Compiti delle vacanze: perché mi piacciono

Pubblicato il 13 Luglio 2015 da • Ultima revisione: 14 Settembre 2016

Tanti genitori sono contrari ai compiti delle vacanze, e addirittura firmano petizioni per eliminarli per sempre dalle scuole. Io invece sono d’accordo.

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I compiti delle vacanze mi piacciono, li trovo utili e persino piacevoli, e da quando mia figlia fa le elementari non li abbiamo mai visti come un peso o una forzatura.

E vi racconto perché, in 4 punti.

  1. Perché aiutano ad organizzarsi: una delle note positive dei compiti, è che servono per imparare ad organizzare il lavoro. Si possono dividere in base ai giorni liberi, senza dover studiare tutto all’ultimo momento, e senza dover lavorare più di un’ora al giorno. Nelle ore calde della giornata, o a conclusione della stessa, fare due pagine di compiti delle vacanze è un modo per capire l’importanza di pianificare studio e lavoro, senza arrivare al limite della scadenza ed angosciarsi;
  2. Perché tengono la mente in allenamento, ma in modo facile: tutto si può dire, dei compiti delle vacanze, tranne che siano difficili. Alle elementari di solito viene consigliato un libro delle vacanze pieno di giochi, fogli da colorare, esercizi snelli da fare direttamente sul libro. Alle medie qualche esercizio di matematica e soprattutto libri da leggere. Alle superiori tanti esercizi di latino e greco (per chi fa il liceo), ma assolutamente fattibili nel tempo a disposizione. leggere libri, tra l’altro, è un ottimo compito delle vacanze. E se non siamo d’accordo con la lista di libri proposti, parliamone con le insegnanti, per concordare una lista di libri più ampia, da cui attingere liberamente!
  3. Perché sono un momento di condivisione: al bando le scuse che durante l’anno lavoriamo e non abbiamo tempo di seguire i figli. In estate abbiamo tutto il tempo di metterci insieme a loro a colorare, o a leggere un libro mentre loro svolgono i propri compiti delle vacanze. Io trovo sia un modo bellissimo per passare insieme del tempo costruttivamente: fare i compiti ‘insieme’, vicini, e parlarne insieme.
  4. Perché avere doveri è bello, si impara ad essere rigorosi: la libertà è fondamentale, ma è fondamentale anche il rigore, sia nello studio, che nel lavoro. Eliminare il senso del dovere nell’educazione dei bambini, secondo me è un errore: i bambini hanno bisogno di imparare adesso a portare a termine i propri obiettivi, sempre ovviamente commisurati all’età. Che c’è di male nello svolgere il proprio dovere al meglio, con la soddisfazione che ne deriva?

A posteriori, aggiungo una nota. 

Oggi una lettera di un papà che, con motivazioni molto valide e toni cortesi, annuncia alla maestra del figlio che ha ritenuto di non fargli fare i compiti delle vacanze, perché l’estate è fatta per imparare a vivere. A me è venuta voglia di ricollegarmi ai principi della Montessori, Educare alla Libertà, che ho recensito ultimamente, per parlare, invece, di raggiungimento delle autonomie.

Autonomia, in pieno stile Montessori: non siamo noi ad averle fatto fare i compiti. E’ stata lei a farli, in completa autonomia. Sembra poco, ma è il succo di tutta la faccenda: non sempre la vita e le scelte dei figli devono dipendere da cosa gli facciamo fare noi, o da cosa non gli facciamo fare.

Aiutami a fare da solo, diceva Maria Montessori.
Ecco un buon motivo in più per fare i compiti, sia quelli delle vacanze, sia durante l’anno scolastico.

Voi cosa ne pensate? Avete avuto difficoltà, durante le vacanze, su questo tema?



Commenti

8 Commenti per “Compiti delle vacanze: perché mi piacciono”
  1. Erica

    Sono favorevole ai compiti delle vacanze perchè aiutano un ripasso continuo e leggero delle attività fatte durente l’anno. Purtroppo però io lavoro anche d’estate, se non per 2 settimane di vacanza che occupiamo però andando in trasferta (quasi senza compiti). La bia bimba, di seconda elementare, è occupata in attività tipo colonie diurne e quando arriva a casa, dopo una giornata di attività all’aria aperta è stanca. la lascio un po’ in pace, ma poi alle 20.00 o qualche volta alle 21.00 ci mettiamo a fare qc pagina del quaderno delle vacanze. Mi sento un aguzzino.. ma non saprei come altro organizzarmi. La mattina si parte alle 8 da casa..

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Erica, ai vostri centri estivi non fanno fare i compiti?

      • Erica

        Dipende come sono strutturati. Se è la “settimana in fattoria” raccolgono cigliege, preparano la pizza, dano da mangiare agli animali… Se è la “settimana in piscina” fanno giochi in palestra e in piscina… Se è la “settimana nel bosco” le attività sono fatte per lo più all’aperto, anche se piove.. Quindi, per la maggior parte delle colonie no, non sono previsti compiti. A meno che non li si iscriva alle settimane del “rinforzo scolastico”, ma sinceramente, se proprio non ci fosse qc difficoltà oggettiva.. non ci penserei.

  2. Daniela

    I compiti in generale sono un capitolo su cui discuterei per ore…
    Parto dal fatto che la mia bimba ha appena finito il 2° anno della primaria a tempo pieno ed ogni weekend durante l’anno ha avuto da fare i compiti, in genere di 3/4 materie diverse…
    E che dalla 3° avrà i compiti tutti i giorni (la giustificazione delle maestre è che non danno compiti per il giorno successivo – ma per “dopo 2/3 gg”… si ma se tutti i gg hai compiti per il dopo-domani equivale ad avere compiti tutti i gg….!!)
    Per l’estate la bimba ha 3 libri delle vacanze come descrivi tu (italiano, matematica, inglese) + una quindicina di fotocopie di italiano ed altrettante di matematica, 15 frasi di cui fare l’analisi grammaticale, finire la parte non fatta del libro di matematica (svariate operazioni ma soprattutto problemi, che vanno ricopiati sul quaderno e svolti), una ricerca di scienze e ripassare benissimo le tabelline.
    Mi pare francamente un po’ troppo……….
    Nessuna delle cose da fare è difficile, è una bimba sveglia ed intelligente, che ha avuto una bellissima pagella – ma non è affatto semplice farle fare i compiti – si distrae con niente, quasi ogni parola è lo spunto per voli di fantasia (di cui sono felice, ma non durante i compiti….!!) e devo dire che non ne ha particolarmente voglia con conseguenti malumori miei e poi suoi…
    Sono convinta, pur abitando al mare, che le vacanze dovrebbero essere piu brevi in estate ma libere, o per lo meno più libere! Ok alla lettura di libri adatti all’età e stimolanti ma tutta sta roba no!
    Ciao
    Daniela

  3. Barbara io sono d’accordo con te al 100%. Aggiungo anche che imparare è bello, non ne posso più di questo messaggio tutti passano ai bambini che studiare sia brutto e noioso. Si impara dalla vita, dalla natura ma anche dai libri scolastici. Quindi viva i compiti delle vacanze a patto che non ostacolino il movimento fisico e il contatto con la natura.

  4. Cinzia

    Grazie, Barbara, di questa parola chiara sui compiti per le vacanze. Mia figlia li ha sempre fatti! Da oggi è in seconda media e quest’estate ha avuto un bel da fare tra “Divina commedia” per la sua età, approfondimento di francese, “King Arthur” d’inglese, matematica, arte e persino religione. Abbiamo lavorato un’oretta al giorno quando non eravamo in viaggio. Per me è bello perché d’estate posso seguirla senza lo stress di quando sono anch’io a scuola. Sì, sono un’insegnante di liceo e per esperienza se non tieni gli studenti in allenamento, quando si torna a scuola prima di dicembre non si parte sul serio. Poi ci sono le vacanze di Natale…e praticamente il primo quadrimestre è andato!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Cinzia, guarda, mia figlia è in quarta elementare e, pur avendo fatto tutti i compiti e anche letto dei libri e fatto altre attività, non si ricorda le divisioni. Io ho ripassato con lei, ma poi ho lasciato che andasse a scuola toppando il test di ingresso di matematica, in modo che la maestra sappia qual è il suo reale livello e possa dare dei compiti mirati.
      Non dobbiamo avere paura di imparare, ma soprattutto di FARE. In 3 mesi c’è tempo sia di vivere, che di studiare.

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