I rischi sono opportunità: la Mente Adolescente
Pubblicato il 23 Gennaio 2015 da Mamma Felice
Adolescenza: dai 12 ai 24 anni. Sì. Molto più ampia di quanto io credessi. Ma va bene.
Adolescenza come cambiamento, non come impeto senza motivazioni. Il problema dello scombussolamento adolescenziale, infatti, non è ormonale, ma ben più importante: dipende dai cambiamenti nello sviluppo del cervello.
In particolare: memoria, pensiero, ragionamento, capacità di concentrazione, processi decisionali, relazioni interpersonali. Questo è quanto sto imparando dal libro La Mente Adolescente di Daniel J. Siegel, Cortina Editore.
Il cervello condiziona sia la mente, che le relazioni. Le conoscenze che accumuliamo con l’età ci permettono di sviluppare un maggior grado di resilienza: la capacità di risollevarci, resistere allo stress e avere rapporti interpersonali migliori.
Resilienza è una parola bellissima, da imparare a memoria sin da bambini, più che califragilistichespiralidoso: la resilienza è la capacità di affrontare in modo positivo le difficoltà (vi ricorda nulla?), facendo fronte non solo agli imprevisti, ma soprattutto di fronte al dolore. E’ la capacità di ricostruire se stessi ammettendo che la vita è comunque bellissima, anche quando fa un po’ schifo, e che è proprio grazie alla propria volontà di restare vivi, che possono arrivare nuove occasioni di felicità.
A livello cerebrale, 4 cambiamenti avvengono durante l’adolescenza:
- la ricerca della novità: il desiderio di vivere nuove esperienze e in modo più intenso, in modo positivo (curiosità intellettuale, progettualità e spirito di avventura), ma anche negativo (ricerca del piacere estremo, brivido e compulsività);
- il coinvolgimento sociale: si intensificano le relazioni sociali. Da una parte ci può essere il pericolo di isolarsi dagli adulti, dall’altra la reazione positiva di relazioni di sostegno tra pari;
- una maggiore intensità emotiva: emozioni intense che danno energia e carica vitale, o anche sbalzi di more, impulsività;
- l’esplorazione creativa: si amplia la consapevolezza di sé. I ragazzi mettono in discussione lo status quo, affrontano i problemi con strategie fuori dagli schemi.
Questo può portare una crisi di identità, oppure:
Se si riesce a mantenere nel tempo, in modo consapevole, la capacità di pensare, immaginare e percepire il mondo con uno sguardo nuovo e di esplorare con creatività la gamma di esperienze possibili, si può limitare notevolmente l’insorgere del senso di routine che talvolta soffoca la vita adulta, coltivando al suo posto l’esperienza della straordinarietà dell’ordinario. [da: La mente adolescente, Daniel J. Siegel]
Una sfida da mantenere nell’età adulta: tenere vive le risorse dell’adolescenza, per vivere creativamente, in modo non noioso, non con il pilota automatico, ma anzi coltivando la propria carica vitale.
E per me questa espressione magica, STRAORDINARIETÀ DELL’ORDINARIO, è una miccia, perché ho sempre creduto fortemente nella salvezza della mediocrità, nella sua straordinaria bellezza e unicità, nella sua vitale e creativa follia. Rendere folle e straordinario un giorno qualsiasi: questa è la vera felicità – e serve sia agli adulti che agli adolescenti.
E per far questo, in qualche modo occorre la felicità – la pedagogia della felicità – perché l’unico modo di restare vivi in modo creativo, è quello di coltivare la felicità, esercitare ottimismo, entusiasmo, umorismo ed ironia.
Ironia ed entusiasmo, non malgrado i problemi, ma proprio perché essi esistono. [da: La mente adolescente, Daniel J. Siegel]
E lo sapevo! Se permettiamo che la nostra vitalità si spenga, non facciamo altro che rendere più dura e più monotona la nostra vita – insopportabile.
Invece di tentare di insegnare agli adolescenti a vivere, dovremmo essere noi capaci di ‘rubare’ da loro COME vivere, forti della nostra maturità e dell’equilibrio che abbiamo raggiunto. Essere letteralmente effervescenti, innamorarsi delle persone, amare e piangere con intensità, farsi emozionare dalle novità e rincorrere il cambiamento, pensare fuori dagli schemi per trovare nuove soluzioni ai problemi. Gli adolescenti sono geniali! Il guaio è che non lo sanno… ma noi sì, lo sappiamo!
Perché dunque non iniziamo a pensare all’adolescenza in modo differente, cercando di prendere gli uni dagli altri, imparare, invece che ostacolarci muro contro muro?
Da adulti abbiamo da imparare dall’adolescenza come fase della vita che noi stessi abbiamo vissuto, e dagli adolescenti, poiché sono coloro che stanno attraversando ora questo periodo dello sviluppo. I ragazzi possono ricordarci ciò di cui abbiamo diritto di fare esperienza nella vita. Allo stesso modo, da adolescenti, ci sono diverse cose che possiamo imparare dagli adulti, man mano che condividono con noi le loro esperienze e ci sostengono nel nostro percorso verso l’autonomia. [da: La mente adolescente, Daniel J. Siegel]
Vorrei dunque pensare all’adolescenza in modo contrario a ciò che ho fatto fino ad ora: non una cosa che da ragazza era terrificante, né come una cosa che da madre sembrava essere altrettanto. Piuttosto voglio pensare all’adolescenza di mia figlia come un enorme, gigantesco brainstorming: l’adolescenza è una fucina di idee, e io di idee in questo momento ho un gran bisogno.
E se cambiassi la MIA mentalità, e assecondassi tutte le qualità positive dell’adolescenza, invece di esserne terrorizzata?
Mark Twain disse: Quando avevo 14 anni, mi stupivo di come i miei genitori fossero ignoranti. Quando ne ebbi 21, mi stupii di quanto avessero imparato in 7 anni.
E se approfittassi di questa enorme occasione per imparare davvero qualcosa?
Non solo per essere più creativa, ma soprattutto per tornare a quell’idealismo meraviglioso dell’età dei giovani, quando SAI che puoi davvero cambiare il mondo con le tue azioni, i tuoi scritti e le tue parole.
Ho letto questo libro su La Mente Adolescente di Daniel J. Siegel, Cortina Editore, e ne ho riportata solo una piccolissima parte iniziale, per raccontare la sfida personale che più sento mia: tornare a pensare in modo creativo, riprendermi indietro la mia adolescenza in modo positivo, imparando da mia figlia – e dalla me stessa di allora – le potenzialità dell’adolescenza che io non sono mai stata capace di cogliere. Se potete, leggetelo: è pieno di spunti ed esercizi interessanti per allenare la mente, e capire se stessi, il proprio adolescente interiore e anche i propri figli adolescenti. E’ un libro ‘scientifico’, che rinuncia ai soliti stereotipi dell’adolescenza complicata e inspiegabile, e anzi racconta in modo coerente l’evoluzione cerebrale dell’età evolutiva, e offre un nuovo punto di vista che non sia la semplice ritrita etichetta dello sbalzo ormonale, anzi: il cervello che mette in moto il cambiamento.
I rischi sono opportunità: ciò che è rischioso per un adolescente, è anche una risorsa eccezionale per la sua vita; il dialogo è il mezzo più efficace per limitare i danni. Sperimentare è l’unico modo di conoscere, se non vogliamo diventare individui lobotomizzati allevati in batteria. E per sperimentare, occorre affrontare una parte di rischio: e non posso tacere che a me questa è la parte che piace di più, visto che sono abituata a rischiare molto, quando interiorizzo la bontà di una idea. Magari riuscissi a insegnarlo a mia figlia – o ad apprenderlo meglio insieme a lei!
Del resto, decidere di essere genitori, non è proprio il rischio più grande?
Lo leggo sicuramente, sono mamma di due adolescenti di quasi 14 e 18 anni completamente diversi e spunti di riflessione servono sempre. grazie.
Grazie a te Angela!