Come si misura la temperatura basale? Calcolare l’ovulazione
Pubblicato il 11 Gennaio 2018 da Loredana Amodeo
Come si misura la temperatura basale? Su questo articolo vedremo come confermare quasi con assoluta certezza l’ovulazione grazie al calcolo della temperatura basale.
Sullo scorso articolo abbiamo visto come calcolare la fase fertile grazie all’osservazione del muco cervicale (metodo Billings).
Indice dell'articolo
Come si misura la temperatura basale? Calcolare l’ovulazione grazie a un termometro
Una volta presa familiarità con il metodo Billings per il calcolo del periodo fertile è possibile prevedere l’ovulazione. Per confermare però che sia avvenuta non basta avvertire la sensazione di asciutto, perché è un segnale che può essere fuorviante.
Gli unici strumenti che abbiamo per confermare quasi con assoluta certezza l’ovulazione sono due:
- il controllo ecografico (sicuramente poco pratico e dispendioso);
- il calcolo della temperatura basale.
Ma cos’è e, soprattutto, come misurare la temperatura basale?
Cos’è la temperatura basale?
Con temperatura basale si indica la temperatura che ha il corpo in condizioni basali, ovvero al risveglio dopo almeno 3 ore di sonno ininterrotto e prima di svolgere qualsiasi altra azione, compreso parlare.
È importante rispettare queste accortezze perché basta anche solo parlare per alterare la temperatura, che di fatto non sarebbe più basale.
Anche prendere la temperatura più o meno allo stesso orario è importante per avere un grafico temperatura basale preciso. Io, ad esempio, noto oscillazioni di anche 3 decimi di grado se cambio l’orario di misurazione, per cui sarebbe buona cosa puntare una sveglia alla solita ora per prendere la temperatura con la massima precisione.
Il calcolo della temperatura basale per individuare l’ovulazione verte sul fatto che il progesterone aumenta la temperatura del corpo per garantire più vitalità al corpo luteo. Infatti, subito dopo l’ovulazione, l’ovocita si trasforma in corpo luteo e inizia a produrre progesterone.
Questo rialzo è inequivocabile: la temperatura aumenterà di circa 0,3 gradi centigradi dopo l’ovulazione e si manterrà più alta per tutta la fase post ovulatoria, o comunque fino a qualche giorno prima dell’arrivo delle mestruazioni.
Un grafico che si presenta bifasico indica che è avvenuta l’ovulazione.
Nel caso in cui invece il grafico presenti delle montagne senza mai cambiare assetto, allora il ciclo è stato anovulatorio.
Grafico temperatura basale: tutto quello che puoi capire osservandolo
Uno degli aspetti più interessanti del calcolo della temperatura basale è che è possibile riconoscere di essere incinte ancora prima di fare un test di gravidanza: questo perché se entro 17 giorni dall’ovulazione la temperatura non si abbassa e le mestruazioni non arrivano, allora quasi sicuramente si è instaurata una gravidanza.
Inoltre dal grafico della temperatura basale possiamo appurare di quanti giorni è lunga la nostra fase luteale, che ha una durata costante (se è di 13 giorni sarà sempre di 13 giorni). Questo è un dettaglio importantissimo: se la fase luteale non dura almeno 11 giorni sarà molto difficile che l’eventuale embrione si impianti.
Se la fase luteale è inferiore a 11 giorni molto probabilmente si è carenti di progesterone, e va assunto quindi un integratore di progesterone per sostenere la fase luteale e allungarla a sufficienza. Inoltre, bassi livelli di progesterone non permettono all’endometrio (la superficie interna dell’utero) di inspessirsi abbastanza, rendendo difficile l’impianto. A volte il mancato concepimento dipende da questo particolare, risolvibilissimo una volta individuato il problema.
In alcuni casi il grafico della temperatura basale permette di prevedere l’ovulazione, e se combiniamo questo metodo con l’osservazione del muco cervicale non avremo quasi alcun dubbio. Infatti, per via delle modifiche ormonali e degli estrogeni che crollano durante il picco preovulatorio, si può assistere ad un evidente calo della temperatura il giorno dell’ovulazione.
Se riscontriamo un calo della temperatura in concomitanza al muco cervicale a chiara d’uovo, sicuramente entro 24 ore avverrà l’ovulazione. Nell’immagine sottostante possiamo vederne un esempio. Ma attenzione, solo alcune donne riscontrano il calo preovulazione, ecco perché il calcolo della temperatura basale non può essere utilizzato al fine di prevedere l’ovulazione, semmai di confermarla.
E infine, sai che dal grafico puoi anche avere indicazioni sull’impianto dell’embrione? Non è ancora accettato dalla comunità scientifica, ma molti ginecologi ed endocrinologi sostengono che il calo di temperatura che molte donne riscontrano nella fase post ovulatoria sia collegato all’impianto in utero dell’embrione, soprattutto se si verifica in concomitanza con leggere perdite ematiche. Ecco un esempio di “calo da impianto” sul grafico di una donna incinta.
Sul grafico preso in esempio è possibile notare anche un altro particolare: il grafico trifasico, ovvero un ulteriore rialzo nella fase post ovulatoria dovuto alla presenza dell’ormone della gravidanza, le beta HCG. Anche il grafico trifasico non è sempre che si verifichi, anche in presenza di gravidanza.
I grafici che avete visto provengono da un’app per il calcolo dell’ovulazione, che è la più completa e la più utilizzata: si chiama Fertility Friends e incrocia diversi dati per dare un responso il più preciso possibile. Infatti su Fertility Friends possiamo inserire sia la temperatura, che il muco cervicale, che i test d’ovulazione (stick ovulazione) e molte altre specifiche, che l’algoritmo combina con precisione. Ma di questo tool utilissimo ne parlerò presto in maniera approfondita.
Calcolo temperatura basale: quando, come e con che termometro?
Come dicevamo, la temperatura basale va presa ogni mattino al risveglio, e possibilmente sempre alla stessa ora e prima di fare qualsiasi altra azione. Ecco perché è bene tenere il termometro a portata di mano, magari sul comodino, per evitare di alzarsi alterando la temperatura.
È possibile prendere la temperatura esterna, quella rettale e quella vaginale, ma tra le tre la più affidabile è quella vaginale. In ogni caso, se si sceglie un metodo va seguito sempre quello perché ogni misurazione ha delle variazioni.
Esistono dei termometri studiati appositamente per la temperatura basale, che hanno la punta flessibile e misurano anche i centesimi di grado. Ma un qualsiasi termometro digitale va benissimo purché non si cambi all’interno dello stesso ciclo per non alterare il grafico.
I dati vanno inseriti quotidianamente, a partire dai primi giorni del ciclo fino alla comparsa della mestruazione successiva. Per registrare i dati puoi utilizzare il tool del quale ti parlavo prima o in alternativa realizzare tu un tuo grafico su di un foglio di carta a quadratini, di questo tipo:
Se sul grafico riscontri un rialzo di almeno 3 decimi e se il rialzo persiste per almeno 3 giorni consecutivi, allora l’ovulazione è avvenuta.
Un repentino calo della temperatura, più o meno a fine ciclo, indica che sta per arrivare la mestruazione.
Conclusioni
Se ti atterrai a queste raccomandazioni avrai la possibilità di comprendere, dopo qualche mese, l’andamento del tuo ciclo mestruale e, sforzandoti per sentire il tuo corpo intanto che registri dati e fai delle verifiche, potrai anche imparare a conoscerti meglio.
Sul prossimo articolo ci dedicheremo agli stick ovulatori, utili a monitorare i giorni fertili e l’ovulazione.
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Lo scopo di questa ricerca è di aumentare l’efficacia del trattamento e la nascita di bambini sani.