Monster University e il concetto di Gavetta
Pubblicato il 2 Settembre 2015 da Mamma Felice • Ultima revisione: 4 Marzo 2016
Uno dei miei mantra preferiti dello scorso anno era: Trovati una fatica! Faticare per ottenere qualcosa è un insegnamento speciale, secondo me, da tramandare ai figli – ma anche da tenere sempre a mente da adulti, quando finalmente possiamo scegliere di fare ciò che vogliamo della nostra vita (si spera).
Non sono però mai stata una fan della pedagogia del dolore, e quindi non pretendo che mia figlia, che è una bambina piccola, impari il sacrificio o la rinuncia.
– Ai figli bisogna insegnare anche il senso della rinuncia –
Ma anche no, guarda. Per sacrificarsi c’è tempo. Preferisco insegnarle a non sprecare, a consumare meno, a desiderare, a risparmiare… Ma non a rinunciare. A mia figlia io insegno a non rinunciare mai, nella vita. Le insegno a perseguire i suoi obiettivi. E se i sacrifici e le rinunce sono volontari, e servono a raggiungere il suo obiettivo, sono contenta per lei. Ma a me basta che impari a fare fatica, ovvero a conquistare i suoi desideri, e a lottare e studiare per essi.
Un paio di sere fa guardavamo Monster University sul mio lettone: è il secondo episodio di Monster’s & Co, della Disney Pixar, che è il mio cartone animato preferito in assoluto. Una geniale pellicola che stigmatizza le paure dei bambini, e rende facile anche ai genitori parlarne, e renderle meno spaventose.
Monster University è il prequel: i due personaggi, Mike Wazowski e James P. Sullivan – che da grandi sono diventati spaventatori di professione -, si incontrano all’Università dello Spavento, per imparare il mestiere. Ma non ce la fanno. Mike non fa paura, nonostante sia molto studioso; Sullivan invece è spaventoso, ma non abbastanza studioso: è pigro e svogliato. E infatti nessuno dei due riesce a laurearsi.
Monster University parla di un fallimento. Parla di due ragazzi giovani che pagano la propria inesperienza: perché è così che capita, a tutti. A volte da giovane fai una scelta sbagliata, e questa può condizionarti la vita. A volte da giovane non sei abbastanza motivato, o abbastanza studioso, o non hai ancora ben chiari i tuoi obiettivi… e anche questo può condizionare il tuo futuro.
E allora cosa fai?…
1. Accetti il fallimento
Penso che mai come oggi, noi abbiamo il dovere di insegnare ai bambini ad accettare il fallimento. Dobbiamo accettare che non tutti i nostri figli saranno bravi a scuola, che non tutti avranno la capacità di laurearsi (ha senso mantenerli all’Università fino a 35 anni? Per me NO), che non sempre eccelleranno nello sport, o nella musica, o persino nella vita.
Come noi, del resto. Che nella vita potremo perdere il lavoro, chiudere un’azienda dopo mille sacrifici, ridimensionare le nostre aspettative perché, semplicemente, NON CI SIAMO RIUSCITI.
Fallire non è morire. Fallire è solo fallire.
Adottare una cultura del fallimento significa anche imparare a fare meglio i conti, valutare meglio la prossima volta, ammettere i propri errori e imparare da essi.
Se neghiamo il nostro fallimento, neghiamo anche il nostro futuro successo.
2. Metti in atto un cambiamento
Dopo un fallimento personale o lavorativo, puoi solo cambiare. Sì, puoi anche lasciarti andare del tutto e compiangerti, ma non credo che nessun genitore sano di mente voglia questo per i propri figli.
Dopo un fallimento, insegni ai tuoi bambini ad alzare il didietro, a darsi da fare, a rimediare agli errori.
Gli insegni a rivalutare le proprie competenze e a rivedere i propri obiettivi.
Perché se non hai le capacità per essere un musicista di successo, magari puoi essere il miglior autore di canzoni per bambini, o il miglior arrangiatore, o anche – semplicemente – un bravissimo tecnico del suono. Questo toglie qualcosa alla tua passione? Ti rende meno importante di qualsiasi altro essere umano? No.
Tu puoi dare sempre il tuo apporto, con tutte le tue capacità e le tue passioni, mettendoci tutto te stesso, e tutta la tua devozione.
E non è solo una questione di evitare che i figli vincano sempre a Monopoli contro di noi, o tirare la palla piano quando giochiamo a pallone, o lasciare che saltino due caselle al gioco dell’Oca.
E’ molto più di così: possiamo insegnare ai figli che non è importante essere i migliori, ma, che è importante essere, come dico sempre: la migliore versione di se stessi.
3. Fai la gavetta
Come Mike e Sully, che espulsi dall’Università ottengono un lavoro allo smistamento corrispondenza della Monsters INC.
E dopo aver battuto il record per il maggior numero di lettere consegnate, vengono promossi come addetti alle pulizie, e poi come inservienti alla mensa, e infine entrano nel loro primo vero giorno di lavoro in fabbrica, come spaventatori (nei titoli di coda di Monster University viene raccontato questo processo attraverso delle foto ricordo, e si annuncia quindi il sequel).
Mike e Sullivan fanno gavetta. Hanno fallito all’Università – non erano abbastanza bravi -, ma invece di piangersi addosso, o tornare a casa di mammina, o drogarsi, o iniziare a vivacchiare, sono partiti dal basso. Si sono dati da fare.
Hanno fatto carriera perché, pur partendo dal basso, hanno saputo lavorare sodo, e andare avanti con dignità e passione, sorridendo e divertendosi, e nello stesso tempo facendo il meglio che potevano fare.
Questa è una lezione di vita antica, che ai nostri giorni abbiamo perso: i bambini sono ultra protetti, non devono mai fallire, mai perdere a dama, mai essere sgridati. I bambini devono vincere, devono essere assecondati, devono essere centrali nella vita degli adulti.
Guai se una maestra mette una nota a un bambino: scatta la rappresaglia dei genitori.
Guai se succede una piccola lite tra bambini al parco: scatta l’intervento dei genitori.
Ma se invece iniziassimo a dare il giusto peso alle cose?
Se invece di facilitare la vita ai bambini, ci riprendessimo il nostro ruolo di facilitatori?Rendere tutto facile è vivere al posto dei figli, e sostituirci a loro.
Essere facilitatori, significa invece essere presenti, lasciando ai bambini la propria autonomia. Educare, ovvero educere, tirare fuori le loro competenze.
Quello che viene chiamato EMPOWERMENT.
E’ una bella sfida.
Monster University può essere una delle tante occasioni per parlarne con i bambini, e farsi insieme delle domande:
- tu cosa avresti fatto?
- come affronteresti un fallimento? avresti paura?
- secondo te è giusto che siano stati cacciati dall’Università?
Il film sarà in onda su Disney Junior il 4 Settembre alle ore 20.
In contemporanea, Dafne e io interverremo via twitter per commentarlo, e parlarne – anche se lo abbiamo appena visto, lo riguardiamo volentieri. Ci potete seguire con l’hashtag #disneyjuniorit
Usiamolo come spunto per difendere i figli da noi stessi: i bambini sanno cosa fare, come farlo, e come risollevarsi – esattamente come facevano quando imparavano a camminare. Lasciamo che si aggrappino a noi solo quando vacillano, e per il resto – come dico spesso – facciamo un passo indietro.
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Articolo in collaborazione con Disney Junior.
APPUNTAMENTO DA NON PERDERE SU DISNEY JUNIOR: DAL 4 SETTEMBRE PARTE “IL MAGICO MONDO DI DISNEY JUNIOR”
Su Disney Junior, il canale tv di Disney dedicato a tutti i bambini in età prescolare, arriva “Il Magico Mondo di Disney Junior”, l’imperdibile appuntamento per tutta la famiglia per rivivere l’emozione dei Grandi Classici Disney d’animazione.
A partire dal 4 Settembre, tutti i Venerdì alle ore 20:00, grandi e piccini potranno riscoprire insieme i titoli più famosi che hanno fatto la storia dell’animazione Disney. E se mamma e papà fanno tardi al lavoro, nessun problema: l’appuntamento è alle 09:00 del Sabato con la replica del film.
“La Bella e la Bestia”, “Il Re Leone”, “La Carica dei 101”; ma anche “Cars”, “Monsters University” e le avventure di “Sofia la Principessa”: solo su Disney Junior la grande tradizione incontra le storie più recenti, regalando a tutta la famiglia un viaggio super emozionante nel magico mondo Disney!