Logopedia nel pubblico VS logopedia nel privato: quali differenze?
Pubblicato il 18 Aprile 2018 da Mamma Felice
In ambito sanitario esistono molti preconcetti e luoghi comuni; uno dei più diffusi e radicati è senz’altro quello di pensare che il servizio pubblico sia di cattiva qualità a fronte di un servizio privato che invece, essendo a pagamento, è di certo di alto livello.
Non amo generalizzare perché penso davvero che i servizi li facciano le persone e che, quindi, in tutti i campi si possa trovare il professionista più o meno qualificato e che porta avanti il proprio mestiere con grande passione.
Se però dobbiamo proprio parlarne, penso che in generale il servizio pubblico italiano sia di buona qualità. Va specificato che l’organizzazione sanitaria è regionale e questo può comportare grandi differenze da un servizio ad un altro, seppur nel rispetto delle prestazioni minime garantite.
Venendo nello specifico degli interventi logopedici rivolti all’infanzia, cerchiamo di definire quali sono i possibili percorsi che una famiglia può seguire per incontrare un logopedista.
Il primo punto che tengo davvero a specificare, è che la prima figura a cui fare riferimento è di certo il pediatra di libera scelta; questo medico segue il vostro bambino presumibilmente da quando è nato ed è proprio a lui/lei che è bene rivolgersi in prima battuta per piegare nel dettaglio le vostre preoccupazioni in merito allo sviluppo linguistico del vostro piccolo.
Il mio consiglio è quello di arrivare all’appuntamento col pediatra con le idee chiare perché, come ben sappiamo, il consiglio che si riceve inizialmente, è quello di non preoccuparsi e che il bambino è ancora piccolo e che prima o poi il suo linguaggio si sbloccherà.
Se avrete già preso le giuste informazioni, potrete affrontare il tema con maggiori informazioni e valutare col pediatra il da farsi.
Siccome si parla di servizi pubblici, è doveroso ricordare che molti bambini hanno necessità legate al linguaggio, perciò meglio prenotare la prima visita piuttosto che trovarsi poi a dover attendere 3-6 mesi quando sarà ora di muoversi velocemente. Nel frattempo potrete riflettere e disdire la visita se non vorrete più procedere. Per prenotare la visita è dunque necessaria l’impegnativa del medico di base.
Il primo accesso avviene sempre con un medico neuropsichiatra o uno psicologo, allo scopo di valutare lo sviluppo generale del bambino; successivamente ci sarà un appuntamento con il logopedista per il vero e proprio inquadramento linguistico. Nella maggior parte dei casi il problema del bambino è prettamente linguistico, ma il neuropsichiatra si occupa di un inquadramento generale che serve per escludere altre difficoltà.
Passando al panorama privato, invece, l’accesso a una prima valutazione del linguaggio è senz’altro più semplice: potete anche decidere di farlo in autonomia, anche se io credo che sia sempre bene parlarne col vostro medico, ma è necessario fare un po’ di attenzione nella scelta del professionista.
La logopedia è una disciplina molto vasta che si occupa di prevenzione e riabilitazione dall’infanzia fino all’età senile; se quando ci si rivolge ad un servizio pubblico per l’infanzia possiamo essere sicuri che il personale è specificamente formato in questo ambito, nel settore privato è possibile che un logopedista non tratti certi disturbi, per esempio ci sono logopedisti che si occupano solo di adulti, altri solo di disturbi dell’apprendimento ecc… perciò spendete un po’ di tempo per valutare il giusto professionista.
Indice dell'articolo
COME SI SVOLGE IL PERCORSO LOGOPEDICO
Il primo passo, come già spiegato, consiste sempre in una valutazione del livello di sviluppo del bambino che poi deve essere bene spiegata a voi genitori con il rilascio anche di una relazione scritta che attesti i contenuti della valutazione svolta.
Da questa valutazione, il logopedista saprà dirvi se il vostro bambino necessita di un trattamento logopedico volto a stimolare il linguaggio, oppure se è abbastanza vicino alle attese per la sua età, e quindi può essere rivisto dopo 3-4 mesi per capire se le cose procedono bene, oppure è necessario intervenire.
È molto importante continuare a monitorare lo sviluppo del linguaggio anche se si decide di non iniziare un percorso di logopedia, perché ciò che può essere adeguato a 30 mesi di età, potrebbe non esserlo più a 36-38 mesi.
Se invece dalla valutazione emerge la necessità di un intervento logopedico specifico, allora è necessario sapere che il trattamento dovrebbe essere intenso (2 appuntamenti a settimana) e con obiettivi e tempi ben precisi: cioè dovete essere informati di quali saranno i risultati che si vogliono ottenere e con che tempi. Al termine, per esempio dopo 3-4 mesi, sarà necessario misurare nuovamente le capacità linguistiche del bambino per capire se e come si sta modificando e quali nuovi obiettivi perseguire.
QUANDO INIZIARE?
Il mio consiglio, basato su criteri clinici ben precisi, è di non andare oltre i 3 anni se il vostro bambino parla male o poco, perché mediamente, uno sviluppo linguistico fisiologico, prevede che a questa età i bambini parlino in modo piuttosto chiaro (devono essere capiti da tutti) e almeno con frasi semplici di 3-4 elementi o più.
Per approfondire il tema delle tappe di sviluppo del linguaggio nel bambino, potete leggere il post precedente: Bimbi che parlano poco: quando preoccuparsi?
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Articolo a cura di Eleonora La Monaca, conosciuta in Rete come Mammalogopedista.
Per approfondire il tema della valutazione del logopedista, potete leggere il suo post: Valutazione logopedica, come avviene e perché non temerla.
Carissima Barbara, sono d’accordo con te che il servizio pubblico sia ottimo in Italia, ma da dipendente sai qual è il suo limite?
Gli orari.
Danno sempre visite al mattino e io sono costretta x moltissime cose ad andare privatamente perché non posso permettermi di chiedere permessi o ferie.
Per assurdo al pomeriggio gli stessi specialisti fanno visite esami etc. sempre nelle stesse strutture, ma a pagamento. Ecco secondo me questo andrebbe cambiato. Un bacione.
Rispondo io, Eleonora La Monaca, logopedista e autrice dell’articolo, che per 15 anni ha lavorato proprio in un servizio pubblico.
Il servizio pubblico ha certamente dei limiti legati principalmente al grandissimo numero di piccoli pazienti in carico.
Non è vero però che i servizi lavorano solo al mattino, io per esempio ho sempre lavorato anche al pomeriggio e specifico che i logopedisti dipendenti non possono fare libera professione all’interno delle strutture (solo i medici possono farlo).
Uscendo però dal semplice problema dell’orario, è necessario anche capire che i bambini hanno risorse fisiche e mentali migliori in certi momenti della giornata è che è improbabile ottenere lo stesso grado di successo alla sera alle 18 rispetto alla mattina alle 8-9. Ma anche le 16, per esempio, dopo un’intera giornata passata all’asilo …
Attualmente lavoro privatamente in un mio studio e lavoriamo molto di più al mattino che la pomeriggio con i bambini almeno fino ai 5 anni, per la famiglia è un sacrificio enorme che dura circa 3-6 mesi 2 volte alla settimana, ma i risultati sono garantiti …
Certo per alcune famiglie ci sono difficoltà organizzative maggiori rispetto ad altre, ma con un po’ di pazienza da parte delle famiglie e di disponibilità massimo di orari da partr nostra si riesce sempre ad ottenere l’organizzazione migliore per quel bimbo.
🙂