3 cose che ho imparato dai Terrible Twos
Pubblicato il 26 Ottobre 2015 da Mamma Felice
3 cose che ho imparato dai Terrible Twos e valgono per sempre: cose che impari una volta, e poi ti servono tutta la vita per crescer figli felici.
Crescere figli felici, ma anche essere felici di essere genitori – e FARE i genitori. Fa fatica? Sì.
Imparare a RESPIRARE
Ho imparato, durante le crisi dei terrible twos, a Respirare profondamente ogni volta che sentivo crescere dentro di me sentimenti negativi come la rabbia, la frustrazione, lo stress.
Respirare per esercitare una pazienza zen. Soprattutto per rendermi conto che il nostro atteggiamento di fronte ai capricci o alle crisi dei bambini, ha il potere di risolvere tutto in fretta, oppure di amplificarlo, aumentando a dismisura le tensione.
No alle lotte testa a testa, no alle prove di forza, a qualunque età: a 2-3 anni è perfettamente inutile perché i bambini sono troppo piccoli per reggere questo stato di tensione, ed è come se esplodessero; di fronte a un adolescente è perfettamente inutile per il motivo contrario: gli adolescenti non reggono la tensione perché fondamentalmente è una perdita di tempo. Non gli importa. Sono disposti a perdere anche la relazione con il genitore, pur di stare tranquilli.
La soluzione è aiutare il bambino piccolo a interpretare rabbia e frustrazione (per un no, per un evento), accogliendo la sua rabbia ed esprimendola ad alta voce (verbalizzazione): So che sei arrabbiato e mi dispiace molto per te. Penso sia giusto che adesso tu finisci di essere arrabbiato, e poi se ti va io vorrei abbracciarti…
Con un figlio grande possiamo fare la stessa cosa, sostanzialmente, ma in silenzio: accogliere la loro rabbia e aspettare che vogliano farla passare, o semplicemente, dopo che le acque si sono calmate, passargli accanto e scompigliargli i capelli, toccargli la spalla, fare una carezza veloce.
Ciò che è necessario, però, è la coerenza del nostro modello educativo: Restare fermi e rigorosi sui nostri no – perché dobbiamo dire pochi no, e motivati.
E imparare a respirare bene, a pieni polmoni, per poter: abbracciare, accogliere, e anche distrarre. Cambiare argomento, ma soprattutto stemperare la tensione.
Trasformare la rabbia in una risata, mostrare al bambino dal di fuori cosa sta accadendo: Sei buffo quando fai quel musetto, oh mamma mia che muscoli, se piangerai così forte allagherai tutta la cucina, costruiamo una barca grandissima!
Dedicare tutto il nostro tempo
Soprattutto quello che non abbiamo. La storia che basta il tempo di qualità è una bufala. Ai bambini piccoli serve tempo in quantità, e ovviamente che sia tempo anche di qualità. Tutto il nostro tempo, e tutte le nostre energie.
Negli anni, crescendo, acquisiranno autonomia, spazio e libertà, e servirà loro meno tempo passato in faccende pratiche (vestirsi, lavarsi, mangiare), ma ne servirà sempre tanto per parlare, per essere presenti, per vigilare, ma soprattutto per assistere. Il nostro compito sarà sempre meno di accudimento fisico, e sempre più di facilitatori.
Pensiamo agli adolescenti: a loro bisognerà dedicare lo stesso tempo che dedicavamo da neonati, e sarà un tempo di dialoghi tra adulti e anche a volte di fermezza, ma sarà sempre tanto del nostro tempo, o forse tutto.
Chi non ha tempo, non faccia figli (a meno che non abbia qualcuno che può occuparsene al posto suo, cedendo il suo ruolo di genitore): brutto da dire, ma è la verità. Rassegniamoci a tornare a casa dopo 8-9 ore di lavoro, e non fare altro che i genitori tutte le sere, tutti i fine settimana, tutte le feste, tutti i giorni liberi. Della casa se ne occupi qualcun altro!
Ricordare che educare non significa ammaestrare
I bambini hanno una indole più o meno tranquilla: posto che non esistono bambini cattivi, ma solo cattivi educatori e cattivi genitori (e te pareva…), sappiamo bene che ogni bambino ha un suo carattere.
Chi ha bambini remissivi e tranquilli non avrà forse il problema dei capricci e delle crisi isteriche, ma avrà quello della sicurezza, autonomia e acquisizione della fiducia in sé.
Chi ha bambini dalla indole vivace, propensi al movimento, turbolenti, avrà il problema del contenimento e dell’attenzione. E così via.
Non chiamiamolo problema, ma sfida educativa: i bambini non fanno i capricci per farci del male o ferirci. Sono solo bambini, e il capriccio, il pianto e l’espressione delle loro emozioni è il loro linguaggio primordiale.
Quando vediamo un altro bambino e facciamo paragoni, per esempio un bambino bravissimo al supermercato o al ristorante, ricordiamo che anche quello è un bambino, e anche quel bambino a casa avrà momenti critici, sfide per l’autonomia, rabbia e frustrazione. Non facciamo paragoni, perché non possiamo sapere come è davvero un bambino, se non ci viviamo insieme.
E soprattutto non giudichiamo i nostri figli: sono tutti più bravi di te – non è vero, non lo sappiamo, e comunque, se anche fosse, allora è colpa nostra, che non abbiamo saputo dirigere i sentimento e le emozioni del nostro bambino, e non riusciamo a farlo calmare.
Educare in ogni caso non significa ammaestrare, ridurre all’obbedienza e al silenzio. Educere dal latino significa ‘tirare fuori’, ovvero far esprimere il potenziale del bambino (empowerment), e portare alla luce (letteralmente luce contro tenebre) le sue caratteristiche positive.
Oggi mia figlia ha 7 anni e sì, io posso dire che è una brava bambina. Brava però non significa facile, né arrendevole o remissiva.
Un bravo bambino è un bambino felice, sereno, sicuro di sé, alla ricerca del proprio posto nel mondo, confidente nel futuro.
Un bambino che si continuerà comunque ad opporre verso precetti educativi che ritiene ingiusti, ma che sa spiegare i motivi della sua rabbia, sa affrontarla, la racconta, cerca il compromesso.
Un bravo bambino è colui che ha assorbito il rispetto per gli altri, sia adulti che bambini, senza esserne sottomesso o impaurito.
E’ un bambino che si relaziona in modo positivo con i compagni, e sa risolvere i conflitti senza interventi esterni.
Un bravo bambino non è una marionetta, ma un individuo in essere, che sta acquisendo etica, moralità, regole… e le sta confrontando con il suo giusto desiderio di libertà, creatività e autonomia.
E’ un figlio, e come tale ci chiede più di quello che possiamo dare, perché chi ama un figlio saprà dargli anche ciò che è impossibile.
Bel post. E’ vero che serve anche il tempo di quantità, è vero che chi non ha tempo ed energie rischierà sempre di essere un genitore frustrato, è vero che i bambini non sono scimmiette da ammaestrare ma persone da educare. Ma più di tutto sottolineo che è orribile fare paragoni con altri bambini. L’unico risultato sarà quello di eliminare le fondamenta dell’autostima del bambino.
Mi lasci un po’ perplessa con questo post.
La casa a parer mio, l’ordine soprattutto non l’ordine maniacale, ma un po’ di ordine contribuisce a dare ordine mentale ai bambini anche a quelli di tre anni.
Io ho sempre lavorato, dedicando alle mie figlie quasi tutti i tardi pomeriggi anche se per un paio d ore. Loro lo sanno e riconoscono e rispettano il mio lavoro e quando vedo la camera rifatta e ordinata mi ringraziano spontaneamente con un bel sorriso!
E’ indubbio che avere la casa in ordine ci dia anche ordine mentale, ma se devo farlo a scapito del tempo che passo con mia figlia, io preferisco di no.
Secondo me basta avere pochi oggetti, e avere una persona che ci aiuta una mattina a settimana.
Oggetti non ne abbiamo molti, sono organizzata a ceste negli armadi, due lavatrici ogni due giorni, scopa tutti i giorni e pulizia di un mezz’ora con aspirapolvere e a bagnato. L’aiuto l’avevo ma preferisco farmi le cose da sola, 30 minuti al giorno e non tolgo nulla a nessuno.
perfettamente d’accordo su questo post. Del fatto che conta molto come ci rapportiamo noi con loro ne ho la prova soprattutto con mia figlia maggiore. Spesso ho creduto fosse colpa mia se la vedevo irriverente e prepotente ma poi quando sono li quasi per chiamare uno psicologo ecco che diventa la bambina più brava del mondo nel senso che dici tu.
Quindi capisco che tutto ciò che le ho insegnato lo ha recepito e allora perchè spesso ricade in questo atteggiamento odioso? ha solo 6 anni e a volte mi pare un’adolescente. Non fa i capricci, semplicemente risponde un secco NO e fatico a respirare e trovare ogni volta una soluzione per arrivare all’obiettivo. E’ molto intelligente ma a volte mi sembra che non abbia rispetto per niente e non so dove sbaglio e soprattutto non so come intervenire.
Non so nemmeno se esagero perchè chi la conosce mi dice solo che è un pò vivace ma è brava. Non so se prentendo troppo io…………….
Elisa,
capisco il tuo stato d’animo…
scusami se mi permetto….ma tu hai mai provato a chiedere semplicemente a tua figlia…perché si limita al NO…
cioe’ capisco che tu ti sente impotente..capisco il tuo stato d’animo..e se ti faccio questa domanda che sembra banale c’è un motivo…
anche io in passato ho ascoltato tanto la mia frustrazione a sentirmi una mamma inadeguata, a prmi mille domande su dove sbagliavo….ma non mi ero mai fermata a vedere il mondo con gli occhi di mia figlia…a chiederle semplicemente ” cosa c’è che non va”…
magari tu l’hai gia’ fatto….
spero di esere riuscita ad esprimermi bene…e a non esserti sembrata invadente..
in bocca a lupo.
Sono d’accordo anche io: hai provato a chiederle i motivi? Mia figlia mi ha stupita positivamente: loro adesso sono ‘grandi’, sanno spiegare i sentimenti.
Certe volte mia figlia mi ha risposto, alla mia domanda sul perché si arrabbi così tanto: perché non riesco a fermarmi…
Io ho più o meno lo stesso problema (se così lo vogliamo chiamare) di Elisa, un figlio di 5 anni che dà risposte da adolescente…
E ho provato più di una volta a chiedere il perchè di queste rispostacce e l’esito è sempre “non lo so”…
Di sicuro so di essere molto lontana dalla perfezione e forse troppo rigida e mi dispiace perchè fatico a capire questo suo atteggiamento e ad andargli incontro.
I terrible two per me sono stati acqua fresca!
Anche io mi trovo come figlio un bimbo dal carattere molto oppositivo però guardandomi indietro ritrovo molto in lui alcuni aspetti del mio carattere da piccola che mi sono stati raccontati da mia madre,però mi sono ripromessa che pur cercando di dargli le giuste regole e basi educative cercherò anche di non bloccare l’evolversi del suo carattere con la pretesa di avere un figlio “perfetto”
Ciao mina,
sicuramente fare la mamma è difficile…e non esiste un modello di riferimento…
nessuno ci insegna come si fa a essere mamme….
forse tuo figlio…ti ha dato gia’ la risposta al suo atteggiamento…ed anche tu…stessa..
la tua rigidita’….come tu dici…
in fondo se ci rifletti…i suoi no ..sono un segno di rigidita’ di imposizione…credo a riposta di quella che tu hai definito…TUA RIGIDITA’….
se posso permettermi prova a scioglierti , un po’….
non metterti in discussione…se sei una brava mamma…cerca solo di far scivolare verso tuo figlio tuto il grande amore che provi…non solo con le parole…ma anche con i gesti…con i respiri del cuore….
puo’ sembrare banale ma so che hai capito cosa voglio dire…
Ciao Mammacaramella,
in discussione mi ci metto invece e molto spesso (e non solo come madre!), il problema è mettere in pratica ciò che penso dovrei cambiare nel mio atteggiamento. Ma hai sicuramente ragione, sciogliermi un pò di sicuro farebbe solo bene, ad entrambi. Ci sto lavorando eh
io sono nei spocchiosi e lagnosi 6 aiutatemi
ehheee, tesoro, preparati, perché durano fino agli 8 almeno O_o 😀
nn so se ce la faccio! Pero’ mi sono accorta che con taaaaaaaaaaaaante coccole si riallinea con il mondo e poi Ale ha una cosa, è una sagoma, è buffissimo… fa cabaret , nn sempre riesco ad arrabbiarmi
eh, come sai ti capisco, pure la sua gemella Dafne è cabarettista ahhaaa 😀
Vi ringrazio per le risposte….. In effetti forse basterebbe un pò mettersi nei suoi panni. Ha appena iniziato la scuola elementare, io continuo a ripeterle di comportarsi bene, di portare rispetto alla maestra, di tenere i suoi quaderni ordinati…… forse ho un pò esagerato.
Con l’occasione di halloween sabato abbiamo passato un bel pomeriggio a truccarci, vestirci e poi siamo andate a fare dolcetto o scherzetto x le vie del paese. Insomma una giornata piacevole e senza urla. Mi ha detto “mamma ti voglio tanto bene” allora ho capito tutto.
Non c’è niente che non va, solo alle volte prevalgono gli ormoni dei giorni pre ciclo e la mia pazienza vacilla. Mi sforzerò di non gridare………
Però, a questo proposito, vi prego, ditemi: come vi comportate quando al mattino siete in ritardo e i vostri figli vivono in un mondo parallelo e mentre voi vi trattenete dal mettergli le mani addosso loro impiegano due ore a mettersi le scarpe? 🙂
Anche quello, tutto nella norma 🙂
Io – se riesco a non sbroccare – cerco di buttarla sul ridere, di farle il solletico, di starle dietro e soprattutto di farla sbrigare. Di anno in anno vedrai che cambiamento!