Lettera alla me stessa di 20 anni fa

Pubblicato il 7 Aprile 2017 da • Ultima revisione: 7 Aprile 2017

barbara-damiano-giovane_mammafelice

Ciao, sempre io.
Inizio con dirti che il tuo progetto di morire entro i 18 anni non si è avverato, e nemmeno entro i 20: adesso stiamo per compierne 41 ed essere grandi ci piace. Comunque non ti prendo in giro: ho molto rispetto per quella che eri a 20 anni e nessuna delle tue paure, per quanto infondate, mi ha mai fatto ripensare a te come a una povera ragazza da compatire.

E va bene. Fino alla tua età siamo state un po’ sfigate. Non posso darti torto, sul serio: ti concedo la soddisfazione di ammettere che intorno c’era di meglio, poteva essere decisamente meglio.
Senti, poi però ad un certo punto bisogna guardare avanti e ti assicuro che l’hai fatto. Inaspettatamente e incredibilmente, sei riuscita a guardare avanti e a scegliere la vita.

Ci sarà una notte particolare, tra un po’ di settimane: ti sentirai stremata dall’infelicità e dal dolore, la depressione che ti mangia dentro come un verme solitario, e penserai che vale proprio la pena di morire. Sarà una notte lunghissima e piena di terrore.

Saranno ore definitive: se mi leggi, voglio dirti che non ti sei ammazzata. Da quella finestra, alla fine, non ti ci sei buttata più.
Forse eri troppo stanca, forse troppo arrabbiata, forse troppo desiderosa di combattere tutte le ingiustizie, forse semplicemente pigra.

Comunque: ottima scelta. Il mattino seguente, quel mattino dopo la notte in cui volevi morire, è stato il primo giorno della tua nuova vita.
È stato quel mattino che è iniziata la tua guarigione dalla depressione.

No, per la bulimia aspetterai ancora 7 anni buoni. Sempre la solita routine: abbuffata, bagno chiuso a chiave, radio, vomito – sollievo. Silenzio.
Ci vorranno ancora 7 anni per riuscire a parlarne con qualcuno, ma soprattutto per riuscire a smettere.

Ci sarà una sera nella tua casa nuova (sì, tu vai a vivere da sola, a un certo punto, in un bilocale che hai dipinto tutto di blu) in cui attraverserai la ferrovia con dieci euro in mano, gli ultimi nel portafoglio (hai un contratto a tempo indeterminato, ma lo stipendio è basso: però figo, eh!), per andare a prendere qualcosa da vomitare alla coop lì di fronte. Che per poco non ci resti secca, tutta presa dalla tua bulimia, quando vedi arrivare il treno un po’ troppo presto rispetto al previsto.

E comunque, tra gli scaffali, alla fine semplicemente avrai la nausea di tutta questa routine, ed è quel momento in cui guarisci dalla bulimia, all’improvviso. Tu fai sempre così: anni di tragedia e poi la decisione di vivere sei capace di prenderla in un minuto, e di svoltare senza guardare indietro.

Tornata a casa semplicemente sarai guarita. Boh. Ancora oggi non so spiegarti come o perché, ma da quel momento la bulimia non farà più parte delle tue giornate.

Sì, lo so che la tua vita al momento è ancora un baratro. So perfettamente che nessuno ti ha amata davvero e che sei assolutamente certa che nella tua vita non ti resti altro che accontentarti delle briciole lasciate dagli altri, perché nessuno ti amerà mai davvero.

Senti, per quanto ti possa sembrare fantascienza, invece tu sarai amata. Tanto. Ci sarà un ragazzo, in quella casa blu, che ti salverà da tutti e da te stessa, ti amerà e ti verrà pure a riprendere quando proverai a scappare. E siccome dovrai scegliere tra lui e quell’altro che vive lontano, ecco: scegli lui. È quello giusto, credimi: è quello giusto anche 20 anni dopo.

Una sera, sotto il portoncino arrugginito, ti aggrapperai al suo giubbotto di pelle nera perché le gambe si stanno sciogliendo dall’intensità dell’amore.
Sì, è lì che è iniziata la tua famiglia. E persino il tuo nuovo bellissimo lavoro.

Quelle lettere che scrivevi alla tua figlia del futuro, te le ricordi? Con i quaderni pieni di foto ritagliate dai giornali, piene di racconti, di sogni e soprattutto di ideali da trasmettere. Ci sono ancora. Sono nel mobile dell’entrata e quella figlia è nata.

È nata subito, appena l’avete cercata, e a te si è accesa una lucina: lo sapevi dal primo secondo. Dopo 7 settimane era già un battito d’ali dentro la tua pancia. E sì, ovviamente nemmeno questo è stato facile, perché avete rischiato di perdervi l’un l’altra, ma alla fine, nonostante settimane di ospedali e di allettamenti, la bambina a cui scrivevi le tue lettere di ispirazione è nata e l’avete chiamata Dafne, che è un bellissimo nome.

Non sei morta perché hai imparato ad amare follemente la vita.
La depressione si è sciolta dentro le bolle della tua energia.

Ora non metterti a ridere, ma pensa che un giorno scriverai un libro sulla felicità per spiegare agli altri come diventare felici.
Lo so, questa sembra una gran menata, ma te lo giuro su me stessa: sarai una paladina di felicità.
Ma cosa vuoi che ti dica! Alla fine la vita ha vinto, nonostante te.

Hai avuto fortuna. Ma sei stata anche brava a scegliere la vita.
In quei 3 o 4 momenti cruciali, quando avresti davvero potuto mandare tutto al diavolo, hai avuto la forza o l’incoscienza di aspettare ancora un attimo.

Aspettare un attimo per vedere il finale.

Eccolo qui, lo spoiler: andrà tutto bene.
Fidati della tua vita, fidati di te, fidati delle persone che sanno amarti.
Fidati della bellezza del mondo. Fidati della poesia, del lavoro, dei treni.

Fidati del perdono: arriverà anche il vento del perdono e sarà bellissimo. Saranno lacrime calde di gioia e di liberazione.

E da una parte vorrei che tu non leggessi questa lettera, anche se so che il desiderio di sapere che tutto andrà bene ti sta distruggendo, e che ti toglie le forze questa incertezza sul futuro. Andrà tutto bene, amica mia.

Andrà tutto bene e dopo 20 anni non ti serviranno più gli spoiler sul futuro, perché andrà bene così. Come è andato bene quando tutto andava malissimo, andrà bene anche domani, perché la vita ti può ancora salvare.

E allora tu resta viva, cerca di fare solo questo.
Resta viva e aspetta un attimo.

La vita sta solo cercando uno spiraglio per infrangere la tua depressione con una luce meravigliosa.
E ci riuscirà!

===

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indetto per il 7 Aprile 2017 la giornata mondiale della depressione.
Io e Valentina Colmi, un mese fa, abbiamo deciso di raccontarvi la nostra storia per dirvi che non siete soli, che la felicità esiste, che non tutto è perduto: cercate solo di restare vivi, e TUTTO ANDRÀ BENE.



Commenti

22 Commenti per “Lettera alla me stessa di 20 anni fa”
  1. Vorrei dirti che queste tue parole spero di dirle a me stessa tra vent’anni, e vorrei dirti dal profondo del cuore grazie. Mi piacerebbe scriverti in privato, oggi lo faro’ <3

  2. Lisanna

    Mamma mia, mi hai commosso profondamente.
    La depressione è una bestia nera.
    Ti faccio i miei più sinceri complimenti per esser riuscita ad aprirti.
    Buona vita!

  3. Mafalda Fissore

    A costo di essere ripetitiva… MAMMAFELICE, IO TI ADORO! (Ma ormai lo saprai già 🙂

  4. Maia

    Mi sono messa a piangere di commozione.
    Barbara, sei stupenda

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Maia…

    • Maia

      Leggendo questo articolo mi sono sentita meno sola perché anch’io a 18,20 anni mi sono sentita così, “non abbastanza”, profondamente sola, non amata. Nella tua testimonianza come in quella di Valentina mi rivedo molto. Ora, a 30 anni, le cose vanno meglio anche se c’è qualche ricaduta. Il peso di essere stata cresciuta da genitori troppo egoisti per amarmi è grande, guarire un percorso lungo e difficile… ma va meglio, è in discesa. Grazie di cuore per aver avuto il coraggio di raccontarti e farmi scoprire che non sono sola!

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

        immagine livello
        Guru
        Mamma di Dafne (17 anni)

        Senti, a un certo punto la responsabilità della nostra felicità passa in mano a noi.
        Lo so. La so questa cosa dei genitori e fai bene ad essere triste e anche arrabbiata. Però datti una scadenza, davvero. Scegli una data in cui puoi riporre il dolore nel cassetto e dedicarti alla seconda parte della tua vita.
        La discesa, come dici tu, è iniziata. Non mollare.

      • Valentina

        Ciao Maia! Con il passare del tempo questo peso si allenta, anche se ti confesso che ancora alla veneranda età di 40 anni i miei venerabili genitori si sentono ancora in dovere di ricordarmi quanto sono incapace, irresponsabile e “diversa” da loro, mentre mio fratello no. Eh, oh, tutte le ciambelle non vengono con il buco e a volte mi sono chiesta davvero da che “buco” sia uscita (così si dice dalle mie parti) .Purtroppo fa ancora male sentirselo dire. Ma meno, molto meno.
        Sicuramente incide il cercarsi un compagno degno di questo nome (fatto), avere coraggio di fare scelte poco popolari e con un margine di rischio (fatto), oltre a prendersi poco sul serio e poco pure gli altri (fattissimo). A me salva la stupidera e alla fine del salmo il passare da stupidina mi ha salvato da tante situazioni poco piacevoli con eleganza.

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

        immagine livello
        Guru
        Mamma di Dafne (17 anni)

        Viva la stupidera sempre!

  5. sono la Alle

    Mi è venuta voglia di abbracciarti!

  6. Cristina

    E’ bellissima… mi hai lasciato senza parole.
    Brava ad aver superato tutte queste cose che nell’adolescenza sono un vero muro da scavalcare.
    Ce l’hai fatta e ora sprizzi felicità… per tutti noi
    Grazie…di averlo condiviso

  7. non ho alcuna parola, solo….

  8. Ketty

    Grazie per la tua testimonianza.
    Volevo chiederti i genitori possono fare qualcosa per evitare che i figli arrivino al bivio?
    Cosa si può fare per aiutarli?
    Aspetto un tuo nuovo post.
    Grazie

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Ketty, io non lo so.
      Sicuramente possono intanto provare ad essere buoni genitori: non giudicanti, non negativi, non violenti. Chiaro che, immagino, se uno cresce felice da piccolo, metà del lavoro è già fatta. per lo meno ha delle belle radici e soprattutto ha fiducia in sé e nella famiglia, che può diventare il luogo dove rifugiarsi quando ha un problema.
      E poi onestamente secondo me c’è anche una componente di fortuna. Se ti trovi al momento sbagliato nel posto sbagliato, se fai una scelta in leggerezza senza valutarla bene…
      Però, anche lì, se la tua famiglia non ti giudica, ti puoi sempre recuperare.

      Non lo so. Io potrò scrivere quello che sarebbe servito a me allora, da adolescente. Soprattutto secondo me uscire dal velo del non detto: dire le cose ad alta voce, nominare i problemi, non fingere di non sentire. Ecco. In tante famiglia si vive cercando di non dire ad alta voce i propri scheletri, come se – non nominandoli – non esistessero.
      Se invece impariamo ad essere genitori autentici e persone autentiche e a nominare ad alta voce i problemi, forse possiamo anche rimpicciolirli e affrontarli a muso duro. Invece di nasconderli.

      E poi secondo me l’altra cosa indispensabile è aprire casa propria. Fare in modo che la propria casa diventi il punto di riferimento degli amici dei figli, che è l’unico modo per vigilare senza essere visti come invadenti. Aprire casa a tutti, in modo che non stiano per strada.
      Già immagino di non poter più stare in tuta a guardare serie tv sul mio letto 😀

      Non so. Secondo me forse la cosa migliore da fare è non pensare troppo al futuro, ma essere presenti adesso. Mia figlia mi dice: VOGLIO CHE MI VEDI.
      Non co la testa alla cena da preparare o con gli occhi sul telefonino. Mi devi vedere. Ecco, vediamoli questi figli. Vediamoli adesso.

  9. sara

    hey tu voglio dirti che cmq nonostante tutto tu non userai mai la coppetta!!!!
    Che avrai una risata che contagia e mette il buon umore, o forse ce l’avevi anche prima, ma io nn ti conoscevo scusa 😛
    Sappi che sarai amata davvero tanto , anche da tante amiche che saranno troppo felici di averti nella loro vita e sappi che si, tanto colore, tanto glitter, tanta cancelleria rallegreranno le tue giornate! Poi ora nn lo sai ma c’è una sfida di torte assurde che ti aspetta, lo so , lo so nn le sai fare, ma credimi, le farai… e avrai anche un cane! Chi te lo fa fare di non vedere come va avanti ? <3

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *