Il ruolo dei padri
Pubblicato il 26 Marzo 2014 da Mamma Felice • Ultima revisione: 23 Agosto 2023
Non arrabbiamoci, ma interroghiamoci: si è davvero trasformato il ruolo dei padri, nell’epoca moderna? In presenza del cosiddetto ‘genitore 2‘, che sia esso il vostro compagno o compagna, un marito o tutto ciò che vogliamo: i padri moderni sono più presenti? E prima ancora di essere padri presenti, sono compagni presenti, affidabili, che condividono al 50% le responsabilità della casa?
Negli ultimi anni ho avuto quasi la sensazione che i padri (per comodità li chiamerò padri, ma intendo il genitore 2, quindi parlo anche di coppie omosessuali) fossero diventati davvero super. Avevo l’impressione che gli uomini delle nuove generazioni fossero davvero presenti, in casa, con la propria compagna o compagno, con i figli.
Ma adesso non ne sono mica tanto sicura…
Negli ultimi tempi mi sono iscritta a vari gruppi FB che parlano di casa, educazione e famiglia, e non faccio che leggere lamentele nei loro confronti:
– Mio marito non aiuta mai in casa, sua madre lo ha ABITUATO così;
– Non è capace nemmeno di far da mangiare, figuriamoci occuparsi dei figli;
– Non posso mai riposare altrimenti lui si lamenta e mette la bambina davanti alla TV;
– Lui si ANNOIA a stare con i figli;
– In casa lascia tutto in giro e io devo fare la SERVA.
Parole come: abitudine, noia, lamentela e serva mi fanno molto male. Mi fanno male perché vengono da persone della mia stessa età (stavo per scrivere ‘ragazze’, ma forse a 38 anni siamo donne e basta), o addirittura più giovani. E mi chiedo: cosa stiamo facendo? dove stiamo andando?
Ma soprattutto:
VOGLIAMO IMPARARE A SCEGLIERE MEGLIO LE PERSONE CON CUI PASSARE LA NOSTRA VITA?
E’ come se le donne non pensassero di meritare, al proprio fianco, un compagno o una compagna che le rispetti, che le aiuti, che le supporti in tutto e per tutto. Come se pensassero di non meritare un rapporto alla pari. Io invece penso che meritiamo di più.
E’ inutile condividere su FB articoli tipo: ‘il lavoro delle donne vale 7mila euro al mese‘, se poi non abbiamo alcun tipo di rispetto da chi ci sta accanto.
Quando parlo di mio marito Nestore, mi sento dire che sono fortunata. Perché lui è al 50% genitore con me, o perché fa la lavastoviglie, o perché passa l’aspirapolvere, o perché sa fare il bucato.
Fortunata? Davvero avere rispetto per se stesse – come esseri umani e come donne – è solo una questione di fortuna?
Meritiamo di meglio. Meritiamo compagni che, rientrando la sera dal lavoro, ci aiutino ad apparecchiare e sparecchiare. Meritiamo compagni che ci aiutino a pulire i pavimenti. Meritiamo compagni che dividano con noi i compiti della casa e della famiglia, alla pari.
I nostri figli meritano padri attenti e presenti. Senza farne una questione di monte ore. Padri che amino passare del tempo con i figli, che giochino con loro invece di piazzarli con comodo davanti alla TV, padri che vadano al parco, lavino la macchina con il figlio, cucinino una cena insieme ai bambini. Padri che siano padri.
Indice dell'articolo
Come si fa? Come si ottiene tutto questo?
Io suggerisco tre opzioni molto semplici, culturali, che richiederanno almeno 20 anni di duro lavoro collettivo, se le mettiamo in pratica:
– Che le donne lavorino sin dalla giovinezza. Invece di aspettare un marito e poi dei figli, io penso che le donne dovrebbero lavorare sulla propria autonomia fin da giovani, e trovare subito un lavoro dopo la scuola, e mantenerlo. Soprattutto in tempi di fortissima crisi, in cui il lavoro manca per tutti, iniziare presto a lavorare è un buon modo per restare nel ‘mercato del lavoro’. Con la crisi, è davvero troppo difficile trovare un lavoro dopo i 40 anni, se non si ha mai lavorato prima, e si finisce per dipendere da qualcun altro. La parità non dovrebbe iniziare dal lavoro?
– Che le donne imparino ad amare. Amare se stesse, principalmente, in modo da poter chiedere rispetto anche dai propri compagni. Invece di accettare violenza, botte, o anche ‘semplicemente’ indifferenza o un trattamento da ‘serve’. Le donne dovrebbero imparare sin da giovani ad amare se stesse e a dirsi che meritano di meglio. I bravi uomini esistono.
– Che le famiglie imparino ad educare i figli (insieme). In una società ancora nettamente maschilista, noi dovremmo davvero lavorare sul nostro stile educativo, e dobbiamo farlo insieme ai nostri compagni o compagne. Educare i figli maschi (e di conseguenza anche le femmine), a una vera parità di genere. Educarli a prendersi cura della casa, a rispettare se stessi, a pretendere di realizzarsi nella vita, nel lavoro e nell’amore.
Educazione di genere
Ancora oggi vedo mamme anche molto giovani che educano in modo diverso i figli maschi dalle figlie femmine.
Il maschio viene servito, a partire dalla tavola, fino al bucato. Non fa nulla in casa, non prepara il pranzo se la madre è tutto il giorno fuori, non si preoccupa minimamente della casa ‘perché lui è un maschio e queste non sono cose da maschi’.
A voi capita?
Non tanto tempo fa ero in un negozio per ufficio e parlavo con la proprietaria. C’era anche mio marito.
Parlavamo di femminicidio – dopo l’ennesimo caso tragico di cronaca – e noi abbiamo ritenuto che tutto debba partire dall’educazione dei figli, da piccolissimi, in modo che le bambine abbiano rispetto di sé, e i bambini abbiano rispetto delle donne.
La signora mi dice:
– Mio figlio infatti è molto rispettoso. Adesso è fidanzato, e dice che quando andrà a convivere si occuperà sempre di fare la spesa, ma non cucinare o pulire però eh… non è una cosa da uomini
Mio marito, allora:
– Lei lo educa in modo maschilista. Io ho vissuto da solo tanti anni, prima di sposarmi, e ho sempre fatto tutti i mestieri di casa. Suo figlio lavora?
– No, è a casa a studiare
– E alla sera le fa trovare la cena pronta?
– Ma no, non è una cosa che sa fare…
– E quindi lei chiude l’ufficio alle 19.30, poi mette a posto, fa l’inventario, arriva a casa quasi alle 21 e prepara la cena? E suo figlio aspetta?
E’ qui. E’ qui, secondo me, la chiave di tutto. Gli uomini sono intelligenti. Sono capaci. Sanno amare, sanno lavorare, hanno idee, sono affidabili, sono responsabili.
Gli uomini non servono ‘solo’ a FARE SOLDI, a guadagnare lavorando. Hanno tanti pregi! Perché privarli delle proprie doti?
Amiamoci. Amiamoci di più, uomini e donne.
Così non sta funzionando per niente.
Voi cosa proponete? Vi va di parlarne?
Cosa ne pensate del ruolo dei padri, oggi?
D’accordo al 1000%
Quanta verità Barbara! il piccolo di casa si sta abituando fin da ora a vedere che io monto il mobiletto ikea e il papà stende i panni, poi se si riesce a far le cose assieme è anche più divertente! come mamma (anche se da poco) di figlio maschio, sento che lo devo a lui e alla persona che poi avrà accanto, bisogna iniziare fin da piccoli 😆 d’altronde il suo papà è davvero un ottimo esempio ( e stira meglio di me)! :argh:
Vi leggo… lo sento con il cuore quanto siete ‘famiglia’ voi tre. Siete bellissimi.
Grazie per questo post Barbara, credo che riflettere su questi argomenti sia importante. Sono d’accordo su tutto, sopratutto sull’educazione dei bambini. Io ho un marito bravissimo che sa fare tutto in casa ( anche meglio di me!) e per questo devo ringraziare i miei suoceri, perché lo hanno abituato da sempre a dare una mano. Così so che posso contare su di lui, sia per le emergenze, ma anche nel quotidiano: per esempio mio marito si occupa di spazzare la sera, oppure quando torno dalla piscina con le bimbe mi fa trovare la cena pronta… Il ruolo degli uomini è importante come compagni e come padri, ma molto dipende da noi: dobbiamo amarci e pretendere (e dare) rispetto.
Anche io devo ringraziare i miei suoceri, perché non solo hanno educato all’indipendenza e al rispetto i loro figli, ma hanno per primi dato l’esempio. Mio suocero, Nonno Mario, sa fare tutto: cucina, pulisce, aiuta in casa… e anche come nonno è proprio super. E mai, mai una volta hanno mancato di rispetto alla loro coppia.
Sacrosante parole Barbara! Io e il mio compagno non siamo proprio interscambiabili su tutto in casa, ma mi aiuta lo stesso un sacco: la sera è lui quello che si mette i guanti gialli per rigovernare e mi “brontola” perchè non sono brava come lui a passare lo swiffer!
Infatti quando mi sono dovuta assentare 2 o 3 giorni per lavoro sono stata tranquilla, perchè lui sa gestire la situazione anche con un bimbo di 3 anni, senza doversi trasferire dai nonni o farli trasferire a casa nostra, come invece sento fare ad alcune mie amiche… 😯
Non me lo dire… Ma davvero addirittura si trasferiscono? 😯
Conosco anche mamme che si sono trasferite di nuovo dai loro genitori con il bimbo per farsi dare una mano perchè erano malate, lasciando il marito solo a casa…per me è inconcepibile: una mano volentierissimo, ma a casa mia, e la sera ognuno a dormire nel proprio letto nella propria casa!!
Uomini e donne sono perfettamente equivalenti in tutto, solo che (almeno a casa mia!) hanno tempi diversi! Voglio dire, se per esempio io o mia figlia vediamo le palle di polvere o la montagna di panni da lavare, ci spicciamo subito a mettere a posto brontolando che i maschi non sanno fare niente, e chi ci sente in quel momento pensa che sia vero. In realtà, basta aspettare e sopportare: un giorno, all’improvviso, anche i maschi di casa mia prendono l’aspirapolvere e caricano la lavatrice (suppongo perchè non hanno più calzini puliti o si accorgono che sono seduti su una palla di polvere e non sul divano!) Forse l’unica differenza è proprio questa, i maschi badano alla sopravvivenza, le femmine ci tengono pure all’apparenza! Una volta accettato questo, si può andare lontano!
Vero! E posso dirti una cosa: hanno ragione loro.
Io ho imparato da Nestore (e adesso sono la peggiore nella gestione della casa), che non c’è fretta, e che non esiste il ‘subito, qui e ora’. Con pazienza si fa tutto.
Un altro aspetto da sottolineare è che le donne dovono superare il loro perfezionismo / egocentrismo e imparare a delegare.
Mio marito a casa fa tutto: siamo intercambiabili totalmente. Chiaramente fa con i suoi ritmi, modi e tecnica 🙂
Suo fratello (quindi stessa educazione) a casa non fa nulla. Per mia cognata non va bene come rifa il letto, non va bene come stende, per non parlare del cucinare… solo lei sa come si fa, non gli fa nemmeno “sfiorare” il bimbi perchè chissà come lo rovinerebbe!!!
Lei lavora tutto il giorno, ha pure orari massacranti, inutile dire che è un continuo lamentarsi del non essere aiutata per nulla a casa…
“le donne devono superare il loro perfezionismo/egocentrismo e imparare a delegare” PAROLE SANTE!
Verissimo!!!
assolutamente d’accordo su tutto quello che ha scritto Barbara e anche sul fatto di imparare a delegare!
Hai proprio ragione, le donne dovrebbero anche imparare a delegare. Anche se non sono proprio sicura che padre e madre debbano essere intercambiabili in tutto. Faccio un esempio: io sono più brava a gestire il rapporto col pediatra, studio e mi aggiorno su tematiche infantili, questo compito è delegato a me (infatti, dopo aver fatto al mio compagno una testa tanta sulla pericolosità dei vaccini, lui ha finito per condividere il mio parere). Il mio compagno, invece, è decisamente più pratico e, per capirci, le lampadine le cambia lui. Stiamo imparando a essere una squadra e a volte è dura. C’è una gran differenza, se sei donna, a stirare le camicie perché hai tempo e lo fai per tutti sapendo di fare una cosa gradita al tuo compagno e ai tuoi figli o stirare per poi dire che ti senti una serva. La questione è senz’altro attuale e interessante.
Certo, secondo me ci sono certe cose in cui siamo più portati. Non sono sicura che siano cose legate al genere, ma comunque è innegabile. Io per esempio non mi preoccupo delle bollette e della banca, e lui non si preoccupa della spesa. Ma entrambi sappiamo che saremmo in grado di fare entrambe le cose, in caso di necessità.
E ti dirò che, come hai sottolineato tu, c’è una gran differenza: io certe cose le faccio proprio con piacere, soprattutto se so che fanno felici mio marito e mia figlia. E’ bello!
Concordo. Giuro, a me non pesa cucinare tutte le sere, o preparare i vestiti puliti e riordinare la camera dei bimbi….lo faccio proprio con piacere, sento che mi sto prendendo cura di loro. Per contro, fare una voltura o pulire il garage proprio è una cosa che odio. Tipo che preferisco stirare tutti i giorni (seee…) piuttosto che pulire il garage una volta al mese. Quindi per fortuna siamo diversi 😉
Ciao Barbara.
Quanto descrivi, e lo dico da papà e marito, per certi versi è molto vero. Condivisibile. Soprattutto nella visione concettuale.
Infatti ad esempio io quando ho deciso di sposarmi con mia moglie ero assolutamente consapevole del suo rapporto con la casa: non cucinava, poco interessata ai lavoro domestici ecc. e anche con l’arrivo dei bambini non è cambiato molto. Per cui mi sono attrezzato e professionalizzato. ogni tanto mi incavolo… ma sapevo a che cosa andavo incontro.
Ma pongo alcune domande: i gruppi che frequenti su FB che ti hanno spinto a scrivere questo articolo che cosa rappresentano? O meglio quanto rappresentano del mondo reale?
Se dovessi creare una statistica con le giovani famiglie che abitano nella mia zona registro fenomeni diversi: papà e mamme molto più intercambiabili, ripartizione dei compiti più naturale… il tutto determinato soprattutto dalle reciproche condizioni lavorative, che spesso vedono la donna più impegnata dell’uomo.
Se invece la dovessi creare dal web, da fb lo acenario cambia. E di molto. Quale è la più verosimile?
Questo non annulla i giudizi e i suggerimenti che fornisci, ma se la partenza è un contesto questo va approfondito… anche perchè qualche consiglio forse sarebbe diverso.
Personalmente ritengo “vecchio” parlare di ruoli. Come se l’identità di un padre e di una madre si giocassero solo sulle cose che fanno. Identificazione per skyll e non per chi sei, per come ti relazioni, per il contributo che condividi. Oggi a mio avviso va riqualificato l’essere sia della madre che del padre, dove la differenza di genere si valorizza per il contributo proprio, unico e speciale, non per l’appiattimento di un’uguaglianza inutile. Il valore di una differenza che sa darà perchè tale, che va valorizzata perchè unica.
Vabbè lo so, dovrei andare un po’ più a fondo… e un’intuizione mia… ma ci sto ragionando sopra… sempre di più
concordo moltissimo con te, soprattutto nell’ultima parte!
Vittore che bello il tuo commento: ci tornerò ancora sopra.
Volevo dirti che hai ragione sul campione da me utilizzato: si tratta di gruppi FB in cui ci sono prevalentemente casalinghe, ragazze anche molto giovani, ma inoccupate. Penso che questo incida, soprattutto culturalmente. Per questo insisto sempre tanto con l’importanza del lavoro per le donne.
rientrata a lavoro dopo i periodi di maternità mi sono sentita chiedere spesso – e per anni- : ‘e le bambine dove sono?”col papà’ ‘che bravooo che ti aiuta’ Chissà se lui ha mai scambiato queste battute con i colleghi!
Miiiii io non lo sopporto quando mi dicono ‘che braaaavoooo tuo marito beata te’ come se fosse un panda in via di estinzione.
pensa che me lo dice anche mia madre. Tipo, mi chiama la sera “mamma sto andando a cena con i miei colleghi” e lei “MA I BIMBI CON CHI SONO?” “SECONDO TE???????????” :argh:
con l’uomo neroooo
Infatti in genere le rispondo “li ho lasciati soli no?”
hahahha io le dico “ho dato loro 5 euro per andare al bar!” Elisabetta
Rido.
Allora, secondo me la questione è complessa…senza voler dare un giudizio sui padri di oggi se sono migliori o peggiori io penso che uomini e donne siano diversi e che una certa differenza nel ruolo svolto in famiglia ci sia…non tanto negli aspetti pratici quanto nella presenza, nella cura, nel “peso” in casa e con i figli.
Ovviamente parlo a partire dalla mia esperienza: in genere sono io che curo l’ordinaria amministrazione della casa (la cucina, le lavatrici, l’ordine in generale), mio marito interviene poco perché lavora 15 ore al giorno, e devo dire che anche lui non ha ricevuto dalla mamma un’educazione in tal senso, anche se è migliorato con me .
Ma sinceramente non mi interessa questo, non sto a fare i conti delle ore, perché su altri aspetti io delego completamente a lui e lui se ne fa carico (per dire, abbiamo ristrutturato casa e ha seguito lui tutti i lavori, con uno stress non indifferente).
Poi è ovvio che è in grado di preparare una cena per quattro o d stendere una lavatrice al bisogno, allo stesso modo in cui io sono in grado di ricordarmi la revisioen della macchina e fissare con il meccanico.
Quindi per me ben venga la divisione dei compiti e dei ruoli, basta che ci siamo entrambi allo stesso modo….non mi interessa un uomo che cucina, mi interessa un uomo che c’è.
Quando si parla poi di ruoli nell’educazioen dei figli si apre un altro capitolo…
Sono d’accordo! Secondo me basterebbe semplicemente che l’uomo rispettasse anche se stesso, diventando autonomo, soprattutto da adulto!
Va benissimo se siamo noi a preparare la cena (ci piace, siamo più veloci, siamo pratiche…), ma io sento ancora gente che quando la moglie è malata deve chiamare la suocera perché lui non è in grado di fare un piatto di pasta… o nemmeno ci pensa!
Una mia amica esce dal lavoro alle due il sabato mattina e lui non mette su nemmeno l’acqua della pasta. Ecco, a me questo fa imbestialire!
ne vedo tante di mamme che non si fidano anche dei loro uomini o non li vogliono responsabilizzare.
Al nido una volta all’anno si fa una cena con qualche mamma estratta a sorte, spesso alcune mamme mi ha detto “eh no come faccio a lasciarli da soli??? ” Gli uomini spesso nn si sanno arrangiare perchè nn sono messi nella condizione e se epprofittano. esco una sera ogni morte di papa e pria devo pure preparare la cena a loro? ma scherziamo??? Sarà che sono fortunata, ma se luca nn fosse cosi’ nn me lo sarei tenuto, non parlo solo di faccende domestiche, ma del rispetto della nostra coppia dell’esserci entrambi. spesso quando leggo alcune frasi delle mamme su abc mamma resto basita ” siamo arrabbiati ma gli cucino eh no mia mamma dice che cmq BISOGNA , preparargli il pranzo”…pero’ c’è una speranza! Mio papà mammone da quando è in pensione vuole rendersi utile…fa cose utili per il menage famigliare e per un uomo di 63 anni ex mammone è una bella cosa. E’ bello che i nostri uomini diano l’esempio e inneschino gli uomini del futuro…
“eh no come faccio a lasciarli da soli???”
è una frase terrificante, nemmeno fossero delle scimmie!
I miei erano un po’ atipici perché mio papà era insegnante, quindi aveva molti pomeriggi liberi e le vacanze, mia mamma invece ha sempre lavorato full time. E ovviamente lui faceva quasi tutto in casa, ma soprattutto c’era, anche in termini quantitativi…passava tanto tempo con noi, magari non facevamo niente di speciale ma insomma c’era e questa cosa me la porto proprio dentro. Voglio bene a mia mamma, non era colpa sua, si faceva un mazzo tanto, ma mio papà è mio papà.
Forse questo c’entra poco con il post di Barbara però lo dico perché a me la storia del “tempo di qualità” mi puzza un po’ e mi dispiace che i miei bambini vedano mio marito solo all’ora di cena…
Capisco bene, mia mamma ha sempre lavorato e continua a farlo in proprio e spesso si scusa per nn esserci stata, mentre mio papà poteva prendersi le ferie quando eravamo noi a casa da scuola e mi ha trasmesso questa cosa di esserci, di essere presente, di portarci al mare. Pensa che ai tempi pensavano che fosse vedovo perchè portava me al mare da solo , ero piccola…! 🙂
Tutti dicono che sono stata fortunata ad aver trovato il marito che ho. Ecco già lì è l’ errore. Lui che ha trovato me è stato bravo. Io fortunata lui bravo. E se fosse il contrario? E se fosse come penso io cioè che siamo stati bravi tutti e due perché sapevamo bene dove volevamo andare a parare? La nostra testa è piena di preconcetti e poi basta parlare di genere, nel 2014 dove donne e uomini hanno dimostrato di poter fare tutto senza problemi! Anche io parlo di skill ovvero abilità. Io sono una persona molto pratica mio marito un intellettuale. Bon. La gestione delle bollette condominio pratiche varie dove vada capito, valutato, studiato ecc. è sua, la spesa la facciamo io perché nel tempo che io ho fatto metà corsie lui ancora sta decidendo se è meglio la conserva nel barattolo di vetro anziché nel tetrapak! Poi per mettere la lavatrice è luogo comune che non serva né la laurea né la gonnella quindi chi c è fa. Punto.Con la pediatra ci parla lui perché io sono ansiogena lui è pragmatico e si intendono meglio. Io stiro perché lui è mancino e per una camicia ci mette due ore ma adesso che sono malata se la stira eccome. Pensate che mio marito ha origine siciliane e quando sua madre venne a sapere che in casa e con i bambini faceva tutto mi riprese aspramente dicendomi che non mi sarei dovuta permettere è che in casa sua non faceva neppure il letto! E io da Toscana doc: Oh brava cogliona! Il letto lo fa meglio di me! Da lì mi odia amabilmente.
Lui che ha trovato me è stato bravo. Io fortunata lui bravo. E se fosse il contrario?
— applauso —
ahahahahhahahahaha il finale è stupendo ahahahah
E io da Toscana doc: Oh brava cogliona!
Sorella toscana, ti stimo abbestia!!
Concordo pienamente con te sul “siamo stati bravi tutti e due”, ho un sacco di amiche che mi dicono che sono fortunata, e mi viene da pensare: bambine, ma vi siete accontentate del primo che vi ha presa o vi siete cercate uno che vi amava e rispettava?
Credo che stia tutto nell’invito di scegliersi un partner (vale sia per le donne che per gli uomini) con certe caratteristiche prima di passare al matrimonio o, ancora con più attenzione, prima di avere figli.
Personalmente credo che serva poco lamentarsi tanto, su qualunque argomento, se poi non si passa ad individuare azioni per cambiare una situazione che ci piace poco e per la quale, appunto, ci lamentiamo. Sento anche io amiche che si lamentano di mariti che non fanno niente o che sono padri assenti come se fossero caratteristiche fisse e immodificabili.
Non so, forse c’è anche un leggero piacere, forse non consapevole, nel lamentarsi o trovarsi in un gruppo che fa da “sfogatoio”.
Quanto hai ragione!! C’è il lamento puro. Poi suggerisci un modo per cambiare la situazione, e ti dicono: no, ma io volevo solo un po’ di conforto. O, ancora peggio: MI CONSOLA che siete nella mia stessa situazione.
Ma manco per niente!! Io non mi consolerei affatto se anche altri avessero lo stesso problema.
Da cosa deriverà? Boh…
Certo è che secondo me gli italiani vivono troppo, troppo, troppo a lungo in famiglia. Passare dalla famiglia al matrimonio/convivenza, senza mai andare a vivere da soli: secondo me è questo il problema culturale da superare, oltre a quello del maschilismo puro.
mio marito e io siamo abbastanza intercambiabili. Se c’è da portare uno scatolone a casa nuova e io sono libera lo porto io senza problemi. Io torno alle 20.30 la sera e trovo sempre la cena pronta (e qualche volta anche la spesa fatta). Ho provato a spiegare questa cosa a mia nonna che ha 86 anni e che quando mi ha visto arrivare a casa con uno scatolone mi ha detto che queste cose è meglio che le facciano gli uomini ma non so se ha capito fino in fondo! Sul figlio ci stiamo lavorando 😉
Anche io esco pazza quando mi dicono cose del tipo “oh, che bravo, TI ha pulito il bagno ” (cioè ha pulito il bagno per me…perché lui, dove la fa, fuori…?), oppure, “ah, che bello che si occupi lui del bimbo mentre tu esci” (eh beh, perché, non lo faccio forse pure io?).
Pensa che quando ho detto a mia suocera che suo figlio sarebbe venuto in sala parto con me ha cercato in tutti i modi di convincermi che assolutamente non dovevo farlo entrare perché non sono cose per uomini….!
— cioè ha pulito il bagno per me…perché lui, dove la fa, fuori…? —
sto ancora ridendo
per scontro vedo all’asilo di Ale anche padri che fanno anche la parte della mamma, hanno tutto in mano loro, la mamma è una figura eterea che vedi raramente
articolo vero, verissimo.
intercambiabili è la parola magica. senza far pesare niente alla moglie se il marito fa una cosa o cento o tutte!
avete ragione, non è questione di bravura o di fortuna.
è una questione di scelta. scegliere bene la persona da tenersi accanto.
e chi ha scelto male?