Come educare i bambini al valore dei soldi
Pubblicato il 14 Febbraio 2019 da Mamma Felice
Il Festival di Sanremo si è appena concluso con la vittoria di Mahmood e la sua canzone ‘Soldi’ – che a me è piaciuta moltissimo. Mi è piaciuto il sound moderno tra hip-pop e trap italiano (non a caso questo cantante proviene dalla scuderia di Charlie Charles, produttore di Sfera, Ghali, Tedua, Izi e Dark Polo Gang), ma mi è soprattutto piaciuto il messaggio della canzone.
La canzone è ispirata ad una perdita: Mahmood e la mamma abbandonati da questo papà che entra ed esce dalle loro vite, creando dolore e solitudine, per ripresentarsi quando ha bisogno di qualcosa, ha bisogno di ‘soldi’.
Ho capito in un secondo che tu da me
Volevi solo soldi
Come se avessi avuto soldi
Prima mi parlavi fino a tardi
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Waladi waladi habibi ta’aleena
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia la voglia di tornare come prima
Io da te non ho voluto soldi…
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Lasci casa in un giorno
Tu dimmi se
Volevi solo soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Lasci la città ma nessuno lo sa
Ieri eri qua ora dove sei papà
Mi chiedi come va come va come va
Sai già come va come va come va
Trovo che questo sia un messaggio molto forte sul ruolo dell’abbandono nelle nostre vite, e su come i ragazzi di periferia, oggi, stiano cercando un riscatto, a suon di musica, o di cultura, o anche di criminalità – certo.
Esiste indubbiamente una correlazione diretta tra il benessere delle persone e la loro alfabetizzazione culturale e finanziaria. Sarebbe impensabile, nel mondo moderno, non raggiungere una soglia minima di competenza economica, allo scopo di avere una vita felice.
E non perché ‘i soldi fanno la felicità’ (cosa che io non ritengo del tutto veritiera), ma perché la nostra impreparazione finanziaria ci rende vulnerabili, così come la nostra impreparazione culturale: la vita funziona quando possiamo scegliere tra un ventaglio di opportunità, non quando abbiamo un’unica scelta obbligata – o addirittura alcuna scelta.
Risparmio, investimento, dono
In questa ottica risparmio, investimento e dono sono tre concetti importanti che dovremmo insegnare ai ragazzi, o meglio: che i nostri figli dovrebbero acquisire con l’esempio, ma anche con un’esperienza diretta.
La chiave di questo processo è, infatti, a consapevolezza: dare ai ragazzi gli strumenti necessari per relazionarsi in modo positivo con il denaro.
Perché – come in tutto ciò che riguarda il processo educativo – siamo in bilico tra due estremi: il disinteresse totale, che potrebbe portare allo spreco e a non sapersi mantenere in futuro; l’ossessione per i soldi, che potrebbe portare a comportamenti negativi, per cercare strade facili per fare soldi.
Tanti della mia generazione sono essi stessi impreparati sui temi finanziari.
E non posso escludermi da questo campione. Quando dieci anni fa ho inventato questo lavoro e ho prima aperto la partita IVA e poi un’azienda con mio marito, non ero un’imprenditrice: ho commesso degli errori, mi sono affidata a persone sbagliate, talvolta sono stata troppo miope e altre volte troppo impulsiva – finanziariamente parlando.
Non è stato semplice imparare tutto da soli, a nostre spese: se avessimo avuto maggiore preparazione all’economia di impresa, sarebbe stato più semplice, ma soprattutto meno faticoso!
Io sono cresciuta in una famiglia piemontese in cui parlare di soldi era considerato maleducato. E oggi che sono madre mi rendo conto che questa mia impreparazione è radicata in me, ma io posso cambiare in meglio per il bene di mia figlia.
Perché nel parlare di soldi non c’è nulla di male: la conoscenza economica è uno strumento di libertà, soprattutto per le donne.
Donne come me e come tante di noi che hanno scelto di lavorare, di essere indipendenti, di non dover chiedere ‘la mancia’ al proprio compagno o compagna.
Come educare i figli al valore dei soldi
Ci sono molti modi per aiutare i figli a comprendere il valore del denaro con il giusto equilibrio.
Innanzitutto, la parte che sembra più banale, ma è la base di tutto: spiegare ai bambini cos’è il denaro, a cosa serve, qual è la sua storia, ma soprattutto come si guadagna.
Aiutarli, dunque, a comprendere che il denaro non è illimitato, ma va guadagnato.
Perché il denaro non deve diventare il termometro della nostra felicità: se ci sentiamo felici solo se siamo ricchi, siamo destinati ad una vita infelice.
Ecco, dunque, alcuni esercizi e consigli per attivare questo percorso economico nei bambini:
- Il denaro non cresce sugli alberi: spiegare quante ore di lavoro occorrono a comprare un oggetto, raccontare l’impegno richiesto nel nostro lavoro;
- Il bancomat non offre denaro illimitato: i bambini possono confondersi nel vedere che basta andare al bancomat per ricevere soldi in contanti. Spieghiamo loro che il bancomat serve per prelevare i soldi che abbiamo guadagnato e risparmiato;
- Il denaro non deve essere legato ai sentimenti: non è corretto associare il denaro al sentimento della colpa, né ad un premio. Chiedere a un bambino di svolgere i lavori di casa in cambio di soldi, o premiarlo per la promozione, non è educativo. Casa e studio sono le occupazioni minime dei figli, ed è giusto che imparino a svolgerle senza pretendere un compenso;
- Insegnare l’autonomia: la paghetta serve proprio per insegnare ai figli a gestire il proprio denaro in modo positivo, senza sprecarlo. in questo modo possono imparare il valore del risparmio, ma anche dell’investimento;
- Fare la spesa insieme: mostrare ai bambini il costo dei prodotti, spiegando loro di guardare il prezzo al chilo, o di considerare il rapporto qualità-prezzo degli oggetti, la loro durata, la loro sostenibilità;
- Insegnare il rispetto per gli esseri umani: dobbiamo decisamente spiegare ai figli, ed essere di esempio in tal senso, che il valore delle persone non si misura attraverso le loro ricchezze materiali, ma attraverso i valori, l’etica, la gentilezza e i sentimenti positivi.
L’importanza non solo di risparmiare, ma anche di investire
Risparmiare è importante e noi Italiani siamo uno dei popoli più risparmiatori al Mondo.
Ma anche il concetto di investimento è centrale per far comprendere ai bambini la differenza tra quello che desiderano, e quello che si possono permettere.
In questo senso, sto compiendo tante riflessioni anche con Nestore, ultimamente, sul nostro futuro. La ricerca di AXA Investment Managers, Voices, mi ha fatto capire che fino ad oggi sono stata una risparmiatrice troppo prudente.
Da dieci anni a questa parte abbiamo investito tutti i nostri guadagni nell’azienda: ci viviamo, non ci possiamo lamentare, ma sento che non ci stiamo preparando né agli imprevisti, né alla nostra vecchiaia. E questo mi preoccupa, perché non voglio arrivare nella situazione di non poter pagare l’Università a Dafne (se vorrà farla), o addirittura di pesare sulle sue spalle.
Il mio desiderio? Esserci. Esserci per mia figlia, poterle garantire un futuro, poterla aiutare negli studi, assecondare la sua felicità.
Non per spianarle la strada, perché questo sarebbe ingiusto, oltre che impossibile: con il solo scopo di vederla realizzata, felice, contenta, soddisfatta di sé, innamorata della vita.
Nestore mi prende sempre in giro perché dice che io penso troppo al futuro. È vero: io penso alle eventualità, penso ai piani di emergenza, penso anche ad un futuro lontano in cui noi non ci saremo più, o saremo vecchi, e non potremo pesare sulle spalle di nostra figlia.
Ho scelto di lavorare a questo progetto non solo per formarmi, ma anche perché AXA Investment Managers si muove nell’ambito della finanza sostenibile e responsabilità sociale d’impresa:
AXA IM può contare su un team Responsible Investment (basato a Londra e Parigi) che incorpora considerazioni di tipo ambientale, sociale e di corporate governance (ESG) all’interno delle decisioni di investimento nelle diverse asset class. AXA IM partecipa inoltre attivamente ad iniziative e forum locali e globali RI per promuovere gli investimenti responsabili: United Nations PRI, ICGN, CDP, EUROSIF, IIGCC.
(Fonte: Forum per la finanza sostenibile)
Voices, una ricerca per progettare la finanza insieme ai bambini
Dalla ricerca emerge che i bambini italiani ‘guadagnino’ circa 16.20eur a settimana, ma con un grosso MA: questo compenso purtroppo mette in luce un primo gap di genere, perché le bambine dispongono mediamente di 14.24eur a settimana, ovvero circa 2eur in meno rispetto ai propri coetanei di genere maschile. La cosa non solo mi fa imbestialire, ma mi rattrista: a tal proposito vi rimando alla pubblicità progresso No Pay Gap, che parla proprio delle differenze salariali tra uomini e donne.
A livello internazionale, l’ONU ha lanciato una campagna sul pay gap e ci saranno varie date (10/04 giornata USA, novembre 2018 nella UE) nelle quali si parlerà del tema. Per Valore D, che nel 2017 ha fatto firmare un Manifesto per l’occupazione femminile alle aziende associate, il divario salariale è un tema fondamentale per il futuro.
Se potessero, dove investirebbero i bambini?
E ancora una volta il cuore si spalanca: i ragazzi ci dicono che il modo di creare un futuro migliore sono la gentilezza e il riciclo.
Per quanto riguarda l’ambiente, il riciclo è indicato dal 48% dei bambini come misura concreta per proteggere il Pianeta, seguito dalla riduzione della quantità di plastica usata. Sapete cosa significa questo? Che i bambini sono saggi, che sono concreti e che hanno capito benissimo come possono cambiare, e come avviare questo cambiamento.
Quello che più mi ha colpita è stata innanzitutto la fiducia dei giovani nei confronti del proprio futuro. Insomma: in TV ci presentano sempre una fascia di giovani nullafacenti, disinteressati al lavoro e alla politica, incapaci di scegliere e di reagire alla crisi, e invece no!
Nonostante la crisi lavorativa attuale e l’immobilità del mercato, i ragazzi tra i 16 e i 21 anni si dicono ottimisti riguardo al proprio futuro finanziario.
E io lo trovo, letteralmente, straordinario. Stra-or-di-na-rio!
Io li ammiro, i giovani. Lo sapete che io sono sempre dalla loro parte e li difendo a spada tratta. Che non sopporto i discorsi ‘da vecchi rimbambiti’ sui giovani d’oggi che sono fannulloni e svogliati. Perché non è vero!
Conosco ragazzi che si impegnano nello studio, nella politica, nel volontariato. Ragazzi che hanno il cuore grande, che cercano di cambiare il mondo, che cercano di salvare il Pianeta.
Leggo di ragazzi che partecipano alle conferenze internazionali sul clima (Greta Thunberg), o vincono il nobel per la Pace (Malala Yousafzai), che pronunciano discorsi bellissimi sulla resistenza e contro il nazismo (Bernard Dika), ragazze che sono diventate divulgatrici tech (Valeria Cagnina).
E io li capisco. Capisco il loro ottimismo, che forse era il mio stesso ottimismo di quando frequentavo il liceo e facevamo i Kollettivi e parlavamo della politica, del mondo, della pace e dei diritti di tutti. E credevamo che avremmo cambiato il Mondo. E sapete che vi dico? Lo abbiamo cambiato davvero! Quei diritti li abbiamo ottenuti, li abbiamo pretesi, voluti, cercati.
Costruire la fiducia. Si può fare attraverso lo studio, la passione, la politica e anche attraverso la pianificazione della propria situazione finanziaria: stabilire un piano chiaro sul proprio futuro economico e iniziare a pensarci fin da giovani, senza rimandare. Essere concreti e sognatori insieme.
Eventi come la Conferenza sul Clima di Parigi (COP 21) e il World Economic Forum di Davos hanno contribuito a creare un’ondata di consapevolezza sui temi ambientali, sociali e di governance (ESG). Le sfide dei prossimi anni non riguardano più soltanto la finanza, ma sono legati anche alle più contingenti sfide ambientali e sociali.
Il progetto di Mammafelice con AXA IM continua ancora qualche settimana: potete seguire i miei Tweet con hashtag #AXAIMVoices oppure attendere il prossimo post: insieme abbiamo deciso di produrre una bella guida per tutte le famiglie, ovviamente gratuita, sul tema del risparmio e della gestione finanziaria della famiglia. Arriva a brevissimo e ci stiamo lavorando a quattro mani, io e Nex.
Questo lavoro che facciamo insieme non ha lo scopo di convincervi per forza a fare degli investimenti, ma si pone l’obiettivo di esplorare insieme le varie possibilità che possediamo per garantirci una vecchiaia sicura e serena, godendoci gli ultimi anni della nostra vita insieme ai nostri figli: perché – credo – avremo sicuramente faticato abbastanza, anche con piacere!, e con altrettanto piacere vorremo raccogliere i frutti del nostro lavoro e dirci: La vita è proprio bella, lo è davvero!
Attendo con ansia la vostra guida. Mia figlia da noi non riceve soldi se non in particolari occasioni. La paghetta gliela danno sempre i nonni paterni, mia mamma invece i “premi” (Natale, compleanno o promozione), quindi ritengo che avere troppi soldi in tasca non sia un bene per i ragazzi, ci sono troppi modi negativi e pericolosi a portata di mano per chi ha soldi in tasca. Tolto il denaro che le serve per i suoi “vizietti” cioè la pizza con le amiche, il regalo da fare al compleanno di qualcuno, qualche capo di abbigliamento (il superfluo, io compro il necessario) il resto, se ne avanza, li mette sul librettino postale per i suoi risparmi.
Credo però che man mano che i ragazzi crescono si possa pensare di fare un piccolo investimento sicuro, che possa rendere qualcosa e fargli capire che bisogna pensare anche che non ci saranno sempre i nonni o i genitori a “moderare” tra loro e il denaro.
Io sono cresciuta in una famiglia di operai, non mi mancava niente ma ho imparato a non chiedere perchè “non si poteva”. Mia mamma ha sempre risparmiato tantissimo, non togliendosi mai uno sfizio. Non siamo mai andati in vacanza. Poi però quando ho dovuto gestire soldi miei mi sono trovata a togliermi ogni e qualsiasi “voglia”. Credo che siano due atteggiamenti entrambi sbagliati. Vorrei riuscire ad insegnare a mia figlia la “via di mezzo”
Anche io sto cercando di imparare la via di mezzo perché in alcuni periodi esagero. Non facciamo lussi, ma quegli sfizi che mi tolgo alla fine in qualche modo pesano. E allora mi chiedo: non ha più senso investirli in qualcosa che mi rimarrà, invece che in un nuovo rossetto?