PCOS: la sindrome dell’ovaio policistico
Pubblicato il 8 Febbraio 2018 da Loredana Amodeo
La PCOS (Polycystic Ovary Syndrome) implica uno scompenso endocrino che coinvolge dal 5% al 20% delle donne in età fertile, ed è una delle cause più frequenti di infertilità femminile.
La sindrome dell’ovaio policistico viene diagnosticata generalmente durante la pubertà, oppure quando si prova a concepire un figlio ma questo non avviene.
PCOS: la sindrome dell’ovaio policistico è una delle maggiori cause di infertilità femminile
Un errore che compiono anche molti medici è quello di diagnosticare la PCOS con un solo sintomo, ovvero l’ovaio con aspetto policistico o micropolicistico, che è sì il segno più tangibile, ma non è sufficiente a confermare la sindrome. Avere le ovaie policistiche e avere la sindrome dell’ovaio policistico non sono la stessa cosa.
Infatti una donna può avere le ovaie dall’aspetto policistico, ma non la sindrome dell’ovaio policistico.
Per diagnosticare la PCOS vanno rintracciate almeno due caratteristiche tra queste:
- Ovaie policistiche o micropolicistiche;
- Quadro ormonale scompensato, in particolare un rapporto tra LH e FSH superiore a 2:5 al terzo giorno del ciclo e un eccesso di ormoni androgeni;
- Amenorrea, dismenorrea, oligomenorrea.
Per assurdo è anche possibile avere la sindrome della PCOS, ma non le ovaie dall’aspetto policistico, ma almeno due sintomi devono essere evidenziati altrimenti non ci troviamo in presenza della sindrome dell’ovaio policistico.
Altri segni della sindrome sono:
- Obesità;
- Acne;
- Irsutismo;
- Alopecia;
- Insulino-resistenza o diabete di tipo 2.
Sintomi della Sindrome dell’Ovaio Policistico
Uno dei primi sintomi della PCOS, quello che generalmente funge da campanello d’allarme, è l’irregolarità del ciclo e addirittura la totale assenza delle mestruazioni. I cicli solitamente sono caratterizzati dall’anovoluzione cronica o da ovulazione irregolare, ma non è una costante. Questo è causato dallo scompenso ormonale: rapporto LH/FSH superiore a 2:5 al terzo giorno del ciclo, eccesso di ormoni maschili (in particolare testosterone, Dheas e Delta 4 androstenedione), a volte anche eccesso di prolattina.
L’esubero di ormoni maschili provoca anche una serie di sintomi che generano un profondo disagio nella donna affetta da PCOS, disperazione a volte, e addirittura depressione. Immagina una ragazza di 16, 20, 30 anni che si ritrova a perdere i capelli in quantità abnormi fino all’alopecia, il viso pieno di acne e di grasso sebaceo, la peluria dove non dovrebbe essere.
Per non parlare di quell’ago della bilancia che non si schioda anche se si fa fatica con una dieta ferrea. Infatti la PCOS è oggi identificata anche come una sindrome metabolica, in quanto l’insulino-resistenza che l’accompagna è la causa del peso che non scende, o che lievita anche senza la presenza di una dieta sbilanciata. Ma i problemi di insulinemia sono spesso la causa della stessa sindrome, tant’è che a volte basta stabilizzare questo aspetto per vedere scomparire i sintomi della PCOS, ma di questo parleremo tra un po’.
Cause della PCOS
Sulle cause di questa complessa sindrome la comunità scientifica continua ad indagare. Tuttavia pare che al momento l’ipotesi più accreditata sia la correlazione della malattia all’inesatto metabolismo degli zuccheri e all’eccesso di insulina.
Infatti in presenza di insulino-resistenza il pancreas secerne più insulina, che essendo in eccesso influenza le ovaie a secernere più androgeni, rendendo difficile l’ovulazione e quindi provocando l’aspetto policistico delle ovaie (i follicoli si sviluppano ma non riescono a scoppiare e si incistano).
Gli androgeni sono anche responsabili dell’alopecia, dell’irsutismo (aumento di peluria), dell’acne e dell’accumulo di grasso nella zona addominale.
I fattori che determinano la PCOS possono essere ereditari oppure dipendere da cause ambientali. In ogni caso per fare una diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico il tuo medico dovrà effettuare un dosaggio ormonale plasmatico e un’ecografia pelvica.
Rimedi per la sindrome dell’ovaio policistico
La prima cosa che mi sento di consigliare alle donne che sospettano di avere la sindrome o che hanno già la diagnosi è quella di rivolgersi a un endocrinologo, che è il medico specializzato nei disturbi ormonali, o meglio ancora a un endocrinologo riproduttivo, specializzato nell’infertilità.
Infatti non tutti i ginecologi sono preparati a gestire per bene questa complessa sindrome: prescrivono la pillola anticoncezionale e amen. Invece ci sono interessanti novità nella cura della PCOS, in primis l’assunzione di inositolo. L’inositolo è una molecola della vitamina B7 che aiuta il delicato processo del metabolismo dello zucchero, e quindi la risoluzione o comunque il miglioramento della sindrome (ne parlerò in maniera approfondita sul prossimo articolo).
Anche l’utilizzo di farmaci per il trattamento dell’insulino-resistenza può diminuire drasticamente la sintomatologia della sindrome dell’ovaio policistico: a volte basta iniziare ad assumere metformina nelle quantità giuste per sbloccare l’ovulazione e ripristinare il quadro ormonale.
Ma la prima cosa da fare e iniziare una dieta che sia miratamente a basso indice glicemico, perché è proprio il quadro glicemico che noi donne affette da PCOS dobbiamo tenere sotto controllo. A volte basta sbloccare la bilancia e perdere almeno il 5% del peso corporeo per ripristinare il ciclo mestruale. Alla dieta andrebbe abbinato anche un po’ di movimento: basta una passeggiata giornaliera a passo veloce di almeno 30 minuti.
Se sei invece in cerca di gravidanza e hai provato tutti i rimedi appena elencati, potrebbe essere il caso di rivolgerti a un centro PMA per sottoporti a una stimolazione ovarica. Infatti esiste un farmaco, il clomifene, che stimola l’ovulazione e va assunto nei primi giorni del ciclo.
Ma la stimolazione ovarica va effettuata solo sotto stretto monitoraggio ecografico, perché il rischio di una sovrastimolazione è molto alto. Inoltre il medico deciderà se sarà il caso di effettuare delle iniezioni di gonadotropine per far scoppiare i follicoli portati a maturazione dal clomifene.
Conclusioni
Insomma, sono ormai lontani i tempi in cui il medico ci liquidava dicendoci che non c’è una cura per la PCOS, ma che con la pillola anticoncezionale si potevano tenere a “dormire” gli ormoni. Oggi i rimedi ci sono, e anche le donne con PCOS possono riuscire ad avere delle gravidanze. Io ho avuto il mio primo bambino grazie al solo uso della metformina e a una perdita di peso determinante, seppur la situazione di partenza era davvero scoraggiante e il mio quadro ormonale disastroso.
Quindi coraggio, cerca un bravo specialista, ché la PCOS non è un avversario imbattibile! E continua a seguirmi: il prossimo articolo sarà dedicato all’inositolo, una molecola portentosa del gruppo delle vitamine B la cui assunzione sblocca i cicli mestruali entro tre mesi nell’88% dei casi.
Purtroppo ne sono affetta ma miracolosamente sono riuscita ad avere due stupendi bambini. Bisogna avere la fortuna di trovare il professionista giusto che te lo diagnostichi in tempo. A me è stato trovato per caso a 20 anni quando siccome avevo praticamente perso tutti i capelli il dermatologo mi consigliò urgentemente una visita ed eco da un ginecologo visto che nel mio caso avevo un ciclo regolarissimo…