Regali per la pagella: sì o no?
Pubblicato il 9 Maggio 2016 da Mamma Felice
Tra poche settimane finirà la scuola e molti genitori si porranno di nuovo la domanda se sia educativo fare dei regali ai figli se hanno una bella pagella. Voi cosa ne pensate?
Regali per la pagella: sì o no? Se ne discute spesso, in Rete, e c’è molto disaccordo: ci sono gli irriducibili del no ad ogni costo, ci sono quelli che pensano possa essere un buon incentivo allo studio, e anche quelli che odiano il sistema dei premi e delle punizioni.
I contrari ai regali alla pagella di solito mi dicono che non ha senso fare regali ai bambini, visto che studiare è il loro lavoro. Cosa che mi trova assolutamente contraria perché, siccome nemmeno fare la mamma è un lavoro, nemmeno studiare è un lavoro.
Studiare è studiare, lavorare è lavorare.
Io rispetto alla scuola non uso mai parole come il ‘senso del dovere’, né ‘studiare è il tuo lavoro’, perché (ah ah noi lo sappiamo) lavoro = soldi.
Prima di capire il senso del dovere, dell’etica, del lavoro… i nostri figli dovranno avere la nostra età di adesso. Possiamo trasmettere i valori con l’esempio: la dedizione, la pazienta, la costanza, la forza di volontà e l’applicazione. E soprattutto con la nostra presenza costante: controllare i diari e i compiti, interrogarli ad alta voce, essere presenti alle riunioni e alle cose della scuola.
Trovo che sia inutile definire lo studio come un lavoro, perché i ragazzi sono troppo piccoli / giovani per comprendere il senso del dovere ed essere spinti ad andare bene a scuola per questa sola motivazione. Non potrebbero essere spinti nemmeno da desideri di rivalsa tipici di noi adulti, come: Servirà per il tuo futuro, Un domani mi ringrazierai, ecc…
Insomma, la scuola non dovrebbe essere un dovere o un lavoro, per i bambini, ma dovrebbe essere un PIACERE, un AMORE, una PASSIONE. Vorrei che non passasse mai a mia figlia il messaggio che è una cosa barbosa da dover fare per forza, perché è così e bon, senza possibilità di appello.
In linea con chi non ama il metodo dei premi e delle punizioni, io preferisco elogiare i progressi di mia figlia a scuola senza lodarla direttamente, ma lodandola rispetto ciò che è stata in grado di fare: Che cosa bella che hai saputo fare, sono fiera di te, mi piace come ti comporti, penso che sia davvero bello il modo in cui hai approfondito, ecc…
Quindi non le dico: Sei brava; ma le dico: Hai studiato bene.
Quindi, la mia domanda è: Perché è così importante per un figlio ricevere un regalo di fine anno? Perché per i genitori invece è così importante non offrirlo?
Come mamma sto facendo seriamente lo sforzo di ragionare con empatia, con mia figlia, e calarmi nel mondo di oggi: noi siamo sopravvissute con vestiti orribili e jeans del mercato, ma non eravamo mica tanto felici, eh?, di non contare mai niente, né di meritare qualcosa solo per il gusto di meritarlo e anche, dio mi perdoni, di sprecarlo!
Di meritare un premio fine a se stesso, o anche di meritare un piccolo lusso che ci rendesse ‘uguali’ agli altri. Sappiamo tutti quanto è importante l’accettazione del gruppo, in alcune età.
Forse certe volte dovremmo essere più leggere, e trovare dei compromessi accettabili. Non ho capito ancora molto della genitorialità (nel senso che lo capirò sul letto di morte, come sono andata), ma solo questo: ai figli dobbiamo dare un’infanzia felice e SPENSIERATA.
Alcuni hanno paura della leggerezza perché pensano che così i bambini crescano nella bambagia, ma io no: penso che più hai avuto prova della felicità, più cresci forte e solido, e da grande saprai ritrovare la felicità perché è stata la tua base di crescita.
Io ho fatto tanti passi indietro, soprattutto con il mio ingombrante ego e con il mio pesantissimo senso di giustizia suprema.
Il filo tra schiacciare i figli e lasciarli andare è così sottile, che certe volte mi sento come in un baratro, ma penso sia bellissimo quando le mie convinzioni vacillano, e non perché mia figlia mi sta insegnando qualcosa, ma perché io sto imparando qualcosa su di me.
Quindi al regalo di fine anno sono aperta mentalmente, per ora. Dopo un anno in cui mia figlia ha lavorato sodo, ha sempre fatto i compiti (anche quando era malata) e ha anche portato a termine un sacco di attività extra scolastiche, un regalo non è un premio, ma un GRAZIE: grazie per questo anno bellissimo, in cui – in fondo – ci hai reso la vita più semplice.
Io sono d’accordo con te tantissimo! Non solo sono dell’idea che regalare ai bambini un po’ di spensieratezza non possa che fargli bene, anche riguardo la scuola, ma sono anche dell’idea che negare qualcosa “per partito preso” come certi genitori non vada bene, io parto sempre dal presupposto: è importante questa cosa per lei? Quanto è importante? Se vedo che mi chiede una cosa con poca convinzione o solo perché “ce l’hanno tutti” io resto ferma, ma se per lei è importante ricevere un piccolo premio o grazie come dici tu, per la pagella, per essere stata brava o come incentivo io non glielo negherò di certo.
La penso come te! E’ ovvio che anche io sono combattuta sul fatto di non regalare cose all’ultima moda o telefonini (e infatti non ce li ha), ma se me li chiedesse in prima media, davvero non li prenderei per partito preso? E non si può trovare un compromesso?
Cara Barbara sono d’accordo con te. La mia piccola esperienza e’: io sono sempre stata prima Della Classe, dalla prima Elementare alla terza media, perché avevo una mamma molto esigente nei voti e perché mi piaceva andar bene a scuola, ma ricordo che un regalino o
Una piccola “mancia” dei nonni per la bella pagella mi facevano, come tu hai detto, da incentivo e mi davano gratificazione. Mi facevano sentire importante ed erano la prova tangibile che il frutto del mio lavoro era stato riconosciuto ed apprezzato da
Qualcuno, dandomi autostima. Perché specialmente da bambini, ripeto proprio come hai detto tu, non si capisce ancora il concetto del “Lo faccio per me, per il mio futuro”,… Ecc.
Complimenti a Dafne per essere una Buona scolara e a te per scrivere sempre cose positive e felici. LA FELICITÀ È UNA SCELTA e’ diventato un mantra! Buona settimana
Esattamente, sono la prova tangibile di un riconoscimento per il proprio lavoro!
Viva la felicità!