Come superare la paura del parto?
Pubblicato il 3 Dicembre 2013 da Ester • Ultima revisione: 5 Settembre 2014
Dopo la felicità iniziale per la bella notizia e, subito dopo, il calcolo della data presunta del parto, si inizia a rendersi bene conto di quanto questo avvenimento sia reale ed imminente. Nove mesi sono un periodo lungo e può nascere l’impazienza di conoscere il piccolino, ma quasi sempre arriva anche la paura del parto.
Se è il nostro primo bambino, può manifestarsi la paura per l’ignoto che si ciba del nostro immaginario, mentre se è il secondo (e tutti gli altri a venire) il timore può essere alimentato dal ricordo di ciò che è stato e dalla consapevolezza di quello che sarà.
Il parto è un evento naturale, l’intera umanità è al mondo perché le donne danno alla luce i propri figli, ma sappiamo anche che la paura è irrazionale, subdola e spesso non si riesce facilmente a placare.
Sicuramente leggere dei buoni libri, non troppo tecnici, che affrontino l’argomento con un accento più positivo possibile può essere di aiuto. Sono convinta che la conoscenza renda più forti, ma in questo caso è preferibile che la pillola sia inzuccherata piuttosto che lasciata amara.
Inoltre il corso pre parto è consigliato proprio per incontrare specialisti che possano fugare ogni dubbio, anche il più strano, rispetto alla gravidanza e al parto.
Indice dell'articolo
Come superare la paura del parto
– rilassarsi il più possibile durante i nove mesi di gravidanza. L’estetista, il parrucchiere, lo yoga, il cinema con le amiche, ogni attività che ci po’ distrarre e far allentare la tensione è la benvenuta
– riposare il più possibile, perché una mente stanca cade più facilmente preda di pensieri negativi e vince la paura
– non farsi coinvolgere in discorsi di esperienze negative di parto: ogni parto è un caso a sé e soprattutto quasi tutti si svolgono da manuale e senza complicazioni
– ripetere spesso degli esercizi di rilassamento o meditazione, che possano aiutare far arrivare a quel momento con maggiore padronanza di sé scacciando l’ansia
– focalizzare l’attenzione sul bambino, quindi sull’obiettivo di questi nove mesi, così da scavalcare la fatica e la paura
– se la paura è strettamente legata al dolore, potete chiedere consiglio al medico e prenotare l’epidurale
Approfondimenti:
– Perché frequentare un corso pre-parto?
– Cos’è il capoparto e quando si verifica?
– Cos’è l’acido folico e quando si deve prendere?
Avete scritto: “Il parto è un evento naturale, l’intera umanità è al mondo perché le donne danno alla luce i propri figli…” E’ vero, ma quante donne sono morte di parto? Le antiche romane, ad esempio, preferivano che i mariti avessero figli con le schiave pur di non correre questo rischio. Ora non si muore più di parto, si è molto più seguite, ma spesso si sottovaluta un evento che può essere molto traumatico.
Per fortuna molte donne hanno parti facili, con durata e intensità di dolore sopportabili. Altre, come è successo a me, soffrono da morire nell’indiffirenza totale di chi le sta attorno e pensa appunto che il parto non è che un evento del tutto naturale…
Ci vorrebbe più attenzione per ogni singolo caso; inoltre l’epidurale dovrebbe davvero diventare un diritto nel nostro paese, dove al di là dell’affermazione di principio, la si seguita a negare per motivi di volta in volta ideologici o economici.
è vero che esistono molte donne morte di parto, ma la maggioranza non muore. Sapere che il parto è naturale e complicato allo stesso tempo ci aiuta a superare la paura, ovviamente nella nostra società l’assistenza medica ci permette di essere tranquille, perchè morire di parto è un evento raro. Mi trovi perfettamente d’accordo per l’epidurale come diritto, gratuito. mi spiace se la tua esperienza sia stata negativa e ti capisco, sicuramente le figure di supporto che si hanno intorno svolgono un ruolo fondamentale in quei momenti.
LA percentuale di rischio di morte per parto e’ di gran lunga inferiore a quella di incidente mortale con l’auto per chi la prende tutti i giorni.
secondo me, un modo fondamentale per placare le paure legate al parto e’ di sfatare miti e stereotipi costruiti e divulgati ad arte per altri biechi interessi, quello di avere un controllo totale sulle nascite in primis.
la sofferenza durante il travaglio si puo’ lenire proprio se accolta e presa in cura (in senso non medico/terapeutico, ma in senso di riguardo, attenzione) piuttosto che lasciata da gestire a una donna sola e in difficolta’.
purtroppo dobbiamo fare molta strada per raggiungere dei livelli di umanita’ per quanto riguarda la gestione di parto, gravidanza e maternita’, ma possiamo innanzitutto “studiare” la nascita, capire cosa rappresenta e cosa comporta. possiamo leggere della sua fisiologia, invece di coltivare fantasmi e dicerie inutili e dannosi.
prima di ricorrere all’epidurale, possiamo scoprire l’universo della nascita, nella sua magia e miracolosita’ che ogni donna, se ben sostenuta con umanita’ e calore puo’ affrontare ed uscirne fortificata.
Mi spiace molto di intuire la negativita’ della tua esperienza e ti comprendo, ma possiamo fare qualcosa, possiamo cercare di presentare e chiedere, esigere, e lottare per un modello di nascita diverso, rispettoso per mamme e bambini.
io con la mia prima figlia ho chiesto l’epidurale. non mi sono pentita di averla fatta, anche se tutto il travaglio, lunghissimo, e il parto sono andati benissimo. Ma poi ho preferito non farla per gli altri due parti a seguire, ho addirittura evitato la visita medica preliminare, proprio perchè sapevo che ce l’avrei fatta, il parto è un’esperienza fortissima per una donna. Credo che il diritto di scegliere sia fondamentale, certamente con l’auspicio di una scelta il più possibile basata sulla conoscenza e consapevolezza. SPero che in un futuro prossimo ogni donna possa scegliere la situazione che più la faccia a sentire a suo agio, sia scegliendo di gestire il dolore che di attenuarlo con un’epidurale. L’importante è che sia al centro, lei e il bambino.
Leggere “Venire al mondo e dare alla luce” di Verena Schmidt (Feltrinelli)… Per me è stato illuminante! E poi, se possibile, fare un percorso personalizzato con un’ostetrica di fiducia!
grazie elena!