Siamo uno specchio di amore e di esempio
Pubblicato il 24 Febbraio 2014 da Mamma Felice • Ultima revisione: 23 Agosto 2023
Un anno fa avevo una bambina ‘piccola’: la scuola materna era ancora una ‘culla’, sia per noi che per la nostra bambina, e quelli che ci sembravano problemi di crescita, oggi sono diventati bellissimi ricordi.
Che poi è sempre così, sia con i figli, sia con tutto il resto della vita: sul momento i problemi sembrano enormi, poi con il tempo diventano cose di cui sorridere, persino con nostalgia.
Insomma, è vero ciò che dice la mia amica Natalia: bambini piccoli, problemi piccoli; bambini grandi, problemi grandi.
Che poi… devo davvero chiamarli ‘problemi’, o posso finalmente, dopo 6 anni di ‘carriera di madre’, definirli con un nuovo nome, ovvero: cambiamenti?
Definivo problema tutto ciò che invece non era altro che cambiamento, libera espressione della sua personalità, crescita spirituale, intellettuale e fisica. (Anche le parole sono importanti, no?)
E così, archiviata la scuola materna, ci siamo trovati di fronte a una bambina grande, che va alla prima elementare. Abbiamo firmato la prima pagella, abbiamo visto il miracolo della lettura e della scrittura crescere in lei, abbiamo imparato a ridimensionarci: adesso lei ha una sua vita interiore ed esteriore che è qualcosa di distante da noi.
Adesso lei ha la sua vita.
Per quanto piccola, ha già una sua vita, fatta di amicizie, apprendimento, dinamiche scolastiche, rapporti interpersonali, sport, confronto con l’autorità. E noi sì, siamo presenti e sempre importanti, ma non siamo più centrali come prima nella sua esistenza: adesso è lei l’attrice protagonista della sua vita (ed è per quello che ho sempre insistito a restare attrice protagonista anche io, nella mia vita, perché sapevo sarebbe arrivato il momento di mettermi da parte, e non volevo perdermi).
Soprattutto sto amando molto questo miracolo della scrittura.
Lo chiamo ‘miracolo’ e potrei chiamarlo indifferentemente ‘magia’: non riesco altrimenti a spiegarmi come possa aver acquisito il dono della lettura e della scrittura autonomamente. Certo, la scuola ha ovviamente contribuito: in classe stanno facendo un lavoro eccellente. Ma Dafne sapeva leggere e scrivere prima di iniziare la prima, e io non so come sia successo.
E’ come se i bambini avessero dentro di sé un talento innato per imparare, una predisposizione naturale, che ad un certo punto esplode, a una certa età, ed è inarrestabile.
Proprio ieri sera Dafne si è avvicinata a me, sul divano, mostrandomi orgogliosa le sue prime parole in corsivo. E di nuovo rivedo in lei quella sorta di ‘magia’ che la spinge ad apprendere ancora, e mi commuovo: questa è quella bambina che fino a 18 mesi non sapeva camminare, e fino a due anni non sapeva parlare.
A volte, addirittura, penso che ogni bambino abbia i suoi tempi in funzione della nostra capacità di crescere con loro: e se i bambini aspettassero noi?
Oppure: e se non ci aspettassero affatto?
Io non lo so. Per me questo è appunto un miracolo, un fenomeno che osservo con stupore, e che non so spiegare a parole.
Ho solo la sensazione che adesso il cordone ombelicale sia definitivamente staccato, tra me e lei, e nonostante questo il nostro legame sia più forte di prima.
Prima le insegnavo a diventare una bambina.
Adesso mi guarda per diventare una donna.
Adesso sono io, a dover cambiare. Lei è uno specchio che vive di amore, ma anche di esempi.
Adesso tocca a me crescere!
Ciao mamma felice,
anche io ho una bimba che ormai e’ grande ( sei anni) e proprio ieri gurdandola mi chiedevo cosa gli ho trasmesso fino ad oggi…e pensavo tutto cio’ con timore….ho cosi’ tanti limiti, tanto ancora da strutturarmi io, come posso io essere di esempio? e se penso che io sono il suo esempio ho il terrore che venga fragile e timorosa come me….io cerco di crescere ogni giorno per cercare di migliorarmi ed essere un buon esempio per lei….ma mentre cresco sbaglio e anche tanto…e mi chiedo se i miei sbagli abbiano gia’ potuto influenzare il suo carattere o la donna che sara’ un domani..
mammafelice ho bisogno di un po’ della tua grinta e del tuo coraggio.
Maria, già il fatto che tu stia pensando questo, significa che hai un livello di coscienza tale per cui sicuramente non puoi avere fatto danni irreversibili.
Io parto dal punto di partenza che in ogni caso gli scontri arriveranno, perché è perfettamente normale che nell’adolescenza i nostri figli si ‘ribellino’ alle nostre regole o al nostro stile di vita.
Per me l’importante è esserci: esserci anche quando ci fanno davvero irritare.
E poi essere onesti: adesso che sono ancora mediamente piccoli, secondo me è importante essere onesti con loro: dire la verità, ma soprattutto ammettere i nostri limiti e i nostri errori, chiedere scusa.
Queste sono le basi di fiducia che poi – io spero – ci salveranno dopo.
Per il resto, chi lo sa: la vita è una magnifica incognita. Da una parte questo mi terrorizza, da una parte questo mi fortifica. Significa che possiamo ancora cambiare il nostro futuro, non credi?
Dì a tua figlia che le vuoi bene, che sei orgogliosa di lei, che ci sei: sono sicura che lei stessa ti aiuterà a dissipare i piccoli dubbi che come mamma è normale avere.
Ti abbraccio!
grazie di cuore.
Leggendo le tue parole mi veniva in mente questo pezzo di Gibran (ci sono molte traduzioni spero di aver trovato la più fedele al testo originale)
I FIGLI
(da: “The Prophet” di Khalil Gibran – Knopf)
I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa. Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri. Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime. Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere. Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.”
Mi è sempre piaciuta molto. Un abbraccio!
Anche io amo molto questa poesia. La trovo vera, ma di un vero…
Tanto che anche quando scrivo, mi dispiace sempre dire ‘mia’ figlia, anche se non c’è altro modo di dirlo, perché non penso che lei sia mia.
Solo noi possiamo essere nostri.
Per quello insisto così tanto sull’importanza di riconoscere che noi siamo anche ALTRO che madri e che mogli, e che il lavoro ci aiuta anche nella costruzione di una nostra identità femminile e personale.
Vorrei tanto che le donne, soprattutto le mamme ancora giovani, ricordassero che oltre la maternità c’è una vita fatta di altre sfide, belle e brutte, e di amore per se stesse, di ‘egoismo’ buono, di cose belle da portare a termine.
Dobbiamo rafforzarci come donne. Dobbiamo tornare ad appartenere solo a noi stesse. In Italia ci stanno massacrando, fisicamente, socialmente, lavorativamente… ci massacrano ogni giorno.
Dobbiamo liberarci di questo maschilismo e tornare a metterci al centro di noi stesse.
E questa poesia, quindi, cantarla anche a noi.
Soprattutto fermare la deriva. Mia figlia non deve crescere con quel “senso del dovere” che hanno inculcato a me. Con il credere che sia giusto sacrificarsi fino alla morte per gli altri dimenticandosi di sè stesse, fino ad ammalarsi. C’è un modo, tua figlia ha un nome: Dafne. Come odio essere chiamata la “mamma di…” io cerco di chiamarli per nome: Riccardo e Sofia. E Paolo. Non dico mai “mio marito” nemmeno lui è mio. Il maschilismo nasce dentro le mura domestiche, siamo noi mamme che cresciamo maschi “maschilisti” e femmine “crocerossine”. No, io no, mi tiro fuori, perdìo. Paolo fa tutto quello che faccio io e loro lo vedono. Speriamo, Barbara, che l’esempio insegni più delle parole. A volte (spesso) vorrei scappare da questo Paese, ci credi vero? Scappare dal massacro. Poi mi dico che una goccia che scalfisca questo muro di pietra dura la voglio mettere anche io con mia figlia. Con la mia famiglia, mediocre ( )ma piena di meraviglia.
Ecco anche in questo avete gia’ detto tanto.
Detesto il senso del dovere inculcato, il “io ti salvero'” per forza, il senso di colpa che ti corrode. E avro’ fatto e faccio e faro’ cumuli di errori con i miei bambini, a volte mi perdono e altre no. Ho chiesto alla mia mamma, donna semplice e saggia, come si sentisse lei, se riusciva a perdonarsi quando sbagliava con noi. Mi ha risposto che no, ma che andava avanti e che i figli, una volta grandi, riconoscono dove hai sbagliato, ma sono loro stessi a “perdonarti”, a patto cge tu li abbia amati veramente.
Da sempre la mia famiglia imperfetta si e’ retta sull’esempio che papa’ e mamma sono perfettamente intercambiabili, i bambini lo sanno e per me, venuta da una famiglia altamente patriarcale, e’ una specie di regalo e di traguardo che speravo di ottenere.
Tanto male non stiamo facendo se la nanetta l’altra sera si avvicina e mi dice a quattro anni “senti mamma a me quel principe di Biancaneve non e’ che mi stia proprio simpatico. Ma perche’ la sveglia per forza? Magari lei voleva continuare a dormire!”. Ecco io ci ho visto la catena desossiribonucleica della crocerossina che andava in mille pezzi.
E anche io mi sono sentita un po’ piu’ libera.
Cito: sono loro stessi a “perdonarti”, a patto che tu li abbia amati veramente.
Ecco, anche io la penso così, da figlia e da madre.
Infatti. Sarà per quello che io non riesco a perdonare.
Da chimico, la catena desossiribonucleica mi ha fatto schiantare. Sei troppo forte amica mia! E ti voglio bene.
Mio marito e’ chimico!!! E io da umanista integralista ho imparato che la chimica e’ affascinante quanto scoprire le relazioni tra Richard Wagner e James Joyce.
Vedi che qualcosa ci lega amica mia??!
E grazie per la parola amica. Ha molto, molto valore.
Se non riesci a perdonare perche non sei stata amata veramente tranquilla, QUI c’e’ parecchio amore e interesse per te.
Ora sei tu che devi spezzate la catena e da quel poco che so mi sembra che tu abbia fatto molto di piu…ne hai creata una nuova,
Diversa.
Fatta di amore.
Molte cose ci legano Amica con la A maiuscola! Grazie x le tue parole ultra belle mi sono commossa e non sai oggi come mi serviva! Sei una persona meravigliosa.
Sì, nella vita reale la chiamo Dafne e bon. Ma sul blog devo tener presente che non tutti quelli che passano di qui possono sapere chi è Dafne, e quindi devo per forza semplificare con ‘mia figlia’.
Hai ragione. A parte che ormai Dafne è diventata famosa, sai!
Forse io desidero così tanto la maternità anche per diventare una persona migliore… quando sai di essere d’esempio credo ti venga naturale provarci.
ciao barbara!!!!!
è tanto che non commento ma ti leggo sempre, sai!
che dire? con questo post mi hai davvero commosso. perchè sei riuscita ad esprimere a parole quello che sento io nel cuore.
anche gaia è di dicembre (ha un anno meno di dafne, avevo anche commentato questo post https://www.mammafelice.it/2008/12/04/il-primo-compleanno-di-dafne-i-miei-ricordi-e-le-idee-per-una-festa/) e proprio questi giorni, complice la varicella che ci ha costrette in quarantena, anche a casa nostra c’è stato il “miracolo”, come lo chiami tu: gaia ha imparato in completa autonomia a leggere e scrivere.
e questa cosa mi spalanca il cuore e mi lascia le lacrime agli occhi: com’è possibile che l’altro ieri fosse così minuscola e che oggi siamo già a questo punto????
mi è semplicemente sbocciata davanti agli occhi come un fiorellino , scoppiata come un pop-corn. ed io vorrei aver filmato ogni suo singolo istante di vita per potermelo rivedere con calma, non avendolo potuto fare causa la vita frenetica.
ora ho ancora una bimba “piccola”, che va all’ultimo anno della materna. ma fra qualche mese avrò una bambina “grande” che andrà alle elementari e se da un lato la cosa mi inebria, dall’altro già mi riempie di nostalgia.
lory/per nulla preparata ad avere una figlia grande
Se ti dico che io sono appena stata davanti a scuola…
Oggi c’era sciopero e si entrava alle 10, e così Dafne ha dormito da mia mamma, e con lei è andata lì davanti. Solo che davanti al cancello della scuola le è venuta la nostalgia, si è messa a piangere e allora ci ha chiamati per andare a salutarla… e noi di corsa come due babbei innamorati.
E comunque, a guardarla con quello zaino grande, che piange ma che comunque cammina da sola verso la classe, beh, mi sono emozionata: è grande e piccola allo stesso tempo, e se questo turba me, figuriamoci lei!
che tenerina dafne!!!!!
ecco, diciamo che queste cose un po’ mi tranquillizzano…
nel senso che, anche se mi sto già rendendo conto di quanto stia emotivamente crescendo in questo ultimo anno di materna (bacio ed abbraccio di saluto non più struggenti e ripetuti mille volte, meno baciosa – lei a me – ma io sempre di più x compensare …), so che questa crescita sarà, seppur esponenziale, quantomeno progressiva e quindi ancora per un po’ avrò sempre la mia bimba “piccola”, che mi chiede un “passaggio hopi” (in braccio) dalla cameretta al soggiorno per andare a fare colazione la mattina, cuffolandosi con la testolina contro il mio collo ed aggrappandosi con tutte le sue forze a me.
Amore bello dolcissimo!
Cucciolinaaaaaaaa!!! Dafne meravigliosaaaaaa….. anche la mia Sofi è così, dura e impavida ma fragilissima ogni tanto, si commuove come un’adulta (l’ultima volta nella scena finale di Frozen al cinema, cinemino solo donne, io e lei a piangere mentre Elsa abbraccia la sorella Anna diventata statua di ghiaccio… ). Benvenuta nel club dei babbei innamorati dei propri figli, la vuoi la tessera? Oh, a me piace piangere per queste cose!!!!
Siiiii io voglio la tessera!! 🙂
Ok. Ti aspetta ad Arezzo assieme ad una cenetta. Ribolllita o bistecca alla fiorentina di razza chianina? No. Solo verdure. Panzanella?
Ehm…odio far la gelosa…ma io me magno pure le gambe dei tavoli, eh… 😆
Non so come fai a pensare certe cose di me, ma e’ pur vero che io le penso di te.
Io mi sono commossa (strano per me) l’altro giorno che Delia ha fatto un disegno della nostra famiglia e ha scritto “mamma e papa’ vi voglio beneiu di quanto pensate”.
E mi ritrovo in quel che dici, queste figlie apparentemente spavalde, ma che dentro hanno un mondo, a volte fatto anche di fragilita’.
Le tessere io le stampo…
ecco io quelle due magie lì non le ho proprio godute.
Simone è un maschiaccio assoluto (e notavo che i commenti precedenti, se non sbaglio, sono tutti di mamme con figlie femmine… sarà un caso?), la scrittura e la lettura lo mettono davanti ad una prova di maturità che per ora lo annoia più che divertirlo.
invece lui conta, fa conteggi assurdi e il miracolo, la magia io li ho visti lì, quando nel giro di quindici giorni è passato dal fare a mente senza contare sulle dita 7+5 a 89+43 a 258+134.
senza sbagliare.
con il risultato che ora quando fanno matematica in prima elementare muore letteralmente di noia.
Ciao, mah io ho sia un maschio che una femmina, però devo dire che anche il maschietto è parecchio affettuoso, morbidoso , quindi forse è proprio una questione di carattere.
Per quanto riguarda gli esempi e il fatto che loro guardano noi è assoluta verità perchè io ogni tanto (anzi spesso) li osservo e vedo il marchio di famiglia, cioè loro fanno gesti uguali a noi, infatti dalla sola gestualità si capisce la familiarità, a volte mi accorgo che anche il modo di ridere o esclamare è uguale!
E comunque il fatto che crescano è miracoloso ma mi mette un grande magone, io li vorrei sempre piccoli…
Io ho disimparato dalla mia famiglia gli obblighi, le cose fatte perchè “si deve”, i no senza un motivo, la bigottagine senza senso, ho cercato di trarre vantaggio da queste esperienze negative per non trasmetterle ai miei figli, cercando di dargli esempi positivi, sorridenti.
Spero di continuare e che loro un domani capiscano il mio sforzo.
Ciao a tutte
Confermo che è questione di carattere, anche io vedo Stefano crescere e diventare un ometto. Ormai indipendente, anche se a tratti ancora molto bambino, a volte ha delle regressioni, ma credo siano dovute un po’ all’arrivo del fratellino.
Io sto invece facendo tanta fatica, mi accorgo che devo mollare di più la corda, ma a volte lo vedo così fragile ancora, e ci metto tanta fatica a reprimere l’istinto di intervenire. Anche se poi però fortunatamente la ragione prevale. E anche io mi stupisco del miracolo della lettura, e mi stupisco lui sia così bravo in matematica. Io che sono una frana, lui fa i conti a mente meglio di me..
Grazie per questo post.