Il gioco preferito dei bambini: creare un nascondiglio
Pubblicato il 14 Marzo 2014 da Ester • Ultima revisione: 7 Agosto 2014
Ricordate quando da bambini vi piaceva rintanarvi in angoli creati come capanne e come vi sentivate protetti, isolati, lontani da tutto anche se c’era solo un telo a separarvi dal resto del mondo? Questo particolare gioco inizia ad affascinare già intorno ai due o tre anni, ma continua ancora per diverso tempo e si sviluppa e perfeziona crescendo. In fondo anche il desiderio di rendere accoglienti, pulite e belle le nostre case non è altro che l’altra faccia della medaglia di quel gioco affascinante.
I bambini molto piccoli fanno fatica ad organizzare autonomamente un angolo di questo tipo, ma possiamo introdurli noi al mistero magico quando, cambiando le lenzuola al lettone, le facciamo svolazzare e le stendiamo pulite e profumo di bucato, sicuramente ogni genitore ha provato il sorriso divertito e lo sguardo emozionato del proprio bambino sotto quel turbinio di cotone. Possiamo aiutarli a custodire un angolo più autonomo anche semplicemente coprendo un tavolino con un telo leggero così che i lembi tocchino terra, ecco pronto un nascondiglio che sicuramente, dopo le prime titubanze, diventerà un posto sicuro dove nascondersi e sentirsi al sicuro. Vi porteranno qualche libro e giocattolo e sarà accogliente anche per fratelli o amici.
Per il bambino piccolo la tana, o il rifugio, si identifica con i primi passi verso l’autonomia, che trova seppur per un breve momento proprio sotto un tavolo semicoperto da un telo leggero. Crescendo i bambini oltre a ritrovare lo stesso gusto di isolamento possono godere anche nel progettare il luogo dove andarsi a rifugiare. I miei figli hanno passato pomeriggi interi studiando, creando, sistemando cuscini, teli mollette per il bucato, sedie e angoli dove fermare il tutto, come fossero ingegneri di fama. Il divertimento più grande era appunto questo passaggio creativo, collaborativo e concentrato, e dopo guai ad entrare nel loro piccolo spazio seppur fosse in salotto, in una zona assolutamente di passaggio.
Non trascuriamo l’importanza di questo gioco educativo, perché aiuta il bambino a concentrarsi su di sé, ad affermare la propria identità, ritagliarsi uno spazio autonomo, anche se nella sicurezza di essere accanto all’adulto. Se si ha un bell’albero a disposizione si può aiutare i più grandi a costruire una casa sull’albero, che non deve essere perfetta e assolutamente simile ad una casa vera: la mia casa sull’albero dove mi sono rifugiata persino fino al liceo, spesso a leggere e studiare o chiacchierare con l’amica del cuore, era semplicemente qualche tavola inchiodata ai rami permettendo così una posizione comoda per sedersi, niente di più. L’aspetto importante è proprio questo, non serve una casa altra, ma semplicemente un luogo dove isolarsi.
Se con la bella stagione si è in giro per un picnic, insieme alla cesta delle cibarie, non dimenticate di portare un telo vecchio qualche molletta e una corda, basta trovare un ramo basso dove fissare in qualche modo il telo e subito creare un angolo perfetto perché i bambini possano giocarci sotto dopo essersi forse arrampicati sopra l’albero. Qualche anno fa abbiamo costruito una capanna in giardino servendoci di qualche canna, una corda con cui legarle in cima e un vecchio lenzuolo, i bambini si sono divertiti così tanto che hanno chiesto di poter pranzare e giocare lì per tutto il giorno. Lo stesso semplice progetto si può ripetere anche in casa e smontare e rimontare ogni volta che si desidera.
I vostri figli giocano in questo modo? Avete notato anche voi quanto sia importante per loro questo gioco educativo?
Come hai ragione! Bella l’idea di portare il necessario per costruire una tenda mentre si fa un picnic!
Mi ci ritrovo appieno e ci vedo anche i miei figli!!! 😀
Capanne, casette, tende… in camera, in salotto, in giardino: si ricreano il loro angolo e via! 😆
io vorrei un rifugio segreto lo vorrei tutto per me…