Il primo giorno di scuola
Pubblicato il 10 Settembre 2013 da Mamma Felice • Ultima revisione: 7 Agosto 2014
Oggi un post tratto dal mio libro: Mammafelice, Essere mamma senza rinunciare a te stessa. Un pezzo tratto dall’ultimo capitolo del libro, dedicato alla fascia di età 3-6 anni. Come prepararsi al primo giorno di scuola? Come preparare i figli?
Io ho provato a raccontarlo così: voi cosa ne pensate?
Indice dell'articolo
Prepararsi al primo giorno di scuola
Tratto da: Mammafelice, Essere mamma senza rinunciare a te stessa. Mondadori. Pagine 136-137
Il primo giorno di prima elementare: una prova esistenziale forse più per i genitori, che per il bambino. Noi genitori certe volte siamo un tantino egocentrici e anche melodrammatici: ci mettiamo a piangere davanti alla scuola e persino di fronte al primo “bravissimo” scritto sul quaderno.
Ma non siamo noi a essere protagonisti oggi: lo è il bambino. Noi dovremmo farci da parte, essere quasi invisibili in mezzo agli altri genitori, lasciar perdere il look da mamma alla moda e le foto con la reflex, per svolgere semplicemente il ruolo di spettatori e facilitatori.
La prima elementare sarà un’esperienza avventurosa: nuovi compagni, nuova scuola, nuova maestra, nuova vita. Tante scoperte, i libri “da grandi”, i compiti a casa, le responsabilità adatte all’età del bambino. Tutto questo deve essere vissuto con lucidità ed entusiasmo, e non come una punizione: ai bambini dobbiamo raccontare che la scuola è viva, è lo strumento per imparare e per crescere, per stare nel mondo.
Per insegnare ai bambini il gusto del nuovo, la capacità di vivere con creatività e spirito di avventura, possiamo lavorare sulle autonomie: aiutarli non già ad affrontare il momento stesso dell’ingresso nella nuova scuola, quanto prepararli per tempo a essere pronti da soli a iniziare questo nuovo percorso.
Possiamo aiutarli a raggiungere la giusta dose di autonomia: lavarsi e vestirsi da soli, allacciarsi le scarpe, mettersi il giubbotto, preparare la cartella e la merenda, tenere in ordine i libri e i quaderni (vedi p. 141), insegnare le buone maniere e dare regole di comportamento “sociale”, insegnare il rispetto per la maestra, lasciare che mangino da soli e si servano da soli a tavola. Possiamo preparare delle carte tematiche (vedi p. 135) che aiutino il bambino a memorizzare la routine per alzarsi, lavarsi e andare a scuola.
Possiamo anche acquistare un portapenne “da grandi” da tenere a casa, favorire l’uso e il controllo delle matite colorate e di gomma e matita grigia (richiedono più impegno e concentrazione dei pennarelli), utilizzare quadernoni per scrivere e giocare insieme, proporre attività di prescrittura e pregrafismo, leggere insieme ad alta voce, imparare poesie e canzoni a memoria. Lo scopo non è insegnare al bambino a leggere e a scrivere, a quello ci pensa la scuola; è ridurre la sua ansia, dimostrargli che leggere e scrivere può anche essere un gioco, accompagnarlo verso un controllo della muscolatura, della memoria e della postura, offrendogli un punto di vista reale ma positivo sulla scuola.
Da oggi l’alleanza non sarà più solo tra genitore e bambino, ma sarà un triangolo bambino-genitore-maestra: i nostri figli non hanno sempre ragione, e spesso i loro maestri li conoscono meglio di noi, potendoli osservare con l’obiettività di uno sguardo esterno. Ascoltiamoli entrambi: la maestra, per correggere il nostro stile educativo; il bambino, per essere sempre di appoggio quando ce lo chiede.
Evitiamo anche di criticare le maestre di fronte al bambino: se riteniamo che il loro stile formativo non sia adeguato, chiediamo un colloquio diretto. Niente di peggio che screditare il ruolo degli insegnanti: i bimbi hanno bisogno di regole, di sentimenti di rispetto anche del ruolo degli adulti, e non di essere incoraggiati alla polemica e alla contestazione.
Tempo pieno o tempo normale? Valutiamo bene la scelta degli orari della scuola elementare: in base al nostro orario di lavoro, all’aiuto dei nonni o della tata, o anche al carattere del bambino. Mettiamoci in contatto con la segreteria della scuola per chiedere quali sono i rientri possibili, come funziona la mensa, quali sono le attività previste nel doposcuola. I bambini possono giocare e fare sport? Possono andare in cortile? Al pomeriggio faranno i compiti con l’aiuto della maestra, o avranno dei compiti anche da fare a casa la sera?
La soluzione ideale? Che ai bambini sia lasciato anche il tempo di giocare. Sono ancora piccoli. Due rientri alla settimana sarebbero perfetti, se le famiglie potessero conciliare lavoro e famiglia come in altri Paesi del mondo. In questo modo ai bambini resterebbe anche il tempo di fare i compiti, giocare in cortile, vedere gli amici, fare sport una volta a settimana.
Un solo commento alla tua conclusione…La soluzione ideale?
Per i bambini certamente quella di stare meno tempo a scuola e più tempo a casa a giocare, annoiarsi, fare sport, stare in famiglia…
Utopia? Forse…ma loro sono bambini!
Un buon inizio di scuola a tutti!!
Tutto sommato queste riflessioni vanno bene anche se il primo giorno di scuola e’ alle medie (o inferiori di primo grado se preferisci). Che ansia oggi! E che emozione!
Oggi mio figlio ha iniziato la scuola, senza melodrammi e con la giusta (credo) dose di emozione. Noi genitori abbiamo cercato di non caricarlo di ansia inutile, cercando di riparare ai danni di tutti quegli adulti estranei che, incontrati in giro nelle ultime settimane, inevitabilmente finivano con il dire: “Ah, e così inizi la scuola… ehhhhh, vedrai quanti compiti….”. 😯
Sono sicura che sarà una bella giornata da ricordare, con la foto fatta prima di uscire di casa, la nonna che si affaccia alla finestra per salutare e il papà andato al lavoro più tardi per l’occasione 😀
Madooooo’ ma perche devono fare cosi???
Come quando nasce il fratellinoola sorellina e la domanda passa da “come stai?” A “com’e’ il fratellino?”. All’inizio piace, ma dopo un po’…. :argh:
Che bella la foto a casa e la nonna che saluta e il papa’ che salta qualche ora di lavoro…
Grazia, non so perchè a volte gli adulti dicono cose così trite e ritrite…
Forse perchè sono, appunto, adulti e vedono le cose attraverso lenti deformanti. 😀 Per fortuna i bambini vedono le cose in modo molto ma molto meno scontato!
Gia! C’e’ sempre da imparare da loro!
Un buon inizio a tutti, anche se non è il primo giorno del primo anno…resta sempre una grossa impresa che inizia!!
Concordo sul tempo normale (qui corrisponde a “solo mattina”), ma le esigenze delle famiglie sono le più diverse e meno male che esiste una ampia varietà di orari, rientri, pomeriggi, tempi prolungati e tempi pieni…ognuno trova la formula ideale per sé! Almeno questo…
Buon inizioooooooooo!!!
Giurogiurogiuro che ho un nuovo rispetto per la mia categoria…oggi le mamme quasi mi passavano i figli dalla finestra al grido “se lo tenga leiiiiiiiii!”.
Io rientro dalla maternita’ di un anno, presa perche’ volevo stare vicina ad entrambi nei loro primi anni di vita. Non appartengo alla categoria di mamme che han voglia di tornare al lavoro, benche’ io lo ami molto. Io con i miei nani e le mie faccende ci sto come un riccio su una spazzola.
Detto questo…stamattina mimancavano da morire, ma proprio tanto. MA. Ma poi ho rivisto le faccette dei miei altri bimbi, delle mamme che mi hanno abbracciato, risentito l’odore del primo giorno di scuola e ho fatto come i bambini. Ho tirato su con il naso, ho scrollato le spalle e via.
Il mio augurio per quest’anno assomiglia ad una lista dei desideri: voglio e devo portare a bon punto i viaggi medici per ilpiccolo, continuare gli esercizi con la grande, divertirmi e tano con loro, come mai ho fatto prima, buttare via le persone che finora mi han fatto male, schiacciato e avvilito al punto da credere che la normalita’ fosse il piagnisteo e l’infelicita’. Voglio riempirli di baci ogni volta che posso, scherzare e ridere con mio marito, smetterla didarmi addosso e iniziare ad essere clemente con me stessa. E stare tanto, tanto bene al lavoro, che questi cuccioli piu’ grandi li voglio mandare in prima con il botto.
E auguro di cuore ad ognuna di voi di realizzare quello che ha nel cuore.
Barbara poi ci fai sapere di Dafne quando potrai?