Come rendere autonomi i bambini a tavola
Pubblicato il 22 Dicembre 2017 da Mamma Felice
Ultimamente noto una tendenza che mi preoccupa: genitori e pediatri che anticipano molto l’inizio dello svezzamento, proponendo a bambini di 3-4 mesi già la frutta omogeneizzata, quando ancora i bambini non sono in grado di stare seduti da soli e non hanno ancora perso il cosiddetto ‘riflesso di estrusione’, che è quel riflesso istintivo che gli fa spingere il cibo fuori dal cavo orale con la lingua, se non è liquido.
Non sono mai stata una fanatica di tabelle, schemi e fogli excel. Mai. Ma allo stesso tempo non amo nemmeno i trend del momento che spingono i genitori ad anticipare delle tappe fisiologiche della crescita, come se anticipare tutto di qualche mese potesse rendere i bambini più autonomi.
Basandomi nella mia vita di mamma sul Metodo Montessori, ho imparato un concetto fondamentale: i bambini sono competenti. Acquisiscono in modo naturale le proprie competenze, anche attraverso gli stimoli che gli offriamo e che gli offre la natura, ma il vero modo per renderli autonomi non è anticipare i tempi, ma accompagnarli nel seguire i propri tempi personali verso l’autonomia.
Ai bambini bisogna proporre gli strumenti giusti all’età giusta: solo così si sentiranno realmente competenti e diventeranno progressivamente autonomi.
Per questo motivo, da mamma e non certo da medico, consiglio di prendervi più tempo per far crescere i figli secondo le tappe fisiologiche del loro corpo, per renderli davvero autonomi, e non automi che eseguono meccanismi che non hanno davvero acquisito nel profondo.
Come rendere autonomi i bambini a tavola?
Le mie regole sono sempre state queste, e ve le consiglio spassionatamente:
- Attendere che il bambino abbia compiuto i 5 mesi e mezzo per offrire la frutta omogeneizzata;
- Attendere i 6 mesi per introdurre la prima pappa;
- Assicurarsi che il bambino, prima di iniziare lo svezzamento o autosvezzamento, sappia stare seduto da solo, avendo una buona muscolatura del collo, per tenere su da solo la testa efficacemente;
- Assicurarsi che il bambino abbia perso il riflesso di estrusione e sia davvero in grado di deglutire;
- Imparare a conoscere i gusti del proprio figlio per proporgli pappe frullate fatte in casa, oppure un sistema misto di svezzamento e autosvezzamento;
- Passare all’autosvezzamento totale solo dopo l’anno di età, perché non sempre con l’autosvezzamento i bambini mangiano adeguatamente, o assumono i nutrimenti essenziali;
- Rendere i bambini consapevoli di ciò che mangiano, quindi no tablet, no cartoni animati, no TV che li rendono imbambolati facendogli perdere il senso di sazietà, perché vengono ‘ingozzati’ da noi;
- Rendere consapevoli i bambini dell’atto della deglutizione, quindi facendo un passaggio graduale ma assolutamente necessario dalle pappe frullate alle pappe a pezzettini, intorno agli 8-9 mesi, fino ai cibi solidi intorno ai 12-14 mesi: frullare il cibo a un bambino di 2 anni può minarne lo sviluppo neurologico;
- Comprare cibi biologici e di alta qualità, facendo assaggiare di tutto ai bambini precocemente: è stato sfatato infatti il mito dei cibi allergizzanti, e anzi uno dei modi per prevenire allergie in età adulta è proprio quello di introdurre tutti gli alimenti nei primi mesi di svezzamento,
- Insegnare ai bambini a bere acqua: molto spesso si sottovaluta l’importanza dell’acqua nell’alimentazione dei bambini, anche quando si allatta al seno. I bambini soprattutto si disidratano molto velocemente, ed è importante che imparino a riconoscere lo stimolo della sete e abbiano acqua a disposizione quando ne hanno il desiderio.
Non è facile imparare a deglutire, e nemmeno a bere: i bambini hanno bisogno di sviluppare – per l’appunto – una coordinazione tra deglutizione e respirazione durante la bevuta, e lo imparano con il passare dei mesi.
Questo non significa che – per paura che l’acqua vada loro ‘di traverso’ o che vengano inalati i cibi con conseguente ostruzione delle vie aeree -, dobbiamo ritardare l’introduzione di acqua e cibi terrorizzati da ciò che può accadere, e terrorizzando il bambino stesso.
Piuttosto, impariamo ad offrire al bambino acqua e cibo nei tempi giusti (in base alla sua maturità fisica) e nei modi giusti, e frequentiamo un corso di Croce Rossa per imparare le manovre di disostruzione delle vie aeree: questo è un regalo che ci facciamo per la vita!
Per offrire l’acqua ai bambini, potete valutare l’uso delle tazze evolutive Chicco, che sono state appunto studiate con l’aiuto di esperti logopedisti e pediatri (in collaborazione con l’A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino), per guidare il bambino in modo semplice e naturale dalla suzione alla capacità di deglutire sia cibi che bevande.
Le tazze evolutive Chicco sono caratterizzate da:
- Valvola antigoccia Facili Sorsi, rimovibile, per un graduale passaggio dalla suzione all’apprendimento del bere: quando la valvola è inserita, la tazza è antigoccia e il bambino deve succhiare per bere, senza fatica; quando la valvola viene tolta, il bambino impara a bere per caduta del liquido;
- Forma ergonomica, specifica per le capacità motorie del bambino in ogni fase del suo sviluppo;
- Beccucci intercambiabili, a seconda del’età.
L’obiettivo è che il bambino sin da subito possa sperimentare l’autonomia nel bere acqua, senza pericoli per lui.
Queste tazze sono state studiate per accompagnare il bambino in ogni fase della sua crescita:
- TRANSITION CUP, dai 4 mesi: con beccuccio ergonomico in silicone; sistema antigoccia; doppia valvola anti coliche; manici rimovibili adatte alle prime capacità motorie del neonato;
- TRAINING CUP, dai 6 mesi: con beccuccio ergonomico resistente ai primi morsi del bambino; sagomato in modo da favorire il giusto posizionamento delle labbra e la corretta postura del collo durante la bevuta; manici removibili progettati per sviluppare le capacità
motorie del bambino; valvola Facili Sorsi rimovibile, brevettata per garantire la tenuta antigoccia della tazza senza compromettere la facilità di bevuta del bambino; - ADVANCED CUP, dai 12 mesi: con beccuccio resistente ai morsi e tondeggiante che mima il primo approccio con la cannuccia, consentendo al bambino di posizionare la bocca ad “O”; tenuta antigoccia della tazza;
- PERFECT CUP, dai 12 mesi: la tazza consente di bere come dal bordo di un bicchiere senza rovesciare l’acqua, grazie alla membrana in silicone che riduce la fuoriuscita; rimossa la membrana, la tazza si trasforma in un vero e proprio bicchiere utilizzabile con o senza manici;
- EASY CUP, dai 12 mesi: con beccuccio sottile simile al bordo di un bicchiere; consente al bambino di imparare a serrare le labbra per bere dal bicchiere vero e proprio;
- ACTIVE CUP, dai 14 mesi: bottiglia isolante che mantiene la temperatura dei liquidi più a lungo, comoda da portare in viaggio o a passeggio;
- SPORT CUP, dai 14 mesi: bottiglia con cannuccia in silicone flessibile, comoda da portare in viaggio o a passeggio.
Siamo dunque pronti a fidarci dei nostri bimbi, favorendone l’autonomia, ma anche rispettando i loro tempi senza accelerare troppo?
Potete acquistare le tazze evolutive Chicco in tutti i negozi Beberoyal!
Sono molto d’accordo con te su queste linee guida, e sono convinta di aver iniziato troppo presto con lo svezzamento della mia bimba (aveva 6 mesi quando abbiamo iniziato con la frutta ma essendo prematura di quasi 2 mesi…ecco, era presto!) e dopo un inizio molto buono abbiamo avuto una battuta d’arresto notevole. Ancora adesso che ha quasi 3 anni il momento del pasto non è tra i più facili… Per le tazze invece…niente, lei non ha gradito, è vero che ne ha provato un solo tipo ma ha sempre preferito il biberon anche per l’acqua. Ora il bicchiere o direttamente la bottiglietta 😀
L’importante è trovare la quadra giusta e capire il proprio figlio: io credo che tu l’abbia capita. Nell’essere genitori è difficile azzeccare al primo colpo, io ho sempre fatto qualche tentativo, prima di trovare le strade giuste…e chissà quanti ancora! 😉