quanto riguarda carboidrati e proteine.
Affidiamoci in principio alle grammature, poi ci prenderemo la mano!
Il pericolo soffocamento invece è reale, ma anche in questo caso prevenibile.
Innanzitutto io consiglio sempre di frequentare un corso di disostruzione delle vie aeree, che è sempre utile.
Inoltre, basta utilizzare alcune accortezze nel tipo di cibo da proporre ai neonati e soprattutto nel taglio degli alimenti.
Precauzioni da adottare durante lo svezzamento
Sono almeno tre precauzioni che prevengono il rischio di soffocamento:
- evitare cibi filanti o appiccicosi, tipo mozzarella cotta, wurstel, prosciutto crudo…;
- tagliare i cibi sempre a dadini e mai a rondelle;
- utilizzare una seduta idonea per i bambini, in modo che la testa e la schiena siano dritte.
I cibi filanti o appiccicosi o vischiosi sono, come già detto: prosciutto crudo, formaggi filanti, wurstel, ma anche uva, ciliegie, gnocchi, olive…
Questi cibi non devono essere eliminati dalla dieta dei bambini, ma devono tutti essere tagliati a dadini e MAI a rondelle: basta guardare una rondella di zucchina o di wurstel per capire che ha lo stesso lume della trachea, quindi può provocare il soffocamento.
Gli unici ‘alimenti’ da evitare sempre sono le caramelle: oltre che inutili a livello calorico, sono pure pericolose. Siccome i bambini piccoli non le hanno mai assaggiate, non possono sentirne la mancanza: quindi non diamogliele!
Come seggiolone possiamo scegliere Siesta follow me di Peg Perego: ha il vantaggio di rappresentare due prodotti in uno, perché può essere utilizzato come sdraietta fin dai primi mesi di vita del bebè, e poi come seggiolone.
L’importante è che al momento della pappa sia in posizione verticale, in modo che la schiena del bambino resti dritta.
Siesta follow me è comodo anche per il suo sistema Stop&Go: grazie alle rotelle possiamo portarlo con noi nelle varie stanze della casa, ma anche bloccare le ruote stesse quando il bambino vi è seduto sopra o fa il suo riposino.
Ha tutte le caratteristiche che piacciono a me: funzionalità, design, comodità, leggerezza, compattezza, facilità nel pulirlo.
Per chi ha una casa piccola è l’ideale, perché non occupa troppo spazio e offre il vantaggio di due prodotti in uno.
Tra l’altro l’idea della sdraietta alta mi piace molto perché così il bambino è sempre sotto i nostri occhi, non a terra: così possiamo anche metterlo vicino a noi mentre lavoriamo, mentre stiriamo (vabbè, io non stiro!), mentre cuciniamo… e tenerci compagnia a vicenda.
Come preparare le prime pappe
Alla luce di tutte queste informazioni, possiamo fare un mix tra svezzamento tradizionale e auto svezzamento, usando un po’ di buon senso, ma soprattutto imparando a rispettare i ritmi del nostro bambino e le sue peculiarità.
Per esempio, mia figlia ha sempre dimostrato di preferire cibi solidi a pezzettini, piuttosto che pappe molli o troppo liquide.
Negli schemi di svezzamento tradizionali, di solito, per tre cucchiai di farina (riso, mais e/o tapioca) vengono proposti anche 200-250 ml di brodo vegetale: con queste proporzioni vi assicuro che otteniamo una pappa troppo liquida e persino difficile da porgere con il cucchiaino.
Mi sono sempre chiesta se questi schemi di svezzamento siano effettivamente mai stati testati dai pediatri stessi, o se si tramandino mitologicamente da una generazione all’altra senza porsi domande!
Per questo, in base alla mia esperienza personale, a tutto ciò che ho studiato sull’argomento in questi anni, alle linee guida del Ministero della Salute e anche a tutte le esperienze condivise su Mammafelice, mi viene da dirvi che potete tranquillamente andare incontro ai gusti dei vostri figli senza timori. Montessori docet!
Sicuramente la base delle pappe sarà il brodo vegetale, che si prepara con carota, patata, zucchina, zucca, e altre verdure di stagione bollite in acqua non salata.
Il brodo serve per diluire le farine e preparare le prime creme.
Può essere utile tuttavia anche per la preparazione di pappe a pezzettini: per esempio per cuocere le verdure o la pastina, per preparare delle creme per condire i primi piatti, per emulsionare gli ingredienti tra loro.
In generale, vi consiglio di usare sempre la vaporiera come metodo di cottura. Vi permette di cuocere gli alimenti in modo estremamente sano, mantenendone praticamente intatti i nutrienti, ma anche in modo super veloce, visto che lavora da sola.
A quel punto, sta a noi capire i gusti del bambino e decidere se frullare la pappa, schiacciarla solo con la forchetta per una densità maggiore, oppure tagliare gli ingredienti a pezzettini.
Io, ad esempio, come dicevo prima, ho sperimentato pappe di consistenza piuttosto solida per seguire i gusti di mia figlia: ho iniziato a cuocere al vapore verdure, carne e pesce e schiacciarli semplicemente con la forchetta.
Nel giro di pochi mesi mia figlia era in grado di mangiare pappe a pezzettini con il suo cucchiaino in tutta sicurezza.
Ricordiamoci due cose molto importanti per un corretto svezzamento:
- i bambini intorno a un anno di età dovrebbero mangiare di tutto e dovrebbero essere in grado di masticare pappe a pezzettini;
- non bisogna mai prolungare eccessivamente l’uso di pappe liquide, semi liquide o frullate, perché la masticazione è fondamentale per lo sviluppo neurologico dei bambini.
La masticazione infatti condiziona la postura del bambino, alcuni processi di apprendimento, il linguaggio.
Un bambino abituato a consumare solo pappe frullate fino ai 2 anni o oltre, rischia di avere seri problemi nel linguaggio, ma anche nella posizione della testa e nella scarsa tonicità della muscolatura mandibolare, del collo e della schiena.
Come introdurre i cibi solidi
I cibi solidi si introdurranno quindi gradatamente, facendo in modo che il bambino possa toccare il cibo con le mani, usare il suo cucchiaino e sperimentare autonomamente nel suo piatto.
I bambini non vanno ‘anestetizzati’ durante la pappa!
Se noi li imbocchiamo togliendo loro la consapevolezza di come e di quanto mangiano, li priviamo di un’importante funzionalità neurologica, ovvero di acquisire il senso di sazietà.
Questo li porterà, molto probabilmente, a soffrire di obesità nel giro di qualche anno, perché non si renderanno conto della quantità di cibo che ingeriscono.
Per lo stesso motivo è dunque assai sconsigliato imbambolare i bambini davanti al tablet, al cellulare o alla TV, ma anche distrarli con giochini e canzoncine in modo da imboccarli senza che se ne accorgano.
A questo punto è molto meglio che nostro figlio mangi poco, ma autonomamente, piuttosto che essere ingozzato da noi, perdendo coscienza delle azioni che sta compiendo.
Ricordiamoci che i nostri figli, grazie al cielo, non soffrono la fame e se mangiano meno in un pasto, mangeranno di più a quello successivo!