Scuola elementare: come costruire una nuova relazione genitori e figli
Pubblicato il 25 Maggio 2017 da Mamma Felice • Ultima revisione: 22 Marzo 2018
Il segreto per attivare un nuovo tipo di comunicazione con i figli dai 6 ai 10 anni? Non comunicare.
O, per spiegarla meglio, comunicare in modo differente: niente interrogatori, niente domande, niente riunioni di famiglia. Quello che volevamo dire, lo abbiamo detto negli anni precedenti. Adesso è arrivato il momento di comunicare in modo più stimolante, più creativo, a volte anche senza usare le parole.
Quando i figli iniziano ad avere i loro silenzi, non possiamo imporre loro le nostre parole. Ed è lì che possiamo imparare un nuovo tipo di comunicazione: la relazione. Entrare in una relazione profonda, creativa, libera e intima, per sperimentare nuove esperienze insieme – e dopo codificarle.
Possiamo a questo punto parlare di sentimenti, di pensieri astratti, di idee e ideali: parlare indirettamente dei propri pensieri, e di quelli dei figli, attraverso un’attività in comune, per sapere cosa pensano senza doverlo chiedere esplicitamente.
Indice dell'articolo
Dipingere, colorare insieme
Una delle attività più meditative che esistano è la pittura: proponiamola ai figli come attività da fare quando ‘si annoiano’. Possiamo recuperare una tavola di legno trattata con mordente bianco, oppure dei bei fogli spessi porosi, o ancora dei materiali di riciclo, come le scatole dei cereali e i cartoni dei traslochi.
Non importa se scegliamo un soggetto particolare, o se dipingiamo in modo libero. Basta farlo insieme. E mentre si dipinge si può parlare del più e del meno, per capire se nostro figlio è sereno o ha delle preoccupazioni. E si può affrontare l’argomento delle competenze: si sente abbastanza bravo? Si sente fiducioso sulle sue capacità? Quando dipinge, si sente orgoglioso di ciò che fa, oppure insicuro?
Ho sempre sostenuto che la creatività possa diventare relazione. Visto che nemmeno noi siamo pittori o artisti, e non sappiamo dipingere particolarmente bene, se ci misuriamo con i figli su un terreno che è incerto per entrambi, possiamo scoprire insieme punti di forza, talenti e insicurezze, e soprattutto superarli. Possiamo offrire loro l’occasione di vederci sbagliare e di essere meno perfetti ai loro occhi: in questo modo i figli imparano che si può essere felici lo stesso anche se non si sa fare tutto bene, e che i genitori sono semplicemente umani, come loro.
Scrivere insieme un libro di ricette
Possiamo trasmettere ai figli la nostra eredità anche in cucina, scrivendo insieme un libro di ricette di famiglia che poi regaleremo loro quando saranno grandi e andranno a vivere da soli.
Attraverso questa attività, possiamo mostrare loro come si può essere contemporaneamente legati alla propria famiglia, ma allo stesso tempo liberi di essere se stessi.
Possiamo raccogliere le ricette che sono state insegnate a noi dai nostri nonni, cucinarle insieme, fotografarle, scrivere insieme ingredienti e procedimenti, prendere nota dei passaggi e delle cose da ricordare.
Sarà al contempo memoria del loro passato e accettazione del loro futuro. Un modo per dire che possono andare lontani, ma che possono portarsi dietro un pezzetto di noi (e di sé da bambini).
Scriversi delle lettere
Che siano lettere di carta o email, dai 6 ai 10 anni i bambini imparano a scrivere sempre più correttamente, e a trascrivere anche le proprie emozioni.
Apriamo loro una gmail e iniziamo a scrivergli: raccontiamogli le gite che facciamo, allegandone le foto. Raccontiamogli cosa pensiamo di loro, le cose belle che sanno, quanto siamo orgogliosi di ciò che sono diventati.
Quando li sentiamo pronti, diamogli l’accesso alla gmail e lasciamo che leggano ciò che gli abbiamo scritto in passato. E iniziamo con loro un carteggio sui sentimenti, per scriverci le cose che non riusciamo a dirci a voce, o per manifestare le nostre emozioni.
Andare al cinema
Questa è l’età giusta per condividere in modo consapevole le giornate passate al cinema. L’età giusta per guardare i primi film ‘da grandi’, e non solo i cartoni animati.
Per noi è quasi un rituale: uscire insieme, comprare i popcorn, guardare il film, poi passeggiare, commentarlo, esprimere la nostra opinione.
Può sembrare un’attività passiva, ma attraverso il film possiamo far conoscere alcuni sentimenti che non sappiamo come introdurre, possiamo iniziare conversazioni che non abbiamo il coraggio di iniziare.
Ascoltare musica
Si sa che la musica è un linguaggio universale. Tramite la musica possiamo comunicare le nostre emozioni, ciò in cui crediamo, i nostri valori, ma anche ciò che attiene ai nostri gusti personali.
Possiamo fare ascoltare ai figli le musiche che hanno accompagnato la nostra adolescenza e a nostra volta ascoltare le musiche che piacciono a loro, leggere i testi, commentarli ad alta voce, imparare a non criticare i gusti dei figli.
È un’ottima occasione per imparare ad apprezzare i gusti personali dei figli senza opporci, senza ritenerci migliori, senza fare l’elogio di ciò che succedeva ‘ai nostri tempi’.
Fino a sostenerli, accompagnarli al primo concerto, assecondare le loro passioni.
Inventare storie
Non è finita l’epoca delle storie e dell’immaginazione. Certo alle elementari i bambini non avranno più voglia di ascoltare le fiabe da bambini, ma nulla ci vieta di iniziare a leggere insieme un libro per adolescenti.
Oppure sollecitare fantasia e immaginazione con storie inventate.
Per esempio noi giochiamo a guardare gli screeensaver della tv a pagamento, oppure del computer, e a immaginare la storia che sta dietro una foto: chi chi vive, cosa pensa, cosa sta facendo, qual è l’avventura che si cela dietro l’immagine.
Potrebbe diventare il modo, per i figli, di dire ad alta voce qualcosa che non riescono a dire personalmente, ma possono raccontare come se fosse ‘
Passare insieme momenti esclusivi
Non credo ai giochi da femmine e ai giochi da maschio, ma non nascondo che ci possano essere particolari predilezioni per alcune attività ‘da maschi e da femmine’, anche incrociate: per esempio a una bambina può piacere la falegnameria e a un bambino la maglia, oppure a una femmina può piacere giocare a truccarsi e a un bambino giocare a farsi la barba.
Indipendentemente dagli stereotipi, cerchiamo dei momenti esclusivi da passare con i figli. E non intendo ore e ore passate da soli con loro – cosa che spesso è fisicamente impossibile – ma almeno un’ora insieme senza distrazioni, senza telefonino in mano (!), senza tv accesa. Solo noi.
Io e mia figlia per esempio giochiamo alla SPA: ci facciamo le maschere viso e capelli, ci limiamo le unghie, proviamo gli smalti e le creme monodose. E nel frattempo chiacchieriamo, ci scambiamo segreti, ci uniamo di più. E, da parte mia, dimostro che mi interessa stare con lei, che mi piace, che mi diverto.
Sfruttare la quotidianità per chiacchierare
Non dimentichiamoci che per costruire una relazione genitori-figli, con bambini grandi, è la quotidianità la nostra palestra più efficace. Invece di dirgli sempre ciò che devono fare, e di sbrigarsi a prepararsi, proviamo a chiacchierare con loro della scuola, degli amici, della vita.
Mentre facciamo la treccia ai capelli, mentre ci vestiamo al mattino, durante i brevi minuti della colazione, quando stiamo svuotando la lavastoviglie. Interessiamoci alla loro vita, se vogliamo che ce la raccontino!
Articolo in collaborazione con Naturino.
Preziosissimi spunti.
Grazie di cuore!
Grazie mille a te! 🙂