Come essere una famiglia felice in 10 passi
Pubblicato il 28 Ottobre 2016 da Mamma Felice • Ultima revisione: 22 Giugno 2023
Ostenti la felicità.
Mi è stato detto spesso, come se fosse una colpa o, peggio, un modo per sentirmi superiore agli altri.
Capita quando chi legge fugacemente un post non conosce la mia storia personale e professionale, e quindi non sa che la felicità è una ricerca, non un punto di arrivo.
La felicità è complicata: prevede scelte dolorose e impopolari, che salvaguardino noi stesse come donne, la nostra famiglia, e anche il nostro lavoro.
La felicità è semplice, non facile. E’ semplice perché come le cose belle è uno stupore farne parte in modo così piccolo e potente, ma non è facile arrivare a sceglierla, capirla, pretenderla.
Sì, la felicità andrebbe pretesa, e poi anche ostentata. Non perché sia un successo, ma perché è un contagio: tutti noi abbiamo un amico sempre ottimista che ci tira su il morale. E se diventassimo noi, quella persona che tira su il morale a tutti?
Io ho scelto di essere quella persona e questo è diventato il mio lavoro.
Pochi giorni fa ho letto una ricerca effettuata da IPSOS per Kinder Cereali, sul tema: I bisogni delle mamme italiane.
Ho avuto ancora una volta una conferma che le mamme italiane, pur essendo molto soddisfatte della propria vita, sono anche stanche, avvertono il peso della responsabilità e sono troppo critiche con se stesse. Sono mamme che, per conciliare famiglia e lavoro, rinunciano a se stesse.
Cosa che è decisamente contraria a tutto ciò che ho scritto nel mio libro: Essere felice senza rinunciare a te stessa.
Obiettivamente la felicità non è perfetta. Io mi ritengo una persona abbastanza felice, e nonostante questo ci sono giorni in cui semplicemente non ce la faccio e va bene così.
Ho imparato a superare i miei sensi di colpa perché mi distruggevano, e ho imparato che non è necessario che la felicità sia esplosiva: può essere un semplice sentimento di fiducia nella vita, sapere che in qualche modo ce la faremo lo stesso.
Dirmi: Puoi rimandare a domani, aspetta un attimo a prendere decisioni drastiche.
Una cosa di cui sono certa, però, è che la felicità della famiglia non dovrebbe spettare solo alla mamma, ma a tutti: ognuno di noi, in famiglia, ha un suo ruolo e deve prendersi un impegno di cura verso gli altri.
Essere una famiglia felice richiede che tutti facciano la loro parte. Ed è anche molto semplice.
Di solito la risposta a questo è: Dici bene tu, che hai un marito che ti aiuta…
E perché tu no? Cosa ti impedisce di amare ed essere amata da un uomo che ti sceglie, che ti rispetta, che ha cura di te?
Cosa ti impedisce di cambiare la tua vita? Non c’è un modo facile per farlo: per cambiare bisogna cambiare.
Come dicevo, la felicità richiede anche lo sforzo di compiere decisioni dolorose e impopolari, buttare via ciò che ci rende infelici, cambiare la propria vita.
Come dico sempre, non puoi pensare di diventare felice senza cambiare nulla della vita che ti rende infelice.
Per cambiare bisogna cambiare.
Non ho quindi una ricetta universale, ma so che la felicità c’è, esiste, fa parte di noi e tutti possiamo cercarla.
Ma non viene da sola: ci chiede sacrificio e dedizione.
Indice dell'articolo
Come essere una famiglia felice in 10 passi
Gestire la casa tutti insieme
La casa è di tutti, non solo della donna e ciascuno può contribuire a suo modo tutti i giorni: il marito può fare la lavastoviglie, buttare la spazzatura, dividere il bucato, passare l’aspirapolvere; i figli possono tenere in ordine le stanze, apparecchiare e sparecchiare, pulire le scarpe; la moglie può fare le lavatrici, pulire i pavimenti, cucinare… Oppure possiamo invertirci i ruoli e fare solo ciò che ci piace, per il bene di tutti.
Nella ricerca Kinder Cereali che ho citato, la quotidianità pesa spesso sulle mamme, dalla cura dei figli a quella della casa. Ma i papà sempre di più si ritagliano un ruolo importante in famiglia, molto capaci di prendersi cura di tutti:
Mio marito/compagno ha bisogno che le cose gli vengano dette, “non ci arriva da solo“.
Va bene. Bisogna accettare che ciascuno di noi è diverso. Anche per me c’è sempre uno sforzo mentale in più, per organizzare i lavori in casa o per capire chi va a portare la bambina a musica, ma va bene. Ho accettato che per me alcune cose sono importanti, quasi scontate, e per gli altri non lo sono.
Ho imparato a chiedere aiuto: se ho bisogno che mio marito separi il bucato e lo metta in lavatrice, glielo chiedo. E cerco (ci provo) di smettere di comandare: pretendere che le cose vengano fatte appena lo dico, e nel modo in cui lo dico.
Perché tutto funziona benissimo lo stesso anche se io non comando.
Molliamo la presa, che nessuno è mai morto se i calzini vengono piegati o appallottolati nel cassetto.
Avere uno spazio per tutti
Per trovare il nostro equilibrio familiare noi abbiamo capito che è importante che ci sia anche uno spazio fisico per tutti, una cameretta dove poter studiare tranquilli, uno studio dove leggere un libro in silenzio.
Anche in questo caso, abbiamo fatto delle scelte forti, che non sono state comprese da tutti. Per esempio abbiamo rinunciato alla cucina, che abbiamo spostato in sala, per poter avere ognuno la sua stanza. Noi dormiamo in letti separati e abbiamo stanze separate.
All’inizio è stato difficile raccontarci senza venir giudicati per questo: tanti pensano che siamo separati in casa o che non ci amiamo.
Invece ci amiamo e siamo sposati da 9 anni, e lavoriamo insieme tutti i giorni dallo stesso numero di anni e abbiamo anche imparato a non litigare più. Non è stato semplice imparare a non litigare, perché entrambi abbiamo dovuto mettere da parte l’orgoglio e la voglia di avere l’ultima parola.
E non è stato facile scegliere di avere una stanza separata, soprattutto andando contro alle convenzioni sociali.
Eppure, da quando abbiamo attuato questo cambiamento, siamo più felici. Dormiamo meglio, non ci arrabbiamo, ognuno può dedicarsi alle sue passioni senza disturbare l’altro.
Noi mangiamo molto presto, verso le 19 (a volte anche 10 minuti prima): poi sparecchiamo, puliamo la casa se necessario, e alle 8 e mezza massimo ognuno ha tempo per sé: Dafne suona la chitarra o guarda la TV sul computer in camera sua, io guardo le mie serie TV in camera o scrivo qualcosa, Nestore ascolta musica o lavora.
Nella ricerca IPSOS per Kinder Cereali, lo spazio per sé si conferma essere l’aspetto della vita di cui si è meno soddisfatti, insieme al tempo libero.
Noi abbiamo fatto una scelta forte.
Viviamo insieme, ma abbiamo una nostra vita privata.
E non dico che tutti debbano dormire separati (anche se tutte le coppie che abbiamo convinto, oggi dormono molto meglio) o avere stanze separate, ma tutti noi possiamo dirci che anche il nostro tempo è importante, che lo vogliamo, che abbiamo bisogno di stare soli, per poter stare insieme.
Avere uno spazio di coppia
Per restare in coppia, sin dai primi giorni di vita dei figli bisogna evitare di farsi assorbire dai problemi quotidiani e concentrarsi anche sul rapporto a due. Bisogna pensare in coppia.
A volte le mamme si concentrano totalmente sui figli e dimenticano la persona che hanno scelto di avere accanto. Dormono con i figli, vivono per i figli, passano tutto il loro tempo con i figli.
Dicono frasi terribili, come: L’uomo della mia vita l’ho messo al mondo io.
Ehm…
Per essere una coppia, e per essere genitori, anche questo tempo andrebbe condiviso. Gli uomini sono bravissimi padri, sono capaci, divertenti, spigliati, intelligenti. Noi mamme non siamo il mondo dei bambini e possiamo dividerci quello spazio.
Da una parte le donne ‘sentono di fare tante rinunce per i figli’ e dall’altra parte sentono ‘di trascurare il rapporto di coppia’. Ma queste responsabilità sono indotte o volute?
Una mamma nonostante le cose da fare non molla!
E perché mai? Mollare il colpo è così bello… Una delle sensazioni migliori nella vita è fermarsi e mollare il colpo, respirare e smettere di pensare a se stesse come wonderwoman: Non ce la faccio, mi fermo, non mi sento in colpa per questo perché ho già fatto il mio meglio.
I figli non ci chiedono di essere perfette: ci chiedono solo di essere la migliore versione di noi stesse.
Apprezzare il lavoro di tutti
Almeno in casa, possiamo cercare l’equilibrio: il lavoro di tutti è importante e per questo va rispettato.
Non lasciamo che il nostro lavoro sia dato per scontato: raccontiamolo, coinvolgiamo tutti, cerchiamo aiuto.
Sono contraria agli scioperi e favorevole al dialogo.
Spesso sui gruppi FB il consiglio che va per la maggiore, dopo un litigio in casa, è: Fai sciopero, non cucinare e non lavare più niente.
E poi si passano giorni e giorni a tenersi il muso, a non parlarsi, a dirsi cose orribili: questa non è famiglia.
Preferisco la carta del dialogo: imparare a chiedere aiuto, parlare dei problemi, negoziare.
Una famiglia forse troppo democratizzata in cui si è persa la normatività e dove l’arte del compromesso rappresenta un’attività quotidiana.
La negoziazione è diventato un modello educativo, che è molto faticoso. Eppure è proprio essere tutti alla pari, a rendere tutti liberi di essere se stessi.
Se ci limitiamo a far sciopero, potremmo renderci conto che non siamo così indispensabili: la casa va avanti lo stesso anche se per cena c’è il toast invece dell’arrosto. Lo avete notato?
Avere tempo libero
Ogni membro della famiglia deve avere la possibilità di dedicarsi a se stesso in modo autentico, coltivandosi, senza essere distratto da continue richieste degli altri.
Dico sempre che noi siamo come un pozzo: quando il pozzo si prosciuga, non c’è più acqua per nessuno.
Il mondo è così bello! Ritroviamo le nostre amiche, usciamo qualche sera, pratichiamo sport, coltiviamo un passatempo: ci meritiamo di essere anche altro, oltre che madri. Donne, oltre che mogli.
Non è necessario passare da un eccesso all’altro: basta scegliere ciò che ci fa star bene e uscire un po’ di casa. Perché prendere le distanze dalla casa aiuta a risolvere le tensioni familiari e ad essere più predisposte al dialogo.
Rendere facile la gestione dei pasti
Una delle incombenze più gravose per la donna è fare la spesa e cucinare ogni giorno: dopo anni e anni in cui ogni sera ci si ritrova a cucinare per tutti, magari anche piatti diversi, si può francamente perdere interesse.
Ma ci sono tante soluzioni pratiche per alleggerire questo compito: dalla spesa online al menù settimanale, al piatto unico uguale nei vari giorni della settimana (per esempio tutti i Lunedì risotto, tutti i Venerdì pizza…).
Io sono sempre stata fissata con il cibo, fino a farne una malattia: ci penso continuamente e mi piace cucinare per gli altri e proporre ricette sempre nuove. Ma non sempre ne ho il tempo e non voglio struggermi per questo. Perché non moriremo se una sera – davvero – ci sono i toast invece dell’arrosto.
Ho capito di non essere così importante, così indispensabile. Ho capito che le cose sono più semplici di come mi sembravano inizialmente.
Dormire nel rispetto del riposo di tutti
Dormire bene e a lungo è la chiave per essere più felici e più sereni. Tutti in famiglia devono dormire il numero giusto di ore.
Molte donne che conosco si alzano alle 5 per fare le pulizie prima di andare al lavoro. Siamo matti?
La stanchezza è il principale disagio provato dalle mamme nell’affrontare la quotidianità.
La privazione del sonno è una tortura di guerra: vorrà dire qualcosa? 🙂
Chiaro che con un neonato il riposo è interrotto e ricordo benissimo ancora adesso questa stanchezza cronica, data dal vivere in blocchi di tre ore in tre ore. Ma poi gli anni passano e anche i bambini possono dormire nel loro letto, piano piano, senza traumi.
Impariamo a darci un limite: ciò che abbiamo fatto è abbastanza.
Parlare di sentimenti
Solitudine, paura, senso di inadeguatezza, sensi di colpa… impariamo a parlarne in famiglia. Parlare di sentimenti non è semplice, perché molti di noi sono cresciuti in famiglie in cui non di parlava mai di queste cose.
Ma possiamo cambiare. Possiamo scegliere di fondare una famiglia che sappia raccontarsi e spiegarsi, una famiglia in cui si parli serenamente anche dei problemi.
Con mio marito sono riuscita a parlare di segreti che non ho mai raccontato a nessuno, e viceversa. Se ho un problema, è lui l’unica persona a cui sento di poterlo confidare senza essere giudicata.
Le mamme si sentono tese, piene di dubbi, soffrono di ansia da prestazione.
E se questo fosse solo nella nostra testa? Probabilmente stiamo già facendo bene e i sensi di colpa sono solo nella nostra testa: quando ne parliamo in famiglia, spesso i figli ci dipingono in modi molto più lusinghieri di quanto pensiamo. Diciamolo ad alta voce: Sto facendo bene.
La metà dei papà appare disorientato rispetto al tipo di aiuto che vorrebbero le loro compagne e si sentono in difficoltà nel comprendere di che tipo di aiuti necessitano le proprie compagne/mogli.
E lo conferma anche IPSOS: siamo soltanto noi a chiedere troppo a noi stesse; i nostri compagni che hanno risposto a Kinder Cereali ci trovano nel 67% dei casi vicine al loro ideale di figura materna.
Fare qualcosa di bello per gli altri
Togliamoci dal nostro baricentro e pratichiamo atti di gentilezza altrove: abbiamo notato tutti che è più semplice risolvere i problemi degli altri che i nostri. Facciamolo.
Facciamo volontariato, diamo una mano al vecchio vicino di casa rimasto solo, diamo una mano a scuola o in oratorio: usciamo da noi stesse e guardiamoci attraverso gli occhi degli altri.
Nei miei momenti più difficili, quando pensavo che nulla mi avrebbe fatto felice, il volontariato mi ha salvata: attraverso gli occhi degli altri ho capito di non essere totalmente un relitto, ho capito che c’era ancora qualcosa di bello dentro di me.
Portiamoci dentro la gioia di fare del bene per il solo gusto di farlo.
Pretendere meno perfezione
Niente sarà mai perfetto, niente andrà sempre bene al 100%. Possiamo fare meno e pretendere meno, e ricordarci che i nostri figli ricorderanno più volentieri un momento felice, che un pavimento pulito.
Multitasking per vocazione: le donne hanno la nevrosi della supermamma.
Così come non voglio una figlia perfetta, non voglio essere una madre perfetta.
Voglio divertirmi con mia figlia, voglio mollare il colpo quando è necessario, voglio esserci in modo creativo.
Ma voglio anche mostrarle che va bene se non sarà sempre in forma, che va bene se vorrà restare da sola senza nessuno intorno, che va bene se uscirà per fare delle cose che saranno soltanto sue.
E non mi aspetto neanche di avere un marito perfetto.
Il mio augurio, sincero, è che la felicità ci accolga tutti.
La stupidera Barbara, la stupidera è la chiave per la felicità in famiglia….quante volte ha risolto le cose in casa mia, anche di fronte ad eventi drammatici! La stupidera è la consapevolezza che siamo vivi e che solo per questo dobbiamo essere felici!
La stupidera è anche la nostra prospettiva: la usiamo soprattutto quando siamo incavolati sul serio. Io credo che Dafne abbia sconfitto la sua timidezza proprio così: perché se non hai paura della reazione dei tuoi genitori, puoi sentirti forte.
MI sembrano concetti molto giusti e ben espressi.
Purtroppo non sempre quelle che sono le nostre idee vengono condivise dagli altri, dal marito, dai figli. Quindi diventa difficile governare la barca in due o tre modi diversi…. Ho smesso di pretendere certe cose, ma chiedo ai miei figli di tenere in ordine da soli la cameretta, per esempio, e le loro cose. Hanno 18 e 12 anni ma niente, devo sempre dirgli “hai pulito la cameretta questa settimana?”; una volta a settimana, quindi, mica tutti i giorni….e il marito che si cambia le scarpe dove stendo i panni ad asciugare ma non li tocca nemmeno in 15 giorni (ero malata e in catalessi sul divano) per vedere se sono asciutti? Certe cose mi sembrano il minimo dell’iniziativa personale ma non “arrivano” nemmeno in quelle….
Nonostante ciò non mi ammazzo per fare le cose al posto loro. Nessuno, a meno di un allergico molto forte, è morto perchè ha saltato di far giù la polvere….
Sono ottimista e penso sempre che prima o poi dovranno per forza arrangiarsi e magari si ricorderanno dei miei insegnamenti e gli torneranno utili.
Per quello che riguarda il “vedersi con gli occhi degli altri” mi stupisco sempre quando qualcuno mi dice che sono brava in qualcosa… ad es. ho da poco intrapreso un’attività di vendita e consulenza di prodotti naturali e alla fine della riunione la padrona di casa mi dice che ho spiegato bene e sono stata “coinvolgente” e chiara….
Sarà una “tara” che mi porto da quando ero piccola e il massimo del complimento era “hai fatto il tuo dovere”….
Comunque io non sono mai “felice” perchè trovo sempre qualcosa di migliorabile o difettoso (negli altri e in me stessa), qualche problema imprevisto che mi scombina….ma si fa il possibile per essere almeno sereni e affrontare le cose con più leggerezza.
Sono d’accordo sul fatto che la felicità è già in noi stessi, a volte però chi più ti è vicino più cerca di rovinarti la giornata….
Ci sono tantissimi spunti nel tuo commento…
– Purtroppo non sempre quelle che sono le nostre idee vengono condivise dagli altri, dal marito, dai figli.
Verissimo. Infatti io credo che sia un lavoro che deve partire dal primo giorno di vita insieme e ti dirò che se non avessi visto in mio marito questa capacità di collaborare, non me lo sarei preso 🙂
Con questo non dico ovviamente di separarsi: dico alle giovani donne di non farsi prendere dalla sindrome della crocerossina.
E a te posso invece suggerire di parlare, parlare tanto, trovarvi da soli in tanti momenti a parlare di voi
– Hanno 18 e 12 anni ma niente, devo sempre dirgli “hai pulito la cameretta questa settimana?
Questo secondo me non cambierà mai. Anche io ero così a casa e finché ci sono rimasta non ho mai fatto niente. Dafne per ora ha 8 anni e la mia tecnica e aiutarla: dai, mettiamo a posto insieme. Lo faccio perché le sia utile quando uscirà di casa, ma non confido sul fatto che le venga voglia di farlo in casa.
– Sarà una “tara” che mi porto da quando ero piccola e il massimo del complimento era “hai fatto il tuo dovere”….
Come, come ti capisco! Anche qui non c’era mai una gioia sincera, mai un BRAVA pieno di entusiasmo. Era sempre: hai fatto solo il tuo dovere, qui comando io, eccetera eccetera…
Secondo me siamo doppiamente brave, ad essere riuscite ad essere brave 😀
– Comunque io non sono mai “felice” perchè trovo sempre qualcosa di migliorabile o difettoso
Mio marito è così: si sente sempre come se gli mancasse ancora un pezzetto. Lo ero anche io: perennemente insoddisfatta, perennemente in cerca di qualcosa…
La verità è che ho scelto la pigrizia. Ho capito che questa perenne insoddisfazione mi creava l’ansia di voler sempre aggiungere un pezzo, di voler sempre rincorrere qualcuno.
Con una bella maratona di serie tv passa tutto: adesso sto guardando Castle e non mi ricordo più di cosa non funziona. Mi aiuta a non pensarci 😉
– a volte però chi più ti è vicino più cerca di rovinarti la giornata….
Queste sono le persone tossiche, e io sono stata molto crudele, con tantissime di queste persone: piano piano le ho allontanate. Se era qualcuno di indispensabile per la mia vita, o che amavo, ho iniziato il martellamento: non mi dire niente di negativo. Nel momento in cui aprivano bocca, iniziavo a fermarli chiedendo solo storie positive, altrimenti niente.
Poi altre di queste persone arrivano sempre, e non è semplice. proprio in questo periodo sto prendendo una decisione difficile, perché all’interno della mia associazione c’è una persona straordinaria, ma negativissima, e quasi quasi mollo tutto e ricomincio io da qualche altra parte. Non lo so. per ora mi guardo una puntata di Castle e poi si vedrà 😉
Condivido tutto ciò che hai detto. Non sempre però ci si può allontanare o chiarire soprattutto se si tratta della persona che hai scelto e che col tempo è cambiata. Ci sono state malattie e vicissitudini che hanno cambiato il carattere e l’atteggiamento. Probabilmente anche il mio nei suoi confronti e di altre persone….. non posso e non voglio pensare che sia sempre stato così e sia riuscito a mascherare la sua vera natura per ‘adattarla’ temporaneamente e riuscire nella conquista per poi tornare ad essere il vero se stesso…..nella situazione attuale posso solo fare il meglio che posso per andare avanti. Ma tengo duro fiduciosa che presto o tardi qualcosa deve cambiare ?
Questa è davvero una cosa difficile, lo capisco… Quando ti trovi di fronte a un cambiamento del genere, o riesci ad accettarlo senza farti inghiottire dallo sconforto, o devi scappare. E io ammiro chi riesce a trovare una risorsa nella sua vita senza lasciare nessuno indietro.
Però una persona così l’ho avuta in casa e ti dico che finché c’è stata non ho capito cosa significasse respirare.
Sii vigile. Mettiti al centro.
Grazie. Un pensiero così gentile da una persona che non mi conosce neanche è commovente ? sto cercando di aiutare tutti a crescere, me compresa, ma è faticoso…. trovo però delle risorse che credevo di non avere è questa consapevolezza mi dà altra forza per andare avanti e far crescere i miei figli il più possibile sereni e sicuri
Quando vuoi fare due chiacchiere, mi trovi qui
Se poi abitassimo vicine, potremmo anche prenderci un caffè: io sono in provincia di Torino.
Grazie. Un pensiero così gentile da una persona che non mi conosce neanche è commovente ? sto cercando di aiutare tutti a crescere, me compresa, ma è faticoso…. trovo però delle risorse che credevo di non avere è questa consapevolezza mi dà altra forza per andare avanti e far crescere i miei figli il più possibile sereni e sicuri
I miei genitori negli ultimi anni ancora prima che mio fratello uscisse di casa dormivano separati (inizialmente part time, quando lavorava via quelle due sett), perchè avevano ritmi diversi, in tv guardavano cose diverse..si disturbavano …e non riposavano..
Quindi penso che anche io in futuro lo farò, anche se io dormo già sola due sett al mese..e ammetto che poi mi manca L, ma avere i miei spazi è essenziale…
Io mi sento a volte fuori dal mondo, ho un compagno che condivide con me il menage della famiglia quando c’è, non sento di portare il peso dell’universo, ho una famiglia che genera amore e nella famiglia comprendo anche i miei suoceri, mia mamma, mio fratello…e cognati, famiglia che è riuscita ad estrapolare sorrisi anche nei momenti difficili. Tanto che tante persone ci hanno detto che il funerale di papà…sembrava un matrimonio…
I miei mi hanno trasmesso l’amore per il prossimo , hanno sempre aiutato gli altri e fare qualcosa di per gli altri mi risulta naturale, mi hanno insegnato, attraverso l’esempio, che per vivere meglio bisogna ritagliarsi i propri spazi, vedi mia mamma con la compagnia teatrare e mio papà con le sue passeggiate o pellegrinaggi quando stava bene.
E’ tutto un’innesto, i miei genitori hanno trasmesso questo a me e io spero di trasmetterlo ad Ale! Per L è stato diverso, ma la mia famiglia lo ha coinvolto…
Non siamo perfetti, ne tremendamente felici, sopratutto negli ultimi mesi, ma l’unione fa davvero la differenza e la forza..sopratutto quando nn ho voglia di cucinare 😀 cosa che odio, troviamo sempre assieme la soluzione 😛
Voi siete davvero una forza, io lo so da sempre. Siete riusciti a trovare un equilibrio incredibile, nonostante i viaggi di lavoro.
sarà che la nostra famiglia è nata cosi’,assieme a questo lavoro di luca e sarà che ho la fortuna di avere avuto i miei genitori e i miei suoceri come supporto.
si siamo stati davvero fortunati
Provincia di Novara. Stessa Regione ?
Che bel post! Grazie!!!