Neonati: attività per stimolare lo sviluppo psicofisico dei bambini da 0 a 12 mesi
Pubblicato il 20 Marzo 2019 da Mamma Felice
Anche i neonati hanno bisogno di stimoli. Il fatto che non parlino e che dormano anche 18-20 ore al giorno non ci deve indurre a pensare che basti curarli facendo le cose essenziali: pappa, pannolino, nanna. Queste azioni ‘pratiche’ sono importanti, ma la vera cura verso un neonato passa attraverso il contatto, le emozioni, la relazione, la reciprocità gli stimoli.
Quando vi dicono che se tenete in braccio un neonato lo viziate, vi stanno facendo un doppio torto: intanto vi privano di una bellissima esperienza, ma soprattutto privano il bambino di quegli stimoli necessari e fondamentali per lo sviluppo delle sue abilità e dei suoi talenti.
Il primo vero stimolo che possiamo offrire a un neonato, per stimolarne lo sviluppo sia fisico, che cognitivo, che emotivo, è dunque quello di tenerlo in braccio, interagire con lui, fargli sentire il contatto: questo tipo di educazione parentale si chiama alto contatto o attachment parenting e i genitori che la praticano fanno davvero la differenza nella vita futura del bambino.
I bambini cresciuti con genitori ad alto contatto sono più fiduciosi, più forti, hanno migliori prestazioni intellettuali e fisiche, raggiungono prima l’indipendenza.
Pedagogia ad alto contatto: Winnicott, handling
Perché? Perché noi, per il bambino, siamo come uno specchio: il bambino, nelle prime settimane di vita, si specchia nel nostro sguardo e nei nostri gesti.
Se siamo in grado di fornire al bambino una immagine specchiata di sé positiva, lo stiamo aiutando a costruirsi una base sicura su cui fondare la sua personalità.
Il bambino si specchia in noi e capisce che è degno di amore, che è’buono’, che è ‘bello’, che è stato voluto. E questo lo rende forte: è il primo passo per fargli acquisire fiducia in se stesso.
A differenza, dunque, di quanto dicono certi vecchi parenti, per instillare fiducia e coraggio nei bambini, la strada giusta è quella di praticare l’alto contatto, non quella di buttarli nel mondo in modo che ‘se la cavino da soli’, o – ancora peggio – gestirli in modo distaccato perché ‘altrimenti prendono il vizio‘.
Se nei primi mesi di vita ci comportiamo in modo distaccato con il nostro bambino, quella base sicura sarà un cruccio per tutta la vita.
Lo sapete che un neonato che viene accudito nelle cose pratiche (nanna, pannolino, pappa), ma non viene amato, si lascia morire? (Winnicott)
Il comportamento della persona che fu odiata da bambino può essere facilmente riassunto: trascorreranno il resto della loro vita facendo tutto ciò che è necessario per evitare di essere nuovamente odiati. Ciò che voglio dire con questo è che il comportamento del genitore verso il figlio è fortemente incompatibile con o direttamente contrario ai suoi bisogni di sviluppo (le “aspettative biologiche”, come dice Jean Liedloff); il bambino sperimenta questo comportamento come odio senza riguardo a quello che il genitore possa sentire.
[Fonte: Il bambino odiato: un aspetto della personalità borderline di Philip M. Helfaer ]
Secondo le teorie psicoanalitiche più importanti, la madre in questo ha un ruolo fondamentale. Oggi mi sento di dire che non è solo la madre ad avere questo ruolo (ma è indubbio che sia importantissimo), ma in generale la figura del caregiver, ovvero di colui che si prende cura del bambino.
Se nelle prime fasi della vita un neonato non si sente amato, viene abbandonato o persino ‘odiato’, tenderà a non dare la colpa agli adulti che non lo amano, ma a se stesso.
La mancanza di amore e di attaccamento viene percepita dal bambino come una colpa: come gli uomini primitivi cercavano negli eventi una causa magica o morale, così il neonato – non potendo attribuire la colpa alla madre, che è per lui una divinità – prende su di sé questa colpa. Il neonato non si sente degno di essere amato. E immaginate questo cosa possa comportare.
Secondo Winnicott, la ‘madre sufficientemente buona’ (non perfetta!) è capace di un contatto positivo con il bambino e svolge il ruolo di ‘interprete’: la mamma esercita in modo naturale un ascolto attivo che fa da mediatore tra il bambino e l’ambiente esterno. La madre, insomma, ‘capisce’ il bambino. E questo suo modo di ascoltare il neonato e rendersi suo portavoce, fa sentire il bambino accolto e degno di amore.
Winnicott riconosce una grande importanza proprio del tenere in braccio come prototipo del prendersi cura, holding.
L’holding, messo in atto dal corpo della madre, fornisce al bambino – che ancora non lo possiede – quello che gli psicoanalisti definiscono un “Io Ausiliario” che lo contiene e lo delimita molto precocemente, facendolo esistere e permettendo un insediamento più maturo della psiche nel corpo. Se in un primo momento, il bambino vive nello spazio riservato con la madre, in seguito viene a conoscenza del mondo allargato e da questo si lascia scoprire perché ormai in grado di accogliere e fronteggiare quanto quest’ultimo potrà riservargli.
[Scuola Romana di Psicologia Clinica, di Francesca Orlando]
Tenere in braccio il neonato, accarezzarlo, cullarlo, guardarlo negli occhi: tutte queste attività di attaccamento sviluppano nel neonato non solo fiducia in sé e capacità di percepirsi come ‘buono’, ma rafforzano anche l’attività respiratoria, le difese immunitarie, le capacità psicofisiche del bambino.
L’handling è il mezzo attraverso il quale il bambino inizierà a percepire se stesso prima in modo simbiotico con la madre, poi in modo distaccato: per concepirsi come individuo.
Come stimolare lo sviluppo psicofisico dei bambini da 0 a 12 mesi
Dopo aver dunque fatto la premessa che il primo vero modo di stimolare lo sviluppo psicofisico dei neonati è l’attaccamento parentale (senso del tatto), possiamo parlare anche di attività vere e proprie, che coinvolgono gli altri sensi del bambino.
Le sensazioni sono l’elemento con il quale condividiamo l’esperienza tra esseri umani poiché forniscono un terreno comune per la comprensione reciproca.
[Fonte: Dunn, Winnie PhD, OTR, FAOTA, The Sensation of Everyday Life: Empirical, Theoretical and Pragmatic Considerations, The Amercian Journal of Occupational Therapy]
Numerose sono le attività che possiamo proporre a un neonato, sin dai primi giorni di vita. A cosa servono? A instaurare una relazione emotiva con il bambino, a sviluppare i suoi sensi, a sviluppare la coordinazione, la muscolatura, la vista, l’udito.
Teniamo sempre presenti, tuttavia, delle piccole precauzioni:
- ogni stimolo giusto, all’età giusta: principio base del Metodo Montessori, è una garanzia per stimolare i neonati nel modo corretto, invece di frustrarli;
- rispettare la soglia di attenzione dei bambini: un neonato avrà una soglia di attenzione molto bassa, di pochi minuti; un bambino di un anno potrà arrivare fino a 15-20 minuti;
- niente suoni, colori o rumori forti: per il neonato tutto deve essere calmo, tranquillo, rilassato;
- materiali naturali, colori tenui: cerchiamo sempre di scegliere materiali naturali, colori tenui, sopratutto il bianco e il nero, materiali e giochi che si possano lavare in lavatrice, morbidi e studiati appositamente per le prime settimane di vita;
- mai dare a un neonato un gioco non previsto per la sua età: le classificazione di età nei giocattoli non sono un vezzo, ma una norma di sicurezza! Per quanto riteniate di avere un figlio ‘genio’, più avanti degli altri, non dategli mai giochi non previsti per lui, perché potrebbero contenere parti che possono essere inalate o ferire il bambino.
Perché proporre attività stimolanti ai neonati?
Non solo per potenziarne le capacità, ma anche per divertirli, interessarli intrattenerli, stancarli! Un neonato che pratica pochi minuti di queste attività al giorno, dormirà più volentieri, perché si ‘stancherà’ di più. Buono a sapersi, no?
Motricità fine, coordinazione oculo manuale
Uno dei giochi più semplici, eppure più utili per un neonato, è mettere loro a disposizione delle fettucce di raso colorate, da poter guardare, afferrare, tirare…
Sembra incredibile, ma attirano tantissimo i bambini: non solo per il loro colore, ma proprio per la possibilità di essere afferrare e manipolate. In questo modo stimolano la coordinazione occhio-mano e la cosiddetta motricità fine.
A mia figlia avevo cucito un semplice rettangolo di stoffa con le fettucce colorate, ma oggi in commercio esistono tappeti gioco già forniti di tutto il necessario, come il Tappeto gioco Black & White della Collezione Magical Tales™ di TinyLove.
Osservate il bambino durante la sua attività: a volte potrebbe arrabbiarsi, sentirsi frustrato perché non riesce ad afferrare i nastrini; è proprio attraverso questa energia attiva che il bambino sviluppa la coordinazione, attraverso prove e tentativi.
Come diceva la Montessori, i bambini hanno in sé le potenzialità per imparare: l’energia che impiegano nei loro tentativi di riuscire, è qualcosa di straordinario.
Le figure in bianco e nero, sviluppo della vista
Sappiamo che i neonati affinano il senso della vista progressivamente, con il passare delle settimane. Nei primi giorni di vita i neonati hanno una visione abbastanza limitata e una predilezione per i volti: seguono il volto dei genitori, ma mettono a fuoco a distanze molto piccole (circa 15-20 centimetri).
Progressivamente, tra i 2 e i 3 mesi di vita, i bambini iniziano ad osservare in modo più intenzionale, cercando in modo diretto il volto dei genitori e iniziando a seguirne i movimenti.
È verso i 9 mesi che i bambini sviluppano la capacità di osservare gli oggetti e coglierne i particolari.
Per stimolare il senso della vista sono ideali dei libri di stoffa morbidi, lavabili in lavatrice, corredati da figure in bianco e nero. I neonati infatti sono attirati dal contrasto luce-ombra, ma anche dalle figure geometriche: spirali, cerchi, forme semplici, linee e curve. Queste stesse figure in bianco e nero sono perfette anche come giostrina da porre sulla culla, al posto delle giostrine troppo colorate o rumorose.
Se volete trovarne uno già pronto, che è funzionale e adatto dagli 0 ai 6+ mesi, potete scegliere Double-Sided First Book Meadow Days™ di TinyLove: da un lato in bianco e nero, dall’altro in colori tenui. È completato da nastri di raso, corda increspata, specchietti e altri particolari che esercitano le abilità fino motorie.
Giocare allo specchio, percezione del sé
Mi dispiace molto che in Italia ci sia ancora tanta superstizione inutile, soprattutto nei confronti delle mamme e dei bambini. Vogliamo sfatare una volta per tutte queste sciocchezze, dicendo ad alta voce che credere nella superstizione è solo una perdita di tempo e di energie positive?
Alcuni, infatti, ritengono che i bambini non debbano specchiarsi prima del Battesimo: ma perché?! e se uno non vuole battezzarli?!
Crediamo davvero che il Male e il Bene dipendano da fattori esterni, e non dalle nostre scelte personali e dai nostri comportamenti?
Lo specchio invece è molto utile per il bambino, e il Metodo Montessori lo ha dimostrato: non ha una funzione estetica, ma spaziale. Serve al bambino a prendere coscienza del suo corpo e dei suoi gesti, esercitarsi nei movimenti, prendere coscienza di sé.
Ovviamente lo specchio deve essere sicuro e a portata di bambino: non deve metterlo in pericolo, non deve poterlo tagliare rompendosi o sceneggiandosi. Ne trovate uno all’interno della Palestrina neonato Black & White Gymini® di TinyLove.
Giocare a pancia in giù, rafforzare la muscolatura
Molti bambini vengono lasciati tutto il tempo nella culla o nell’ovetto, ma questo non li aiuta ad acquisire forza muscolare e spesso ritardano la capacità di stare seduti, girarsi nel lettino, intraprendere il percorso dello svezzamento.
Portare invece i bambini nel marsupio o nella fascia (attaccamento parentale), oppure lasciarli circa 30 minuti al giorno a pancia in giù su un tappetino idoneo (a brevi intervalli iniziali di 2-3 minuti), è molto utile per rinforzarne la muscolatura, in particolare di braccia e collo.
Queste attività a pancia in giù, dette Tummy Time, aiutano il neonato a potenziare le sue abilità motorie generali:
Il tummy time è uno dei momenti fondamentali per lo sviluppo ed il rafforzamento dei muscoli della testa, del collo, della nuca e delle spalle del bambino, aiuta a evitare la plagiocefalia o appiattimento di alcune parti della testa, a causa dell’elasticità del cranio. Ma il tummy time aiuta a rinforzare anche i muscoli delle gambe, cosicché il bambino impari a sviluppare capacità motorie come rotolamento e impari a raggiungere e afferrare i suoi giochi preferiti, facendo leva sulle sue gambe, e alla fine impari gattonare bene.
[Fonte: National Institute of Child Health & Human Development]
Chiaramente i bambini non vanno abbandonati a loro stessi: queste attività devono essere sempre supervisionate da un adulto, tutte!
Si tratta di attività estremamente semplici, eppure così efficaci per i nostri bimbi piccoli! Provatene qualcuna e fatemi sapere i miglioramenti che noterete, in poche settimane, nei vostri bimbi.