Smettetela di giustificare i ragazzi per le loro bravate

Pubblicato il 20 Aprile 2017 da

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– Ma non esageriamo, sono solo ragazzi!
– È stata solo una bravata, mica volevano fare qualcosa di male!

Quante volte sento minimizzare le azioni dei ragazzi: la deresponsabilizzazione è uno sport prettamente nazionale. 
Si tende sempre a giustificare ogni cattiva azione, dando la colpa alle cattive amicizie, allo stato, alla scuola, a tutti gli altri tranne che a se stessi.

Questo mi fa tanto venire in mente quel film, Sleepers. I ragazzini rubano per scherzo il carrello di un venditore di hot dog, poi la cosa finisce in tragedia perché la sfiga vuole che una persona venga ferita seriamente. E finiscono nel carcere minorile, dove la loro vita finisce per vari motivi.

Eccola, la bravata.
Le bravate, le goliardie, sono queste: quelle che se tutto va bene dopo 20 anni ti dici che eri proprio un idiota, da ragazzo, ma se va male ti rovini la vita.
E’ questo che mi fa paura dell’adolescenza: che tutti prima o poi la fanno, quella bravata, e a qualcuno va bene, e ad altri no.

Alcune di queste bravate si configurano come un reato: bullismo, violenza, violazione della privacy, mettere in rete video compromettenti, diffamare, violare i registri dei professori, rubare nei negozi per vedere se si viene scoperti, fumare o bere se minorenni, devastare i giochi al parco.
Un reato fatto come una bravata, che può avere conseguenze serie.

Anche dare fuoco ai cassonetti è una bravata.
Anche tirare le uova alle macchine a carnevale.
Anche scrivere sui giochi del parco o sui muri delle case.

Finché non arriva quello che si è rotto le scatole di queste bravate, chiama i carabinieri e ti ritrovi in un mondo diverso, dove la bravata si configura come reato e la tua vita viene interrotta.

Smettetela di giustificare i ragazzi per le loro bravate.
Smettetela di dire che lo abbiamo fatto tutti.

Lo sappiamo già, di averle fatti tutti, ma proprio per questo dovremmo sapere che ci è andata bene troppe volte, per non sperare che i nostri figli nella vita facciano un po’ meglio di noi.



Commenti

5 Commenti per “Smettetela di giustificare i ragazzi per le loro bravate”
  1. IsaQ


    Cara Barbara, la penso come te. La scorsa settimana mio figlio giocava al parco con un amichetto. Un terzo bimbo è passato di là e senza motivo – te lo assicuro – ha tirato un pugno in pancia all’amichetto di suo figlio. Il padre che era presente si è recato dalla mamma del bullo raccontandole la cosa e la risposta è stata ‘Ma si non ha fatto niente’. Poi ci stupiamo se la delinquenza cresce

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Queste cose mi fanno diventare pazza. Ma come puoi giustificare la violenza dicendo che non è successo niente? Qual è il confine? Fino a quando li giustifichi i figli? Fino a quando uccidono?
      Io sono una fervida sostenitrice del fatto che non bisogna etichettare i bambini, perché i bambini cattivi non esistono. Ma certo che se non dai delle regole di buona civiltà, i bambini come fanno a sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato?

  2. Nadia

    Ma che nervi che mi vengono…..vanno pure in televisione a dichiarare queste cose a fronte di atti veramente gravi.
    L’unico che ho ammirato è stato il papà di un black block che quando ha capito che quello che faceva danno, ripreso dalla televisione, era suo figlio, lo ha rimandato indietro a ripulire!!!
    A parte questi atti gravi, io temo davvero che i miei figli un giorno, presi dall’entusiasmo del “smetto quando voglio, figurati se per una volta….” diventino alla fine dipendenti da qualcosa, alcool (così di moda di questi tempi) o droghe che ormai si trovano a 5 euro. o il fumo che fa tanto figo…..io cosa potrei fare a quel punto? Perciò ne parlo adesso che ancora un po’ mi ascoltano, ma non so se capiscono davvero quello che gli spiego in teoria….
    Al momento questo è il mio timore.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Ti capisco, è anche il mio timore e credo un po’ di tutti…
      Secondo me parlare, informare ed educare è la strada. Poi qualche cavolata la faranno, è chiaro, ma noi ci saremo. L’importante è che sappiano che noi ci siamo, ma siamo lì ad aiutarli a fronte di prendersi le loro responsabilità.
      Io non potrei mai difendere un atto grave di mia figlia, non potrei… eticamente. Ma ci sarei comunque vicino a lei per affrontarne le conseguenze.

      Allo stesso tempo, non demonizziamo l’acool, le sigarette, le droghe leggere. Non è questo il problema: le useranno, sono alla portata di tutti. L’importante è usare la testa e non rovinarsi la vita.
      Non vivranno mai come fossero in un monastero, quindi a questo sono preparata.

  3. roberto

    poi si arriva ad ammazzare la gente per strada e si dice: “Tranquilli… daremo una cospiqua somma alla famiglia e metteremo tutto a tacere”.

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