Ho fatto guardare a mia figlia un vero video di bullismo

Pubblicato il 24 Ottobre 2016 da

Ha 8 anni, ed effettivamente mi sono posta il problema dell’età: l’avrei scioccata? le avrebbe fatto paura? avrebbe saputo interpretarlo?
Poi ho deciso che la verità non deve farci paura, perché a farci paura è l’errore, commettere uno sbaglio che sarà imperdonabile o anche irrimediabile.

bullismo-scuola

Pochi giorni fa su Facebook un video di due ragazze delle superiori: una vittima e una carnefice, e intorno a loro la folla. Tutto intorno a loro una trentina di compagni di scuola che ridevano e filmavano con il proprio telefonino questo atto di violenza, e nessuno prendeva le parti della vittima. Anzi: molti incitavano la ragazza bulla a continuare (‘falla mettere in ginocchio a chiedere perdono‘).

La vittima ha ricevuto insulti, spinte, umiliazioni e schiaffi in volto. Poi è stata mandata via di corsa, mentre gli altri ancora ridevano.

La prima cosa che ho fatto è stato segnalare questo video alla Polizia Postale, in modo che circolasse il meno possibile e che fossero individuati i responsabili, visto che si tratta di un reato, e visto che si tratta di minori.

Poi ci ho rimuginato tutto il giorno e alla sera ne ho fatto guardare un pezzo a mia figlia.

Non sono preoccupata che lei possa un giorno incarnare la parte della bulla: so come l’abbiamo educata e so quali sono i suoi principi.
Tutto sommato non mi preoccupa nemmeno che un giorno possa essere vittima di bullismo, perché è una bambina fiduciosa, ma soprattutto perché in quel caso saprei cosa fare: sporgerei denuncia, le insegnerei a prendersi cura di sé con tutti i mezzi possibili.

No, la cosa che più mi spaventa è che mia figlia un giorno possa trovarsi nella situazione di quelli che guardano senza intervenire.
Gli accidiosi. I complici. Quelli che non si schierano dalla parte giusta.

Perché tutti siamo stati adolescenti, e quante volte ci siamo trovati a dover scegliere da che parte stare? E spesso, anche in situazioni contrarie al buon senso, abbiamo scelto il gruppo, perché a quella età appartenere a un gruppo è importante, significa essere accettati, significa essere importanti, significa essere – anche – protetti.

Vorrei essere capace di spiegare a mia figlia che essere in gruppo va bene, ma che di fronte alla violenza dobbiamo sempre fare una scelta. Scegliere il bene. Scegliere la cosa giusta, anche se questo comporterà delle conseguenze.

Vorrei che mia figlia, quando succederà una cosa simile – perché succederà – fosse quella che si stacca dal gruppo e invita gli altri a fare lo stesso: vorrei che fosse quella che cambia la situazione.

L’errore è di chi lo commette, non di chi lo dice.

La violenza cresce nel silenzio e nell’imbarazzo. Tantissime volte, parlando di violenza, le persone mi rispondono che non bisogna dirlo, che non sta bene, che finché la violenza non viene detta ad alta voce, non esiste.

Invece no! La violenza deve scatenare in noi un urlo di ingiustizia. Non possiamo essere complici di una violenza per la paura, per l’imbarazzo, per non infrangere una regola del nostro gruppo. E la nostra indignazione non deve essere un like sui social: troppo comodo arrabbiarsi dal divano e poi ignorare i segnali dei nostri figli, o i pericoli della nostra educazione.

Sotto quel video, centinaia di persone adulte insultavano la ragazza bulla con parolacce e minacce di morte. BULLI!
Bulli siete anche voi che fate i fighi dietro una tastiera, insultando una ragazzina! 

Non siete diversi da lei: lei ha tirato degli schiaffi, voi avete usato la sua immagine (persona minorenne) per veicolare messaggi di morte e di violenza.
Lei può fare ammenda, ma voi no.

Il bullismo si combatte educando i figli ai NO. Educando i figli a reagire alla frustrazione in modo positivo, senza prevaricare gli altri.
Educando i figli senza alzare le mani! 

La vittima ha denunciato l’aggressione, e ha vinto. La ragazza che ha condotto l’aggressione verrà sicuramente seguita e forse potrà cambiare la sua vita.
Stavolta non è morto nessuno.

Cerchiamo di cambiare il mondo, adesso.
Prima che ci scappi il morto e che sui social si scateni un’ondata di indignazione che poteva essere prevenuta scegliendo di stare dalla parte giusta.



Commenti

4 Commenti per “Ho fatto guardare a mia figlia un vero video di bullismo”
  1. IsaQ

    la scorsa settimana ero dalla pediatra per ritirare un’impegnativa e mentre aspettavo sono entrati un adolescente e sua madre. Ho sentito che lei bisbigliava “come ti hanno provocato questa volta?” e qualche altro frammento di frase.Poi è arrivata la mia impegnativa e sono andata via.Sono rimasta tutta la mattina con il magone.Era chiaro dalle loro parole che il ragazzino era sistematicamente vittima di atteggiamenti denigratori da parte dei compagni.Ed io – mamma di un bimbo di 5 anni ed uno di 1 – ho pensato “domani toccherà a me”.Devo saper crescere i miei figli in modo da renderli capaci di chiedere aiuto a noi genitori in caso di bisogno.Devo far capire loro che non si può tacere se si vede una violenza. la parte fondamentale della soluzione al problema siamo noi genitori ed il modo in cui li educhiamo al rispetto di sè, degli altri, e delle regole e libertà.Non è un compito facile ma ritengo che sia ineludibile per tutti noi genitori.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Vero, è sempre più probabile che capiti, ma mi sento di dire anche una cosa: è difficile che accada a bambini che hanno fiducia in se stessi e che dialoghino con la famiglia.
      Una delle sfide più importanti di noi genitori, secondo me, è proprio rendere i bambini fiduciosi. Fare in modo che siano autonomi, che si sentano felici di come sono, che abbiano AUTOSTIMA. E l’autostima non so se si insegna, ma sono sicura che si distrugge. Tante persone adulte che conosco hanno zero autostima perché la famiglia le ha fatte sentire delle nullità.

      Ecco, io credo che con sufficiente autostima, un bimbo non si mette nella situazione di cadere nella trappola del bullo. E se dovesse succedere, avrà almeno la forza di denunciare e di parlarne con i genitori.

      Poi, chiaro, la sfiga esiste, che è la cosa che più mi terrorizza: la sfortuna, essere al posto sbagliato nel momento sbagliato, fare una scemenza che però finisce in tragedia… ecco, per quello credo ci occorra solo un po’ di fatalismo, altrimenti c’è da morire, al pensiero di tutto ciò che può accaderci.

  2. Maia

    Questi articoli mi toccano sempre molto.
    Sono stata la “vittima” di innumerevoli atti di bullismo, per anni. Per fortuna, senza mai essere pesantemente picchiata, ma insulti, derisioni e scherzi di pessimo gusto erano realtà quotidiana. La cosa peggiore, però, era che i mii genitori non facevano nulla. Lo sapevano, ma invece di aiutarmi, dicevano che era colpa mia. “Sei poco socievole”, “parli di sciocchezze”, “non sai renderti simpatica”, “sei troppo introversa”, e, ciliegina sulla torta, “è colpa tua che non ti sai difendere. Io mi difendevo, e nessuno osava”. Oppure minimizzavano “Tutti ci siamo passati e non è mai morto nessuno”
    Le sole volte in cui sono intervenuti, è stato quando spintonandomi in giardino, mi hanno fatto cadere gli occhiali e si sono rotti. Sono intervenuti perché pesava loro spendere altri soldi per un altro paio d’occhiali. Finché i danni non erano materiali (non c’era nulla di rotto e nessun livido) pazienza.
    Ora che sono mamma, mi chiedo: se dovesse capitare a mia figlia, cosa farò? So che la prima risposta è: “La ascolterò e la aiuterò. Mi batterò per lei.”
    Forse non sarà risolutivo, ma almeno lei saprà di non essere sola.
    Ancora una volta in un tuo articolo ho trovato bellissime parole. Grazie!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Mi dispiace tanto, Maia. Non oso immaginare il dolore e le ferite che hai dovuto rimarginare. Soprattutto da ragazzi, deve essere una paura sconfinata, qualcosa che ti fa mancare la terra da sotto i piedi.
      Anche Dafne non si sa difendere, e posso dirtelo? Sono contenta che non sia una che alza le mani o si difende con la ‘legge della giungla’. Sono contenta che sia una persona gentile e mite.

      Io penso che le nostre figlie sappiano che per loro faremmo di tutto.
      Sono sicura che sappiano che per loro ci batteremmo fino alla fine, sfoderando la ferocia della leonessa che protegge il suo cucciolo.

      E’ questa la loro forza, adesso. sapere che saranno protette. Che non sono sole, come hai detto tu.
      Io voglio credere che questa fiducia sarà il sentimento che da grandi le renderà forti e piene di amore per se stesse.

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