Come trovare il proprio Metodo di Studio
Pubblicato il 17 Gennaio 2019 da Mamma Felice • Ultima revisione: 23 Dicembre 2021
Non è affatto semplice trovare il proprio metodo di studio, soprattutto perché a scuola non viene insegnato, con la scusa che ognuno ha un suo proprio metodo per studiare, che non può essere standardizzato.
E se è verissimo che ognuno di noi ha un modo diverso di imparare rispetto agli altri, esistono tuttavia diverse strategie intelligenti per studiare, memorizzare i concetti e anche essere più organizzati nei compiti a casa.
Non posso dirvi che i metodi che vi racconterò oggi siano scientifici, perché attengono alla mia esperienza personale (non solo in quanto studentessa, ma anche in quanto ex ‘educatrice’ e mamma che aiuta la figlia durante i compiti).
Pur non essendo, le mie, verità scientifiche, trovo che siano delle soluzioni pratiche super efficaci per trovare il proprio metodo di studio e quindi diventare efficienti nello studiare.
Metodo di studio: come organizzare i contenuti
Per prima cosa la mia esperienza mi dice che, per studiare bene e velocemente e trovare un metodo di studio efficace, bisogna saper organizzare i contenuti.
Ove possibile, cerchiamo di utilizzare quadernoni ad anelli per costruire le lezioni che dobbiamo memorizzare.
Possiamo in questo modo spostare i fogli mettendo insieme non solo gli esercizi fatti, le pagine relative alle regole scritte o anche i riassunti che abbiamo elaborato, ma possiamo aggiungere anche i nostri appunti, le mappe mentali, diagrammi o schemi e anche disegni e fotografie che ci aiutino a memorizzare i concetti.
In questo modo, invece che scartabellare tra quaderni e libri differenti per cercare tutte le informazioni che ci servono per completare lo studio di un argomento, possiamo combinare in modo fluido le lezioni per poterci preparare dei discorsi più completi e gestire più facilmente la mole delle informazioni da studiare.
Metodo di studio: come pianificare lo studio
Anche con il miglior metodo di studio al mondo, se non organizziamo e pianifichiamo i tempi per studiare, non andremo da nessuna parte.
È quindi, secondo me indispensabile, già dalla prima media, abituarsi ad avere un planning di studio o comunque una tabella di marcia o usare il diario per la pianificazione in modo da suddividere i carichi di lavoro nei vari giorni della settimana.
Due gli obiettivi di questa pianificazione:
- poter trovare il tempo per dedicarsi anche allo sport o altre attività fuori casa, o comunque al divertimento e a riposo;
- evitare picchi e sovraccarichi di lavoro, sempre per quanto possibile, in modo da spalmare tutte le attività nel corso della settimana.
Tutto questo per raggiungere un obiettivo principale: ovvero studiare ogni giorno al massimo un paio d’ore ed essere costanti nello studio.
Per pianificare i compiti settimanali possiamo innanzitutto creare uno schemino su un quaderno o una lavagna in cui inserire le scadenze e le consegne prefissate.
Possiamo inserire queste scadenze in colore rosso, ad esempio.
In blu possiamo inserire, spalmandoli nei vari giorni della settimana, tanti step successivi per dividere i carichi di lavoro.
Se ad esempio dobbiamo studiare un intero capitolo di scienze composto da 30 pagine e non vogliamo ridurci all’ultimo giorno possibile per memorizzare tutti i concetti, possiamo suddividere le 30 pagine nei 4 giorni precedenti l’interrogazione e il giorno precedente dedicarci soltanto al ripasso.
Questo non solo ci permetterà di gestire al meglio lo studio e le scadenze, ma soprattutto di placare l’ansia che ogni studente si trova ad affrontare prima di una verifica o di un’interrogazione.
Non dimentichiamoci di segnare nel nostro planning anche le attività sportive, i laboratori e anche i momenti di svago con gli amici, in modo da realizzare un planning realistico che tenga davvero conto non solo delle esigenze di studio, ma anche delle nostre esigenze personali.
Metodo di Studio: ecco tutti i modi per trovare il proprio
Per quanto mi riguarda l’obiettivo del trovare un metodo di studio efficace ed efficiente è quello di trascorrere ogni giorno non troppo tempo sui libri, per potersi dedicare anche ad altre attività.
Infatti ho sempre ritenuto che, se un ragazzo trascorre 5-6 ore ogni giorno sui libri non solo al pomeriggio, ma anche la sera, significa che quella scuola non è adatta a lui, o ci sono problemi che devono essere affrontati in maniera differente.
Ognuno di noi, anche nella scuola più complicata, dovrebbe aspirare a studiare al massimo un’ora al giorno per quanto riguarda le medie, e un paio di ore al giorno per quanto riguarda i licei e le scuole superiori.
Trascorso questo tempo non solo è stancante continuare a studiare, ma ci preclude la possibilità di coltivare anche altre passioni e interessi al di fuori dello studio, che invece sono fondamentali per la formazione del carattere, dell’autostima della fiducia in sé e anche delle relazioni sociali.
Poi, è chiaro, quando dobbiamo preparare un esame universitario o una verifica particolarmente importante alle superiori, o abbiamo delle versioni di greco particolarmente complicate da tradurre, passeremo ben più di due ore sui libri quel pomeriggio, ma per quanto mi riguarda questa deve essere un’eccezione e non una regola.
Imparare a sottolineare i libri, evidenziare e cerchiare il testo in modo efficace
Nel percorso per trovare il nostro metodo di studio possiamo innanzitutto imparare la tecnica di una sottolineatura efficace sia sui libri, sia sui nostri quaderni o appunti.
Non sempre sarà possibile sottolineare sui libri con un evidenziatore o una penna, perché spesso poi i libri vengono rivenduti o i professori stessi non gradiscono che vengano pasticciati.
In ogni caso, quando è possibile, cerchiamo di sottolineare con criterio utilizzando una regola di colori.
Per esempio possiamo:
- sottolineare in rosa una parola chiave;
- in azzurro una definizione da imparare a memoria;
- in giallo (quindi in colore più chiaro) concetti secondari da ripetere.
In questo modo anche visivamente, quando ripasseremo direttamente dal libro, a colpo d’occhio riconosceremo già la struttura della lezione e sarà più facile memorizzarla.
Per evidenziare altre parti di testo possiamo anche cerchiare alcune parole con una matita, per esempio le date o le città in cui sono avvenuti riferimenti storici o scoperte scientifiche.
L’importante è che, rileggendo il testo, nelle sole sottolineature la frase funzioni di per sé senza rileggere completamente la lezione.
Questo è come fare una sorta di riassunto visivo e colorato direttamente sul libro senza dover integrare con riassunti scritti a mano su altri quaderni.
Eventualmente, sempre per lavorare sul libro, se vogliamo inserire qualche appunto ulteriore, possiamo utilizzare dei post it su cui preparare schemi, liste o concetti di approfondimento che vanno integrati nell’interrogazione.
Annotare o copiare “parole chiave”
Su un foglio a parte, magari sempre ad anelli – così da tenere organizzate le lezioni e poter spostare fluidamente gli argomenti da una parte all’altra, per creare dei collegamenti interdisciplinari- , possiamo annotare o copiare delle parole chiave che ci aiutino a riprendere il filo del discorso.
Questa stessa operazione può essere fatta sul libro con l’uso di post-it, oppure appuntando le parole chiave su fogli a parte ,che ci possono servire anche per creare degli schemi o dei diagrammi.
Più semplicemente, possiamo anche creare una lista di parole chiave o di definizioni che dobbiamo tassativamente imparare a memoria (per esempio per le verifiche di vocaboli in inglese o francese).
Fare riassunti con le proprie parole
Per alcuni è più semplice memorizzare un testo sottolineato direttamente dal libro, come sopra.
Per altri invece risulta più semplice memorizzare una lezione se la si riassume a parole proprie su un quaderno o una serie di fogli ad anelli.
Quindi, in questo caso, possiamo preparare riassuntini brevi delle varie lezioni, utilizzando anche i colori per segnalare date, parole chiave, nomi importanti da ricordare e definizioni.
Ne emergerà un riassunto conciso e colorato che, con un solo colpo d’occhio, ci aiuterà a ritrovare gli argomenti che cerchiamo per ripassarli molto più velocemente.
Diagrammi, schemi, mappe mentali, mappe concettuali e lapbook
Negli ultimi anni le mappe concettuali sono comparse sui libri di testo stessi: si tratta di diagrammi o schemi che permettono di riassumere un argomento per punti estremamente schematici e a volte anche posizionandolo sulla linea del tempo.
Una mappa concettuale è infatti una rappresentazione grafica di una serie di concetti collegati tra di loro gerarchicamente oppure cronologicamente.
La mappa concettuale unisce concetti attraverso schemi, come quelle che ci sono nei libri dei nostri figli.
La mappa mentale collega pensieri per associazioni, con colori, parole, disegni.
Annamaria Anelli
Per approfondire c’è il blog di Roberta Buzzacchino: Mappe Mentali.
Nelle mappe non è necessario limitarsi a scrivere soltanto il testo e le parole chiave, ma possiamo sbizzarrirci nella creazione di mappe schematiche colorate divertenti e rappresentative, utilizzando anche immagini, disegnini o vere e proprie schede ritagliate da fotocopie.
Penso ad esempio alla straordinaria bellezza e completezza dei lapbook, che sono delle vere e proprie mappe concettuali espresse graficamente, non solo attraverso l’uso del testo, ma attraverso l’uso di tantissime immagini e fotografie scaricate da internet, stampate ritagliate e incollate per creare un flusso di studio estremamente piacevole, ma anche estremamente completo.
Strategie di studio
Per trovare il proprio metodo di studio bisogna dunque adottare delle vere e proprie strategie di studio ed eccone alcune super efficaci che potete provare per capire qual è la più indicata per voi, e che quindi sarà la base del vostro metodo di studio personalizzato e perfetto.
Prendere appunti efficaci
Ce lo hanno sempre detto tutti, da quando abbiamo iniziato a studiare: se stiamo attenti alle lezioni riusciamo a memorizzare meglio i concetti e dobbiamo studiare meno.
È chiaro che non tutte le volte sarà interessantissimo seguire le lezioni: vuoi per l’argomento, vuoi anche a volte per lo scarso carisma di alcuni professori. Ma in questi casi è ancora più importante prendere appunti scritti, proprio per combattere la noia e trarne vantaggio.
Sempre con i famosi fogli di quadernone ad anelli, proviamo a prendere appunti concisi ed efficaci. Non occorre che scriviamo interamente ciò che viene detto, ma possiamo appuntarci i concetti più importanti, soprattutto quelli che non sono scritti sul libro e non possiamo recuperare altrimenti.
Alle superiori e all’Università capiterà spesso che i professori aggiungano parti personalizzate di lezione, che chiederanno nelle interrogazioni o negli esami: lo fanno proprio per capire se abbiamo preso appunti e siamo stati attenti, oltre che per approfondire gli argomenti.
Per memorizzare ancora più efficacemente una lezione possiamo prendere gli appunti a matita oppure in brutta e, appena tornati a casa, ricopiarli in bella sui nostri fogli ad anelli.
In questo modo, non solo riusciremo a sistemare gli appunti a caldo finché ci ricordiamo bene che cosa è stato detto a lezione, ma faremo già una prima memorizzazione attraverso la scrittura.
Per semplificare il momento in cui si prendono appunti, cerchiamo di trovare delle strategie di abbreviazione che ci permettono di scrivere più facilmente. Quindi, ad esempio, possiamo troncare alcune parole lunghe e usare simboli per altre parole ricorrenti, e così via.
Non dimentichiamoci di scrivere una legenda delle abbreviazioni in cima ai nostri quaderni, per ricordarle anche in futuro.
Costruire collegamenti inter disciplinari
Un altro modo per memorizzare bene le lezioni, soprattutto delle materie che non ci piacciono, è quello di costruire dei collegamenti interdisciplinari tra materie, in modo da inserire curiosità ed elementi personali nei concetti che stiamo studiando, per legarli ai nostri ricordi alle nostre emozioni positive. Ricordiamoci, infatti, che si tende a ricordare meglio tutto ciò che ci provoca un’emozione.
L’unica cosa bella dello studio è proprio il piacere di imparare cose nuove. Non è importante il voto, né il giudizio che professori hanno di noi, perché quel giudizio non sempre ci identifica appieno e soprattutto non può mettere a fuoco tutte le nostre abilità e i nostri talenti.
Invece la cultura può mettere in luce le caratteristiche peculiari della nostra personalità e della nostra intelligenza e accrescerla sempre di più.
Questo sviluppo di talento possiamo crearlo approfondendo gli argomenti, cercando notizie su Google, andando a guardare video o ascoltando podcast sugli argomenti correlati alle nostre lezioni.
Questo ci permetterà di avere buoni voti scuola, ma soprattutto ci permetterà di imparare qualcosa che servirà davvero nella nostra vita e del nostro futuro.
Fare esercizi di auto valutazione
Vengono sempre snobbati, ma gli esercizi che si trovano di solito in fondo ai capitoli sono un ottimo metodo di studio, perché ci permettono di interrogarci da soli e quindi sottoporsi a una autovalutazione.
L’autovalutazione è fondamentale nello studio perché spesso, soprattutto se studiamo nella mente senza ripetere ad alta voce, pensiamo di conoscere alla perfezione degli argomenti che poi realtà non riusciamo ad esporre o non avevamo appreso così approfonditamente.
Le domande in fondo ai capitoli invece ci permettono di scoprire i nostri punti deboli prima che sia troppo tardi.
Allo stesso modo, durante le interrogazioni dei nostri compagni di classe ( anche se spesso è più piacevole chiacchierare con gli amici), sforziamoci di appuntare su un foglio le domande che vengono fatte dal professore, perché di solito queste domande si ripetono nelle interrogazioni successive e nei compiti in classe e ci danno una traccia per studiare in modo puntuale ciò che ci porterà ad ottenere risultati quantitativi migliori.
Riascoltare le lezioni
All’Università di solito si registrano le lezioni per poi, si dice, ‘sbobinarle‘, ovvero riascoltarle a casa per trascriverle e poter studiare sugli appunti.
Alle medie e alle superiori questo non è solitamente concesso, ma abbiamo la fortuna che di quasi tutti i libri moderni ormai esiste una versione digitale.
È molto utile, quindi, collegarsi al sito della casa editrice, registrarsi con il numero ISBN o il codice SIAE fornito all’interno del libro e scaricare l’audio libro dei propri libri di testo.
In questo modo potremo ascoltare il libro invece che leggerlo, e questo è un ottimo metodo di studio per chi ha una memoria non tanto visiva, quanto uditiva. Soprattutto utile a chi ha problemi nell’affrontare un testo scritto per disturbi vari di apprendimento, che in questo modo sono facilmente aggirabili.
Potremmo anche registrarci mentre ripetiamo la lezione o la leggiamo dal libro o dagli appunti, e utilizzare questa registrazione nei tempi morti per ripassare: per esempio quando siamo sull’autobus o sul treno, durante gli spostamenti in macchina con i genitori, la sera nel letto prima di addormentarci.
Addirittura, negli anni ’90 si diceva che, ascoltando la registrazione degli appunti di studio durante il sonno, la memorizzazione passiva sarebbe stata ugualmente efficace come studiarli attivamente. Non ho idea se questo sia vero o meno, ma ascoltare una volta in più una lezione può sicuramente contribuire a farcela memorizzare.
Dormire e studiare: come gestire il tempo
Sicuramente è provato scientificamente, però, che il sonno aiuta a studiare meglio e a concentrarsi meglio.
Anche se la sera siamo attirati dall’andare a letto tardi, cerchiamo di dormire almeno 8 ore per notte.
È proprio per questo motivo che suggerisco a tutti di studiare poco ogni giorno e non fare tirate all’ultimo momento: perché, avendo tempo libero ogni pomeriggio, possiamo dedicarci alle nostre passioni durante il giorno, invece che nelle ore serali.
Dormire bene ci aiuta a concentrarci, a rendere più efficiente la nostra mente e quindi anche la nostra memoria.
Siccome il nostro cervello registra tutte le attività della giornata proprio mentre dormiamo, può essere anche molto utile fare dei brevi riposini tra una sessione di studio e l’altra.
Per esempio potremmo studiare 40 minuti di seguito e riposare 20 minuti per concludere la prima ora di attività di studio e contemporaneamente anche rilassarci e ridarci la carica per la sezione successiva.
Sviluppare le abilità di concentrazione
Infine non dimentichiamo che il metodo migliore per studiare è quello di continuare a imparare ed essere in grado di concentrarsi e mantenere questa concentrazione.
Anche in questo caso, la scienza ci dice che un una massiccia esposizione a cellulari e tablet diminuisce questa capacità di concentrazione, soprattutto nell’età dello sviluppo.
Nessuno dice di togliersi il piacere di giocare ai videogiochi o stare al cellulare o guardare youtube, ma possiamo provare a limitare le ore che passiamo su questi dispositivi per iniziare delle attività che stimolino la concentrazione.
Non solo leggere libri (cosa che in effetti sarebbe auspicabile), ma anche giocare in modo intelligente. Per esempio fare partite a carte, a scacchi, a Trivial, a Taboo, a Pictionary e coinvolgere gli amici in queste attività ludiche.
Proviamo ad organizzare tornei pomeridiani per ritornare a divertirci in modo meno digitale e più analogico.
Vedrete che la differenza si noterà e tutto sommato, forse, scoprirete che ci si diverte anche di più.
Bellissimo articolo, lo farò leggere sicuramente a mia figlia che si lamenta spesso di avere difficoltà nello studio perchè non ha un proprio metodo.
In realtà poi quando apre i libri e studia prende bellissimi voti, quindi mi sembra un po’ una scusa, ma i tuoi suggerimenti sono molto pratici e per questo più utili di mille teorie.
Grazie
Grazie mille, Nadia! L’ho scritto pensando a mia figlia, che spesso si lamenta della stessa cosa… e prende comunque voti bellissimi 🙂