Giochi per lo sviluppo del linguaggio nei bambini
Pubblicato il 24 Gennaio 2018 da Mamma Felice
Nostra figlia ha iniziato a parlare molto tardi e il primo consiglio che vi do, essendoci passata, è quello di non fidarvi mai di chi vi dice che ogni bambino ha i suoi tempi. È vero: ogni bambino ha i suoi tempi, ma sempre all’interno di una forbice. Se quindi il vostro bimbo ha oltrepassato molto la soglia di età prevista per il linguaggio, io vi consiglio di muovervi per tempo e iniziare a prenotare una valutazione dal logopedista – visto che poi ci va tantissimo tempo ad ottenere un appuntamento (in Piemonte la lista di attesa con il sistema sanitario è di circa un anno).
Nel frattempo, potete iniziare a stimolare i vostri bimbi a casa, con giochi semplici e divertenti, che non li annoieranno e non li stresseranno: noi con nostra figlia abbiamo fatto così e ha funzionato, ma con il senno di poi sarebbe stato comunque più efficace parlare una volta con una logopedista, per farci instradare meglio.
In particolare per mia figlia ho iniziato a produrre le Carte Tematiche in stile Montessori, e con quelle ho iniziato a stimolarne il linguaggio, ma soprattutto ad ampliarne il vocabolario – perché parlava, ma aveva un vocabolario molto ridotto per la sua età.
Tanti possono essere i motivi: dalle cause fisiologiche alle cause più banali e sottovalutate come problemi all’udito, ma anche al fatto di non frequentare il nido (come nel nostro caso) ed essere facilmente compresi dai genitori, per cui sentirsi meno stimolati a parlare correttamente – visto che mamma e papà capiscono tutto ciò che voglio comunicare.
Indice dell'articolo
Ampliare il vocabolario
Possiamo giocare con i bambini al memory, o alla tombola, o a nominare ad alta voce le tessere raffiguranti oggetti di uso comune, oggetti di vita quotidiana, indumenti, mezzi di trasporto, cibi e animali.
Trovate tutti questi giochi su Borgione: sono perfetti come regali per le feste e i compleanni, o come giochi educativi che tuttavia per i bambini rappresentano puro divertimento. Ma non solo: sono giochi che permettono ai bimbi di interagire con noi di relazionarsi, di esprimere ad alta voce le proprie emozioni e i loro pensieri.
Esistono bellissimi giochi in scatola studiati appositamente per ampliare il lessico dei bambini attraverso attività creative: tombola, percorsi, interazioni di gioco che li aiutano a nominare e descrivere oggetti e colori, per ampliare il loro lessico. Per esempio Triolud – Lessico 1, che va bene dai 3 anni in su e si gioca anche con 12 bambini: lo vedo perfetto in famiglie numerose, per giocare con i cuginetti o per offrire qualcosa in più alle famiglie che mandano i bimbi al doposcuola.
Esprimere le emozioni e nominarle ad alta voce
Molto molto importante per i bambini è imparare a parlare delle proprie emozioni, e quindi a riconoscerle: soprattutto da piccoli, nell’età dei Terrible Twos e negli anni a seguire, i bambini possono sentirsi molto frustrati e incompresi, quando provano un’emozione che non sanno definire, spiegare e quindi accogliere.
In realtà, anche agli adulti andrebbe fatta educazione alle emozioni: un percorso che è indispensabile per diventare esseri umani capaci di empatia e di relazioni e rapporti umani significativi. Anche questo può essere appreso attraverso il gioco, sia da grandi che da piccoli: per esempio il kit Borgione con i giochi e le attività sulle emozioni e le cassette postali del gioco imbuca le emozioni.
Esprimere e descrivere le proprie emozioni è il primo passo per sviluppare una coscienza emotiva, rafforzare l’autocontrollo e imparare a gestire l’emozionalità in modo appropriato. Questo sussidio insegna a riconoscere le proprie emozioni, a identificare le stesse negli altri e a scegliere, di conseguenza, il comportamento migliore da tenere. Sono presentate 10 emozioni basilari, attraverso espressioni del viso, mimica e gestualità; i bambini devono dar loro un nome, classificarle come positive o negative e metterle in ordine in base al livello di intensità: la stessa emozione, infatti, è proposta per gradi differenti. Borgione.
Descrivere le azioni e le sequenze
Per noi è stato molto utile anche giocare con le sequenze delle azioni e i verbi di uso comune: di solito si usano immagini o sequenze di fotografie che permettono ai bambini di apprendere il concetto di prima, durante e dopo (concetto temporale), sviluppare il senso della consequenzialità e ampliare quindi il linguaggio logico e narrativo.
Tanti sono gli esempi di gioco che si possono proporre ai bambini, anche molto piccoli:
Ricordiamoci che questi strumenti sono adatti a tutti i bambini: sia i cosiddetti Late Bloomers, ovvero i parlatori tardivi che però non presentano veri e propri disturbi del linguaggio; sia bambini con veri e propri disturbi del linguaggio, bisogni educativi speciali (BES), autismo, handicap. Sono risorse eclettiche incredibili.
Riconoscere le differenze
Molto importanti sono anche i giochi in cui i bambini devono osservare i legami tra le figure e riconoscere l’intruso: in questo caso si può chiedere al bambino di raccontare a voce i motivi per cui esclude una determinata figura da un gruppo di oggetti, o chiedergli di creare una nuova famiglia di oggetti simili.
E così, similmente, il bambino può giocare ai contrari, associando le tessere secondo i criteri logici di relazione o di contrario, nominando la parola o azione rappresentata in figura e spiegando i motivi della sua scelta.
Costruire storie
Ultimo passo di questo apprendimento del linguaggio attraverso il gioco, per quanto mi riguarda, è la creazione delle storie: qui i bambini imparano davvero ad utilizzare tutte le sfumature del linguaggio, ad ampliare il loro dizionario di parole e soprattutto a raccontare ad alta voce, in modo spontaneo, le loro storie e ciò che appartiene alla loro fantasia e alle loro idee più profonde.
Attraverso l’invenzione delle storie i bambini raccontano di sé, esorcizzano le loro paure, spiegano ai grandi con la fantasia ciò che non riescono a spiegare logicamente.
Possono quindi inventare fiabe guardando le tessere colorate e ispirandosi alle immagini presenti; oppure raccontare il finale di una storia, esprimendo i propri pensieri profondi e imparando a comunicarli con un linguaggio sempre più raffinato.