Il miglior inizio per allattare un bambino
Pubblicato il 15 Luglio 2016 da Mamma Felice
“Il miglior inizio” nella vita: questa definizione è stata data da OMS e UNICEF e rispecchia anche ciò che dovrebbe essere fatto – e anche non fatto – nel momento in cui il tuo bambino viene al mondo e di questo “miglior inizio” fa parte integrante l’allattamento al seno.
“Allattare è naturale”: più o meno tutti abbiamo sentito questa frase. Eppure, statistiche alla mano, l’allattamento non è poi così naturale: il 90% delle madri inizia ad allattare in ospedale ma al momento delle dimissioni la percentuale di allattamento esclusivo, cioè senza aggiunte di latte artificiale, acqua o tisane, si colloca ben al di sotto. L’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo per almeno sei mesi di vita, ma in Italia alla fine del quarto mese solo 30 mamme su 100 allattano in maniera esclusiva il proprio bimbo.
Questi dati ci dicono che c’è bisogno di alcune cose fondamentali perché la nascita del tuo bambino sia caratterizzata da questo “miglior inizio”: calma, pazienza e rispetto dell’ora d’oro.
Il parto indisturbato
Il primo requisito del miglior inizio è un parto indisturbato: è importante che la donna non si senta messa sotto pressione e si senta libera di vivere il parto serenamente e con minori interventi possibili, laddove le condizioni lo permettano. L’ambiente deve essere il più possibile calmo, silenzioso, in penombra: in questo modo il parto fluirà al meglio e il bimbo passerà senza stress dall’ambiente uterino alla vita fuori dall’utero.
Michel Odent, medico chirurgo francese che da anni si occupa di nascita rispettata, e le cui opere stanno cambiando profondamente il modo di venire al mondo, sottolinea sempre l’importanza di abbassare i livelli di adrenalina, l’ormone dello stress, negli operatori coinvolti nell’assistenza al parto, aumentando la fiducia nella mamma e nella sua capacità di dare alla luce il suo bambino.
La magia della “golden hour”
Il bimbo è nato: è un momento magico! Inizia la “golden hour”, l’ora d’oro.
Appena nato il bimbo dovrebbe essere messo pelle a pelle sulla pancia della mamma: in questo modo avverrà il primo incontro di sguardi con il bimbo, l’innamoramento mamma-bambino. In questo momento il cucciolo sta “riconoscendo” la donna come la sua mamma e la donna riconosce lui come il bimbo delle stelle: ti sembrerà di conoscerlo da sempre, vi perderete occhi negli occhi!
In presenza di un bimbo che sta bene, è fondamentale che questo momento venga vissuto appieno e vengano rimandate tutte le operazioni che si fanno di solito dopo il parto: il taglio del cordone, il peso del bimbo, il bagnetto, per far sì che godiate l’uno dell’altra. Il bimbo può semplicemente essere tamponato con un telo asciutto e caldo che verrà lasciato per non far sentire freddo a nessuno dei due.
Il corpo della mamma comunque termoregolerà la temperatura per tenere in caldo il bimbo: è così perfetto questo meccanismo che tramite foto ad infrarossi hanno visto che una mamma di gemelli termoregola diversamente le due parti del corpo in cui vengono messi i suoi bimbi!
Perché è così importante rimandare il bagnetto? il bimbo ciucciando il suo pugnetto sente l’odore e il sapore del liquido amniotico, che è lo stesso della pelle della mamma e in questo modo la “riconosce” come la sua mamma anche con l’olfatto e il gusto.
Alla ricerca della prima poppata
Il bimbo adesso è desideroso di trovare il seno della mamma.
Il suo istinto di suzione è al massimo nelle prime una/due ore dopo il parto grazie all’ossitocina, l’ormone dell’amore che lo rende sveglio e attivo: te ne accorgerai perché inizierà a muovere la bocca, fare delle bollicine, ciucciarsi il pugnetto.
Lasciandolo libero di muoversi sulla pancia della mamma, autonomamente comincerà il “breast crawl“: risalirà utilizzando le ginocchia e i gomiti verso il seno. I capezzoli si sono scuriti e un motivo c’è: sapevate che i neonati non hanno la visione lunga e riescono a vedere cose distanti solo pochi centimetri? Questi pochi centimetri però sono sufficienti al bambino per vedere dalla pancia al capezzolo, che scurendosi è diventato come un bersaglio! Spingendosi con le ginocchia verso il seno inoltre farà un massaggio all’utero che aiuterà ad espellere prima la placenta. Arrivato al seno inizierà a prendere le “misure” per ciucciare: si attaccherà e la sua suzione aiuterà anch’essa l’utero a contrarsi.
E se sarà un parto cesareo?
Tutto questo può essere chiesto anche in caso di taglio cesareo: se le condizioni della mamma e del bambino lo permettono, può essere da subito messo pelle a pelle con la mamma e gli può essere lasciata la possibilità di fare tutto da solo, fermo restando che qualcuno, il papà o una persona scelta, possa rimanere al fianco della mamma per aiutarla, dato che potrebbe avere difficoltà nel muoversi liberamente.
Il colostro, poche gocce estremamente preziose
Il bimbo ha bisogno subito del prezioso colostro! Oltre ad essere fonte di energia immediatamente disponibile, contiene un’alta concentrazione di anticorpi, la prima scorta del neonato contro i batteri che troverà fuori dall’utero, agisce da lassativo favorendo l’eliminazione del meconio (le prime feci del bimbo, molto scure e collose) per far sì che non si alzino i livelli di bilirubina che causano l’ittero.
Serve altro oltre al colostro? No! al bimbo non deve venire somministrato null’altro che il latte della mamma. Quindi è opportuno che vengano evitate glucosate o aggiunte di latte artificiale: se l’aggiunta si rendesse necessaria, la prima scelta deve essere sempre quella del latte di mamma, direttamente al seno o tirato.
Il miglior inizio… inizia prima!
Cosa si può fare per far sì che questo “miglior inizio” avvenga? Informazioni qualificate, sostegno e supporto prima del parto sono fondamentali. E’ giusto fare percorsi di accompagnamento alla nascita che ci siano utili al momento del parto, senza trascurare l’allattamento: è importante arrivare al parto con tutte le informazioni per vivere al meglio “l’ora d’oro”, far partire bene l’allattamento e poter superare anche le piccole difficoltà che si possono incontrare al ritorno a casa o nei mesi successivi.
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Articolo a cura di Katia Micheletti, Consulente Professionale in Allattamento IBCLC, co-fondatrice di Lallafly.com, portale dedicato ai per-corsi formativi per chi è genitori o vuole diventarlo. Katia è anche autrice, insieme alla psicologa Simona Vanetti, del per-corso “Benvenuto allattamento: guida pratica per allattare serene”
Ho due figli: due parti diversi a distanza di quattro anni nella stessa struttura ospedaliera.Nel frattempo però erano cambiate quasi tutte le ostetriche di assistenza in sala parto.Più giovani, nuove concezioni, diversa preparazione.Sicuramente + lungo (24 h) e stressante il primo travaglio e parto guidato da un’ostetrica navigata, e + corto (solo 12 h), + dolce e rilassato (non ho detto meno doloroso) il secondo parto guidato da una dolcissima ed attentissima giovane (36 anni mica tanto poi) ostetrica. Per il primo figlio quasi l’ostretrica non voleva farmi attaccare al seno il bimbo, ho dovuto insistere io e una volta toltomi x i contorlli di routine l’ho rivisto solo dopo 5 ore. Il secondo figlio invece è stato con me per + di due ore dopo il parto e dopo un controllo di un’oretta mi è stato riportato.Due esperienze diverse. Ho vissuto il secondo travaglio praticamente sotto la doccia seduta o in piedi per sfruttare l’aiuto della forza di gravita per far scendere il piccolo e dell’acqua calda per dilatarmi.e ci sono riuscita.Peccato essermi lacerata sulla vecchia ferita dell’episiotomia del primo parto Nel primo parto invece travaglio completamente a letto deciso dall’ostetrica e episiotomia per facilitare l’espulsione. Quello che hai scritto è tutto vero.L’allattamento parte prima. Ma il personale infermieristico deve sorreggere l’allattamento al seno.è ancora troppo diffuso l’atteggiamento di proporre l’aggiunta.Io sono stata caparbia e mi sono imposta.Ho allattato il primo figlio fino ad un anno e mezzo ed il secondo che ha 13 mesi ancora lo allatto.Ma all’inizio è dura.Grande aiuto è stato per me il personale del Punto di sostegno all’allattamento al seno dell’Ospedale di Venaria Reale.Questi centri sono una salvezza per il sostegno che offrono alle mamme.