Non possiamo smettere di credere nei Giovani

Pubblicato il 26 Settembre 2018 da

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Sono arrivata a quell’età in cui spesso, i miei coetanei, parlano del passato come un tempo migliore: Ah, ai miei tempi! I giovani di oggi non hanno regole! Oggi le famiglie non sono capaci di dire di NO!

Torno indietro di 25 anni circa. A quei tempi credevo ancora in Dio e facevo l’animatrice, la capocampo e anche la catechista. Nella mia parrocchia c’era un parroco giovane, illuminato, di quelli che aprono le porte a tutti, come avrebbe fatto Don Bosco. Eravamo ragazzi entrambi, pieni di speranze e di voglia di fare – e forse oggi faremmo le cose con più consapevolezza? Forse oggi saremmo più cauti? Non lo so.

Io mi occupavo dei ragazzi ‘difficili’, a quel tempo. Quelli delle case popolari, quelli che a scuola andavano male, che facevano casino, che impiccavano topi morti sul cancello della scuola media. Quelli che non avevano una famiglia presente, per tanti motivi, per tanti casini della vita. Quelli che a 14 anni stavano in giro fino a tardi, la sera, anche in settimana, senza che i genitori sapessero dove come e con chi. Quelli che facevano sesso e venivano da me a chiedere test di gravidanza o preservativi.

Per un certo periodo ho provato a fare la catechista normale: a parlare di comandamenti, di Gesù, di Vangelo. Ma questi ragazzi avevano sete d’altro – mentre facevano la pipì contro il muro della Chiesa in attesa di una punizione, di una sgridata, di una porta chiusa. Di una conferma: per voi qui non c’è posto!

Con loro non potevo essere normale. Con loro non servivano i sermoni e tante parole astratte, con loro non servivano le ramanzine.

L’unica cosa che gli serviva era un Amore incondizionato, che diventasse ancora più Amore ogni volta che facevano una cavolata. Un Amore che non giudicava, un Amore che proteggeva. Un Amore che li stancava.

Ricordo quella volta al campo. Il Don che li portava a camminare per ore e ore in alta montagna, soltanto loro insieme, per farli stancare e fargli sentire la fatica. E poi tornava al campo e mi diceva: Li ho fatti camminare 4 ore, ma non si stancano mai. Io invece sono esausto.

Perché la loro sete di Amore non si stancava mai. La loro inquietudine, la loro paura feroce di non trovare un posto nel Mondo. Loro che portavano addosso quell’etichetta infausta di ragazzi difficili, di teppisti, di gente che poteva aspirare al massimo alla galera.

Una sera tardi, dopo non so quale casino che avevano combinato, io e Marco ci siamo seduti fuori da una delle camerate a parlare. Ad aprirci il cuore. Ricorderò tutta la vita quel momento, in cui abbiamo pianto insieme – io che singhiozzavo ferocemente mentre gli dicevo: Vuoi diventare come i tuoi genitori? Davvero il tuo obiettivo è diventare mediocre come loro? Marco, cazzo, non posso accettare che ti butterai via, perché tu non sei come loro.

In questi 25 anni ho ripensato tantissimo a Marco, a tutti loro. Ho pensato che avrei potuto essere più incisiva, che avrei potuto essere più flessibile, più comprensiva. Che avrei dovuto dare loro meno regole ed essere meno assoluta. Ho desiderato tanto di poter tornare indietro con la testa di adesso, per essere più risolutiva per la loro vita, per essere meno dura con loro.

Erano bellissimi.

Mara, Simona, Marco. Quanti, quanti nomi. Quanti ragazzi straordinari. Quanti ragazzi incasinati, eppure con il cuore grande, affamati di vita e di esperienze, affamati di gioventù. Affamati di Amore.

So che alcuni di loro ce l’hanno fatta. Hanno avuto figli stupendi, sono diventati i genitori che avrebbero meritato di avere.
Di altri non so più nulla, di Marco non ho saputo nulla. Ma mi piace pensare che quel pianto che ci siamo fatti in montagna, davanti a quella camerata, in qualche modo non sia stato dimenticato.

Non possiamo smettere di credere nei Giovani.

Non possiamo limitarci a etichettare tutti i ragazzi come fannulloni e scansafatiche,  maleducati, ignoranti, drogati, senza futuro.

Il nostro compito è alzare il culo e fare in modo che nessuno di loro sia perduto. Il nostro compito forse non è parlare espressamente di Vangeli, ma dimostrare con i fatti e con l’esempio che si può diventare adulti divertendosi, senza auto distruggersi. Il nostro compito non è insegnare valori teorici, ma praticare quei valori nella vita di tutti i giorni.

Dopo quegli anni, dopo le settimane di volontariato passate in una favela brasiliana, sono tornata senza Dio. Ho mollato la Chiesa, ho smesso di pregare e di cantare durante le Messe. Ho incontrato la Croce Rossa e ho fatto un altro tipo di volontariato, laico.

Ma non ho mai perso la Fede.

La mia Fede oggi è per i Giovani. La mia Fede oggi è verso gli esseri umani.

Verso le persone che ogni giorno – giovani e vecchi – continuano a credere nella vita, nel volontariato, nell’amore, nella gentilezza. Nell’aiuto.
E la mia Fede è più grande di prima, perché adesso so che l’Amore è il più grande comandamento, e che noi siamo qui – laici e credenti – per spalancare il cuore e alzare il culo, per darci da fare, per salvare almeno una vita. Fosse anche la nostra.

Non possiamo smettere di credere nei Giovani.

Non possiamo archiviare tutto con discorsi da vecchi, dicendo che ‘ai nostri tempi era tutto diverso...’, e lavarcene le mani.
Noi dobbiamo credere in loro, dimostrargli che la vita sa essere meglio di così, che non è mai finita, che essere nati in una condizione di svantaggio non ci qualifica come esseri umani inferiori.

I Giovani sono nostra responsabilità.

E se questi Giovani non vi piacciono, è perché non state facendo bene il mestiere di adulti.



Commenti

6 Commenti per “Non possiamo smettere di credere nei Giovani”
  1. Meg

    Questo articolo è bellissimo, però se mi posso permettere non lo condivido completamente. Sono d’accordissimo quando affermi che ci vuole un amore infinito con i ragazzi, specialmente quelli più “difficili”, ma ritengo che altrettanto indispensabili siano delle regole poche ma buone e inderogabili, oltre ad una giusta severità: l’amore non può sostituirsi in nessun caso ad una buona educazione, così come la buona educazione senza amore diventa una cosa arida ed inutile. E poi io credo moltissimo nel continuo e costante buon esempio dei genitori, che secondo me aiuta i bambini e i ragazzi più di mille regole e mille parole d’amore: se manca quello, bisogna fare un grosso lavoro di ricostruzione delle basi ma non penso si possa delegare a un insegnante, un prete, un educatore qualsiasi, secondo me ci vogliono persone molto più preparate!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Sono d’accordissimo 🙂
      Non ho mai messo in dubbio l’efficacia delle regole. In questo caso mi riferivo al fatto che i vecchi ce l’hanno sempre con i giovani, ma in realtà non li conoscono affatto.

  2. Meg

    Poi volevo dire che è verissimo che AI NOSTRI TEMPI era tutto diverso, ma diverso non sempre vuol dire MIGLIORE! A parte che i ragazzi sbandati, le famiglie sfasciate, gli insegnanti incapaci eccetera eccetera ci sono sempre stati e sempre ci saranno (purtroppo), ma secondo me i bambini e i giovani di oggi hanno delle possibilità meravigliose e possono fare un sacco di cose che fino a qualche anno fa erano fantascienza, in termini di istruzione, viaggi, comunicazione, rapporti con i genitori…e siamo noi adulti che dobbiamo insegnargli ad apprezzare e sfruttare al meglio tutte queste possibilità, perché mica sono fortune che hanno tutti: noi sopra i 40-50 anni ci siamo arrivati tardi, ma in gran parte del mondo ancora non ce le hanno per niente tante cose che per noi sono scontate e non degne di attenzione! Forse è vero che il troppo benessere ha un pò penalizzato i rapporti umani, ma qui forse ci sarebbe da fare tutto un altro tipo di discorso…

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Non so, dipende, come sempre…
      Per quanto riguarda me, internet ad esempio mi ha portato l’amore: senza web, non avrei conosciuto mio marito, non avrei inventato questo lavoro.
      Il benessere sta aiutando mia figlia a fare laboratori che io non ho mai potuto fare…
      Come sempre secondo me è la via di mezzo che funziona. Forse non è facile trovarla, ma secondo me il mondo è fatto molto più da brave persone, che da cattive persone. Sul cuore delle persone, io sono sempre molto ottimista.

  3. Meg

    Un’ultimo pensiero e poi finisco la predica (mi scuso per la lunghezza di questo papiro ma l’argomento mi ha colpito molto): da persona credente e praticante, posso affermare con certezza che Gesù sempre ha detto (e soprattutto messo in pratica!) che L’AMORE E’ IL PRIMO DEI COMANDAMENTI! E’ verissimo che ci sono persone “di Chiesa” che questo non se lo ricordano più o preferiscono non ricordarselo, ma ce ne sono molte di più che tutti i giorni vivono e agiscono in base a questo comandamento…sarebbe davvero l’unica regola che, se rispettata da tutti nei confronti del mondo intero, renderebbe già questa nostra povera Terra un Paradiso!

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