Come proteggere i bambini su Internet
Pubblicato il 26 Giugno 2015 da Mamma Felice • Ultima revisione: 30 Luglio 2015
Bambini e sicurezza in Rete: come proteggere i nostri figli dai pericoli di Internet, senza però privarli della bellezza di scoprire, studiare, giocare, conoscere e navigare?
Perché ricordiamoci che non è Internet in sé, il problema, ma le persone che lo usano male, o per scopi malvagi.
I pericoli sono tantissimi: incappare in contenuti non adatti, essere ‘agganciati’ da adulti che vogliono manipolarli, vedere o leggere cose che non sono adatte a loro, ma anche usare Internet per fare essi stessi del male.
Così come facciamo nel caso dei videogiochi (classificazione PEGI) e nel caso della TV, in cui selezioniamo accuratamente i contenuti in base all’età di nostra figlia, altrettanto facciamo in Rete.
Perché la Rete è una risorsa preziosa, bellissima, piena di gioia e di conoscenza, ma bisogna saperla usare: con sicurezza, con parsimonia, e con un crescente spirito critico.
L’educazione è primo pilastro della sicurezza online dei bambini, , per evitare che siano vittime, e carnefici, per evitare che siano alla mercé di gente con pochi scrupoli, ma anche per evitare che diventino loro stessi carnefici.
I genitori sono i primi a doversi educare all’uso del web: la netiquette, innanzi tutto, ma anche la sicurezza, il senso critico.
Tre, in particolare, sono i fronti su cui dobbiamo agire, i tre pericoli veri di Internet per i bambini.
Indice dell'articolo
Cyberbullismo
Il cyberbullismo è l’evoluzione digitale del bullismo. I ragazzi stessi possono infatti utilizzare Internet in modo malvagio, a volte senza nemmeno rendersene conto. Con il web diventa più facile essere bulli. Gli strumenti a disposizione sono facili, veloci, si propagano con rapidità, sono accessibili, sono anonimi, sono gratis.
Il cyberbullismo è una minaccia concreta, perché:
- è anonimo: i ragazzi che compiono atti di bullismo online, sono meno consapevoli del danno che stanno causando, perché possono nascondersi dietro l’anonimato;
- è potenzialmente illimitato: in Rete tutto rimane visibile per sempre, e diventa davvero difficile far ‘sparire’ video, contenuti o fotografie, che spesso restano in Rete per anni e anni, o non spariscono mai del tutto. Basti pensare che, secondo la Polizia di Stato, 6 ragazzi su 10 ammettono di praticare il ‘sexting’, ovvero l’invio di video, testi e foto spinti;
- ci segue ovunque: in chat, sui social, nelle email, sul cellulare: le vittime sono facilmente raggiungibili, perché siamo sempre connessi.
Da alcune ricerche recenti risulta che 1 adolescente su 5 ne sia stato vittima, a scuola o tra i coetanei o sulla Rete, almeno una volta nella vita. Ed è una percentuale molto alta.
La cosa fondamentale è che Cyberbullismo non è colpa di internet.
Così come il bullismo non è colpa della scuola, il cyberbullismo non è colpa della Rete: il bullismo è colpa di una cattiva educazione, è violenza, è deresponsabilizzazione.
- Se siamo i genitori della vittima, dobbiamo ascoltare, guardare, aiutare, ed eventualmente anche rivolgerci alla Polizia di Stato, che si occupa di bullismo e cybercrime da anni, e con efficacia.
- Se siamo i genitori del bullo, dobbiamo fare un passo indietro: credere agli agli genitori, credere agli insegnanti, capire i motivi per cui nostro figlio viene isolato, capire i motivi per cui si comporta in quel modo. Fermarlo, e poi aiutarlo.
Furto di identità
Furto di identità in Rete non significa qualcuno che vuole spacciarsi per noi.
Cambiare le password
La sicurezza online parte dalle password: mai averne una identica per tutti gli account, o estremamente facile e rintracciabile: bisognerebbe avere password diverse e cambiarle spesso.
Prima regola di sicurezza, troppo spesso dimenticata (pure dai VIP): usare password difficili, cambiarle spesso, non replicarle
Il rischio è quello di cedere le proprie foto, le proprie informazioni personali, i dati bancari, la nostra email – e per i bambini anche la posizione e gli spostamenti personali. Entrare in una Rete in cui tutte le nostre informazioni sono accessibili a tutti.
L’antivirus è necessario, anche su smartphone e tablet. Il cybercrime è infatti il business più redditizio al mondo, attraverso furto di denaro, di credito, di password per accedere ai propri servizi o alle proprie email, persino attraverso il ricatto per soldi. Non possiamo pensare di risparmiare quattro soldi scaricando antivirus illegali, o facendone a meno: lasciare scoperto il proprio PC è come lasciare che un estraneo ci entri in casa.
Vogliamo davvero dare a un estraneo il controllo della nostra vita, del nostro conto corrente e delle nostre foto e email?
Non perché abbiamo qualcosa da nascondere, ma perché ci appartengono!
Impostazioni di privacy
Le impostazioni di privacy sono importanti: I ragazzi sono molto indietro su quello che riguarda la privacy online, e pure i loro genitori.
Foto condivise con tutti senza nemmeno saperlo, tag che identificano sempre la nostra posizione, impostazioni di privacy sui social.
Navigare in sicurezza si può, se si gestiscono bene le impostazioni di privacy, e senza privarsi della bellezza di Internet.
Genitori inconsapevoli
Recentemente FattoreMamma e Kaspersky hanno preparato un questionario online destinato alle mamme e ai papà, per capire se le famiglie sono davvero a conoscenza dei rischi di un uso improprio della rete da parte dei propri figli.
In particolare si è cercato di capire se le famiglie sono in grado, per tempo e per conoscenze, di seguire i figli anche in Rete, verificare la sicurezza della navigazione, proteggerli da contatti impropri. E con quali strumenti? Conoscono i sistemi di parental control, ad esempio? I figli sono lasciati soli, quando navigano su Internet, oppure navigano insieme ai genitori? Hanno account social coerenti con le norme delle piattaforme, o accedono ai social anche al di sotto dell’età consentita?
La mia impressione è che le famiglie siano spesso impreparate, e che siano per primi i genitori a non conoscere bene la Rete, né gli strumenti di protezione e le impostazioni di privacy. In questo modo, è facile essere ‘fregati’ dai figli, che in Rete fanno qualunque cosa senza che noi ce ne rendiamo conto.
I genitori sono favorevoli all’uso della Rete, ma non insegnano ai ragazzi a usare Internet per studiare e informarsi: Internet viene usato essenzialmente per giocare, chattare o guardare video, stare sui social, parlare con gli amici. In pratica, si crea un divario digitale enorme tra chi ha vissuto la nascita di Internet come fonte di conoscenza, e chi usa Internet solo per svago – come fosse una alternativa alla TV.
Una delle regole più efficaci per insegnare ai figli ad usare bene Internet, è iniziare ad usarlo bene noi: non al posto della televisione, quindi in modo passivo, ma in modo attivo: studiare, fare ricerche, leggere giornali, informarci. Imparare a discriminare le notizie con senso critico. Imparare le lingue.
Importantissimo, poi, in base alle proprie possibilità, che i figli abbiano un dispositivo a parte: non è saggio dare ai figli il nostro cellulare o il nostro PC, perché in questo modo possono accedere alle nostre informazioni, e divulgarle anche senza saperlo. Inoltre, con un dispositivo personale, possiamo controllarli meglio: sia tenendolo in una zona comune della casa (mai TV e PC in camera dei ragazzi), ma anche installando sistemi di protezione (parental control) e bloccando alcuni contenuti non adatti.
I software di Parental Control
I sistemi di Parental Control ci permettono di difenderei figli dagli eventuali pericoli di Internet, non solo per proteggerli contro gli adescamenti pedofili, ma anche per bloccare i siti dal contenuto inappropriato, impedire acquisti di APP, controllare l’accesso ai siti di giochi, controllare l’accesso ai social network e impedire la divulgazione di dati personali.
I software di parental control, come quello di Kaspersky, ci forniscono inoltre una cronologia dei siti visitati dai nostri figli, delle attività svolte online, dei contatti avuti.
Che non è un sistema alla Orwell per controllarne la mente, né per spiarli, ma solo per impedire che abbiano a che fare con qualcosa di più grande di loro, e potenzialmente pericoloso.
Il segreto per difendersi dai pericoli di Internet non è vietare Internet, ma imparare ad usarlo per informarsi, studiare, crescere, divertirsi… in modo pulito e sicuro.
Ecco il nostro decalogo di protezione:
- Prima di tutto imparare ad usare la Rete come genitori: la netiquette, la scelta delle fonti, lo studio critico; evitare flame e propagazione di bufale, leggere le informazioni corrette, usare i social in modo giusto, evitare certi siti pericolosi anche per noi.
- Niente computer in cameretta (e nemmeno la TV, se è per questo): si naviga vicino a mamma e papà, anche se non stiamo dietro le spalle ogni momento, anzi: bisognerebbe tenere un computer separato, per i figli, in modo che non abbiano accesso alla nostra posta, alla nostra banca online, ai nostri social, ma abbiano un sistema totalmente protetto dedicato a loro e configurato con attenzione;
- Sistema di parental control efficace: serve a selezionare i siti a cui i bambini possono accedere, e a impedire altri siti non consentiti, e manda un report settimanale sulle attività svolte dal bambino; dobbiamo studiare e capire la vita digitale dei nostri figli, per evitare che diventino vittime, ma anche bulli digitali.
- Usare Internet spesso insieme per studiare, informarci e leggere: enciclopedie, siti verificati e sicuri, fonti selezionate: questo stimola la curiosità dei bambini, e li aiuta anche a capire quali sono le fonti corrette, e stimola il loro senso critico
- Mai demonizzare: la Rete non è pericolosa (noi ci lavoriamo, ci siamo conosciuti con un blog…), ma va usata bene, esattamente come si usa bene l’automobile – sopo aver preso la patente, e imparato la segnaletica stradale
- Disattivare la possibilità di fare acquisti online involontari, o attivare servizi a pagamento;
- Cambiare spesso la password e insegnare ai figli a non divulgarla ad altri, per evitare di dare l’accesso a informazioni personali e riservate, alle proprie foto, alla propria posizione
- Gestire le impostazioni di privacy nel modo ottimale, soprattutto sui social, per essere consapevoli di chi può vedere le nostre foto e informazioni – e insegnarlo ai nostri figli;
- Evitare le dipendenze: dare un limite di tempo, in base all’età, è importantissimo; sono sempre di più le vittime da abuso di giochi online;
- Essere fiduciosi: per ricordarci che i pericoli non devono farci smettere di prendere le cose belle dalla vita, sia online che offline, e che con un atteggiamento sicuro possiamo stare tranquilli, senza ossessionarci inutilmente.
Quali sono le vostre?
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Articolo in collaborazione con KASPERSKY.