Profumo di coccole
Pubblicato il 18 Marzo 2015 da Mamma Felice • Ultima revisione: 25 Settembre 2015
I neonati profumano di coccole. Profumano di panna e cioccolata, di mamma, di sogni stropicciati. Profumano di segni di cuscini sulle guance, di bacini fatti in punta di labbra, di nasi contro nasi.
Piccoli volti fragili, occhietti che si spalancano nel mondo, sbadigli con le gengive sdentate, mugolii come gattini in cerca di contatto.
La pelle contro la pelle, le mani che vorrebbero afferrare il tempo, i respiri profondi di madre per riempirsi i polmoni della bellezza dell’universo. Perché i figli sono come costellazioni, aprono in noi squarci immensi di sistemi solari.
E non esistono aggettivi abbastanza potenti per spiegare, minimamente, le lacrime di pura felicità e puro terrore, come madre, quando di nascosto, nella stanza semibuia del mattino, annusi tua figlia mentre il sole sbircia dalle persiane, e non hai altro desiderio che fermare il tempo, fermare il mondo, fermare la gravità terrestre, perché niente è più vivo di quel secondo perfetto di vita, niente.
Tirarsi su dal letto, coccolarsi sussurrando parole che cullano il cuore come i suoni del mare, seguire la linea di minuscole sopracciglia con la punta delle dita. Parlare con la lingua che solo un neonato e i suoi genitori sanno parlare.
Essere sciocchi durante il cambio, quando il corpo di tuo figlio, ancora caldo di sonno, sgambetta allegramente: fargli le pernacchie sul pancino, mangiargli i piedini, contare le pieghe cicciottose delle cosce, una a una, e poi ancora una a una, e dire:
– Ma io ti mangio! Ti mangio le guanciotte, di chi sono questi piedini? Vieni qui che la mamma ti mangia di baci!
E io amo, amo, amo, amo furiosamente essere una mamma sciocca, lo amavo allora, e amo adesso ancora di più, la sera, dire a mia figlia: Ci facciamo le coccole?
Nel passaggio dal primo giorno di vita ai suoi 7 anni, dalle pernacchie sul pancino al pettinarci i capelli a vicenda. Raccontarci le cose delle mamme e delle figlie, con lo stesso linguaggio segreto di allora, sussurrando risate e parole, pensieri che diventano musica.
Non è diverso da allora, anche se adesso mia figlia non è più sdraiata sul fasciatoio e non ci sono più pannolini da cambiare.
Un tempo la fasciavo in una calda copertina come un minuscolo burrito. Oggi le rincalzo le coperte sotto il corpo, per tenerle caldo.
E mi inebrio di ricordi, ma non rimpiango un solo istante: c’è ancora lo stesso profumo di coccole, un risveglio assonnato e lento, il sole che filtra dalle finestre, il cuore gonfio di puro amore.
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Post creato in collaborazione con Noukie’s, foto e prodotti Noukie’s.
Che bello questo post mi ha fatto rivivere quelle dolcissime sensazioni dei primi giorni insieme a mio figlio il mio cucciolo che adesso ha 4 anni,mi sono tornati in mente i primi cambi del pannolino il primo bagnetto
Ti ringrazio, Carmen! 🙂