IUI inseminazione intra uterina: cos’è e come funziona
Pubblicato il 27 Giugno 2018 da Loredana Amodeo
Oggi parleremo di una delle tecniche di riproduzione assistita più semplici e meno invasive, ovvero la IUI (inseminazione intra uterina).
Questa tecnica di riproduzione consente la deposizione degli spermatozoi, precedentemente trattati in laboratorio, all’interno dell’apparato genitale femminile attraverso un catetere molto sottile. Questo processo sostituisce il rapporto sessuale tra la coppia e facilita l’incontro tra lo spermatozoo e l’ovulo da fecondare, poiché accorcia il tragitto.
Per praticare la IUI è opportuno che la donna venga sottoposta ad una moderata stimolazione ovarica farmacologica attraverso le gonadotropine (medicinale specifico), per consentire la crescita di più follicoli. Tale stimolazione dovrà essere sottoposta a controllo ecografico per monitorare quando l’ovulazione sta per compiersi ed effettuare così l’inseminazione intra uterina.
Indice dell'articolo
IUI, funziona?
L’inseminazione intra uterina, come già detto in precedenza, consiste nell’inserimento degli spermatozoi, precedentemente trattati in laboratorio, direttamente nell’utero femminile, così da favorire il concepimento in questo modo:
- Vengono introdotti spermatozoi qualitativamente e quantitativamente superiori rispetto ad un normale rapporto sessuale, dove la maggior parte di essi muoiono tra vagina e cervice.
- Gli spermatozoi si troveranno molto più vicini all’ovulo da fecondare durante l’ovulazione precedentemente monitorata.
Questa tecnica viene utilizzata dal medico in presenza di un’infertilità sine causa, ovvero quando la coppia ha effettuato tutti gli opportuni esami ma quest’ultimi risultano nella norma, oppure se ci sono problemi di assenza di muco cervicale, o ancora se la qualità del seme risulta bassa per riuscire ad arrivare all’ovulo e fecondarlo.
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Il medico prima di eseguire un’inseminazione intra uterina prescrive alla donna un esame da effettuare in laboratori specializzati per verificare la pervietà delle tube (le tube devono essere aperte per consentire il passaggio dell’ovulo fino all’utero) che prende il nome di isterosalpingogramma.
Perché si ricorre alla IUI
Esistono svariati motivi affinché una coppia decide insieme al proprio ginecologo di eseguire un’inseminazione intra uterina: di seguito vi riportiamo le più significative.
- Quando l’uomo presenta, attraverso un esame di laboratorio specifico, scarsa qualità e quantità dello sperma, quindi potrebbe essere più difficile per gli spermatozoi arrivare all’ovulo e fecondarlo. In questo caso la IUI potrebbe riuscire a compensare tale problema, poiché gli spermatozoi che vengono introdotti direttamente nell’utero sono trattati prima in laboratorio (vengono cioè capacitati, eliminando quelli poco mobili e con forme anomale, favorendo quelli mobili e con forma normale).
- Se la donna soffre di endometriosi potrebbe avere delle difficoltà a concepire un bambino naturalmente, allora si potrebbe ricorrere alla IUI, che con la giusta stimolazione ovarica e con spermatozoi in ottima salute potrebbe risolvere il problema.
- Infertilità sine causa, quindi senza una vera e propria ragione.
- Poca produzione di muco cervicale o la totale assenza di esso; questa potrebbe essere una causa del non concepimento, poiché il muco cervicale aiuta durante il periodo fertile gli spermatozoi a percorrere il tragitto per arrivare all’ovulo, ma se il muco è scarso o assente o troppo denso, gli spermatozoi potrebbero trovare difficoltà ad arrivare all’obiettivo. In questo caso la IUI potrebbe essere d’aiuto perché gli spermatozoi vengono depositati direttamente dentro l’utero superando la cervice, quindi la presenza o meno di muco cervicale diventa irrilevante.
- Se la coppia per svariati mesi ha provato a concepire un bambino tramite stimolazione ovarica attraverso il Clomid (o altro medicinale da stimolazione) o attraverso rapporti sessuali mirati senza successo.
- Se un membro della coppia soffre di patologie sessualmente trasmissibili, come l’HIV, ma comunque desiderano un bambino che non può essere concepito attraverso un rapporto sessuale, si ricorre all’inseminazione intra uterina.
Potrebbe capitare, ma molto raramente, che la donna sia allergica alle proteine presenti nello sperma dell’uomo, ma nel caso in cui la coppia ricorra all’inseminazione intra uterina questo problema viene ovviato poiché, durante la capacitazione degli spermatozoi in laboratorio prima dell’inseminazione, gran parte delle proteine, come gli spermatozooi “cattivi”, vengono eliminate.
Tempistiche del trattamento della IUI
È estremamente necessario individuare il momento giusto per procedere con l’inseminazione intrauterina, poiché l’ovulo è fecondabile solo per 12-24 h circa, quindi intervenire con molto anticipo o con estremo ritardo potrebbe rendere vano il tentativo di concepimento, causando la morte degli spermatozoi introdotti nell’utero.
Per individuare la giusta tempistica il ginecologo si avvale di una semplice ecografia transvaginale, che consente di individuare e controllare lo sviluppo degli ovociti rilasciati dalle ovaie nel periodo fertile.
Come funziona la IUI
Non appena si verifica la giusta maturità dell’ovocita, verrà somministrato alla donna un ormone (gonadotropine umane corioniche), che ne stimolerà il rilascio da parte del follicolo, e dopo qualche ora, a discrezione del ginecologo, verrà effettuata l’inseminazione.
La donna si accomoderà sul lettino supina, con le gambe divaricate posizionate sulle staffe, il ginecologo userà uno strumento detto speculum che verrà inserito in vagina e la manterrà aperta. Attraverso un catetere, un tubicino molto sottile e flessibile, che viene immesso in vagina fino ad arrivare nell’utero, verrà rilasciato lo sperma precedentemente preparato. Questa pratica risulta praticamente indolore, ma alcune donne potrebbero riscontrare piccoli crampi simili a dolori mestruali ma comunque di lieve entità. Dopo l’inseminazione, la donna viene lasciata in posizione per qualche minuto, poiché alcuni studi scientifici hanno dimostrato che potrebbe aumentare le possibilità di concepimento.
Il tutto ha una durata di circa 15 minuti, non è necessaria l’assunzione di antidolorifici e la coppia può tornare liberamente a casa. È possibile riscontrare qualche piccola perdita di sangue per un paio di giorni dopo l’inseminazione intra uterina.
Risultati e percentuali di gravidanza
Dopo la procedura si aspettano due settimane per effettuare un test di gravidanza, anche se il ginecologo consiglia quasi sempre di effettuare un esame di sangue poiché risulta molto più affidabile e sensibile nell’individuare gli eventuali ormoni che indicano la presenza di una gravidanza rispetto ad un comune test comprato in farmacia.
Se il test viene effettuato con anticipo, e quindi prima delle due settimane raccomandate, potrebbe dare dei falsi risultati, come ad esempio:
- falso negativo: si verifica quando gli ormoni della gravidanza non sono ancora quantitamente misurabili anche se il concepimento è avvenuto.
- falso positivo: si verifica quando durante la terapia sono stati somministrati ormoni per la stimolazione, come l’HCG ovvero lo stesso ormone che indica una gravidanza, ed essendo ancora in circolo danno una falsa positività.
Se l’inseminazione dovesse fallire è consigliabile riprovare la stessa procedura ancora per qualche mese prima di intraprendere altre strade. Si può tentare per un massimo di 6 mesi, poiché le statistiche rivelano che circa l’88% di gravidanze si instaurano nei primi 3 mesi di trattamento e circa il 95% nei primi sei mesi, oltre questi tempi proseguire potrebbe risultare inutile.
Rischi della IUI
I rischi che si potrebbero riscontrare attraverso un’inseminazione intra uterina sono pressoché minimi.
Alcune donne durante la procedura potrebbero avvertire qualche crampo simile al dolore del ciclo mestruale, ma di poca durata.
Se vengono usati farmaci per la stimolazione ovarica esiste il rischio di gravidanze gemellari o plurigemellari, poiché le ovaie potrebbero produrre più di un ovocita fecondabile. Se durante l’ecografia viene visualizzato più di un ovocita e non si vuole intercorrere a gravidanze gemellari il trattamento può essere tranquillamente abbandonato e ripreso il mese successivo.
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Attenzione: vi ricordiamo che questi articoli sono intesi come frutto di esperienza personale. Per qualsiasi problema o iniziativa, occorre consultare il proprio medico.