La nascita di una famiglia
Pubblicato il 26 Gennaio 2015 da Mamma Felice
Ho sempre ritenuto che la famiglia nascesse molto prima dell’arrivo di un figlio, e dopo 7 anni di maternità, e quindi di sfide quotidiane con me stessa e con il ritmo dell’educazione, lo confermo: una famiglia – secondo me – esiste prima che nasca un figlio. Una famiglia esiste innanzi tutto nella coppia.
Tanti anni fa, quando studiavo pedagogia all’Università, un libro in particolare mi aveva illuminata: Adamo, l’infanzia inesistente – Rocco Quaglia.
Un libro che mi ha aiutata pedagogicamente, ma anche umanamente, dal quale ho capito che:
Prima di affrontare le storie altrui, occorre affrontare la propria storia personale.
Noi veniamo al mondo con una domanda: chi sono?
Ma spesso non attendiamo la risposta, quasi ne avessimo paura. Affrontare questa domanda, significa crescere, e crescere significa passare dalla condizione di figli, a quella di genitori.
Ma non sempre accade.
Sempre più spesso, da quando frequento gruppi di genitori online, conosco storie di infelicità: genitori che non condividono le stesse linee educative, mamme che si sobbarcano da sole tutto il peso della genitorialità, padri assenti, coppie separate in casa. Da tanto, ci rifletto: è giusto tutto questo? Per i bambini, ma anche per noi: è giusto vivere la famiglia infelicemente?
Il bambino impara a desiderare i genitori nello stesso modo in cui essi si desiderano tra loro. Sono loro ad insegnargli il modo in cui dovrà esprimere il suo bisogno di amore.
Il bambino è in relazione con i genitori già prima di venire al mondo: la sua presenza o assenza nella mente dei genitori, deciderà le future relazioni tra lui e la sua stessa famiglia, e tra lui e il mondo. Il bambino è presente come elemento di congiunzione di una coppia già esistente: una profonda intesa genitoriale.
Questo ci serve, nel 2015: ritornare ad avere famiglie felici, e racconti di famiglie felici. Genitori che superano le sfide della vita e trovano innanzi tutto nella propria coppia il motivo della felicità.
Essere genitori non significa solo, pedagogicamente parlando, concepire un bambino ed educarlo al meglio. Significa innanzi tutto maturare come genitori, prima di avere un figlio: essere predisposti alla sfida.
Ad una maturità fisica, intellettiva, affettiva, è necessario che segua una maturità dell’immagine di sé, che ci faccia passare da figli a genitori.
La genitorialità presuppone il superamento del desiderio di possedere ed essere posseduti.
Genitore è colui che ha acquisito la capacità di tollerare l’angoscia che deriva dalla consapevolezza di avere esaurito il credito filiale nei confronti dei propri genitori.
Questo credito si trasforma in debito di esistenza nei confronti della vita e dei propri genitori, e deve essere colmato con un nuovo bambino che nasce.
Questo introduce il concetto di perfezione: perfetto colui che è maturo, finito, compiuto. Perfetto non è il migliore, ma colui che è arrivato al termine della crescita.
E noi siamo pronti ad essere ‘perfetti’?
Perfetti nella nostra infinita umanità, nel coraggio di essere felici, nella sfida di restare uniti, di coltivare l’amore per il nostro compagno o compagna, smettere di giudicare il partner, comunicare, essere pronti e svegli, dedicarsi gli uni agli altri. Siamo pronti?
La vera sfida è sempre la felicità: per essere genitori migliori, figli migliori, esseri umani migliori. E in questa sfida siamo coinvolti tutti: padri e madri, nonni, figli.
Dobbiamo tornare a crescere bambini accuditi. E ad accudirci l’uno con l’altro.
Tornare a volerci bene.
Si può?
Sì Barbara, sono perfettamente d’accordo. Troppe volte ho sentito parlare di “figli riparatori”. I figli non riparano nulla, anzi casomai rompono definitivamente una situazione già compromessa. Oltre al fatto che poi alla fine, viene generato un infelice in più. Diamoci la possibilità, uomini e donne, di trovare la persona giusta anche al secondo, terzo tentativo, non condanniamoci all’infelicità eterna, noi e i nostri figli di conseguenza. Quella perfezione di cui parli tu si raggiunge con la persona giusta, in un cammino di amore, comprensione, complicità, grande comunicazione, tenerezza e coraggio. Io sono stata fortunata ma è anche vero che il mio uomo me lo sono andato a riprendere dopo 6 anni di lontananza, dopo essere stata lasciata per giunta. Grazie Barbara per i tuoi post, sei una grande Amica.
Urca, mi sono commossa come una bambina:
L’infelicità eterna mi fa piangere a singhiozzi: per anni ho creduto di meritarla, porcavacca. Meritarla.
Vorrei URLARE alle altre donne che non è vero, che non è così, che è una fesseria. URLARE.
Quante altre cose ci sarebbero da dire. Ti voglio bene.
tanto anche io…
Ciao Barbara, noi siamo la generazione della riflessione.
Sì perchè possiamo riflettere su cosa hanno sbagliato i nostri predecessori e i nostri vicini e conoscenti e cercare di migliorare, esaltare la nostra capacità di amare e crescere individui felici e spensierati.
Soprattutto dobbiamo essere in grado di rispondere alla loro esigenza di essere amati e accettati per quello che sono e saranno, senza troppe domande, solo amandoli.
I nostri genitori non sono stati in grado di capirci e accettarci fino in fondo, perchè si amava e si accettava solo ciò che era “eticamente” accettato dalla società.
Noi siamo la generazione del cambiamento perchè finalmente possiamo urlare al mondo i nostri sogni, le nostre speranze , i nostri desideri senza per questo essere giudicati e additati.
E’ bello dimostrare di amare, sorridere ai nostri figli, fargli tante coccole, condividere con i nostri partner i piccoli successi o le piccole sconfitte dei pargoli magari anche ridendoci su…
Che liberazione! La perfezione è l’amore, la felicità perchè essi ci aiutano a superare tutto.
e’ vero quello che dice Valentina, che magari la felicità e l’amore arrivano al quinto/sesto tentativo, ma lo dobbiamo a noi stesse, dobbiamo aspettare e non accontentarci perchè l’Amore è tutta un’ altra cosa!! e quando arriva te ne accorgi, e se ne accorgono anche i tuoi figli!!
Un abbraccio
Ecco, stavo per scrivere: ne parlavo proprio l’altra sera in macchina con la mia amica… e infatti sei tu.
E bon
…telepatia, ed empatia cara amica….