Come prolungare la vita delle pile e risparmiare
Pubblicato il 30 Maggio 2014 da Mamma Felice • Ultima revisione: 20 Aprile 2015
Sabato 24 Maggio sono andata, come inviata di mammafelice.it, all’evento Duracell, a Milano. Ed è stata una scoperta: ho imparato cose che non conoscevo sulle pile, sul loro utilizzo, sulle possibilità di ri-utilizzo e sullo spreco di energia e ho pensato che potesse essere interessante anche per voi saperne di più.
L’obiettivo dell’evento era proprio questo: fare educazione su genitori e figli, per permetterci di sfruttare al meglio l’energia delle pile, evitando gli sprechi economici e di materiali inquinanti.
Noi adulti l’abbiamo imparato ascoltando i risultati di un’interessante ricerca, i bambini l’hanno sperimentato in modo creativo, costruendo e colorando sveglie, spazzolini simil elettrici e lucine da notte.
Per loro è stato un grande divertimento e non vi dico la sorpresa di:
- poter maneggiare le pile tranquillamente per inserirle nella sveglia e negli altri oggetti (a casa la prima attività della mattina è rincorrere il piccolo che, ormai velocissimo, smonta la sveglia, toglie le pile e le lancia sotto il letto);
- sentire la sveglia suonare o vedere le lucine accendersi nella lampada appena costruita, dopo aver inserito le pile.
Di seguito trovate quindi il mio vademecum con le 5 cose da sapere sulle pile, tratte dalla ricerca che Duracell ha commissionato alla European Ricycling Platform, il primo sistema collettivo di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici paneuropeo.
- Ogni anno in Italia vengono commercializzate 450 milioni di pile e solo il 25% di queste vengono raccolte – e quindi riciclate – correttamente. L’84% degli italiani intervistati risponde di raccogliere in modo differenziato le pile e buttarle negli appositi centri o contenitori. Ciò significa che c’è una scarsa conoscenza di quali siano le modalità di smaltimento corrette e che è davvero importante fare informazione.
- 1/3 delle pile vengono gettate via quando ancora possiedono il 41% della loro energia. Questo accade quando le pile che abbiamo trovato o abbiamo acquistato per un determinato device smettono di far funzionare quell’apparecchio e noi pensiamo, spesso erroneamente, che siano completamente scariche. Le stesse pile in realtà possono essere più che sufficienti per far funzionare un altro dispositivo con un tasso di assorbimento energetico inferiore (ad esempio un telecomando o una sveglia, se il formato è compatibile). Prima di buttare le pile proviamo a dargli una seconda vita su un altro device
- E’ possibile riciclare almeno il 60% dei materiali che compongono una pila, mentre non è possibile riciclare il restante 40% per mancanza di tecnologie adatte, o per costi troppo elevati o ancora perché si produrrebbero troppi scarti e quindi l’ambiente non ne beneficerebbe. Con i materiali riciclabili si può dare una nuova vita alle pile (dopo la #secondlife che gli abbiamo dato utilizzandole fino in fondo con un altro dispositivo) e trasformarle in altri oggetti. Pensate, ad esempio, che: il Manganesee e il Nichel si utilizzano per realizzare pentole e altri utensili da cucina, lo zinco si usa per creare argenteria e oreficeria in genere, il rame per i cavi elettrici, il cobalto per i magneti.
- La regione italiana più virtuosa nello smaltimento delle pile è la Lombardia, seguita da Piemonte e Veneto.
- Esistono in commercio diversi sistemi per misurare la carica delle pile e Duracell ha introdotto una nuova gamma di pile con tecnologia Powercheck, che vede integrato nella pila stessa il sistema di misurazione: basta premere le due estremità della pila per veder apparire sul misuratore la quantità di energia rimanente.
La cosa davvero interessante è che possiamo prolungare la vita delle nostre pile: in ognuna delle nostre case abbiamo tanti apparecchi con consumo energetico differente. Se, per esempio, ti trovi in vacanza e la tua fotocamera digitale smette di funzionare, puoi controllare quanta energia è ancora disponibile dentro la pila e darle una “seconda vita” spostandola in un dispositivo che ha un consumo minore come, ad esempio, un orologio a muro o un telecomando.