Depressione post partum: come prevenirla
Pubblicato il 12 Giugno 2018 da Valentina Colmi
La depressione perinatale può cominciare a lanciare alcuni segnali anche durante la gravidanza: l’importanza è riconoscerli e cercare di prendere in carico le situazioni di rischio, in modo che non si sviluppi poi la malattia dopo la nascita del bambino.
La cosiddetta depressione pre parto può manifestarsi attraverso diversi sintomi, che in realtà sono assolutamente generici e che spesso vengono trascurati proprio per il fatto che una futura mamma non ammette di sentirsi a disagio con la sua gravidanza. Una donna infatti non può permettersi di manifestare dei sentimenti ambivalenti nei confronti del “miracolo della vita”: la pressione sociale è tale che deve provare solo gioia e gratitudine.
I sintomi possono essere soprattutto legati all’ansia del futuro ruolo di genitore, al vissuto fino a quel momento (magari pensando ad una situazione famigliare o economica non particolarmente favorevoli), al rapporto con la propria madre.
Sono più o meno gli stessi elementi che si possono riscontrare nella DPP. Ecco perché come si diceva è fondamentale prevenire. Come?
Frequentando dei corsi di accompagnamento alla nascita che possano affrontare la gestazione non solo dal punto di vista pratico – imparare come cambiare pannolini e curare il cordone è utile, però si impara con il bambino “vero” – ma anche e soprattutto emotivo.
Proprio durante i corsi pre parto – da svolgersi anche lo psicoterapeuta e non solo con le ostetriche – le mamme dovrebbero essere in grado di esprimere le proprie paure e preoccupazioni senza sentirsi giudicate.
Solo quando le donne sono libere di condividere apertamente il proprio stato, si possono individuare dei possibili casi di rischio. In questo modo si possono sostenere maggiormente la donna e il compagno in vista del futuro ruolo di genitori; si può intervenire con trattamenti psicologici di breve durata quando si manifestano ad esempio ansia e vissuti depressivi precedenti e ovviamente si può effettuare una diagnosi precoce e dare avvio ad interventi per ridurre la durata della possibile depressione.
Purtroppo non è detto che l’intervento tempestivo impedisca l’insorgere di una DPP dopo il parto, ma sicuramente la futura mamma sarà più consapevole e preparata, senza affrontare come un totale salto nel buio quello che succederà.
Depressione post partum: le future mamme vogliono sapere?
Spesso le neo mamme si trovano sole dopo la nascita del proprio bambino. Se fino alla fine della gravidanza erano loro le protagoniste di tutte le attenzioni, una volta che hanno partorito, è molto probabile che l’interesse sia rivolto soprattutto al piccolo arrivato.
Per una relazione efficace – lo dicono gli psicologi e i terapeuti che si occupano di maternità e genitorialità – bisogna occuparsi anche del benessere della madre.
C’è un bellissimo pensiero della scrittrice Simona Vinci che dice rivolta al figlio:
“Non voglio darti la Madre Perfetta, voglio darti Tua madre. Ho la sfacciataggine e l’arroganza di credere che questa madre ti piacerà, e ho la sfacciataggine e l’arroganza di credere che a tutti i bambini del mondo piacerebbe di più la propria vera madre piuttosto che una finta Mammità Perfetta”.
Secondo me tutte le donne dovrebbero tenere a mente questo. Eppure in tante, troppe, si affannano a rincorrere un modello di madre che non esiste. Che non può esserci se non nelle pubblicità artefatte e appiccicaticce degli anni ’50.
Oggi le mamme sono sottoposte ad un’enorme pressione: devono rimanere subito incinte, avere una gravidanza da manuale, partorire e poi non avere più alcun segno della nascita.
E questo viene visto come un segno di bravura, non che qualcosa non va, che bisogna prendersi il giusto tempo. Già, perché di tempo scorre, non si è capaci di attendere sia per l’attesa – scusate il gioco di parole – sia dopo il parto.
Ecco perché spesso le donne rifuggono l’informazione. Perché pensano di non averne bisogno. Perché credono di poter fare tutto.
E soprattutto perché ritengono che certe cose a loro non capiteranno. Si credono forti, indistruttibili. Forse non immaginano che sconvolgimento totale sarà avere un figlio.
Ovviamente ciò varia da caso a caso, ma anche coloro che hanno un piccolo dubbio, magari un’idea di ambivalenza verso il proprio futuro figlio, la scacciano perché attorno a loro si predica la felicità, la sola unica forma possibile di rappresentazione della gravidanza.
Per questo quando magari gli psicologi cercano di parlare di depressione post partum nei corsi pre parto, c’è spesso un atteggiamento di rifiuto e di superficialità: il momento è felice, appunto, perché rovinarlo?