Come stimolare la creatività nei bambini
Pubblicato il 25 Giugno 2014 da Mamma Felice • Ultima revisione: 8 Febbraio 2019
La creatività: tutti sanno cos’è, ma nessuno riesce a darne una definizione chiara. Una spinta, un processo, un talento, pura energia vitale: le spiegazioni si sprecano.
Quella più soddisfacente la definisce come l’attitudine a fare qualcosa di nuovo ed utile (H. Joui).
In pratica si sta dicendo che la creatività è la capacità di produrre qualcosa che prima non c’era in quel modo, in quella forma, con quell’utilizzo. Questo qualcosa, qualsiasi esso sia (un disegno, un ricamo, una scatola, una sciarpa, un orecchino) è creativo perché la persona che lo crea è unica e irripetibile ed utilizza ciò che il mondo le offre, proprio a lei e proprio in quel momento, in modo originale e nuovo.
Questa definizione ci dice anche che “nulla nasce dal nulla”: l’oggetto creativo deriva sempre da qualcosa a cui si mette mano.
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La creatività però è innata o può essere appresa?
Gli studi al riguardo vanno da un estremo all’altro, ma c’è chi afferma che il giusto stia nel mezzo: che essa sia frutto di talento, ma che l’ambiente, l’apprendimento e le occasioni siano altrettanto decisivi in quanto possono svilupparla, migliorarla o inibirla.
Come mamma quindi ho cercato di informarmi il più possibile per capire come offrire gli stimoli migliori a mio figlio e allo stesso tempo diventare io più creativa. Quello che mi ero riproposta era alimentare insieme la nostra creatività.
Gli studi hanno individuato delle caratteristiche proprie delle persone creative e da lì sono partita per proporre attività ed un ambiente stimolante.
I creativi sono persone curiose ed aperte agli altri e quindi per prima cosa ho cercato di lavorare su questo, alimentando la nostra curiosità con esperienze nuove, letture interessanti e mantenendoci aperti al mondo, a nuove amicizie ed a nuove esperienze. Perché non partecipare a quel laboratorio di cucina in inglese o giocare con quell’amichetto con cui si ha poca confidenza? Perché non provare a realizzare quell’esperimento scientifico anche se poi la casa sarà un disastro? Perché non improvvisare un picnic in soggiorno o realizzare un campeggio in cameretta?
La cosa più difficile è stata affrontare la paura ed il senso di inadeguatezza che inevitabilmente prende quando ci si espone e si fa qualcosa di nuovo. Anche questo aspetto però faceva parte del nostro percorso creativo: le persone creative sono infatti “emotivamente allenate”, riescono cioè ad affrontare queste forti emozioni facendole diventare punti di forza per intraprendere nuove sfide. La difficoltà è stata per me far capire al mio bimbo che le situazioni nuove creano inevitabilmente ansia e paura, ma che quando le affrontiamo smettono di sembrarci così spaventose. Riconoscere ed esprimere la nostra paura a parole, con disegni, attraverso libri o con semplici giochini ci ha aiutato a superare brillantemente numerosi ostacoli.
I creativi poi sono dei grandi sognatori e sanno giocare con le loro idee: vedono quello che altri non riescono ancora a vedere ed alimentano in continuazione la loro fantasia. In questo caso mio figlio mi è venuto in aiuto: chi meglio di un bambino può insegnare ad un adulto a giocare con l’immaginazione?
La prima cosa che ho fatto è stata ascoltarlo, assecondare la sua fantasia e i suoi molteplici modi di esprimersi. Mi sono ritrovata così a colorare con gli stuzzicadenti o ad usare le caramelle gommose per creare piccole statue. Ho scoperto che delle bottiglie possono diventare una pista di biglie e che una cannuccia poteva trasformarsi in un razzo spaziale. Abbiamo usato la nostra fantasia in tutti gli ambiti possibili anche lo studio: abbiamo scritto pagine e pagine di geroglifici per scoprire gli egiziani e costruito vasi di argilla per studiare i sumeri.
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In questo percorso creativo, che abbiamo intrapreso insieme, sono di certo io quella che ha dovuto faticare di più: lavorando su di me, sulle mie paure e i miei blocchi. Per lui è stato più facile e più naturale.
Tra le tante cose che ho imparato da questa esperienza, cinque mi sono state utilissime:
- credere nella nostra creatività e non perdere nessuna occasione per mettersi in gioco perché essere creativi è contagioso e basta iniziare per non riuscire più a smettere,
- divertire e divertirci perché se ci si diverte l’effetto contagio è assicurato,
- non aver paura di sbagliare perché dagli errori si impara sempre qualcosa di nuovo,
- lasciare spazio e tempo a noi e all’altro perché la creatività non ama oppressioni e non è un dovere,
- fare e porsi domande perché creare è scoprire il nuovo ovunque
Avete anche voi fatto le stesse esperienze? Cosa ne pensate?
Post a cura di Paola Misesti.
Brava, Paola! Molto interessante.