Dentro l’uovo di Pasqua voglio metterci il mio tempo
Pubblicato il 6 Aprile 2017 da Mamma Felice • Ultima revisione: 22 Marzo 2018
Sento che mi sto perdendo i pezzi.
Tra Aprile e Giugno mi succede sempre così: inizia quella che chiamo la vita-frullatore, in previsione delle lunghe vacanze estive.
Non ho più tempo per niente. Quest’anno non ho avuto nemmeno il tempo di organizzare il mio compleanno.
Al mattino mia figlia mi chiede di nuovo di lavarle la maglietta gialla, e io: Ricordamelo stasera, perché fino ad allora mi dimentico.
Mi dimentico?!
Mi sono persa anche la sua ricerca sulla medusa immortale: come le è venuto in mente? Cosa sta scrivendo? Le serve che io l’aiuti a cercare qualcosa su Google? Ci sarebbe anche da invitare la sua compagna a casa per scriverla insieme, ma io questa settimana…
Dentro l’uovo di Pasqua voglio metterci il mio tempo.
Dentro l’uovo di Pasqua voglio metterci il sole, l’aria, le giornate passate in cortile. Quei pomeriggi lunghissimi in cui camminiamo sull’erba a piedi nudi e beviamo l’acqua fresca dalla pompa del giardino.
Dentro l’uovo di Pasqua ci voglio mettere la memoria: sì, mi ricordo della tua maglietta gialla, non serve che tu mi chieda mille volte la stessa cosa, sto prestando attenzione alle tue parole.
Sto facendo attenzione, ti sento.
– Mamma, voglio che mi vedi.
Sì, voglio vederti, esserci con la testa, tornare sui binari giusti: io che rompo le scatole a tutti per dire che i nostri figli hanno bisogno di tutto il nostro tempo e poi…
Ieri pomeriggio abbiamo fatto la Caccia alle Uova in giardino. Avevamo appena ricevuto in regalo le uova di Dolci Preziosi, io avevo appena finito di preparare i coniglietti in gomma crepla da nascondere in giardino, quindi bon, non abbiamo nemmeno aspettato Pasqua: abbiamo già fatto le prove generali.
Ci siamo tolte le scarpe e le calze e abbiamo camminato sull’erba bassa, appena tagliata. Fragola che correva come una lepre, la carta lucente delle uova di Pasqua che sbrilluccicava al sole, in mezzo alla fioritura blu dei muscari e alle ortensie violacee.
Un caldo prepotente, poi di nuovo all’ombra, ad arrampicarsi sulla corda da arrampicata per mostrarmi che finalmente arrivi al terzo scalino.
Poi la contrattazione: posso aprire tre uova? No, aprine solo una. Dai, posso guardare almeno tutte le sorprese? Poi la cioccolata la mangio poco alla volta.
Dentro l’uovo di Pasqua voglio metterci queste cose semplici: ritrovarmi, ritrovarti, stare insieme, smetterla di compilare liste infinite di cose da fare – che tanto non farò mai.
Ho pensato di realizzare un diario di viaggio, per questa estate. Un diario in cui raccogliere le nostre avventure, che siano viaggi veri o viaggi immaginari.
Perché spesso ai bambini sembra che non facciamo cose abbastanza forti, e i ricordi si perdono veloci.
Si perde il ricordo di quelle uova di Pasqua e delle sorprese accolte con l’entusiasmo folle dei bambini piccoli; si perde il ricordo di quella giornata in cui abbiamo comprato 30 pacchetti di figurine e tutto il giorno abbiamo urlato: ‘il mio tessssoro‘; o quel momento in cui nel lettone abbiamo chiacchierato fino a mezzanotte di cosa fare nella vita.
Dentro l’uovo di Pasqua quest’anno voglio mettere queste cose ‘normali’.
I sentimenti veri, la cura, il tempo, il sole, il cortile, le cose facili che ci fanno felici – senza fronzoli e senza confini.
Voglio ripetere la Caccia alle Uova a Pasquetta, quando faremo la grigliata in giardino con le cuginette venute un mese dall’Australia.
Voglio aprire le uova per scoprire le sorprese insieme a te, restare a bocca aperta e stare bene.
Stare bene.
Non serve altro, ai bambini, se non un’infanzia felice.
Dentro l’uovo di Pasqua, quest’anno, ci metto dentro un’infanzia felice.
Sono sicura che ci sia abbastanza spazio per farcela stare tutta, leggera e impalpabile nella sua spensieratezza, senza fronzoli e senza confini.
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Articolo in collaborazione con Dolci Preziosi.
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Stare bene.
Non serve altro, ai bambini, se non un’infanzia felice.
quanto è vero quello che scrivi, a volte concentriamo il tempo su tante cose che apparenmente sembrano importanti o lo sono, ma non saranno mai piu’ importanti del tempo da dedicare ai figli o alla famiglia
Lo dico sempre, quanto è vero…!!!!
Dafne è venuta a casa dicendo che una compagna l’ha presa in giro: Tanto Dafne non va mai da nessuna parte!
Come per dire che sei un po’ sfigata, se non fai viaggi che puoi raccontare di aver fatto. Trovo un po’ misera questa idea: c’è chi come noi i viaggi non li fa perché sta meglio a casa, ma anche chi non può farli per vari motivi, soldi, malattia, persone anziane da accudire, animali…
Vuol dire che le vacanze di chi sta a casa valgono meno?
Secondo me ogni esperienza può dare a un figlio un’infanzia felice, anche la più semplice. Non dobbiamo dimostrare di fare cose più fighe degli altri, ma dobbiamo fare le cose che ci fanno stare bene.
Come hai ragione. Trovo molto misera l’idea che se una persona e più ancora un bambino non fa 1000 cose è uno sfigato. Per i bimbi ogni cosa è esperienza se condivisa con le persone che amano, quello che porteranno dentro nella loro vita da adulti sarà l’emozione che l’esperienza gli ha suscitato non la quantità o la stravaganza di queste.
Esattamente…
Questa cosa mi ha particolarmente colpita, e di più ancora mio marito, anche perché detta proprio da un’amichetta, così, ad alta voce in classe. Mi ha fatto male e Dafne c’è rimasta proprio male.
Poi magari ci sono famiglie, e ne conosco, che scelgono la meta della vacanze in base all’orario del baby parking…per mollare lì i figli e rivederli a cena se va bene…o come quelle che, velatamente, mi hanno fatto notare che secondo loro i miei bambini stanno troppo a scuola (per lavoro li devo lasciare fino alle 18 ma la scuola è splendida, sono seguitissimi, e li vedo tranquilli) e poi i loro bambini fanno i compiti sugli spalti della piscina mentre il fratello/sorella fa il corso….
Boh, tanta gente parla proprio solo perchè ritiene di dover dire la sua sempre, il difficile è non mettersi in discussione ogni volta a causa loro.
E’ verissimo come dici tu “Dentro l’uovo di Pasqua quest’anno voglio mettere queste cose ‘normali’.
I sentimenti veri, la cura, il tempo, il sole, il cortile, le cose facili che ci fanno felici – senza fronzoli e senza confini.”
Come sempre dici le cose giuste!
Irene
Non è affatto facile crescere i figli e ognuno fa i conti con il tempo che ha. Ma se vogliamo dare loro un’infanzia felice, in qualche modo questo tempo di qualità va trovato. E no, non facendo i compiti sugli spalti della piscina.
Secondo me vogliono tutti fare cose speciali, cose innovative, cose da poter pubblicare sui social perché sono belle da vedere… ma nella sostanza si perdono le cose vere, le cose normali, le cose semplici.
Si perde la capacità di vivere per vivere, invece che vivere per raccontarlo sui social.
Sarà pure una frase fatta ma per me la felicità è nelle piccole cose, le più semplici che però fanno stare bene. Ieri mio figlio, sei anni, ha vissuto l’emozione della prima gita scolastica, hanno visitato una fattoria didattica che si trova a un’oretta da dove abitiamo noi, ma per lui era tutto nuovo il viaggio in autobus, il fatto che non era con me ma con le maestre e i compagni, ed io ero più entusiasta di lui
Carmen, che bello!!! Chissà che emozioni ha provato tuo figlio…
Si e’ divertito tantissimo ed io sono contenta di aver superato la mia titubanza, ero molto indecisa se farlo partecipare o meno perché è stata in assoluto la prima gita con la scuola e avevo abbastanza paura, ma ho pensato che prima o poi era un passo da compiere
Ma che bello, sono così felice per voi!! Chissà quanto era emozionato! E immagino che tu ti sia rilassata solo dopo che è tornato a casa: anche io faccio sempre la dura, ma sto in tensione tutto il giorno 😀