Alti e bassi: la vita può essere meglio di così
Pubblicato il 5 Aprile 2018 da Mamma Felice
C’è stato un periodo, tanto tempo fa, in cui mi definivo una bambola di porcellana: ogni dolore mi sbeccava, ogni delusione si portava via un pezzo di me.
Un giorno ero alle stelle, un giorno precipitavo nel buio dei miei abissi interiori.
Un giorno ero felice, un giorno troppo triste per alzarmi dal letto.
Un giorno amavo e mi sentivo amata, il giorno seguente sentivo che nessuno mi avrebbe mai amata davvero.
Conosco persone che vivono ancora così. Persone meravigliose che sono ancora immerse in una sorta di adolescenza: umore che un giorno è alto, un giorno è straordinariamente basso. Un giorno sono felici, un giorno tristi. Un giorno esaltate, il giorno dopo private della possibilità di credere in se stesse.
La mia malattia si chiamava depressione. Non faccio fatica ad ammetterlo e voglio essere molto onesta con me stessa: vivere di alti e bassi è molto romantico, ma non è vita.
Vivere di alti e bassi ti rende figa, ti rende interessante, ti permette grandi exploit e poi, quando cadi, soprattutto adesso che esistono i social, ti fa avvicinare alla gente, che ama consolare chi è caduto, perché ama veder cadere chi il giorno prima era invincibile.
A quei tempi pensavo davvero che la vita fosse meravigliosa così: che queste esaltazioni e ricadute fossero parte del mio carattere tempestoso, che mi delineassero, che mi raccontassero alla perfezione. Mi sentivo davvero figa e mi contrapponevo a quelli che erano noiosi, che erano banali, avevano vite piatte prive di emozioni.
Poi ho dato un nome alla mia malattia, la depressione, e ho iniziato il mio percorso di guarigione.
Oggi lo so: la vita è meglio di così.
Oggi ho momenti di tristezza e dolore, posso soffrire e stare male, posso sentirmi giù… ma non affondo.
Non è necessario affondare, per provare la tristezza. Così come non è necessario diventare praticamente bipolare, per provare sentimenti forti, adrenalina, piacere.
Non è necessario affondare per provare emozioni limpide, intense, gratificanti. Non è necessario salire in alto e poi precipitare, per vivere sentimenti pieni di adrenalina.
La felicità – se volete davvero provare a conquistarla come vi racconto – è il punto fermo, la base. La felicità interiore è come un solido basamento di una casa, le fondamenta che la reggono in piedi, qualunque cosa accada: temporali, tornado, sole a picco, terremoti. La felicità interiore è antisismica, anti-maremoto, anti-tornado. La felicità è un rifugio che ci permette di non scardinare la fiducia che abbiamo in noi stessi, ogni volta che qualcosa va male.
Questo tipo di felicità, che è più simile alla resilienza mescolata a pennellate di gioia, è una condizione interna dell’anima: non dipende da fatti esterni o persone esterne. Dipende da noi, è la nostra fede, la nostra fortificazione.
Da qui, dovremmo partire: amarci, imparare a stare sempre bene con noi stessi, affrontare la vita con fiducia e gioia, allenarci a resistere, allenarci a pensare che l’importante è la vita, non gli avvenimenti dei singoli giorni.
Finché questa sarà la nostra forza e potremo salire e scendere da ruote panoramiche senza precipitare nel baratro della prostrazione.
Hai descritto me in pratica e anche io ho iniziato il mio percorso di guarigione.
Posso chiederti se hai preso farmaci, fatto terapia?
posso chiederti che percorso stai facendo?
Sì, vent’anni fa ho fatto una breve terapia psicologica e ho preso farmaci leggeri, tipo xanax e lexotan. Poi mi sono ‘autocurata’, ma attenzione che non voglio dire che ci si può curare da soli o con il bicarbonato o cavolate simili, ma per dire che ho lavorato tantissimo su me stessa, ho fatto autoanalisi e ne sono uscita. Ma questo percorso è indicato per chi ha già maturato una consapevolezza ampia della sua situazione.
giusto.
uscirne da soli, se non si hanno le capacita’ e’ pericoloso.
Colgo l’occasione per augurarti buon compleanno…
Come mi riconosco in questi alti e bassi…soprattutto da quando sono madre..Combatto tra la gioia per quanto ho ottenuto e la rabbia e l’ipotenza di fronte ad atteggiamenti di prepotenza e strafottenza che io alla loro età nemmeno mi sognavo…e qui entra in gioco il timore di non essere in grado di educarli nella maniera giusta e di essere un pessimo esempio e una pessima madre..trovare la giusta via di mezzo è difficilissimo per me…ma continuo a provarci…cercando di perdonarmi e migliorare…non so se ho sforato e sono andata fuori tema..se sì ti chiedo scusa…ma sfogarmi con Te mi libera e mi fa sentire migliore
Fla, io mi sono molto appoggiata ai consigli dei pedagogisti, nei miei momenti di difficoltà. Soprattutto nei terrible twos e poi dopo tra la prima e seconda elementare, in cui mi sentivo davvero sclerata, mi sono proprio fatta aiutare a guardarmi da fuori per cambiare il mio comportamento. Perché non provi a valutare un incontro? Di solito ti danno dei consigli miratissimi e in un paio di incontri si risolve tutto!
Pensa che persino la logopedista di Dafne, l’anno scorso, mi ha aiutata in tal senso quando abbiamo avuto un problema come genitori!
Valuterò il tuo consiglio .Grazie. Preziosa come sempre
Te l’ho già chiesto mille volte, vero? Non è che abitiamo vicine e ci possiamo prendere un caffè?
no non me l’hai chiesto..sono in provincia di Brescia
Uffaaaaaa io sono vicino a Torino.
Sei già preziosa così…ogni volta che mi sento inadeguata ripenso a ciò che scrivi e mi risollevo