Come trovare il proprio metodo di studio con l’Homeschooling
Pubblicato il 9 Aprile 2018 da Mamma Felice
Quando noi eravamo bambini imparavamo a studiare sui libri o al massimo con i “lucidi” proiettati su una parete bianca (gli antenati di power point!); oggi invece abbiamo accesso a tantissime risorse, non solo scritte, ma anche multimediali; abbiamo sperimentazioni didattiche di ogni tipo, alcune presenti ormai da anni e di provata efficacia.
Eppure la maggior parte delle scuole e degli insegnanti continua a proporre la lezione frontale e lo studio sul libro per la quasi totalità delle materie.
Forse è anche per questo che molte famiglie cercano soluzioni di apprendimento più vicine a come sono oggi i ragazzi.
Uno di questi fenomeni è la scuola famigliare o homeschooling, che in Italia si è diffusa solo negli ultimi anni, ma che in altri paesi come l’America è conosciuta e apprezzata.
Si stima che in Italia siano circa 1500 le famiglie che hanno fatto questa scelta, spesso aspramente criticata da amici e parenti.
Quella di Barbara di Genitorichannel è una di quelle famiglie: hanno scelto di occuparsi personalmente dell’istruzione dei propri figli per 5 anni (l’intero ciclo della scuola primaria) ed è stata un’esperienza entusiasmante e sfiancante al tempo stesso, come ci ha già raccontato nell’articolo: Tutto sull’homeschooling.
In questi anni Barbara ha raccolto moltissime informazioni che ha condensato nella guida all’homeschooling in Italia, appena pubblicata su GenitoriChannel.it. La guida è arricchita da interviste e testimonianze di alcune tra le tante famiglie che hanno conosciuto in questi anni.
Ed ecco i loro consigli per affrontare l’homeschooling e insegnare ai propri figli a trovare il proprio metodo di studio.
Indice dell'articolo
Come iniziare a fare homeschooling
Se siete curiosi o interessati alla scuola famigliare la prima cosa che vi consiglio è quella di cercare altre famiglie che hanno già fatto questa scelta per potervi confrontare e per poter capire se è la strada che fa per voi.
Potete iniziare a fare homeschooling in qualsiasi momento dell’anno e qualsiasi età abbia vostro figlio; è necessario però fare una comunicazione apposita e inviarla all’autorità competente (di solito il Sindaco e il Dirigente Scolastico). Se avevate precedentemente iscritto il bambino in una scuola dovete effettuare anche il ritiro.
Nella guida trovate tutte le informazioni e gli esempi da seguire per adempiere agli obblighi di legge per fare homeschooling in Italia.
Una volta smarcata la burocrazia potete iniziare davvero. Qualunque età o storia scolastica abbia vostro figlio, la cosa che vi consiglio è di prendervi un periodo di osservazione e di concentrarvi inizialmente solo sulla relazione con il bambino.
Forse ha alle spalle una brutta esperienza in scuola e quindi rifiuta qualsiasi proposta didattica, oppure potrebbe essere al contrario molto curioso (specialmente se è piccolo), oppure ancora non sa come strutturare il tanto tempo libero che si ritrova.
In questa prima fase dedicatevi solo ad attività che siano piacevoli, divertenti e stimolanti anche se non vi sembra che abbiano un’attinenza con il programma o con la didattica in generale.
Imparare è bello
I bambini sono naturalmente portati ad imparare. È una spinta evolutiva forte. Pensate ai bambini piccoli quando vogliono imparare a stare seduti o a camminare: ci mettono tutta la loro determinazione e non si scoraggiano alla prima caduta, ma continuano a provare e a sbagliare finché non imparano.
La stessa voglia di imparare la ritroviamo anche nei bambini in età scolare quando si appassionano a qualche argomento in particolare, per esempio i dinosauri o gli aerei, oppure quando smontano e rimontano mille volte le costruzioni.
Certo, non tutto si può imparare divertendosi: mia figlia per esempio non ha mai amato la matematica e la geografia, mentre il più piccolo non legge volentieri; ma di fondo entrambi i miei figli e i tanti homeschooler che ho conosciuto hanno imparato tantissime cose senza sforzo, divertendosi e fissando concetti a volte anche complessi senza doverli ripetere e ripetere ancora mille volte.
Studiare o imparare?
Si può studiare per ore senza imparare nulla perché l’apprendimento, quello vero, avviene quando ci si immerge completamente in un argomento. Lo si fa proprio, lo si collega a qualcosa di reale che già esiste nella propria vita e soprattutto quando se ne capisce lo scopo.
Ecco perché i libri sono solo uno dei tantissimi modi di imparare e solitamente non sono il più efficace.
Fu Benjamin Franklin a dire:
“Dimmi e lo dimentico, insegnami e lo ricordo, coinvolgimi e lo apprendo.”
Pensate per esempio alle tabelline, una delle cose più noiose che ci ricordiamo della scuola poiché, essendo un apprendimento mnemonico, bisogna ripeterle tantissime volte.
Ora però immaginate di snocciolarle mentre fate una passeggiata, contando i passi e poi saltando al numero giusto, oppure immaginate una canzone con tante rime che ci aiutino a ricordare “5×4=20 questo drago ha lunghi denti, 5×6=30 se lo chiami si spaventa…”
E se alla fine giocassimo ad un videogioco in cui sconfiggiamo il mostro solo quando azzecchiamo le tabelline? O ancora attacchiamo alla porta un cartellone su cui disegnare 10 mani, una per ogni numero della tabellina che vogliamo imparare, possiamo uscire solo dopo aver dato un bel “give me five” ad ogni mano (con la risposta giusta ovviamente!)
Questi sono solo alcuni esempi di come una cosa tanto noiosa come la ripetizione delle tabelline possa diventare divertente per i bambini.
Imparare con passione e divertimento
Molto spesso siamo proprio noi adulti ad aver perso la voglia di continuare ad imparare e questo è il dono più grande che mi è arrivato insieme alla scelta della scuola famigliare: ho rivalutato molti argomenti che a scuola mi avevano annoiato e mi sono riempita di “voglia di imparare”.
Anche ora che i miei figli sono a scuola a volte ci capita di “mettere in scena” qualche argomento che stanno studiando per aiutarli a memorizzarlo più facilmente.
Non c’è bisogno di costosi materiali o di vivere viaggiando (anche se sarebbe bello!), è sufficiente la passione e la creatività.
La storia per esempio si presta benissimo ad essere rappresentata: è sufficiente dispiegare un atlante o una mappa, creare i personaggi principali con pupazzi, Lego o qualsiasi altra cosa (noi una volta abbiamo usato persino i pezzi degli scacchi!) e poi mettere in scena le varie vicende del periodo storico che si sta studiando.
Più strumenti provate ad utilizzare più è facile che il bambino trovi il metodo di studio più adatto a lui perché diciamo sempre che i bambini sono tutti diversi, ma poi offriamo a tutti lo stesso modo di studiare che, nella mia esperienza è anche il più noioso e il meno efficace.
Un altro esempio può essere lo studio della geografia a partire dal cibo, ogni regione ha i suoi piatti tipici che sono legati non solo alla tradizione, ma anche alla storia di quella regione, ai popoli che l’hanno abitata, alle produzioni agricole tipiche, al territorio e al clima.
In Piemonte per esempio si mangia tantissima carne proprio perché l’allevamento è molto diffuso ed è interessante scoprire che nel piatto tipico, la bagna caoda, l’ingrediente principale sono le acciughe, nonostante sia una regione che non è bagnata dal mare. Le acciughe però passavano dal Piemonte attraverso la “via del sale” poiché venivano conservate e vendute sotto sale (questo l’abbiamo scoperto da una fonte sicuramente attendibile: il nonno!).
Nella mia guida Come fare homeschooling in Italia troverete molti spunti e un vademecum con siti e risorse utili per sperimentare un apprendimento felice.
Buon divertimento!
Barbara, Genitorichannel.
Se avete domande o curiosità sull’homeschooling rispondo con piacere 🙂
Mi dispiace, ma in questa cosa non ci vedo proprio niente di migliore rispetto alla scuola “tradizionale”: forse è un mio limite, ma secondo me manca totalmente “il confronto” che io credo sia alla base solida di qualsiasi crescita. Il confronto con gli insegnanti rispetto ai genitori, il confronto con i compagni rispetto ai fratelli, il confronto con un ambiente diverso da quello domestico, ma anche la noia di certi pomeriggi a scuola, la fatica nell’affrontare certe materie in un certo modo, il dover rallentare o accelerare il passo rispetto alle esigenze dei compagni più o meno dotati, io penso che questa sia la concreta ricchezza della scuola che prepara alla vita vera!
Premetto che io non sono contraria alla scuola tradizionale e credo che l’homeschooling sia solo un’altra possibilità rispetto alla scuola pubblica o a quella privata, un po’ come vivere in città o in campagna, non è per forza migliore una delle due cose, dipende da ciascuna famiglia e dalla vita che ha scelto di vivere (oltre che dai limiti personali e lavorativi ovviamente).
Tutto quello che tu dici avviane, in misura o forma differente anche con l’homescholing, purtroppo il fatto che ci siano poche famiglie che fanno scuola famigliare porta ognuno a farsi un’idea di come vivono questi bambini che di solito non è così aderente alla realtà.
Occorre sicuramente un impegno dei genitori in tal senso ma gli homeschooler di solito hanno una vita abbastanza ricca proprio perché hanno molto tempo a disposizione, molti viaggiano con le proprie famiglie, frequentano assiduamente i parchi giochi, partecipano agi scout, passano pomeriggi al maneggio o si ritrovano con altri homeschooler…
Diciamo che dipende molto dalla situazione specifica di ogni famiglia e sul fatto che la scuola prepari alla vita vera ci metterei un DIPENDE grosso come una casa 🙂 Da quello che posso vedere dal mio piccolo angolo di osservazione la scuola non è cambiata molto negli ultimi 50 anni, si continua a studiare solo sui libri, più o meno gli stessi argomenti e più o meno nello stesso modo… il mondo però è cambiato completamente e quello dei ragazzi ancor di più!
Non mi permetterei mai di giudicare le scelte e le possibilità delle persone, non ne ho né il diritto né la competenza. Per come l’ho vissuta io (e per come continuo a vederla) la scuola è una “esperienza” (che può essere a volte bella e a volte brutta, come lo sono tutti gli eventi della vita, ed è questo che intendo quando dico che la scuola prepara alla vita vera)…sul fatto dello studio e dell’imparare, è soggettivo, per questo io partirei dalla scuola come base e poi approfondirei a casa a seconda delle capacità e delle inclinazioni dei figli, proponendo delle attività mirate…Quello che mi lascia perplessa è il fatto che si scelga di privare i figli della “esperienza” della scuola, oggi che le esperienze sembrano essere alla base di tutto, e non riesco a capire perché (ribadisco che non conosco affatto l’argomento se non per sentito dire, ormai non mi interesserebbe più perché i miei figli sono grandi, ma mi incuriosisce molto tutto ciò che riguarda i cambiamenti dell’etica, della società, dell’istruzione, perciò mi intrometto in una discussione per cui non ho titoli se non la voglia di saperne di più, mi scuso se sono indiscreta o invadente)
Questo è il luogo comune che chi fa homeschooling si confronta solo con la famiglia! Niente di più sbagliato! Io ho 5 figli che studiano a casa, i più grandi sono anche adolescenti e ti assicuro che si confrontano con tantissime persone visto che viaggiamo e si preparano alla vita vera molto di più di chi va a scuola!
Secondo me non c’è un migliore e un peggiore, e non vedo il post come un confronto, ma come uno spunto. Io non sceglierei homeschooling per i tuoi stessi motivi, e anche perché non sono abbastanza preparata. Ma conosco casi di grande successo. Tanto per citare altre persone: Sybille Kramer, che dopo la sua esperienza con i figli è diventata maestra per altri bambini.
Ecco, per esempio questa è una cosa che mi impensierisce: non tutti i genitori sono adatti a fare gli insegnanti, ma siamo sicuri che tutti se ne rendano conto, lo ammettano e accettino di farsi da parte? Esiste un “controllo” in questo senso? Io sono mamma e non ho mai avuto grosse difficoltà ad aiutare i miei figli con la scuola, ma se avessi dovuto INSEGNARE dalle basi non avrei saputo da che parte cominciare e non escludo che avrei potuto fare grossi danni! Massimo rispetto per chi è in grado di fare in maniera adeguata entrambe le cose, ma io non ci riuscirei mai (e non so se si possa “imparare sul campo”!)
Sono d’accordo e ti dirò che no, secondo me non tutti si rendono conto dei propri limiti. 🙂
Che poi, un’altra mia resistenza è: siamo sicuri che i genitori debbano diventare anche insegnanti dei figli? Questa mescolanza di ruoli cosa può comportare? Come si può mantenere comunque un certo rigore nello studio, se sei tu il maestro? Ecco: questo è un altro motivo per cui io non lo farei, parlando di insegnare proprio italiano, matematica, ecc…
Voglio essere la mamma, quella che poi al pomeriggio ti fa colorare con le dita, non quella che ti insegna le frazioni (che tra l’altro non so!).
C’è da dire però che di solito gli homeschooler sono tutti molto acculturati, laureati, persone di cultura elevata.
Come Barbara Motolese sa – perché ne abbiamo parlato molto in questi anni e io la stimo parecchio – un’altra mia resistenza è il fatto che alla fine tocca quasi sempre alla mamma stare a casa con i figli a fare la scuola, di rado al papà. E come sai io invece sostengo che le donne dovrebbero lavorare ed emanciparsi dal ruolo 100% di casalinga / caregiver, quindi torno nel loop che alla donne viene negata la libertà di esprimersi anche fuori casa – anche se so che è una scelta.
Insomma: ho moltissima stima di Barbara e di molte persone che praticano HS (come Sybille, ad esempio), ma non fa per me. Ma mi piace molto parlarne e poter veicolare le giuste informazioni, per chi vuole saperne di più.
Rispondo sulla mescolanza di ruoli genitore/insegnante perché è una domanda che mi hanno posto spesso.
Intanto c’è da dire che quando si fa homeschooling la parte dedicata allo studio con libri e quaderni è molto piccola, noi dedicavamo 1 ora circa al giorno, questo perché molte delle cose che a scuola si fanno sui libri noi le facevamo sul campo potendo muoverci più liberamente tra musei, esperimenti, laboratori, documentari, ecc.
Io mi sono ritrovata a fare “l’insegnante” effettivamente solo nell’ultimo anno in vista del rientro scolastico della mia figlia più grande che è entrata nella scuola secondaria e aveva bisogno di imparare il metodo scolastico ovvero lo studio delle materie separatamente sui libri.
Detto questo, io non capisco davvero la domanda, non è che quando le cucini diventi cuoca o quando la porti alle attività sportive diventi tassista o ancora quando le fai un discorso motivazionale diventi counselor… sei sempre un genitore!
Quando riesci a costruire e a mantenere nel tempo una relazione serena con i figli loro ti vedono come una guida e, con tutti i limiti del caso, si fidano di te e ti seguono.
Allo stesso modo io ho imparato negli anni a fidarmi di loro, a sapere quando spingere e quando aspettare, quando tirare e quando lasciar andare.
La chiave non è tanto nelle competenze perché ormai abbiamo tutti un buon grado di cultura tale da poter accompagnare i bambini ad acquisire le basi almeno in età di primaria, la chiave è nella relazione. I bambini amano imparare e se lo fanno insieme ad una persona che ci tiene a loro ne sono felici.
Ultima cosa, io vedo ciò che succede nella scuola di mia figlia, i ragazzi che sono seguiti nei compiti e nello studio a casa hanno una marcia in più, questo significa che anche quando i bambini vanno a scuola si presuppone che i genitori abbiano la necessaria cultura per poterli aiutare laddove non comprendono ciò che viene fatto o laddove non viene proprio spiegato l’argomento lasciando tutto allo studio a casa.
Vorrei precisare che i ragazzi che fanno homeschooling non sono reclusi in casa, escono e i loro confronti li hanno col mondo, con la società, non con compagni di banco con cui sono costretti a convivere per 6- 8 ore al giorno e con maestre o professori che giudicano il loro operato
Homeschooling è apprendere con naturalità, con i propri ritmi, è conoscere la vita vera, toccarla con mano, interagire col fruttivendolo, col panettiere, incontrare ragazzi nuovi per strada, e fare amicizia con loro, è anche annoiarsi, a volte, è imparare a scegliere gli amici
Questo succede anche nella scuola pubblica, però 🙂
Si certo, il mio commento era per far capire che anche l’ homeschooling dà l’ opportunità ai ragazzi di confrontarsi
Noi abbiamo scelto di fare HS quando nostro figlio frequentava la classe terza della scuola primaria, sono cinque anni che studiamo insieme a casa, e per le superiori ha deciso di rientrare a scuola
Questo per far capire che pur avendo avuto un’ esperienza scolastica negativa, abbiamo deciso di riprovare, che secondo noi nulla è definitivo, l’ HS è un’ alternativa, una possibilità in più, non è un togliere qualcosa, ma poter dare altri strumenti di apprendimento ai nostri figli
Chiedo scusa, ma io rimango della mia opinione. Non penso assolutamente che chi fa homeschooling si confronta solo con la famiglia (i bambini di oggi a dieci anni hanno già fatto più incontri e più viaggi e in molte materie ne sanno assai più di me che ho passato da un pezzo la cinquantina!) così come non penso che i bambini che frequentano la scuola tradizionale siano legati al banco con il terrore degli insegnanti che li giudicano o che possano rimanere segnati per la vita perché odiano la matematica (ai miei tempi forse, che ancora si usavano le bacchettate, ma oggi…) Nulla vieta ad un bambino che frequenta la scuola normale ed ai suoi genitori di fare insieme tutte le bellissime e costruttive attività descritte in questo interessante articolo OLTRE la scuola, perché farle AL POSTO della scuola? Ammetto anche che la scuola ha un sacco di carenze in molti settori, ma ci sono voluti secoli affinché tutti potessero frequentarla (almeno nella nostra parte fortunata di mondo, in molti posti ancora ci sono troppi bambini per cui la scuola è un lusso!) quindi dico che sarebbe bellissimo poter fare entrambe le cose: scuola “normale” come la parte “faticosa” e homeschooling come la parte “gratificante” della fatica di essere bambini, ma senza demonizzare né l’una né l’altra!
Concordo con te, Meg. Noi abbiamo scelto la scuola pubblica di paese, con le sue carenze, ma anche con tante persone molto brave e molto volenterose che le compensano. E quando manca qualcosa, c’è una comunità intera che provvede.
Io dico sempre che con Dafne noi abbiamo fatto entrambe le cose: la scuola pubblica al mattino (per questo abbiamo scelto il tempo modulo, quindi 27 ore) e homeschooling al pomeriggio: nei nostri pomeriggi facciamo avventure, lavoretti, cose creative, impariamo tantissimo… e per me anche questo è homeschooling, senza però sostituirmi alle maestre.
Se confronto la mia (piccola) esperienza di scuola con gli anni in cui facevamo homeschooling posso sicuramente affermare che la quantità e la varietà di esperienze che i miei figli stanno facendo si è drasticamente ridotta.
Quello che manca è il tempo, i bambini sono impegnati con la scuola e poi con i compiti o il doposcuola e nel tempo che hanno a disposizione a casa vogliono giustamente rilassarsi e giocare liberamente.
I genitori attenti che seguono i propri figli come penso siamo tutti noi (altrimenti non saremmo qui a scrivere e leggere di temi genitoriali 😉 arrivano sempre a dare ai propri figli gli strumenti necessari per la loro vita, indipendentemente da dove decidono di mandarli a scuola, io parlo di homeschooling perché, come dico spesso, è una delle possibilità, è importante sapere che esiste, che è legale, che non necessita di investimenti economici o chissà quale doppia laurea e che può essere una grande risorsa.
Per questo ho scelto il tempo parziale: perché Dafne potesse avere tanto tempo, sia per la relazione con noi, sia per fare niente.
Ciao Barbara, volevo chiederti puoi fare su yuotuobe dei video sui lavoretti?❤❤❤
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Grazie un bacio ❤ 💙