Montessori: Travasi di solidi
Pubblicato il 8 Ottobre 2015 da Mamma Felice
I travasi Montessori sono attività di gioco finalizzate a stimolare la motricità fine, ovvero i movimenti fini delle mani, e consistono nel travasare elementi liquidi o solidi da un contenitore all’altro, anche con uso di cucchiai, brocche, contagocce, spugne, ecc…
Il gioco dei travasi è propedeutico alle attività di vita pratica, come apparecchiare, mangiare, pulire, vestirsi da soli, ecc… non è un gioco semplice, anche se può sembrarlo in apparenza, perché richiede molta concentrazione e precisione di movimento.
Per la Montessori, infatti, i movimenti e la gestualità hanno una grande importanza: tante delle sue attività più semplici servono a far maturare la concentrazione dei movimenti, e allo sviluppo intellettivo, oculo-manuale (coordinazione occhio-mano) e allo sviluppo senso-motorio.
Travasi Montessori: significato e modalità di esecuzione.
Questi giochi si possono proporre tra dai tre anni, soprattutto con bambini che hanno bisogno di esercitare i movimenti fini, o di imparare autocontrollo e pazienza, o di fare giochi calmi o di concentrazione.
Invece dai 12 mesi in su, possiamo proporre travasi più adatti alla espressione libera dei bambini piccoli: per esempio un cesto dei tesori accompagnato da un altro cesto vuoto, in cui il bambino piccolo possa spostare gli oggetti grandi da un cesto all’altro.
Per eseguire i travasi nel modo corretto voluto dalla Montessori, è importante anche la scelta degli oggetti del travaso: occorrono ciotole e caraffe frangibili, piatti e bicchieri veri, cucchiai, vasetti, mestoli, imbuti, contagocce… tutti oggetti veri e di uso quotidiano, presi dagli oggetti che comunemente utilizziamo in casa. Se lo scopo è avvicinare i bambini alle attività della vita pratica, non servono i surrogati degli oggetti che abbiamo in casa.
Ovviamente una volta potrebbe capitare che un oggetto finisca in frantumi: ma è proprio questo il senso di usare, da parte della Montessori, oggetti frangibili. In questo modo, non serve che il genitore o il maestro dicano continuamente al bambino: Attento che cade e si rompe, interrompendo così il libero fluire del suo gioco e la sua concentrazione.
L’errore è insito già nell’oggetto. Quando l’oggetto si rompe, il bambino ha già imparato (sbagliando si impara).
Secondo il metodo Montessori, questi oggetti vanno appoggiati su un vassoio, e così anche riposti, in bell’ordine: solo un bimbo alla volta può giocare con ciascun vassoio. Questo serve ai bambini per imparare il concetto di ordine mentale e pratico, ma anche per poter giocare liberamente prendendo da soli i propri giochi, e rimettendoli a posto quando sono terminati.
Per mostrare il gioco, basta l’esempio: la maestra dispone il vassoio su un tavolino accessibile e vuoto, e nomina gli oggetti uno per uno con il loro nome (nomeclatura), poi mostra come si fa l’attività, con entusiasmo, ma senza prodigarsi in spiegazioni troppo teoriche.
- Nel caso di travasi di pasta o fagioli, possiamo usare un cucchiaio o cucchiaino, e chiedere al bambino di travasarli uno alla volta in una seconda ciotola.
- Nel caso di travasi con una brocca, possiamo chiedere al bambino di travasare i fagioli dalla brocca alla ciotola, ed eventualmente, con un imbuto o un cucchiaio, chiedergli di rimetterli nella brocca.
Secondo la Montessori i materiali vanno usati nel modo in cui lei li ha pensati (e infatti sorrido sempre molto quando si pensa che la Montessori fosse libertaria): se quindi il bambino inizia a lanciare i fagioli o usare il vassoio in modo diverso rispetto alle sue finalità, la maestra deve fermarlo con dolcezza e fermezza allo stesso tempo (per la Montessori l’autorità era molto importante), e chiedergli di usarlo nel modo corretto, oppure riporlo al suo posto.
Non è Montessoriano nel vero senso del termine, un travaso che diventa un pasticcio, in cui il bambino lancia farina, fagioli o acqua, e imbratta il pavimento e il tavolo.
Questo è esattamente il principio dello ‘sbagliando si impara’: se il vassoio viene usato in malo modo, per fare pasticci e disordine, più a lungo dura l’errore, meno si riesce ad imparare.