Bagnetto e massaggio: importanti per lo sviluppo del neonato
Pubblicato il 15 Luglio 2015 da Mamma Felice • Ultima revisione: 30 Luglio 2015
Contatto pelle contro pelle: annusarsi, guardarsi negli occhi, sfiorarsi. Starsi ‘addosso’, fisicamente. Il legame con un neonato passa anche attraverso i suoi (e i nostri) sensi: attraverso l’udito, la vista, l’olfatto, il tatto. Non solo questo contatto strettissimo dà fiducia al neonato, e lo fa sentire amato, ma ne accresce anche le capacità cognitive.
Mi ha sempre colpito, quando studiavo pedagogia, uno studio sull’importanza del legame fisico e amoroso della madre (ma anche del padre) con il neonato: secondo Spitz e Winnicott, all’inizio il neonato nasce in uno stato di non differenziazione, cioè è un tutt’uno con la madre, dalla quale progressivamente si distingue. Mahler la chiama unità simbiotica.
Addirittura la mancanza di amore e di cura, nei primi giorni di vita, può condurre alla morte del neonato, che si abbandona letteralmente a se stesso.
La sincronia biologica tra madre bimbo è quasi una simbiosi ritmata: tra madre e figlio nasce una musica relazionale, una sinfonia di molte note.
… il bambino nasce all’interno di una coppia, ma in un primo momento stabilisce dapprima una relazione privilegiata con la madre (o colui che accudisce), la quale è come uno specchio, per il bambino. Questo legame forma, nel neonato, l’immagine psichica materna del bambino, ovvero l’immagine che il bambino crea dentro di sé nella sua relazione con la madre: se lo specchio della madre riflette la sensazione di un bambino amato e ‘buono’, allora il bambino si sentirà amato, e buono.
Gradualmente il bambino si rivolge al padre (o alla seconda figura di accudimento), dall’età dei primi passi e fino ai 6-7 anni. Il bambino che possiede una sola immagine materna è infatti un bambino a una sola dimensione. Per uno sviluppo soddisfacente, il bambino ha bisogno di ‘rinascere’ una seconda volta riflettendosi nello sguardo del padre (o del secondo genitore), per ricevere anche la sua immagine paterna. Le due immagini, materna e paterna, promuovono la crescita e la qualità della crescita del bambino, nella sua interezza.
– Rocco Quaglia, Il Disegno dello Scarabocchio; Natura dell’immagine –
Per questo mi piace sempre ribadire che il bambino non è proprietà della madre, ma è responsabilità della coppia, qualunque coppia essa sia. E che l’accudimento del neonato, sin dai primi mesi di vita, può e deve essere condiviso, e ciascuno può apportare il suo amore e il suo stile di accudimento nello sviluppo cognitivo e sensoriale del bambino.
Il bambino si fida del padre solo se la madre si fida di lui.
E la fiducia passa non solo attraverso lo sguardo d’amore, ma anche attraverso il contatto, l’abbraccio, il tatto, la voce e il tempo.
Un neonato ha bisogno di tutto il nostro tempo.
Ha bisogno di toccarci, e di essere toccato.
Ha bisogno di un tocco amorevole.
Ha bisogno di essere guardato e guardarci.
Ha bisogno di stare in braccio e addosso ai suoi genitori, più tempo possibile.
Il bambino all’inizio della vita sente, ma non è in grado di differenziarsi da ciò che sente: è tutt’uno con ciò che sente, è puro sentimento. Il sentimento di sé è il fondamento su cui si innalzerà l’immagine del bambino, il calco del nostro sentimento.
– Rocco Quaglia, ADAMO: L’infanzia inesistente –
Il neonato ha tutte le competenze necessarie per interagire con il mondo; non è una tabula rasa, ma ha già ricordi e memorie prenatali e perinatali e immagazzina ricordi sotto forma di stimolazioni sensoriali: la voce della madre e del padre attraverso la pancia, gli odori del mondo circostante, i sapori dei cibi ingeriti dalla madre, il suono del suo battito cardiaco, la musica e i rumori della casa in cui ha vissuto la gestazione. Il cervello del bambino è in grado di promuovere sin dalla pancia lo sviluppo multi sensoriale del feto.
Ne abbiamo parlato proprio pochi giorni fa all’evento So Much More di Johnson’s: il contatto emotivo e tattile che noi abbiamo con un neonato, è molto di più che un semplice bisogno di cura o di igiene. Gli esperti di Johnson’s hanno studiato questo profondo legame tra genitori e neonato, e lo hanno applicato non solo ai prodotti, ma anche alle opportunità che il semplice bagnetto o massaggio possono fornire nella relazione. Lo stesso bagnetto non è un momento che attiene semplicemente alla giusta igiene e idratazione del bambino, ma è molto di più: è un’esperienza emotiva a relazionale che i genitori possono offrire al bambino, per rafforzare il proprio legame di famiglia.
Una famiglia che stimola il bambino attraverso il linguaggio dei sensi, che è il linguaggio proprio di un bambino piccolissimo.
E infatti, già nella pancia della mamma, accadono cose straordinarie:
- a 4 settimane di gestazione si formano gli occhi, che a fine gravidanza saranno in grado di percepire i cambiamenti di luce e buio attraverso la pelle della madre;
- a 6 settimane si forma il senso del tatto: speso i bambini giocano a tirare il cordone, nella pancia, o si succhiano il dito come atto consolatorio;
- a 17 settimane si forma il complessissimo organo della pelle;
- a 25 settimane si forma il senso dell’udito;
- a 28 settimane si percepiscono gli odori (olfatto) e i sapori (gusto).
Abbiamo quindi un neonato che, alla nascita, è già competente (il bambino è competente: lo diceva Maria Montessori). E noi non dobbiamo fare altro che accompagnarlo in uno sviluppo armonioso della sua personalità, delle sue emozioni, delle relazioni e dello sviluppo cognitivo.
Anche quando il neonato sembra non fare nulla, è in una sorta di ‘veglia vigile’, in cui capta gli stimoli esterni per conoscere e interpretare il mondo.
Una relazione di reciprocità aiuta il neonato a realizzarsi pienamente come adulto, con se stesso e gli altri = empowerment (v. post su Delors)
La cosiddetta marsupio terapia, con il suo contatto pelle contro pelle, è uno dei modi migliori per stimolare il neonato e farlo sentire amato: ha un potente impatto cognitivo e funzionale alla crescita. Questo contatto aumenta la resilienza del bambino, e poi dell’adulto che sarà, intesa come la capacità dell’individuo di affrontare e superare eventi traumatici futuri, o periodi di difficoltà. Quella che qui io ho sempre chiamato bagaglio di felicità, ecco. 😉
Indice dell'articolo
Stimolare il neonato: come fare
- Teniamolo molto in braccio: non prende nessun vizio. Dopo i sei mesi di età, imparerà (e apprezzerà) a stare seduto da solo, e ad esplorare il mondo;
- Guardiamolo tanto negli occhi, a distanza ravvicinata (25 centimetri circa) e sorridiamogli: il neonato si riflette nel nostro sguardo d’amore, e si sentirà amato a sua volta;
- Parliamogli molto, con la voce delicata e anche dicendo cose un po’ sciocchine: nei primi mesi possiamo usare linguaggio mammesco senza remore, senza sentirci obbligati a parlare di neuroscienze o astronomia planetaria;
- Sfioriamolo: è molto gratificante per il bambino sentire un leggero tocco amorevole intorno agli occhi (non nelle parti molli), sulle sopracciglia, intorno al viso; è rassicurante e piacevole;
- Cantiamo per lui: canzoni della nostra infanzia, o canzoni che amiamo; e se non ce la sentiamo di cantare, ascoltiamo la nostra musica insieme a lui;
- Cuciniamo nella stanza in cui il bambino ci attende: così verrà stimolato dai profumi della nostra tavola, dalle nostre spezie, dagli odori di casa.
Massaggio e bagnetto del neonato
Il contatto pelle contro pelle si può effettuare anche con un massaggio neonatale, che migliora lo sviluppo cognitivo, relazionale, fisico ed emotivo del bambino. O con il rito del bagnetto serale, che diventa anche una scoperta multi sensoriale che coinvolge non solo il tatto, ma anche la percezione corporea, il caldo-freddo, l’olfatto stimolato dai profumi del bagnetto. Un rito che stimola anche la capacità di giocare (con le bolle, con la schiuma…) e quindi la coordinazione occhio-mano, ma anche l’udito, se accompagniamo al bagnetto delle canzoncine, o della musica rilassante.
Sia il bagnetto che il massaggio, hanno numerosi benefici per il neonato:
- migliorano la digestione, diminuendo la frequenza e intensità delle coliche del lattante
- migliorano l’assimilazione dei cibi
- favoriscono una migliore qualità del sonno
- hanno benefici emozionali e relazionali, perché il bambino si sente amato, e in piena relazione d’amore con i genitori
- rendono i bambini più fiduciosi, più socievoli, e più tranquilli e sereni
- hanno un’azione calmante
- mettono in relazione il gioco, con i benefici per la salute del bambino
- i loro effetti sensoriali durano a lungo
Come fare correttamente il massaggio al neonato
Il massaggio neonatale serve a dare consapevolezza al bambino del suo essere ‘finito’, della sua propria esistenza, e dunque di come è fatto, e di come è strutturato il suo corpo.
Massaggio del neonato: bambini più sereni, migliora la relazione e fiducia in sé. RESILIENZA del neonato attraverso il contatto.
Eliminiamo prima di tutto bracciali, anelli, collane lunghe o altri accessori che possono graffiare il bambino o toccarlo. Laviamoci le mani e ungiamole.
Avviciniamoci innanzi tutto al viso del neonato, chiedendogli il ‘permesso’ di massaggiarlo: questo è un fondamentale rituale di rispetto, per lui, ma anche il modo di iniziare un dialogo di scambio e reciprocità. Se il neonato non gradisce, oggi, il nostro tocco, per vari motivi (mal di pancia, caldo, stanchezza, fame…), non insistiamo: proponiamoglielo dopo un paio di giorni.
Partiamo il massaggio dalle gambe, e non dagli organi ‘nobili’ (addome): stendiamo dolcemente le gambe, massaggiamole nella loro lunghezza, e poi eseguiamo un movimento ‘a vite’, sempre in modo estremamente delicato. Nel frattempo spieghiamo al bambino cosa stiamo facendo, gli parliamo, cantiamo o ascoltiamo musica rilassante.
Massaggiamogli i piedini, sia tirando in modo molto lieve le dita, sia premendo dolcemente sulla pianta dei piedini.
Dopo il piede, proseguiamo il massaggio dalla caviglia verso gli organi nobili, risalendo verso l’alto.
Infine passiamo alle braccia, sempre chiedendo il ‘permesso’, iniziando con un lieve sfioramento, prima di iniziare il massaggio vero e proprio. Andiamo avanti con gomito, polso, mano e dita.
Sì parte dal centro del palmo della manina, con delle lievi pressioni, e poi apriamo e chiudiamo la manina, passando alle dita. Infine riportiamo tutto agli organi nobili, un’ultima volta.
Sull’addome possiamo svolgere il tipico massaggio ‘i love you’, che va a stimolare solo lievemente gli organi, soprattutto l’intestino.
Concentriamoci infine sul volto: tocchiamo delicatamente le guance e accarezziamo la parte alta delle labbra con movimenti che lo facciano sorridere
Sempre con pressioni lievi, passiamo alla stimolazione del dotto lacrimale: sfioriamo il viso intorno agli occhi, sulle sopracciglia, e poi intorno al nasino e alle orecchie.
Infine giriamo il bambino a pancia in giù, con le braccia in avanti, ma mantenendo con lui il contatto visivo, e massaggiamo la schiena.
La schiena comprende anche le natiche: il massaggio va fatto con una o due mani e con le dita ‘a rastrello’, poi terminando con un massaggio ‘a impasto’.
In estate possiamo eseguire il massaggio con il bimbo scoperto.
In inverno invece sarà importante scaldare la zona del massaggio e coprire bene il neonato dopo averlo massaggiato, per non far raffreddare il suo piccolo corpicino.
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Articolo in collaborazione con Johnson’s Momenti Magici.
Che nostalgia di bimbi piccoli!